|
Scrittori presenti: 20893 Menu categorie Menu |
Lepica della povera gente
------------------------- Dice bene Claudio Magris quando scrive, a proposito di Materada (il primo romanzo di Fulvio Tomizza),: Quando usc nel 1960 Materada il primo e ancor oggi miglior romanzo dellallora giovanissimo e sconosciuto Fulvio Tomizza arricch di una nuova e forte pagina la poesia della frontiera, delle sue lacerazioni e della sua unit;.Il mondo da cui nasceva Materada - lIstria nel momento dellultimo esodo, nel 1954 era un mondo realmente straziato dai rancori, torti e vendette sanguinose fra italiani e slavi e Tomizza laveva vissuto e patito.. Materada un piccolo borgo vicino alla pi grande Umago, in una terra di frontiera, questa dellIstria, punto dincontro di tante etnie (Italiani, Slavi e Croati), nei secoli assoggettati alla Repubblica Veneta, allImpero Austro-Ungarico, allItalia e infine inglobati nellallora nascente Jugoslavia. E una terra aspra, ricca di contrasti, che si riflettono anche nei suoi abitanti, perennemente diffidenti, e non solo a livello di etnie, ma anche allinterno di ciascuna di esse, in forza di quella precariet del proprio luogo di vita che tutto condiziona e tutto contrappone. Al termine dellultima guerra mondiale, dopo lunghe trattative diplomatiche, a seguito del Memorandum di Londra si defin un nuovo assetto territoriale che assegn alla Jugoslavia gran parte della Venezia Giulia (in pratica quasi tutta lIstria e le terre ad Est di Gorizia) dando luogo a un massiccio flusso migratorio delletnia italiana verso il nostro paese. Tomizza, che visse quei periodi, di questo parla in Materada, un romanzo corale, per quanto incentrato sulla famiglia Kozlovich, in cui si riflette lesperienza personale dellautore. E unopera in cui speranze, delusioni e rassegnazioni si avvicendano, emergono, si assopiscono, ritornano. E palpabile lo stato danimo degli italiani, lemarginazione nei loro confronti del regime comunista di Tito, un intreccio di storie di tanta povera gente la cui unica e ultima scelta di restare, perdendo la propria identit nazionale, o andarsene verso lignoto, unepopea di un esercito di straccioni alla ricerca di una patria definitiva. E in questa storia se ne insedia unaltra, quella della rivendicazione della famiglia Kozlovich della terra dello zio, sulla quale hanno lavorato e dato il sangue, perch la terra deve essere di chi la lavora. La figura del vecchio parente, attaccato alle sue propriet, gaglioffo, sfruttatore per istinto sembra rappresentare lonnipotenza di chi ha la forza, la stessa protervia che ha diviso, smembrato, sradicato la popolazione italiana dellIstria. Si parla di confini come espressione geografica, ma i politici e i diplomatici nulla sanno, oppure vogliono ignorare, i diritti delle genti che l nascono, vivono e muoiono. Il romanzo spesso crudo, la narrazione pure sofferta, ma il ricordo della propria terra, quando riemerge, autentica poesia, che raggiunge anche vertici sublimi, come nelle ultime pagine, con quella messa senza prete in cui tutti si ritrovano prima della partenza. Materada semplicemente stupendo. Renzo.Montagnoli
|
Ora puoi inserire le news di zam.it sul tuo sito.
|