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Un grande, immenso amore
-------------------------------- Cos questa donna si fatta, in un giorno: le lacrime non sono pi lacrime ma parole, e le parole sono pietre. Cos Carlo Levi parla di Francesca Serio, madre di Salvatore Carnevale, sindacalista ucciso dalla mafia, in una delle pi belle pagine di questo libro, frutto di tre viaggi in Sicilia avvenuti nei primi anni cinquanta. Se in Cristo si fermato a Eboli lautore ha descritto in modo mirabile la dolorosa condizione dei contadini lucani, qui valica lo stretto e riesce a darci un quadro di grande forza e bellezza dei problemi siciliani, solo in parte diversi da quelli dellaltro sud, e in ogni caso inseriti in quella questione meridionale che ancor oggi appare insoluta. La grande capacit di questo autore di appassionarsi ai problemi della gente debole, se non inerme, con la forza che gli nasce dallamore, un sentimento viscerale che lo porta naturalmente a prendere le difese di chi, complice linerzia, quando non addirittura la partecipazione attiva dello Stato, vittima di secolari ingiustizie, ridotto alla condizione di sottouomo, vero e proprio servo della gleba in una societ feudale in piena epoca moderna. In libro in pratica il diario di un viaggiatore attento, capace di descrivere in modo artistico, poetico e pittorico panorami mozzafiato, ma anche di saper cogliere gli aspetti stridenti, le atmosfere che da gioiose diventano tristi, fatte di una malinconia propria di chi senza speranza, in una sola parola lanima di una regione. Larrivo in visita a Isnello, suo paese dorigine, del signor Impillitteri, sindaco di New York, rappresenta a prima a vista un capitolo a s, ma, con lo scorrere delle pagine, si comprende come anche il successo di uno non riesca a costituire la speranza di un riscatto per gli altri, non invidiosi, ma partecipi di una festa che offre in tutta la sua crudezza la realt della loro condizione, e se anche nasce un entusiasmo poca cosa che rapidamente svanisce. Levi ha viaggiato in lungo e in largo per lisola, ha toccato mete ridenti e citt dallapparenza moderna, ma che nascondono nelle periferie o al loro interno la vergogna di un mondo arretrato, misero, della miseria pi nera, di gente affamata, di bimbi scheletriti e in preda alla malaria, contrasti che sono tipici di questisola in cui si pu passare da ville patrizie, con giardini paradisiaci, a casupole di paglia, senza lombra di un albero, ingrigite dalla polvere che, quasi pietosa, pare tentare di celare una situazione di degrado che invece dovrebbe essere urlata, affinch qualcuno, quello Stato cos lontano, inerte, vi ponga finalmente rimedio. Non c nessuna retorica nelle parole di Levi, c soltanto un cuore sdegnato che vibra damore; questa la grandezza di questo autore, capace di vedere con gli occhi e con il cuore, cos che lui, che meridionale non , non si presta alle facili accuse, alle tante volgarizzazioni del problema, ma cerca, trova, incide, apre allo sguardo del lettore una realt che pu anche riuscirgli insopportabile fino a giungere al sorgere di un sentimento di autentica piet non fine a se stesso, ma congiunto alla rabbia per come tanti esseri umani sono trattati. In questo libro c tanto del pensiero di Ges Cristo, c quel desiderio di liberare gli oppressi dal loro giogo per costruire un mondo migliore, e questo con lunica forza che anche la chiave di ogni autentico rapporto umano: lamore. Nellalternarsi di splendori e miserie lautore dipinge quadri di stupefacente bellezza (Dietro di noi, i neri scogli dei Ciclopi, e il mare che si faceva liscio e grigio e pareva appiattirsi allapprossimarsi dello scroscio, come un gatto che aspetti la carezza.) ( La luna, piena e rotonda, si era ormai levata in cielo, illuminando di fredda luce le colate di lava e i boschi. Gi il mare brillava lontano di l da Fiumefreddo, e appariva meravigliosa nella distanza, sul mare lucente, la montagna di Taormina. Le barche dipinte partivano per la pesca, i lumi delle lampare splendevano nellacqua verde come scintillanti costellazioni.), una mano di straordinaria abilit che sa tuttavia anche affondare il bisturi nelle numerose e incancrenite piaghe di questa terra, dove tutto sembra possibile, tranne un radicale cambiamento. Questo un libro da leggere e rileggere, le sue pagine sono da centellinare, un invito continuo alla riflessione, una sconvolgente realt su cui dobbligo interrogarsi. Ritornano di continuo immagini, situazioni, perch queste parole sono pietre, che non rotolano via, ma scavano e restano nel profondo di noi. Renzo.Montagnoli
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