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Biografia François de Sade
François de Sade
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Donatien-Alphonse-François de Sade, meglio conosciuto come Marchese de Sade (altrimenti noto come il Divin marchese) (2 giugno 1740 - 2 dicembre 1814) fu un aristocratico francese ed autore di diversi libri erotici e di alcuni saggi filosofici, molti dei quali scritti mentre si trovava in prigione. Il suo nome è all'origine del termine sadismo.

Sade nacque a Palazzo Condé a Parigi. Suo padre era il Conte di Sade e sua madre Marie Elénore Maillé de Carman, che lavorava per la principessa di Condé. Inizialmente seguì la carriera militare e partecipò alla Guerra dei sette anni. Nel 1763 sposò Renée-Pelagie de Montreuil, figlia di un ricco magistrato; da lei ebbe tre figli. Assunse il titolo di Marchese di Sade alla morte di suo padre, nel 1767.

Poco dopo il suo matrimonio, iniziò a vivere un'esistenza scandalosamente libertina e abusò ripetutamente di giovani prostitute e di domestici di entrambi i sessi, in seguito anche con l'aiuto della moglie. Ebbe anche una relazione con la sorella della consorte. Seguì una serie di scandali e imprigionamenti, finché venne condannato a morte nel 1772, ma l'esecuzione venne sospesa. La madre della moglie ottenne una lettre de cachet, e nel 1777 egli venne imprigionato di nuovo, nei sotterranei della Vincennes. Li incontrò il compagno di prigionia Conte di Mirabeau, anch'egli scrittore di racconti erotici; nonostante questo, i due si detestavano intensamente. Nel 1784, dopo un tentativo di fuga, de Sade venne trasferito alla Bastiglia di Parigi.

Il 2 luglio 1789, si racconta che abbia urlato dalla sua cella alla folla radunata fuori, "Qui stanno uccidendo i prigionieri!", causando una specie di rivolta. Venne trasferito al manicomio di Charenton due giorni dopo (La presa della Bastiglia, che segna l'inizio della Rivoluzione Francese avvenne il 14 luglio). Venne rilasciato da Charenton nel 1790 e sua moglie ottenne il divorzio poco dopo.

De Sade aveva iniziato a scrivere in prigione. Nel 1782 completò Dialogo tra un prete e un moribondo, esprimendo il suo ateismo nel racconto, in cui il libertino morente convince il prete degli errori di una vita pia. Il racconto Le 120 giornate di Sodoma venne scritto nel 1785 e descrive una vasta gamma di perversioni sessuali eseguite su un gruppo di adolescenti ridotti in schiavitù.

Nel 1787, scrise Les Infortunes de la vertu, una prima stesura di Justine che venne pubblicato nel 1791. In esso descrive le disavventure di una ragazza che continua a credere nella bontà divina nonostante l'evidenza del contrario. In Aline e Valcour (1795) pone a contrasto un brutale regno africano con un utopica isola paradisiaca. Altre opere sono Filosofia nel boudoir (1795), Juliette (1798), e Crimini dell'amore (1800), cosi come diverse opere teatrali. La filosofia nel boudoir racconta dell'educazione lasciva di una ragazza privilegiata ai piaceri dell'età adulta.

Le opere di De Sade contengono descrizioni esplicite e spesso ripetitive di stupri e di diverse perversioni sessuali, molte delle quali prevedono l'uso della violenza e trascendono i confini del possibile. Egli disdegnava la chiesa e sostenne l'ateismo e il rigetto di tutte le regole etiche e morali, essendo il piacere il principio più alto.

Durante il suo periodo di libertà (a partire dal 1790), incontrò Marie-Constance Quesnet, una ragazza-madre della classe operaia; sarebbero restati assieme per il resto della sua vita. De Sade inizialmente si adattò alla nuova situazione politica, seguente alla rivoluzione, e riuscì anche ad ottenere diversi incarichi ufficiali, nonostante il suo retroterra aristocratico.

Sedendo in tribunale, quando la famiglia della ex-moglie gli si presentò davanti, li trattò in modo favorevole, anche se avevano tramato per farlo imprigionare anni prima. Ormai estremamente obeso, venne anche eletto alla Convenzione Nazionale, dove rappresentava l'estrema sinistra.

Sconvolto dal Terrore del 1793, scrisse un ammirato elogio di Jean-Paul Marat per assicurarsi la sua posizione. Quindi si dimise dai suoi incarichi, venne accusato di "moderatismo", impriginato per oltre un anno, e sfuggi a malapena alla ghigliottina. Presumibilmente, questo episodio confermò la sua avversione di sempre per la tirannia di stato e in particolar modo della pena di morte.

Ormai ridotto in miseria, scrisse il pamphlet Francesi! Un altro sforzo se desiderate essere repubblicani!, incluso poi nella Filosofia nel Boudoir nel quale sosteneva un utopica forma di socialismo. In esso dichiarò che le leggi contro il furto sono assurde: proteggono il ladro originale, il benestante, contro il povero che non ha scelta se non quella di rubare. Egli argomenta anche che lo stato non ha diritto di mettere fuori legge l'omicidio, mentre allo stesso tempo ordina l'uccisione quando giustizia i prigionieri o combatte le guerre.

Nel 1801, Napoleone Bonaparte ordinò l'arresto dell'anonimo autore di Justine e Juliette. Senza processo, de Sade venne imprigionato nella dura fortezza di Bicetre. Dopo l'intervento della sua famiglia, venne dichiarato pazzo nel 1803 e trasferito nuovamente nel manicomio di Charenton.

A Constance venne permesso di vivere con lui. Il direttore liberale di Charenton, Abbe de Coulmier gli permise e lo incoraggiò a mettere in scena diverse delle sue commedie, con gli internati come attori, per essere viste dal pubblico parigino. L'opera di Peter Weiss intitolata La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat è un resoconto di fantasia su questo periodo. Il racconto di Coulmier che approcciava la psicoterapia, si attrasse molte critiche.

De Sade iniziò una relazione con la dodicenne Madeleine Leclerc a Charenton. Questa relazione durò per 4 anni, fino a quando de Sade morì, nel manicomio, nel 1814. Il suo figlio maggiore fece bruciare tutti i manoscritti del padre non pubblicati; questi comprendevano anche l'immensa opera in più volumi Les Journees de Florbelle. De Sade venne sepolto a Charenton; il suo cranio venne in seguito rimosso dalla bara per investigazioni scientifiche.

Simone de Beauvoir ed altri scrittori hanno tentato di individuare tracce di una filosofia radicale della libertà negli scritti di de Sade, che precedeva quella dell'esistenzialismo di qualcosa come 150 anni. I surrealisti lo ammirarono come uno dei loro precursori, e Guillaume Apollinaire lo chiamò "lo spirito più libero che sia mai esistito".


Da wikipedia

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