Storia, mito, antropologia, attualit: a prima vista catalogabili entro questi saperi e in queste zone, i drammi di Maricla Boggio sfuggono invece alle gabbie che imbrigliano cataloghi e categorie.Il lampo, il flash, il frammento, la visione sembrano la cifra stilistica di questo teatro; che potrebbe anche definirsi, perci, epico. Un teatro cio che si avvale di una costruzione drammaturgica per brevi esposizioni narrative che interrompono il flusso continuo dell?evento e consentono la riflessione, il giudizio. Interrompono costruendo, motivando, creando nuovi spazi per capire i personaggi e le loro vicende.Teatro a prima vista epico, quello di Maricla. E certo le referenze al mito, alla storia, all?attualit (storia anch?essa, ma dettata da altre emozioni), spingono verso questa sommaria definizione. Mito, storia, attualit, tre modi di raccontare il mondo.Ma a guardare meglio, tutto sfugge alla definizione, sfuma i contorni, chiede altri modi di leggere e di guardare questo teatro.La vita, l?ansia di raggiungerla e di afferrarla, il desiderio radicatissimo di far scoccare la scintilla che nasce dalla frizione tra presente e passato, visibile e invisibile, corpo e anima, destino e libert; tutto questo lievita in questi drammi e li pone in un personalissimo palcoscenico. |