La lettura di questo breve romanzo, credo, andrebbe condensata in poche ore, consumata quasi con rapidit e, nello stesso tempo, gustando a poco a poco ogni immagine, ritrovandone di splendide e di mostruosamente intense.
E' un romanzo della Resistenza, perch la sintesi dei sentimenti, degli strascichi e delle conseguenze della lotta partigiana che gli scrittori del secondo dopoguerra tentano affannosamente di oggettivare, di fissare in uno scritto, in una memoria collettiva.
Calvino definisce Fenoglio (parafrasando) come colui che ha donato alla Resistenza i suoi romanzi, la sua letteratura.
Una questione privata anche un romanzo sulla Resistenza che ripercorriamo, come una sequela di grani di rosario, nei discorsi, nelle memorie dei volti, nel clima che Milton attraversa e incontra nel proprio viaggio verso la verit. Perch Milton, intorno al quale ruota la vicenda, ama appassionatamente la giovane e bella Fulvia e scopre nel proprio amico d'infanzia un rivale. Deve perci trovarlo, chiedergli, sapere fino a che punto il cuore di Fulvia non gli appartenuto.
Ma perch cos importante questa scottante e scomoda verit? Se lo domanda lo stesso Milton. Si domanda se non sia crudele che un giovane innamorato vena disilluso e ferito da verit cos scottanti, se giusto che un partigiano, che un combattente debba rivelarsi pi umano di quel che credeva, pi fragile. Indifeso, quasi, di fronte allo smantellamento del senso che ha sempre pi innocentemente considerato come lunico di quella lotta insensata per la vita e per la morte.
Una questione privata, dopotutto, un romanzo sulla Resistenza. Forse il pi intimo, quella che scava pi in profondit nelluniverso e nella memoria partigiana. Ci mostra questi eroi della patria pi umani di quanto riusciremmo a immaginare. Cos saldi impugnando il fucile, e cos fragili, cos indifesi di fronte al dolore, di fronte ad un capo di donna sfigurato, di fronte ad una passione e ad una speranza infrante.
Lamore di Fulvia il solo vero scopo, la sola vera Questione, il solo vero motore. Ed curioso, e illuminante, ricordare tutto dun tratto quanto siano inutilmente ridondanti i discorsi sulla Resistenza, quando sul fondo non cerano che uomini che si torturavano con una ragione, anche la pi banale, per aspettare senza morire che la guerra finisse. Proprio come Milton, che non sa immaginare la fine della guerra senza che ad attenderlo nel mondo dei vivi ci sia Fulvia, senza che ci sia almeno lillusione di poter recuperare linnocenza perduta. Per questo ogni cosa lasciata in secondo piano. I volti, la povert e la miseria, la paura, la tristezza di questItalia invasa, ogni cosa non che uno sfondo, uno scenario.
Una questione privata un romanzo sui partigiani.
Il linguaggio decisamente semplice. Sulla scia di un modello linguistico pacato, non votato agli sperimentalismi, che si attiene il pi possibile a quello scolastico, i dialoghi, le descrizioni, i pensieri di Milton sono scritti in un italiano lineare, poco caratterizzato, che si fa da parte lasciando spazio alle immagini, ai suoni, ai paesaggi, agli argomenti. Ancora la struttura del romanzo, che fa quasi pensare ad una sorta di incompiutezza, la crudelt di alcuni passaggi, la forza comunicativa di alcune frasi, di alcune descrizioni (come quella della fucilazione di Ricci, per cui occorrerebbe unintera sezione di una probabile recensione) e, ripeto, la brevit del romanzo, lo rendono completamente godibile e vivibile. E un romanzo che si vive, proprio per limmediatezza della narrazione e per il modo un po brusco nel quale si conclude.
Un romanzo da leggere. Semplice, umano, virile.
Hellionor