Biografia Pavel a. Florenskij |
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Pavel Florenskij nasce a Evlach (Azerbaigian) il 9 gennaio 1882 e qui compie la sua prima formazione liceale. All’inizio del 1900 intraprende gli studi all’Università di Mosca, laureandosi nel 1904 in Matematica e Fisica, sotto la direzione di Nikolaj V. Bugaev (1837-1903), tra i più eminenti matematici russi di fine secolo, fondatore, insieme a V.Ja. Cinger e a P.L. Cebysev, della “Società matematica moscovita” che si propone l'obiettivo primario di realizzare una sintesi filosofico-scientifica in grado di orientare nella complessità dei fenomeni conoscitivi. Il giovane matematico è fortemente attratto dalla concezione scientifica del mondo proposta dal maestro, elaborata nelle sue linee fondamentali in un'opera del 1898: La matematica e la visione filosofico-scientifica del mondo (Matematika i naucno-filosofskoe mirosozercanie), soprattutto per le sue molteplici implicazioni gnoseologiche e per la sua indubbia novità teorica e metodologica, che pone in discussione il metodo dominante dell’analisi matematica incentrata sull’idea della continuità, vale a dire sulla subordinazione dell’esistente e del suo accadere alle costanti e irrevocabili leggi analitiche. Ricorrendo alle ricerche sulla matematica pura, Florenskij mette a frutto le teorie bugaeviane inerenti l’“aritmologia” incentrate sulle funzioni discontinue e sulla concezione filosofico-simbolica dei numeri come forma, in vista di una visione integrale e dinamica del mondo.
Nel 1904, poco dopo la morte di Bugaev, Florenskij discute una tesi di laurea proprio sul «principio di discontinuità» applicato alle rette geometriche, esemplificazione epistemologica di una nuova teoria della spazio come prefigurazione della concezione del mondo: Sulle caratteristiche delle curve piane come luoghi di violazione del principio di discontinuità (Ob osobennostjach ploskich krivych kak mestach narusenij preryvnosti ich nepreryvnosti), studio che suscita molta sorpresa e interesse tra gli accademici, i quali gli offrono subito la possibilità di una continuazione del suo lavoro di ricerca in ambito universitario. Nonostante il suo crescente interesse rivolto alla matematica pura che continua a considerare uno dei presupposti della fondazione dell'essere, egli si iscrive all’Accademia Teologica di Mosca, ove approfondisce con rigore e appassionata dedizione le lingue antiche, le scienze bibliche, dogmatiche, liturgiche, patristiche e ascetiche portando a termine con successo gli studi teologici. Molti sono gli scritti di rilievo che risalgono a questi anni di intensa creatività, e tra questi va ricordato soprattutto l'originale trattato ecclesiologico dal titolo Il concetto di Chiesa nella Sacra Scrittura (Ponjatie Cerkvi v svjascennom Pisanii, in “Opere in quattro volumi”[Socinenija v certyrech tomach = SCT], I, pp. 318-489), nel quale trovano una sorprendente anticipazione non soltanto le sue concezioni metafisiche e simboliche, ma anche aspetti riguardanti la fondazione cristologico-trinitaria della comunione ecclesiale che in alcuni tratti sembrano precorrere l'elaborazione ecclesiologica del Concilio Vaticano II.
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