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J suona in un gruppo punk, trascorre le sue giornate pensando a nuovi testi per le sue canzoni, sognando la celebrit e litigando col suo bassista, ex ragazzo. Come lavoro, cerca di educare due ragazze ai limiti della legalit e della decenza. La madre di una di loro era rimasta scioccata vedendo la figlia intenta a toccarsi, guardando la tv. Cos, aveva deciso di affidarla a cure consapevoli. Consapevoli fino ad un certo punto, perch J si ritrova ad affrontare un mondo che conosce solo come riflesso: in balia di due surrogati della nuova societ odiosa, quella formata dai tronisti di Maria De Filippi.
Gi, i tronisti. Perch, inutile negarlo, anche J non ne immune. Tutta colpa della sua amica che l'aveva iniziata a questi strani riti chiamati Esterne. Due pseudo innamorati tubavano di fronte ad una telecamera, facendo finta che questa non ci fosse. Come se fosse tutto normale, parlare d'amore (ma d'amore, poi?) davanti ad un popolo di guardoni mentecatti. Si era ritrovata catapultata nel mondo mediatico, senza forza necessaria per uscirne. Soprattutto per causa sua: Priscillla. La sua vecchia amica del cuore, quella dei tempi dell'asilo, quando J era timida e grassa, portava una giacca rosa e tutti la chiamavano Suina. Persino il fratello di Priscilla, ciccione fino all'inverosimile. A quei tempi, l'amica la sfruttava, trattandola come una schiava. Acuiva il suo senso di inadeguatezza, convincendola di essere una reietta, permettendole di osservare la vita da dietro un vetro. Priscilla era la protagonista assoluta. Cos magra, con quei capelli lucenti, quegli occhi, quella bellezza, quella scioltezzza. J non aveva nemmeno ruola di comparsa. Era solo una spettatrice seduta su una poltrona scomoda. Per sua fortuna, era riuscita a staccarsi. Priscilla era partita per Londra e lei aveva iniziato a sbocciare. Adesso aveva una sua vita e, come si suol dire, il fiore era sbocciato. Priscilla, mai pi. Forse. Diciamo che era sempre un chiodo fisso. Lei, che senza il minimo sforzo aveva afferrato la gloria, la fama, i soldi. Perch, diciamolo, lei era la beneamina del popolo televisivo. Lei era una corteggiatrice. In una storia che entra sempre pi nel torbido della vana gloria, Elisa Genghini racconta con la sua solita spigliatezza la vita di ogni giorno, il disprezzo per le immagini edulcorate della televisione, la disperazione di tutti coloro che diventano succubi di un sistema morboso tutto apparenza. Anche J, nella sua unicit ed intelligenza, arriva al punto di farsi manipolare da questa bellezza eterea, spesso senza spessore, ostentata dai cartelloni pubblicitari, dai flash dei fotografi e dagli urli isterici della folla in cerca di un momento da raccontare agli amici, un momento che renda unica la vita monotona e triste. Zucca Gialla il primo romanzo di Elisa Genghini, dove i personaggi di Vorrei sposare Kurt Cobain vengono approfonditi, raccontati con maggiore profondit. Perch Zucca Gialla, chiedete? Beh, questo ve lo lascio scoprire da soli. alicesu
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