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Cronachette (Piccola biblioteca Adelphi)


Leonardo Sciascia Libri


Manifestando appieno la sua vocazione di scrittore-detective, Sciascia ci consegna con "Cronachette" una teoria di microritratti memorabili, dal primo Seicento al nostro secolo. Si tratta quasi sempre di figure misconosciute e dimenticate: così è per Don Alonso Giron, contemporaneo di Tasso che uccise "a quattro mani" un adolescente e che, scovato e giustiziato, fu protagonista di un funerale simile a un dipinto di Zurbaran; così è per Don Mariano Crescimanno, benedettino che intorno al 1735, a Modica, fu a capo di una "puzzolente e carnale eresia" e quindi costretto in segrete fra le cui mura urlava giorno e notte; o Don Giuseppe Buttà, testimone dell'impresa dei Mille, avversatore di Garibaldi, ridotto a "piccolo uomo incerto".
 
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Il piacere della scoperta




I piccoli fatti del passato, quelli che i cronisti riferiscono con imprecisione o reticenza e che gli storici trascurano, a volte aprono nel mio tempo, nelle mie giornate, qualcosa di simile alla vacanza. Diventano cio riposo e divertimento, come la lettura di un libro di avventure o poliziesco, come (ma non per me, ch rare volte ho tentato senza riuscire) lo scioglimento di un rebus o di un cruciverba.


Limprecisione o la reticenza con cui il fatto viene riferito , naturalmente, la condizione indispensabile perch il divertimento scatti. Che poi il gusto della ricerca, del far combaciare i dati o del metterli in contraddizione, del fare ipotesi, del raggiungere una verit o dellistituire un mistero l dove o la mancanza della verit non era mistero o la presenza di essa non era misteriosa. Un giuoco ci spesso si accompagna, e lo eccita, un senso di puntiglio; ma qualche volta interviene anche una sorta di piet.





E indubbio che la grande capacit di analisi di Leonardo Sciascia, quella continua ricerca dei come, dei dove, dei chi, dei se, ne faccia lo scrittore detective per eccellenza, ma non sono sempre i delitti irrisolti che stimolano la sua attenzione, anzi pi spesso sono quelle mezze verit o addirittura delle pretese e non dimostrabili verit che lo attraggono irresistibilmente, costituendo il presupposto per un sottile gioco di disvelamento a cui gli impossibile sottrarsi. Come il bimbo che cresce ossessiona i genitori con i suoi perch, lautore siciliano angustiato e divertito al tempo stesso dalle tante domande che gli balenano, che altri avrebbero dovuto porsi e che, per i motivi pi svariati, non sono rientrate nella logica operativa.


Sciascia non si smentisce al riguardo in ogni suo libro, con domande incalzanti, con contrapposizioni e con ipotesi sufficientemente plausibili, tanto che a forza di leggere le sue opere si viene presi da questa smania di non accettare mai a priori lo svolgimento dei fatti secondo la versione ufficiale, un dubbio s corrosivo, ma che consente di aggiungere talvolta un tassello di verit a responsi lacunosi, se non fasulli.


Queste Cronachette (nove per la precisione in 104 pagine) ne sono un chiaro esempio, con personaggi che non sono stati i protagonisti della Grande Storia, di quella che si studia e si accetta spesso supinamente. Eppure essi stessi, bench quasi ignoti, non poco hanno contribuito con la loro presenza, con i fatti e i misfatti compiuti a delineare quel grande ciclo dellumana esistenza che ogni giorno trascorso fa parte della storia, di ci che stato e che, in un certo qual modo, contribuisce al concretizzarsi di quel che sar.


E cos assurge al rito della memoria don Alonso Giron per un orrendo omicidio nella Palermo del VII secolo, frutto di due moventi, spesso mai presenti insieme, ma che qui coabitano a disegnare un quadro di truce criminalit: la passione e linteresse. Il tutto senza perdere di vista il bon ton di un certo ceto che, fatta giustizia, non nega al reo un funerale e nemmeno anonimo, bens pregno di esteriorit, quale si addice a un nobile. Chi mai sapeva, oggi, poi di Don Mariano Crescimanno, un benedettino che nella prima met del XVIII secolo a Modica fu il promotore di una puzzolente carnale eresia e proprio per questo fu costretto fra le mura di segrete in cui urlava, inascoltato, giorno e notte? Poi ci sono anche personaggi femminili, come Mata Hari, che si esibisce in un teatro popolare di Palermo o la sventurata Rosetta, cantante di modeste pretese, peripatetica e vittima di unomertosa polizia, che si aggira nellombra della Milano della scapigliatura. Non mancano certe chicche come il Manzoni e il linciaggio del Prina, e la testimonianza di padre Giuseppe Butt sulloperato di Garibaldi, i cui meriti vengono largamente ridimensionati. Della passione per Stendhal poi testimonianza la vicenda del principe Pietro Bonaparte, amico di Victor Hugo e che sembrerebbe aver ispirato a Beyle il personaggio di Fabrizio del Dongo nella celeberrima Certosa di Parma.


Figure indubbiamente lontane nel tempo che, pi che emergere dalla nebbia, si stagliano in essa come improvvise ed effimere schiarite, una memoria che li illumina per poi ritornare, esaurita la curiosit, nella densa caligine delloblio.


Ma per uno non cos, per quelluomo con il viso nascosto da un passamontagna, delatore dopo il colpo di stato di Pinochet e responsabile della scomparsa di tanti suoi ex compagni del partito socialista di Allende. Personaggio complesso, il Giuda del XX secolo, con tanto di rimorso e una vita spezzata, moralmente e fisicamente.


E fra i titoli a forte richiamo di giornali scandalistici non poteva mancare quello che parla dellinesistenza di Borges, che sarebbe stato uninvenzione, provocando per cos leffetto opposto, cio rivestendo di mito uno scrittore che gi era un mito.


Cronachette forse una produzione minore, in cui pare pi evidente che in altre opere il divertimento di Sciascia nello scoprire, pazientemente, come un archeologo, verit sepolte, nel dialogare con se stesso alla ricerca di una verit che possa essere pi plausibile.


Da leggere, per condividere con lautore siciliano il piacere di dare luce a ci che sempre stato in ombra.



Renzo.Montagnoli

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