Per Edmond Jabs, ebreo e scrittore (come lui stesso amava dire), cresciuto in un paese arabo, di nazionalit italiana, e di madre lingua francese, antifascista, costretto poi all?esilio in Francia, l?essere straniero e l?inquietudine dell?ospitalit sono un destino, un cammino. Il deserto per lui uno spazio senza tempo, vuoto, immenso. Luogo della presenza dell?assenza. Di una parola stregata dal silenzio che la abita. Il desiderio di un Libro assoluto e impossibile precede il mondo. L?esilio, l?erranza talmudica, l?interrogazione che ogni libro di Jabs suscita in noi, riaffiorano in questa intervista che non n solo scritta n solo orale, con Marcel Cohen. I temi di Jabs compaiono qui, come figure che si avvicinano al lettore dai margini bianchi della pagina. Non si pu scrivere su Jabs, ma per e con Jabs. da questo chemin des sources che il poeta proviene. Dove il rischio assente, non pu esserci scrittura.Questo grande poeta sembra guidarci, prendendoci per mano, con la sua voce dolce e i suoi occhi chiari, l dove il linguaggio, soltanto, a dare l?esistenza. Quel luogo deserto dove: lo scrittore scrivendo non diventato singolo. diventato anonimo. Prefazione di Antonio Prete. |