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Come una fonte antica che disseta con le sue fresche acque il viandante accaldato dal lungo viaggio, da Cristina Bove sgorgano versi limpidi a placare larsura dellaffanno della vita quotidiana. Questa raccolta di poesie un compendio dellattivit artistica di una donna che gi ci aveva stupito con Fiori e fulmini (Edizioni Il Foglio, 2007), confermando la sua innata capacit a trasfondere in equilibrate e armoniose parole sentimenti ed emozioni che irrefrenabili traboccano dallanimo. I temi affrontati, sviscerati, approfonditi sono i pi diversi, ma in ogni caso ci che ne scaturisce in un delicato equilibrio fra la potenza della folgore e il lieve soffio della brezza della sera; sono parole che fluiscono incessanti, che entrano dentro con leggerezza, ma che incidono, lasciano traccia tale da ritornare prepotenti nel corso delle giornate, quando meno te laspetti. Come ricordi emergono allimprovviso, un verso, anche solo linizio di un verso, e allora ti metti a pensare, a riflettere sulla caducit della vita, su questo nostro correre vano verso il nulla, ma anche sulla bellezza della natura, sulla purezza dei sentimenti pi semplici e spontanei. Ma tu che ne sai / delle lune traverse / dei tronchi contorti dei meli / Che ne sai delle maschere nere / delle strade di notte? / In tanta abbondanza c spazio per ogni cosa, per ogni elemento della vita a cui spesso non facciamo caso, come lemozione di ritrovarsi a una nuova stagione: .. / splendo di nuovo a maggio / ancora vivo / in questa sorprendente primavera. Oppure lomaggio, del tutto personale, alle donne, non le inutili e retoriche parole con cui si celebra l8 marzo: Ed io non ho mimose / n le vorrei portare ai vostri spenti / amari giorni e trascurate notti / donne della mia vita / donne per cui listante di un sorriso / varrebbe tutto lanno di mimose / Oppure ancora la natura, pur se pretesto per una riflessione sul trascorrere del nostro tempo: / il croco gi sfiorito / or che la neve / liquefacendo sta scendendo a valle / e stormi di migranti / a fare il nido / garriscono dai tetti / N mancano visioni quasi oniriche, trasposizioni poetiche di leggende che assumono una valenza del tutto particolare se viste con gli occhi della storia, del perpetuarsi di comportamenti a cui luomo sembra non voler rinunciare, come in Nvar e Isabeau: / Al sorgere del sole / io sono falco / e rivesto Isabeau delle mie piume / Tutta una vita, tutta la vita, trova spazio nella fertile vena poetica di Cristina, come in Teatro: / Adesso lora dei pittori dombre / Verso felicissimo che con un tocco di genialit ci riporta a una realt, attuale, che meglio non si sarebbe potuta descrivere. Cristina riesce a superare anche le pi radicate convinzioni e in lei che, dotata di grande spiritualit, religiosa tuttavia non , capovolge limmagine dellangelo vendicatore, conferendogli il simbolo delleterna disillusione, del disincanto che prorompe forte dal suo petto con Langelo di Mezzanotte: ./ e poi / senzali / riscenderei per piangere con loro. Una poesia, questa, di forte impatto emotivo, ma anche di dirompente catarsi, con un angelo che sembra un Cristo definitivamente votato alla causa dellumanit. Ma tutto il pensiero di Cristina Bove trova la perfetta sintesi in Siamo angeli, in quei tre versi di una semplicit disarmante, ma di una profondit assoluta, la rivelazione di ci che anche in noi, ma che o ignoriamo, o volutamente soffochiamo: la parola che sola la salvezza: / AMORE, parola che contiene linfinito / ed mare ed valle. / Penso che siano superflue ulteriori parole perch solo leggendo che potrete acquietare la vostra ansia quotidiana, solo lasciandovi accarezzare dallarmonia di questi versi che avrete la possibilit di conoscere il significato della parola serenit, solamente soffermandovi di tanto in tanto sui concetti espressi che comprenderete il senso della vita. Renzo.Montagnoli
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