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Rinascimento privato (Scrittori italiani)


Maria Bellonci Libri


Questa «autobiografia» di Isabella d'Este, marchesa di Mantova, Maria Bellonci volle definirla romanzo. E tale è questo scritto, per la creazione letteraria del linguaggio a un tempo antico e modernissimo, per la scelta dell'autrice di fare di Isabella l'io narrante, sovrapponendo così al personaggio storico quello romanzesco e infine per la creazione di un personaggio totalmente inventato, l'inglese Robert de la Pole. Questa edizione di «Rinascimento privato» è arricchita dalle pagine del «Diario» di Maria Bellonci che si riferiscono alla composizione del romanzo.
 
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: pagine
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Questo libro descrive la vita di una delle pi affascinanti figure femminili del Rinascimento, BeatriceD'Este, donnadeterminata che ha regnato sul ducato di Mantova conl'irruente marito, Francesco Sforza.Lo stile, barocco, complesso ma al contempo musicale, richiede la massima concentrazione per evitare di perdersi nello scorrere elegante delle parole e di non apprezzare adeguatamente la trama. L'autrice si immedesima nella protagonista che vive in un'epoca tempestosa in cui l'Italia divisa in vari feudi sempre in guerra tra loro e minacciata dalle invasioni straniere. Isabella viene descritta come ottima stratega e diplomatica, bravissima nelle attivit di governo; Francesco teme la sua personalit egocentrica e la sua passione per le attivit di governo e cerca in ogni modo di sfuggire al suo controllo. Bellissima, secondo me, la parte dedicata al ritorno di Ercole D'Este al castello di Ferrara dopo aver controllato le postazioni per la difesa del suo feudo; le pagine che illustrano gli incontri con De Pole, un prete anglossassone in realt mai esistito, che visita Isabella aggiornandolasui fatti politici; la descrizione delle vesti sontuose con cui lei e il suo seguito si abbigliano per accogliere regnanti stranieri e stringere alleanze. Divertente l'incontro con Lucrezia Borgia che diventer l'amante di suo marito. Con questo libro, uscito postumo, l'autrice vince nell'86 il Premio Strega, ideato da lei e dal marito, critico letterario che le insegn ad apprezzare i classici come si nota dallo stile caratteristico della Bellonci. Da leggere.

MCF
Isabella e Maria
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Ho scoperto che la mia condizione di donna non predominante in assoluto e non mimpedisce di diventare un essere compiuto, purch io non sia ingannata da me stessa. Ho imparato a vivere senza freddezze e senza spasimi non rinunciando per alla ribellione e allinsorgere dei sentimenti.
N diminuisce la mia facolt di rendermi ragione. Ecco perch, vanitosa come sono sia pure temperatamente, non mi ha fatto vacillare lo scritto satirico di un uomo traditore del suo intelletto, Pietro Aretino, che non avendo mai avuto da me denaro o doni, mi ha accusato di essere vecchia con i denti falsi e il viso imbellettato. Certo, sono tutte cose vere che ad una ad una hanno aiutato la natura quando si allontanata da me la giovinezza.

lanno 1985 allorch viene pubblicato Rinascimento privato, lunico autentico romanzo storico di Maria Bellonci, unopera grandiosa, frutto di un lavoro durato una ventina danni e ultimato appena in tempo (lautrice infatti verr a mancare nel 1986). A differenza di altri suoi libri, particolari in quanto trattasi di storia narrata, qui invece troviamo un fervido sviluppo della fantasia, una grande capacit di spaziare pur ancorandosi agli autentici fatti accaduti, in poche parole una rilevante e insospettabile creativit.
Si tratta di una autobiografia immaginaria di Isabella dEste, personaggio di primo piano in epoca rinascimentale, donna di grande intelligenza, dotata di un naturale istinto politico, quanto mai indispensabile in unepoca turbolenta che vedeva il territorio italiano meta di conquiste straniere. Sposa a soli sedici anni di Francesco Gonzaga diventa cos la marchesana di Mantova, un ruolo apparentemente di secondo piano, per una che era figlia di una regina e sorella del duca Alfonso dEste.
La sua abilit fu tale che non solo riusc a conservare lindipendenza del piccolo marchesato, ma ottenne anche di poterlo elevare al superiore rango di ducato. La sua corte fu una delle pi colte dellepoca, animata da artisti di grande valore che l trovarono le porte aperte e la pi ampia libert di espressione, tanto che si potrebbe dire che, se oggi Mantova considerata una delle pi importanti citt darte italiane, il merito soprattutto di Isabella dEste.
La sua vita vide lo sgretolarsi delle speranze italiane di ununit nazionale, anzi il nostro suolo divenne spesso terreno di contesa di Spagna e Francia, con gli inevitabili lutti e rovine. Eppure, Isabella e la sua corte restarono un faro unico e splendente in un Europa in ebollizione, un luogo di pace circondato da guerre.
Il personaggio e lepoca quindi non potevano non destare linteresse di Maria Bellonci, che gi molto aveva appreso durante la preparazione di Lucrezia Borgia.
Lungi dal volerne scrivere una biografia - che pure sarebbe risultata di notevole impatto storico-letterario, ma forse un po greve, data lampiezza del periodo e linvero rilevante numero degli accadimenti - lautrice ha inteso conservare, pur nel pi scrupoloso rispetto di quanto effettivamente avvenuto, una certa autonomia, immaginando che sia Isabella dEste che parli di s, tanto che il romanzo inizia e termina nel 1533 nella Stanza degli orologi, decine di congegni meccanici amati dalla marchesana, a scandire un tempo mai uguale.
E lei che, ormai quasi alla fine del viale del tramonto (morir nel 1539), ritorna con la mente indietro negli anni, ripercorre la sua vita, ci porta per mano dentro la storia complessa di unepoca. Il linguaggio usato moderno, ma impreziosito da una certa patina dantico, dal ricorso, non frequente peraltro, a termini allora di moda e oggi ormai desueti, in un mirabile equilibrio che non solo non stanca il lettore, ma lo avvince sempre di pi.
E poi c unautentica chicca, uninvenzione geniale, che rappresentata dalle lettere (che non sono mai esistite) che un ecclesiastico inglese, Robert de la Pole, invia a Isabella, lettere a cui lei mai risponde.
Perch sono cos importanti? Per due semplici, ma notevoli motivi: lamore platonico del mittente serve a mostrarci unIsabella dapprima risentita, poi sempre pi interessata, per un segreto che non di stato, ma solo suo, per unamicizia che non amore, ma sempre di pi un affetto che finir con il divenire reciproco; in tal modo Maria Bellonci completa la descrizione di un personaggio regale, austero, ma anche dotato di una notevole intima sensibilit, una donna insomma a cui grazia e di femminilit non mancano di certo. Laltro motivo costituito dal fatto che in tal modo veniamo a conoscenza di fatti importanti dellepoca che non hanno magari toccato direttamente Isabella e di cui lei non avrebbe potuto raccontare, il che non poco, perch cos si ha una visione generale pregna di unoggettivit che arricchisce le vicende storiche della marchesana, integrandole, mostrandocele da un punto di vista diverso, da un orizzonte pi ampio.
Per le opere precedenti di Maria Bellonci non ho lesinato gli elogi, tutti meritatissimi, considerandole dei veri e propri capolavori, e mi trovo ora in difficolt a giudicare un lavoro la cui qualit va oltre limmaginabile, perch, libera di sviluppare la propria creativit, lautrice ha profuso tutte le sue energie e le sue eccelse qualit in un ritratto di una donna in cui presumibile cercasse dei punti di contatto. I frequenti ritrovi della marchesana con gli amici letterati ricordano un po gli incontri della domenica in casa Bellonci e non forse un caso se le affermazioni di Maria e Isabella vengono anche a coincidere. Entrambe donne sono riuscite a entrare nella storia, a essere ricordate pi dei loro mariti, che pure non erano certi degli sconosciuti. E la malinconia degli ultimi anni di Isabella, ormai vedova, e di Maria, pure lei privata del marito, accomuna idealmente i due personaggi, tanto che potrei definire questo libro il testamento spirituale dellautrice, che ha saputo, in pi di una pagina, trasmettere al lettore le vibrazioni del suo cuore, ha dotato di un tocco magico e sublime le memorie di una donna che procede lentamente verso il buio.
Rinascimento privato assolutamente imperdibile.



Renzo.Montagnoli

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