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Tutte signore di mio gusto. Profili di scrittrici contemporanee (Saggistica)


Monica Farnetti Libri


Nei profili di scrittrici del Novecento che compongono questo libro si ritrovano sparsi, si rispondono come un'eco e si lasciano ricomporre in un quadro d'insieme alcuni nuclei di pensieri attorno ai quali si è recentemente costruita la nuova scrittura delle donne. L'impegno politico di Elsa Morante nel dar voce alla storia, l'esplorazione tragica della condizione umana di Anna Maria Ortese, la lezione vivissima ancor oggi sul destino femminile di Virginia Woolf, la costante vocazione autobiografica di Marguerite Yourcenar sono alcuni dei temi toccati dell'autrice. Un patrimonio di pensieri, di pagine, di intuizioni universali che ha ancora bisogno di essere esplorato, rivelato, osservato con attenzione e affetto particolari. Compagne di vita, compagne di strada le scrittrici che popolano questo libro hanno saputo comunicare, hanno saputo rendere la vita di chi legge più chiara e vivibile, attraverso la loro personale e preziosa presa di coscienza.
 
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Luana Trap


 


Tutte signore di mio gusto, di Monica Farnetti, La Tartaruga, 2008


 


Un libro indispensabile per chi si occupi di scrittura (non soltanto femminile), e condivida le preferenze dellautrice per le scritture necessarie, quelle che non solo collaborano alla trasformazione del mondo, ma di colpo lo sovvertono agiscono insomma profondamente e con forza sulla polis.


Le signore sono state scelte, oltre che per lattrazione dellopera, anche per la circolazione tra loro di idee ed esperienze che istituiscono unaffinit, una correlazione, la condivisione di un tessuto comune: prima di tutto la centralit dei corpi, la cura del mondo e la relazione con luniverso. E poi il loro sguardo sempre vigile sulla scrittura, la coscienza storica e la volont politica di dare inizio, svolgimento e nutrimento a unaltra letteratura, la quale, rispetto a quella di tutto il passato, cambia il modo di pensare la vita e di stare in contatto con lei. Una parola sempre strettamente connessa al pensare, dunque, ma un pensare che lascia spazio allimpensato e al pensare altrimenti.


Il panorama geografico e storico, molto ampio, scorre da Colette a Azar Afisi, passando attraverso Anna Maria Ortese, Dolores Prato, Cristina Campo, Fabrizia Ramondino e altre. Nel breve corso delle pagine di ciascuna appare un ritratto nitido e illuminante (spesso con tocchi inediti) che amplia e completa la conoscenza che se ne aveva, o la costruisce in pochi tratti; un modo di procedere che avvicina la signora per farne cogliere qualit insospettate, oppure la allontana, per delineare un tutto tondo: prossimit e distanza.


In Virginia Woolf e la scrittura saggistica femminile contenuta unaperta dichiarazione dintenti sul modo di concepire tale tipo di scrittura da parte dellautrice. Se dalletimologia del termine saggio risulta il significato di prova ed esperimento, misurazione e verifica, ebbene, si pu affermare che Farnetti si misura mentre misura; ponendosi di fronte alla Woolf e alle altre come in uno specchio, argomentando della scrittura altrui, dipana le ragioni della propria. Il saggio un mettersi alla prova, attraverso la lingua, su un dato argomento; la verifica e insieme la ricerca, di un sapere su qualcosa; infine lesercizio del gusto (un evidente richiamo al titolo, questo). Della scrittura saggistica delle donne peculiare inoltre lattenzione alla figura di lettrice/ lettore - continua lautrice, accogliendo la teorizzazione anche in ambito ermeneutico, di una postura femminile fondata sul partire da s, sulla relazione con laltro/a, e su unesperienza intellettuale che ha radici nel sentire e che si esprime nelle pratiche.


I testi contengono notazioni dense da appuntare e meditare, come quelle su tempo e spazio. Della scrittura di Dolores Prato (D. P. una piazza tutta per s) - in grazia di una relazione di grado pi elevato da parte delle donne col tempo classico - Farnetti sottolinea la capacit di opporsi alla disgregazione infinitesimale apportata dal tempo, restituendo la parabola di una vita tramite laccumulo di queste particelle in nome di una precisione, di una capillarit e di una meticolosit che sono indispensabili quando si voglia rendere conto di una vita. Quanto allo spazio, ecco evidente lo spasmodico desiderio (tipicamente femminile) di un spazio pi ampio, privo di delimitazioni prestabilite, non disordinato, ma ordinato in una nuova organizzazione aderente agli affetti e disponibile allaccadere.


In ogni ritratto, partendo dallindagine sulla scrittrice di turno, si prendono di petto questioni culturali affascinanti e spinose, per le quali si suggerisce e si costruisce, non una soluzione, ma almeno una maniera di affrontarle. il caso del concetto di canone: di comportamento, di pensiero, di scrittura, prescindendo dal quale si rischia di finire fuori dai manuali letterari e dalla memoria dei propri compagni di strada, come avviene a Joyce Lussu (J. L., l eccentrica). Farnetti si chiede se sia possibile coniugare lideologia del canone con la libert femminile, che relazionale e non individualistica, oppure conciliare la storia, sinonimo di durata e contrario di assenza con la storicit originale della tradizione femminile che a ogni passo tradisce il passato mentre lo riconosce e gli riconoscente. Una risposta pu venire proprio dalla Lussu (che delleccentricit ha fatto il proprio contrassegno), nella proposta di assunzione di modelli non canonici, ma semmai canonizzanti. Ci non toglie che il saggio termini con la riproposizione del dubbio iniziale: se gli eccentrici, e le eccentriche ancor meglio, debbano sempre chiedere il permesso per entrare nei manuali, fornire prove della propria attendibilit, documentare con rigore la propria grandezza. 



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