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Questo un libro sulla memoria, ma non quella dellautore, poich per et e assenza di motivi di contatto non avrebbe potuto esserci. E un libro in cui il ricordo deriva da oggetti, immagini che suscitano linteresse di chi osserva e che lo inducono a cercare cosa vi sia dietro di essi, chi siano i personaggi delle fotografie, in che occasione le stesse siano state scattate, perch questa famiglia di israeliti pu rappresentare un importante ritratto storico di unepoca passata, in un susseguirsi di eventi ricostruiti con certosine ricerche, quasi unopera archeologica. Non pero solo questo, che pure gi molto. E anche il ricordo di una tragedia maturata nel corso della seconda guerra mondiale. Lautore, al riguardo, si deve essere posto le due domande che seguono e che le cui risposte fanno di questo libro un vero e proprio caso letterario. Si pu scrivere del dramma dellOlocausto narrando la vita di una famiglia che lo ha subito? Certamente s. E possibile descrivere la genesi di questa tragedia seguendo la storia familiare di alcune vittime? Indubbiamente, ed quello che ha fatto Filippo Tuena con Le variazioni Reinach, un libro singolare, una commistione di romanzo storico, di saggio, di esperienza autobiografica, da cui emerge la caducit degli uomini, la dolorosa sensazione che nulla sia dovuto al caso, ma che negli imperscrutabili fogli del destino ci sia gi scritta tutta la vicenda, fatti, eventi a cui sembra impossibile opporsi. E cos quasi casualmente che lautore approda al Muse Nissim de Camondo a Parigi, dove dimorarono Leon Reinach e Batrice de Comondo, e che si appassiona alla storia di queste famiglie, di spicco negli anni che vanno dalla fine del XIX secolo alloccupazione nazista. Non che Filippo Tuena scriva in prima persona, anzi sempre in terza persona che si esprime la voce narrante, quasi a voler evitare un coinvolgimento indiretto che potrebbe togliere quel senso di progressivo disfacimento che poco a poco permea il testo. Ma chi Leon Reinach? E uno dei membri di una nobile e ricca famiglia ebrea che, sposando Batrice de Camondo, altra agiata ereditiera, ha concretizzato due fortune alle quali sembra indifferente, avvertendo in s invece la passione per la musica, quella classica, forse anche componendo, anzi di sicuro una composizione c stata, queste variazioni di cui Tuena, nella continua ricerca di documentazione, ha trovato lo spartito in ununiversit americana, un brano forse di non eccelso livello, ma che rappresenta il messaggio di un uomo segnato dal passaggio del tempo, da quellinvoluzione che accompagna la storia di una famiglia. Ho avuto il piacere di ascoltare questa composizione, poich lautore mi ha fatto avere la copia di unesecuzione; senza addentrarmi in aspetti tecnici, in cui Tuena senzaltro pi competente di me, ho avvertito in quelle note, apparentemente capricciose, una malinconia profonda, come un urlo soffocato di un animo che in quel mondo che cambia non si ritrova pi e che presagisce una tragedia. Per certi versi questo libro mi pare possa costituire un antesignano di Ultimo parallelo, un autentico capolavoro costruito sulla base di esperienze che hanno provveduto a limare, a migliorare tutte quelle caratteristiche di novit introdotte proprio con Le variazioni di Reinach. Come tutti gli esperimenti presenta ovviamente elementi riusciti ed altri meno convincenti, ma ci non toglie che questo libro, senza raggiungere lelevato livello di Ultimo parallelo, sia unopera di eccellenza, scandita con un ritmo volutamente lento e anche distaccato, una narrazione che frutto di una continua scoperta. Pur se la vicenda non in grado di offrire il pathos della drammatica spedizione di Scott al Polo Sud, ha tuttavia il pregio di acquisire lattenzione con misurata lentezza, facendo rivivere unepoca, fra annotazioni del presente e ritorni al passato, con accenti tipicamente proustiani. Le variazioni Reinach un libro da leggere, da meditare, perch pi non ci siano olocausti, perch con i tempi che corrono e in cui il passato rischia di essere oscurato, se non travisato, la memoria sia sempre presente a ricordare che Leon Reinach era un uomo come noi, ma fu travolto dalla follia di altri uomini, una follia che richiama la bestialit sempre presente e che quindi potrebbe di nuovo tornare a emergere. In conclusione un testo che conferma le qualit di Filippo Tuena, capace di analizzare personaggi, di comprendere e di assimilare le loro esistenze, trasferendo il tutto su carta per il piacere dei lettori che, in ogni caso, avranno la certezza di un arricchimento del proprio livello culturale. Renzo.Montagnoli
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