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Oggi probabilmente solo gli studenti di matematica e fisica sanno chi stato Ettore Majorana, scomparso misteriosamente nel 1938, forse durante il viaggio in nave fra Palermo e Napoli, dove insegnava nella locale universit. Di lui disse Enrico Fermi: Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fanno del loro meglio ma non vanno lontano. C' anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni come Galileo e Newton. Ebbene Ettore era uno di quelli. Majorana aveva quel che nessun altro al mondo ha. Sfortunatamente gli mancava quel che invece comune trovare negli altri uomini: il semplice buon senso. Leonardo Sciascia, il grande scrittore, siciliano come Majorana, tralasciate per un momento le opere di denuncia della mafia, si interessa con questo splendido libro della scomparsa dellinsigne matematico, basandosi sul famoso episodio di cronaca della presunta morte, raccogliendo a distanza di anni notizie anche incomplete, frammentarie, e dichiarazioni di persone che lo conobbero e gli furono vicine. Il risultato un ritratto talmente realistico che Majorana stesso ne sarebbe rimasto impressionato. Ma, sarebbe fare un torto a Sciascia se si limitasse la peculiarit del suo libro a una semplice connotazione, se pur di valore, del personaggio, perch ci sono anche altre finalit, che esulano dalla soggettivit del caso specifico. Lo scrittore siciliano, cos attento a scrutare luomo nella sua struttura dinamica mentale, affronta anche il problema della scienza e del suo interagire con chi la coltiva, e Majorana sembra proprio lindividuo adatto a personificare la sete del sapere e la paura delle conseguenze che potrebbero derivare da una scoperta. Sotto questo aspetto il libro un autentico capolavoro, con pagine di riflessioni dellautore che lasciano trasparire la possibilit che le stesse fossero gi state effettuate dal matematico siciliano. In particolare, non posso esimermi dal riportare un passo illuminante Chi conosce la storia dellatomica, della bomba atomica, in grado di fare questa semplice e penosa constatazione: che si comportarono liberamente, cio da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive non lo erano; e si comportarono da schiavi, e furono schiavi, coloro che invece godevano di una oggettiva condizione di libert. Furono liberi coloro che non la fecero. Schiavi coloro che la fecero. Sciascia si riferisce nel primo caso al gruppo degli scienziati tedeschi che facevano capo al professor Heisenberg e che nulla misero in atto per arrivare a produrre la bomba atomica, mentre nellaltro caso il riferimento a Enrico Fermi e a quanti collaborarono con lui nel progetto Manhattan. Lapplicazione delletica alla scienza sembrerebbe unossessione, peraltro condivisibile, dello scrittore siciliano, che per ravvisa anche il tormento del ricercatore di fronte alla scoperta e alle sue possibili nefaste applicazioni, contrasto interno non sempre presente, ma che quando si verifica impone delle scelte sempre difficili e con inevitabili strascichi. E in questaspetto che Sciascia individua il motivo della scomparsa di Majorana che, nonostante alcune lettere in cui accennava al suicidio, avrebbe architettato un piano perfetto per sparire lasciando un mito, sia che si sia lasciato travolgere dalle acque del Mediterraneo, sia che lo abbia voluto far credere, ipotesi questa che lo scrittore privilegia e non un caso quindi se il libro termina con una visita in un monastero di certosini, dove un colloquio con uno di loro non fornisce certezze, ma nemmeno approda a smentite. Ettore Majorana semplicemente nel La scomparsa di Majorana un libro stupendo, da leggere, da rileggere, per capire che luomo deve venire sempre prima della scienza. Renzo.Montagnoli
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