certamente ingenuo e anacronistico parlare, oggi, dei confini del giardino nel momento in cui ben altri muri, reti, barriere, mari separano anzich unire. Ma il giardino, forse, non soltanto il luogo ameno della contemplazione o la metafora dei nostri sentimenti, ma la costruzione del giardino stata, nel tempo, anche luogo di progetto e sperimentazione di modelli di vita, ipotesi di come vorremmo abitare il mondo. Il giardino stato lo spazio dell'eros e dei sentimenti, dove i personaggi dei romanzi di Rousseau e di Goethe, di Mann e di Handke, si respingono e si attraggono; tuttavia l'equilibrio va in frantumi quando l'alterit supera e invade il recinto che separa giardino e mondo. Cos come nel giardino, nello spazio racchiuso dal cranio, nei labirinti del cervello le molecole si attraggono e si respingono dando luogo ai sentimenti; la retina e la coclea sono barricades attraverso le quali irrompe il 'mondo esterno' E la luce. Il nostro sguardo sulle opere d'arte, sulla natura, sui paesaggi e sui giardini pu, cos dicono i neuroscienziati, nei tempi lunghi dell'evoluzione, aver tracciato in ciascuno di noi un'impronta indissolubile. E oggi? Se anche oggi in uno spazio globale e secolarizzato il faut cultiver notre Jardin, non dovremmo considerare tutta la terra, dal piccolo frammento ai suoi confini che racchiudono le nostre passioni e ragioni, non soltanto come il 'nostro' Giardino ma come il 'grande giardino', del quale siamo parte, da pensare, ascoltare, progettare, curare e da condividere? |