Nel 1955 Anais Nin si ritrova "nel presente" e vuole trasmettere agli altri il frutto di anni di esperienza come donna e come scrittrice: la felicità sta nelle piccole cose, non nelle vette dell'estasi. Nel sesto volume del suo diario la Nin non è più il personaggio principale: questo sarà il "diario degli altri". Reintegrata nella famiglia umana, Anais realizza ritratti acuti, vivi e severi. Ammira Simenon, ama Bergman, giudica Beckett troppo intellettuale, Simone de Beauvoir oggettiva e disperante, capisce Ginsberg e Corso, il loro surrealismo e la loro ironia selvaggia, rimpiange di non aver potuto incontrare la grande e altera Djuna Barnes, si abbandona ad analisi e riflessioni su fenomeni letterari e artistici. |