Questo libro parte dall'affermazione che il cibo un'istituzione sociale, costruita in maniera differente da tutti i gruppi umani per sottoporre a regole condivise le attivit connesse al mangiare e al bere, evitando i conflitti fra gli individui. Ma stabilire che cosa e come si pu e non si pu mangiare, implica la necessit che qualcuno ponga un certo numero di vincoli alla libera scelta di quegli stessi individui. In questo senso, il cibo ha immediatamente a che fare con il potere e con l'esercizio del potere. Questa sua dimensione intrinsecamente politica viene investigata a partire da una critica della nota affermazione di Ludwig Feuerbach secondo cui ?l'uomo ci che mangia?, connettendola a tematiche centrali come la globalizzazione e la localizzazione, il multiculturalismo e l'interculturalit. Lo scopo recuperare la centralit dell'individuo, delle sue preferenze e delle sue scelte nell'attuale discorso sul cibo, ?de-colonizzando? i presupposti della cosiddetta ?modernit occidentale?. |