|
Scrittori presenti: 20913 Menu categorie Menu |
Questo romanzo, in larga parte autobiografico, si sarebbe potuto anche intitolare Missione impossibile e il perch lo comprenderete con le righe che seguono. La vicenda prende origine dal disastro minerario di Ribolla nel E cos che il protagonista, nel desiderio di vendicare quegli innocenti, da buon anarchico vuole colpire il simbolo del potere che si annida in un palazzone di Milano, il torracchione, da far saltare con una giusta combinazione di aria e metano, proprio come era avvenuto per lo scoppio di gris in miniera. Il proposito ardito, la volont salda, ma la grande citt un mostro che piano piano ingloba, appiattisce, distrugge la vita e gli ideali. Nemmeno il desiderio di coinvolgere i suoi cittadini schiavi in un moto di ribellione (bellissima la descrizione delle partenze degli operai alla sera dalla stazione Centrale di Milano) pu trovare sbocco, perch in quei sudditi lappiattimento si trasformato in apatia e labitudine in rassegnazione, anzi gente che crede di poter convivere con il mostro che li asservisce. E unumanit impersonale, quasi i suoi componenti non avessero il volto, oppure questo sistematicamente eguale fra le donne, una sorta di automi inaciditi e invecchiati prima del tempo, a cui al massimo concessa la facolt di far le scarpe agli altri, in una modesta carriera che assomiglia a uno scontro quotidiano. Solo una appare non inglobata, quella Anna di cui lui, gi sposato con Mara rimasta al paese con il pargolo, si innamora perdutamente, per reazione e perch tanta la differenza rispetto alle altre. In concomitanza con la conoscenza di questa compagna di vita iniziano le pagine pi autenticamente rivoluzionarie con una visione libera totalmente della vita sessuale, con un richiamo forte a un amore fisico secondo natura, scevro dallossessiva pubblicit che sembra dare e invece toglie tutto, in una satira della classe dirigente come prima non si era mai scritta. Nellattesa, sempre pi disillusa, di arrivare a far saltare non solo il torracchione, ma il coperchio di potere che schiaccia la citt, il protagonista, per mantenere s, la sua compagna e la famiglia, costretto a lavorare, a fare il traduttore di testi letterari che, nella realt, come ebbe a dire Bianciardi, divenne poi la sua effettiva occupazione. E un lavoro duro, non valutato adeguatamente, in cui un intellettuale preparato, impegnato ore e ore, finisce presto in preda allamarezza, a quella vita agra che d il titolo al libro. Sono pagine intense, anche di profonda commozione e che riescono a dare la misura del disagio esistenziale. Al riguardo mi permetto di citare due righe, non di pi, ma ampiamente sufficienti per comprendere lagro della vita: Non un mestiere avventuroso; le sue gioie e i suoi dolori dallesterno si vedono assai poco.. E la disgregazione di un ideale, una rassegnazione che si spegne dentro, con un finale profondamente triste: lanarchico, in origine saldo, determinato, pieno di ardore, stato avvinto dai tentacoli di quel sistema che lui voleva scardinare. La sua stata solo una missione impossibile. Renzo.Montagnoli
|
Ora puoi inserire le news di zam.it sul tuo sito.
|