Biografia Bibbiana Cau |
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Bibbiana Cau è un'ostetrica ma anche un'appassionata lettrice, ha scoperto l’amore per la scrittura durante la tesi in Storia sociale. Si è laureata in Educazione degli adulti e Formazione continua all’Università Roma Tre e ha approfondito la sua formazione con corsi alla Scuola Holden di Torino e in Medicina narrativa in Sardegna e a Londra. Oggi si dedica alla lettura, alla scrittura e alla promozione della salute. La levatrice, pubblicato da Editrice Nord, è il suo romanzo d’esordio.
Bibbiana Cau è una narratrice tenace e appassionata, nata in Sardegna, in un piccolo centro dell’Oristanese, dove il tempo sembra muoversi più lentamente e la memoria familiare si conserva come un tesoro. Le sue radici affondano nella terra e nelle storie di nonne e zie, donne forti e silenziose, che hanno lasciato in lei un’eredità di gesti, racconti e biscotti fatti a mano per il compleanno.
Da questa memoria personale e collettiva nasce il suo romanzo, ambientato nel 1917, in un’Italia provata dalla Prima Guerra Mondiale, ma ancora sorretta da figure femminili fondamentali e dimenticate: le levatrici. Tra queste, Mallena – la protagonista – non è solo un personaggio, ma un emblema di tante donne reali, analfabete eppure competenti, escluse dalla storia ufficiale nonostante il loro ruolo cruciale nella nascita e nella cura.
Cau ha sentito il bisogno impellente di raccontare ciò che non aveva trovato nei libri di storia: la prossimità, il rispetto, la vicinanza emotiva che accompagnavano il parto prima della sua medicalizzazione. Con la voce autentica di chi ha vissuto la professione da dentro, ha voluto costruire un ponte tra passato e presente, tra il sapere esperto e quello esperienziale, tra la sicurezza sanitaria e la perdita di umanità.
Il sardo – lingua viva del suo territorio – compare nel libro non come esotismo, ma come spina dorsale dei personaggi, elemento che restituisce loro spessore e verità. La Sardegna stessa, con i suoi odori, colori, venti e stagioni, non è solo sfondo: è personaggio, corpo vivo che plasma e accompagna le vicende.
Bibbiana scrive come vive: con dedizione, studio e fatica. Non si considera naturalmente dotata, ma determinata. Ha frequentato corsi di scrittura per quindici anni, costruendo frase dopo frase con l’umiltà di chi sa che la buona scrittura nasce anche dall’ascolto degli altri – amici, parenti, lettori comuni. Il suo romanzo è il frutto di questo lavoro corale, di un’intelligenza artigiana più che accademica.
Nella sua visione, le levatrici non sono solo eroine del passato, ma simboli di un’assistenza alla nascita basata sulla fiducia, sull’attesa, sull’ascolto. È critica verso un sistema che, pur avendo salvato innumerevoli vite, ha talvolta sacrificato la dignità e l’individualità della donna. E se oggi ci si muove in auto per partorire lontano, lei si chiede: davvero questa è la modernità che volevamo?
Mallena, come Bibbiana, è ponte tra vita e morte, tra culture che sembrano in conflitto ma che in realtà possono coesistere. In un mondo segnato da solitudini, gerarchie invalicabili e leggi calate dall’alto, Cau fa emergere il bisogno di vicinanza autentica, di una solidarietà femminile che superi la rivalità, e di una società che non lasci indietro chi cammina a passo più lento.
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