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Alla ricerca del proprio passato
----------------------------------- Per poter vivere il presente e pensare anche a un futuro diverso indispensabile conoscere il proprio passato, ritrovare quelle radici da cui veniamo, e in effetti lignorare le proprie origini, gli anni dellinfanzia e della pubert, implica la mancata conoscenza di se stessi, conduce a una vita asfittica e senza senso. questo il caso di Nino Motta, tipografo milanese in pensione, coniugato, con due figli, che trascina unesistenza del tutto insoddisfacente, una situazione che lo spinge un giorno a partire per la terra natale, la Sicilia, per ricostruire quellinfanzia di cui ha solo barlumi di conoscenza: la Fortezza, lorfanotrofio che lo ha ospitato a lungo, padre Frasca, un sacerdote che ha fondato questistituzione e alcuni nomi di compagni a cui presentarsi con uno pseudonimo e in veste di giornalista che intende scrivere un articolo appunto su la Fortezza. Il tutto con il timore che possa spalancarsi una porta su un qualche cosa che presenti anche aspetti negativi, ma vale la pena di rischiare per uno che del proprio padre ha solo il ricordo di un cappello americano appeso allattaccapanni e della propria madre limmagine di una donnina, avvolta in uno stretto cappotto, e che sale alla Fortezza. Cos inizia un percorso che piano piano porter le tenebre a squarciarsi, rivelando anche aspetti spiacevoli, ma riportando alla luce un io che era piattamente omologato a un presente senza significati. La conoscenza di se stesso, in un uomo di una sessantina danni, gli dimostrer il vuoto di unesistenza non vissuta e gli far ritrovare la gioia di vivere, complice soprattutto una ragazza trentenne che si aggregher a lui nelle ultime fasi della ricerca. Pu sembrare che un amore sbocciato fra due individui con un divario di et cos elevato possa sfiorare il ridicolo, ma non cos, perch se il corpo da vecchio, lo spirito di Nino Motta da giovane, proprio di chi si risvegliato da un lungo sonno e per la prima volta sa che il suo giorno appena cominciato. Tutti contenti scritto in modo pregevole da Paolo Di Stefano, autore che ho conosciuto e apprezzato per il recente Giallo dAvola; le pagine non sono poche, ma scorrono veloci e si desidererebbe che non finissero mai, in un intreccio a incastri propri di un giallo, anche se giallo non , un autentica lezione di stile, con tanti personaggi, ognuno con la propria personalit, alcuni dei quali indimenticabili, in una narrazione che nulla lascia al caso, sapiente nel ricreare latmosfera del passato, inserendola in quella del presente, enigmatica senza essere astrusa, proposta al lettore e non imposta, cos che ognuno pu farsi unidea autonoma di ogni protagonista. Pur se il linguaggio asciutto, da giornalista, Di Stefano non manca di unattitudine poetica, che si esprime non solo con azzeccate descrizioni dei panorami siciliani, ma che in sordina, senza forzature, porta a momenti di intensa e rara commozione in un romanzo che avvince in ogni momento e che svela anche quanto immensa sia la forza dellamore. Leggetelo, andate insieme a Nino Motta alla ricerca del suo passato: sar unesperienza indimenticabile. Renzo.Montagnoli
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