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Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia (Gli Adelphi)


Leonardo Sciascia Libri


Candido Munafò nasce in una grotta della Sicilia la notte dello sbarco degli americani, nel 1943. E questo romanzo ci fa seguire le vicende della sua vita sino al 1977 in una serie di capitoletti che rimandano a quelli del Candide di Voltaire. La forma del conte philosophique, particolarmente congeniale a Sciascia, gli permette di prendere la giusta distanza - e dà un passo leggero, aereo a questo libro, che per altro è forse il più intimo e segreto fra tutti i suoi romanzi. "Le cose sono sempre semplici" mormora talvolta Candido. E sarà appunto il suo desiderio di nominare le cose con il loro nome a procurargli varie disavventure. Questo giovane mite, testardo e riflessivo finisce per apparire, agli occhi del mondo, come un "piccolo mostro".
 
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Nel Candido di Voltaire il suo educatore Pangloss gli rammenta che questo mondo lottimo dei mondi possibili, nonostante tutto aggiungo io.


E secondo Montesquieu, unopera originale ne fa nascere quasi sempre cinque o seicento altre, queste servendosi della prima allincirca come i geometri si servono delle loro formule .


In questo modo Leonardo Sciascia trae spunto dal romanzo filosofico di Voltaire per scriverne uno lui stesso, a cui d come nome Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia.


In ogni caso, da un autore dotato di forte personalit come Sciascia lecito attendersi qualche cosa di ampiamente diverso dallopera letteraria che lha ispirato e infatti questa solo il punto di partenza, la scintilla creativa che d origine a un incendio culturale di grande portata.


La vicenda di Candido Munaf, nato nel 1943 in una grotta siciliana mentre gli americani stanno sbarcando, la storia di un vero e proprio eretico, di un individuo la cui rettitudine talmente connaturata da respingere ogni compromesso, da rifiutare qualsiasi forma di ipocrisia, al punto di risultare dirompente non solo per lassetto familiare, ma anche per quello sociale.


E talmente diverso, talmente cristallino e alieno dal pi piccolo gioco dinteresse da costituire una vera e propria mina vagante che dove passa lascia il segno, una sorta di morbo di cui una societ imbastardita da connivenze, interessi particolari e lotte di potere ha pi che un vero e proprio timore, ha il terrore, tanto da considerarlo un mostro.


Ma Candido non esisterebbe se non ci fosse la presenza di un uomo tormentato da tale situazione, che cosciente dei difetti macroscopici della societ, ma che costretto ad accettarli, quasi che questo mondo fosse il migliore di quelli possibili. E il suo istitutore, Don Antonio Lepanto, prete che verr espulso, verr insomma spretato, e che per forza di cose deve approdare a unaltra chiesa, cio il Partito Comunista, dove, pur accorgendosi di tutte le contraddizioni nefaste, rimarr, perch al di fuori di questa struttura per lui non c salvezza.


Candido talmente immune da secoli di irreggimentazione dellumanit che non comunista ideologicamente, bens naturalmente, tanto che non concepisce che possa esistere la propriet e lui stesso, che per eredit di terreni ne ha tanti, cerca in tutti i modi di liberarsene per darli ai contadini, proposito che, avanzato nella sede del partito comunista, viene prontamente ostacolato.


Il ragazzo, ormai maggiorenne, finir per abbandonare le ideologie strutturate e burocratizzate dalluomo per tornare allaspirazione naturale, allanarchia.


Questa sar una strada non breve, con una meta irraggiungibile, ma lui, lasciata prima la Sicilia e poi il Piemonte, oltrepassa le Alpi e va nella citt della rivoluzione, dove tutto possibile, anche coltivare la speranza.


Sar cos che a Parigi incontrer la madre che in pratica non vedeva da quando era infante e che vorrebbe portarlo con s in America, dove vive da tanto tempo.


Candido Munaf, per, declina e le risponde: Qui si sente che qualcosa sta per finire e qualcosa sta per cominciare: mi piace vedere quel che deve finire e Don Antonio Lepanto, che presente, conferma Hai ragione, vero: qui si sente che qualcosa sta per finire, ed bello Da noi non finisce niente, non finisce mai niente..


Di tutti i romanzi di Sciascia questo senzaltro quello che preferisco, sincero, a tratti anche commovente, per nulla greve, ha la magia di un sogno, appunto di un sogno fatto in Sicilia.



Renzo.Montagnoli

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