Alla parola utopia siamo soliti associare significati positivi: sogni, desideri, speranze in un mondo migliore. Ma a volte le utopie producono effetti imprevedibili, se non catastrofici. In tempi recenti questo rischio stato evocato soprattutto da destra, per esorcizzare il ritorno dell'indomabile spettro del comunismo. Ma altre sono le "utopie letali" con cui polemizza questo libro: si tratta di quelle di una sinistra "movimentista" che - abbandonata la via dell'antagonismo di classe - ha sostituito le velleit rivoluzionarie con il sogno di un crollo indolore del capitalismo, provocato da improbabili mutazioni della psicologia individuale, lunghe marce dei diritti, terze vie "oltre il pubblico e il privato", ecc. Un racconto che usa una neolingua in cui regna il prefisso post - postmoderno, postfordista, postmateriale, postideologico, ecc. - e che rispecchia quegli stessi valori liberali che dice di combattere. |