| Biografia Caterina Resta |
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Caterina Resta è professore ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina. Svolge prevalentemente la propria ricerca scientifica nell’ambito della filosofia del Novecento, occupandosi soprattutto del pensiero di Martin Heidegger e di quegli autori di area tedesca che, con lui, hanno contribuito a tracciare l’orizzonte del nichilismo: Friedrich Nietzsche, Ernst Jünger e Carl Schmitt. Si è anche interessata al tema della differenza e dell’alterità, avendo approfondito, nell’ambito della filosofia francese, il pensiero di Jacques Derrida, di Emmanuel Lévinas e di Jean-Luc Nancy. Da alcuni anni è inoltre impegnata nell’elaborazione di una originale prospettiva geofilosofica, entro la quale ripensare le grandi questioni del nostro tempo: la mondializzazione, il rapporto estraneo/familiare e singolarità/comunità, la salvaguardia della Terra, anche nei suoi aspetti geosimbolici, attraverso una complessiva riconsiderazione di autori e temi legati alla riflessione sulla natura e sul senso dell’abitare dell’uomo sulla terra, sia sotto il profilo teoretico che sotto quello etico e politico.
In particolare negli ultimi anni si sono sviluppati principalmente tre filoni di ricerca:
1) La considerazione delle figure dello Straniero e dell’Ospite, a partire dal pensiero di E. Lévinas e di J. Derrida, sia dal punto di vista teoretico, che da quello etico-politico. Sotto il profilo teoretico l’analisi di queste figure consente un ripensamento complessivo del rapporto tra Proprio ed Estraneo ed una radicale messa in questione dei concetti di Soggettività e di Identità. Sotto quello etico-politico esse offrono l’occasione di affrontare il tema della relazione con Altri, sottraendola alla consueta prospettiva dell’Intersoggettività e impongono un ripensamento del tema della Comunità, al di là della contrapposizione Individualismo/Comunitarismo, come testimonia il recente dibattito francese (Bataille, Blanchot, Nancy) e italiano (Agamben, Cacciari, Esposito) con il quale Caterina Resta non ha mancato di confrontarsi.
2) Il tema della mondializzazione, affrontato a partire da quei pensatori del Nichilismo (Nietzsche, Heidegger, Jünger, Schmitt) che, con straordinaria preveggenza, hanno intravisto nei processi di unificazione tecnica del mondo la premessa di quell’unificazione planetaria che necessita di un’adeguta organizzazione politica. Dalle riflessioni sull’unificazione e sul destino dell’Europa (Nietzsche, Heidegger), fino a quelle sullo Stato Mondiale (Jünger) e sulla ricerca di un nuovo Nomos della terra (Schmitt), si possono trarre importanti spunti di analisi per comprendere l’attuale fase del Nichilismo e i possibili esiti del processo di globalizzazione.
3) Strettamente connessa ai precedenti due punti è anche la prospettiva geofilosofica attraverso la quale si è cercato di scandagliare il significato geosimbolico e geopolitico in particolare del rapporto terra-mare, inteso, schmittianamente, come relazione tra Limite e Illimite, soprattutto quando il mare non assume la fisionomia di un mare sempre contornato e tenuto a freno dalla terra – come il Mediterraneo – ma si mostra come Oceano, infinito spazio omogeneo e vuoto, vera immagine nichilistica dell’Indifferenziato, di quel «deserto che cresce», che allude all’omologante processo di unificazione del mondo, dettato dalla razionalità tecnico-economica.
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