Biografia Joaquim Machado de Assis |
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Joaquim Maria Machado de Assis, il più grande scrittore brasiliano dell’Ottocento, nacque a Rio de Janeiro il 21 giugno del 1839. Figlio di un umile imbianchino mulatto d’origine portoghese e di una bianca azzorriana, dopo la morte della madre fu allevato da una matrigna, una cuoca anch’essa di sangue misto. Arrivò a completare appena gli studi elementari e, afflitto da problemi economici e pregiudizi razziali, ancora giovane si allontanò dalla famiglia per lavorare come apprendista tipografo, studiando da autodidatta. Nonostante tutti gli svantaggi iniziali, raggiunse ben presto una posizione di rango, unendosi felicemente in matrimonio con Carolina di Novaes (una colta donna portoghese di buona famiglia) e divenendo nel 1896 il primo presidente dell’Accademia Brasiliana delle Lettere (da lui stesso fondata), incarico che mantenne sino alla morte avvenuta a Rio il 29 settembre del 1908.
Di costituzione malaticcia (fu affetto tra l’altro da epilessia e balbuzie) e di carattere spigoloso, fu un autore vissuto nel periodo di transizione tra il Romanticismo e il Realismo, sicché fu sia un romantico che un realista. Si dedicò inizialmente alla poesia alla maniera dei “Parnassiani francesi”, scrivendo “Crisalidi” (1864), “Falene” (1870), e “Americane” (1875). A questa prima fase romantica appartengono alcuni drammoni ottocenteschi scritti con un tono ironico-umoristico basato su un certo ottimismo, veri “roman feuilleton” usciti prima in appendice su giornali popolari e poi stampati sia in forma di novelle, quali i “Racconti di Rio de Janeiro” (1872) e le “Storie di mezzanotte” (1873), sia in forma di romanzi come “Resurrezione” (1872), “La mano e il guanto” (1874), Heléna (1876), e “Iaiá Garcia” (1878).
Con lo svilupparsi di un’acuta crisi di salute, a partire dal 1878 si fecero strada in lui un amaro sarcasmo e un disilluso pessimismo che lo precipitarono nella perdita d’ogni illusione sull’essere umano e in una visione grottesca e delirante della vita, per giungere sino a vere e proprie diaboliche parodie teologiche e filosofiche. Il testo di rottura fu “Memorie dell’aldilà (Memórias Póstumas de Brás Cubas)” (1881), un eccentrico romanzo costituito da 160 piccoli capitoli ricchi di surreali associazioni e digressioni, ove lo scrittore immagina con toni di gusto pirandelliano che Brás Cubas, un “autore morto”, con cinico scetticismo racconti in prima persona le sue memorie postume dal mondo dell’oltretomba. Questo romanzo ha costituito una sorta d’originale trilogia, insieme a “Quincas Borba” (1981) e a “Dom Casmurro” (1899), considerato il suo capolavoro (oltre che uno dei capolavori della letteratura mondiale), letto obbligatoriamente per decenni nelle scuole brasiliane. Al periodo realista appartengono anche il volume di poesie “Occidentali” (1901), i racconti “Storie senza data” (1884) e “Reliquie di Casa Velha” (1906), e i romanzi”Esaù e Jacó” (1904) e “Memoriale di Aires” (1908), alquanto debole e dispersivo. Scrisse anche diverse commedie e numerosi saggi di critica, raccolti e pubblicati postumi in “Teatro” e in “Critica” (1910), così come postumi furono pubblicati “L’alienista e altre storie” (1963) e “La chiesa del diavolo e altre storie” (1977). Le sue “Obras Completas”, raccolte e ristampate in Brasile tra la fine degli anni trenta e i primi anni quaranta, sono costituite da ben 31 volumi!
Scrittore semplice e comunicativo ma anche cinico e distaccato, fu disinteressato alle questioni sociali (compreso il problema della schiavitù) e insensibile al colore locale mentre amò rappresentare con acume psicologico e humour britannico la decadente società borghese, a cavallo tra i due secoli. Autore di gusto europeo, ritenuto «il meno brasiliano dei letterati brasiliani», fu paragonato a Luigi Pirandello, a Marcel Proust e a Henry James.
A. Fonseca Pimentel dell’Università di Miami, in suo articolo del 1968, ha sostenuto che M. de Assis rappresenta «il picco più alto della letteratura brasiliana» e occupa nella letteratura brasiliana la posizione che Cervantes occupa in Spagna, Dante in Italia, Goethe in Germania e Shakespeare in Inghilterra. La sua opera viene considerata fondante, con riferimento al “Realismo magico” e al grande sviluppo successivo della letteratura latino-americana; M. de Assis è stato il nobile predecessore di due grandi della letteratura: l’argentino Jorge Luis Borges (con il quale condivise sia la cecità che l’esser maestro nei racconti) e il colombiano Gabriel García Márquez.
Di Silvia Iannello
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