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Avete presente quegli affreschi che nelle chiese si trovano nellabside, che partono a sinistra dellaltare e in una serie di quadri successivi gli girano dietro per concludersi alla sua destra? Ecco, La palude degli eroi strutturato cos, come se Salvador fosse il pittore chiamato a celebrare la vita di un santo. E quindi tutta una serie di quadri, legati luno allaltro e che danno vita a un affresco di grande bellezza. Se gli inglesi hanno avuto in Walter Scott con il suo Ivanohe il cantore del loro medioevo, mi sento tranquillamente di indicare lautore pordenonese come il suo equivalente nel nostro paese. In questo romanzo ci parla dei da Romano, quella famiglia che raggiunse lapice della sua fama e fortuna con il condottiero Ezzelino, validamente coadiuvato dal fratello Alberico, ma la figura di questo personaggio, conosciuto, a torto o a ragione, come un sanguinario scompare quasi subito nella narrazione, poich muore dopo la sconfitta subita a Cassano dAdda per le gravi ferite riportate. Il fulcro invece di tutta la narrazione costituito da uno straordinario personaggio, Guido da Romano, figlio adottivo di Alberico e figlio naturale di Ezzelino. Non intendo raccontare la trama, che presenta in 501 pagine tanti fatti e accadimenti, una vera summa di questo protagonista, ultimo rimasto dei da Romano dopo la crudele esecuzione da parte dei papisti di Alberico e dellintera sua famiglia. Non ci sarebbe infatti abbastanza spazio per una sintesi logica, n mia intenzione privare il lettore di scoprire pagina dopo pagina il succedersi degli eventi. Preferisco quindi scrivere di quello che ha suscitato in me questo romanzo, delle impressioni che ne ho ritratto, dellemozione di cui riuscito a pervadermi. Ci troviamo davanti a una vera e propria opera darte, abbastanza fedele storicamente, e con tutta una serie di ceselli, che vanno dalla descrizione dei costumi per arrivare perfino alle abitudini alimentari, inseriti con abilit in modo non solo da soddisfare la curiosit, ma da consentire al lettore di immergersi progressivamente in unepoca. Fra laltro, questo risultato ottenuto in modo mai greve, tanto che il romanzo, se non fosse per la sua notevole lunghezza, si leggerebbe tutto dun fiato. Avevo gi notato questa capacit di Salvador di avvincere in occasione della lettura del suo ciclo sui longobardi, ma in questo lavoro si veramente superato, al punto che si ha limpressione di essere presenti nella vicenda, come spettatori estasiati di un torneo o pavidi testimoni di una battaglia, di cui si ode lo scontro delle armi, si avverte il senso di paura e di follia che anima i contendenti e, perfino, sembra di fiutare lodore dolciastro del sangue che inzuppa il terreno. Ma questo, che pur molto, non nulla in confronto con la capacit di Salvador di rendere dinamiche le scene, cos che si vedono i cavalli galoppare, giungere a contatto con quelli degli avversari, con campi lunghi e altri pi ristretti, cogliendo particolari essenziali, proprio come in una pellicola cinematografica. Adesso, quindi, potete capire il perch questo romanzo risulti particolarmente avvincente e il coinvolgimento totale, nel senso che ci si dimentica di stare comodamente seduti su una poltrona, ma ci si vede accanto a Guido a duellare, oppure ad ascoltarlo quando si dichiara alla bella e umile Aurora. E questo alternarsi di scene cruente, di supplizi dolorosi, con immagini elegiache della campagna trevigiana, con stacchi incisivi su personaggi minori, che per sono funzionali al racconto, consente di trarre respiro, permette al lettore di abbassare il ritmo, pause indispensabili in una trama che galoppa come un cavallo selvaggio. Non posso anche dimenticare labile caratterizzazione dei protagonisti, nessuno tutto buono o tutto cattivo, ma uomini con pregi e difetti, sia fra gli alleati di Guido che fra i suoi nemici. Se la figura di Ezzelino da Romano viene un po rivalutata, nel senso che la sua ferocia non era dissimile da quella dei potenti della sua epoca, un trattamento particolare viene riservato alla Chiesa di Roma, intrigante, superba, prepotente e sempre pronta a incrementare i suoi possedimenti. Per fortuna, per, esistono anche umili preti, che con il loro esempio, la loro fede e umanit consentono che una religione non venga identificata con la sua struttura politico-amministrativa; nel romanzo ne troviamo, ancore di salvezza in un mondo di lupi che si sbranano e in cui i potenti, come oggi, decidono delle sorti degli altri uomini. Non mancano quindi anche motivi di riflessione che finiranno con lemergere una volta ultimata la lettura, toccando argomenti che credevamo antichi e che invece sono ancora del tutto in corso. Questo un altro dei pregi di questo lavoro ed giusto sottolinearlo, perch la narrazione non fine a se stessa e cos riesce a coniugare la spettacolarit con la sostanza, compito questo in cui mi sembra che Salvador sia riuscito assai bene. La palude degli eroi unopera darte, un romanzo di rara grande bellezza che vi consiglio di leggere, sicuro che alla fine rimarrete stupiti e soddisfatti. Renzo.Montagnoli
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