Scrittura creativa
Scrittura creativa => Laboratorio di scrittura creativa => Topic aperto da: Crisalide - Marzo 14, 2011, 20:00:42
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a gentile richiesta dell'ingestibile Leeeeeeeeeeeeeeeeed... qui si postano drabble siori e siore...
componimenti da cento parole secche (potete aiutarvi con il "conteggio parole")
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eccone un (altro) esempio
L'OCCHIO DI DIO
“Dio ci ha creati”.
“Siamo figli di Dio”.
“E’ il Signore del cielo e della terra”.
Ma chi è questo Dio che ha solo una “D” in più di “io”?
Lo avevo avuto dentro come una certezza, senza averlo mai visto, né udito, né toccato.
Poi era sparito.
Un giorno è ricomparso. Vestiva altri panni, diversi da quelli che mi avevano insegnato ad attribuirgli. Continuavo a non vederlo, a non toccarlo… poi l’ho “sentito”, dentro, come un fiore sbocciato, profumato, non creato.
Finalmente l’ho visto.
Era lì.
Al tramonto, sul mare, il suo occhio squarciava, luminoso, le nuvole in cielo.
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Bello anche questo qui.
Credo che il laboratorio sia il posto giusto e spero che altri utenty raccolgano l'invito.
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cimentati tu, su... sei o no stato insignito del ruolo di Responsabile della sezione "Letteratura che passione"?
su, su...
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VISIBILIO
Lei mi chiese "cosa non ti piace di me?"
Ero indeciso sul come risponderle.
Avevamo passato quindici anni insieme ed ora lei stava per salire sul taxi.
Quella stessa domanda me l'aveva posta la prima volta che a letto avevo fatto cilecca; ed è strano perché allora le avrei potuto elencare centinaia di punti specifici. Ma ora, di fronte al suo viso, segnato da una stanchezza di cui ero l'artefice, non sapevo cosa risponderle.
Che diabolica sospensione sanno essere le domande delle donne.
Continuammo a guardarci, soggiogati dai nostri perchè neri e lacrimosi.
“Che stai ancora qua”, le dissi.
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gustoso come racconto... hai fatto cilecca con la drabble... le parole sono 118
su, su... smussa
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gustoso come racconto... hai fatto cilecca con la drabble... le parole sono 118
su, su... smussa
Bè tu nell'altro hai fatto 106..
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giura!!!!
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questo dell'occhio di dio sono 100 tonde
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e quello delle scarpe di vernice rossa pure
me stai a cojonà peccaso????
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e quello delle scarpe di vernice rossa pure
me stai a cojonà peccaso????
corretto, ora sono 100 tonde tonde.
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sono 99
uahuahuahuah
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sono 99
uahuahuahuah
No, il conteggio parole dà 100.
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è il conteggio parole che me ne dà 99... mica mi sono messa a contarle ad una ad una
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è il conteggio parole che me ne dà 99... mica mi sono messa a contarle ad una ad una
io ho fatto il conteggio parole e mi dà 100.
se insisti con 99, la metto io una parolina in più... ;D ;D ;D
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ahahahahahahahahahahah
posso anche immaginare quale...
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Bellino questo gioco!
E carinissimi i vostri racconti.
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Ci provo ma non ha un titolo...
dovrebbe andare nella sezione comporre in 15 secondi!!!!
Scusate.... ma non riesco rinunciare ai giochi ;D
Me ne sto rannicchiata sotto le coperte cercando di mantenere un respiro lungo e regolare in modo di sembrare addormentata.
E’ stata una grande notte e ora alle luci dell’alba lui si è alzato furtivo.
Lo sento rovistare in un cassetto, qualche minuto, uno scricchiolio, una porta che si apre e che si richiude subito dopo.
La curiosità mi costringe a lasciare il mio caldo rifugio e a piedi nudi mi aggiro in cucina.
Il pavimento sotto ai miei piedi è gelido.
Sul tavolo un biglietto.
Banale.
Lo prendo fra le dita, sorrido, e lo getto nella spazzatura.
Davvero banale.
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bravi, ci proverò pure io. abow
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bravi, ci proverò pure io. abow
Visto che adoro i tuoi racconti...
attendo con ansia abow
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Sul marciapiedi spiccava un banalissimo calzino blu.
Qualche passo oltre spiccava un preservativo.
La sua fantasia sogghignò pensando ad un rapporto frettoloso, nel buio di un' auto, protetto dai cespugli di oleandro, insomma comunque un rapporto protetto.
I pensieri digitavano nella sua mente un’avventura, con conclusioni affrettate e perdita del calzino.
Chissà cosa era accaduto, forse era arrivato un guardone a scombinare l’incontro e quell’uomo era fuggito a casa con un ridicolo piede nudo.
Entrata in casa andò a ritirare i panni stesi prima che piovesse e solo allora realizzò che attaccato al filo c’era un calzino blu disperatamente single.
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Flusso di parole così pensate e articolate
Frigge la cotoletta nel suo olio bollente e la ventola lassù col suo rumore sempre costante spazza via il fumo fritto e nel fumo sento ancora il profumo delle carezze ovunque fuori e dentro di me e così l'ho detto su due piedi senza piedi mentre il suo ricordo scorre come il pensiero forse obliquo orizzontale o addirittura verticale mentre le mandorle tostate dentro il loro scatolino azzurro ad una ad una le porto in bocca e le assaporo non resisto e le finisco.
E così una notte di stelle e di cielo ha disegnato una pagina di bianco infinito.
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Elogio del caffè
E' un rito, c'è poco da fare, come il bacio prima di addormentarsi e il buon giorno al risveglio. Il desiderio di sentirsi possedere da “lui” mentre avanzando lentamente conquista sempre più ogni parte del nostro corpo, è così forte che non si resiste. Risoluti, si lascia in asso tutto per “prendersi una pausa” e poterlo sentire in tutta la sua essenza. Ha un aroma irresistibile, istintivamente ci si lascia avvolgere dal suo profumo intenso mentre la voglia di gustarlo è forte. Si chiudono gli occhi e il liquido così nero, caldo e fumante scende in gola e ci riempie.
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Frammenti de' "L'incontro"
Sorrise mentre si sporgeva in avanti a poggiare il bicchiere con il solo ghiaccio sul fondo. In quel piegarsi e distendersi poi sul divano, Giammarco la vide semplice e straordinariamente sensuale. La baciò e con entrambe le braccia la sollevò. Imboccò il corridoio e raggiunse la camera da letto. Quel dolce peso, trasportato volutamente, con esasperante lentezza, gli faceva pregustare, al solo guardarla, quanto travolgente sarebbe stato il dopo. Era come se, allungando il tempo dell’attesa, ogni muscolo, ogni tendine, ogni volontà, ogni emozione del presente si preparasse a un gioco sottile che diventava più intrigante allo scorrere dei minuti.
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Bello anche quello di Led.
Io pure ho fatto un drabble un pò cabarettistico sulla convivenza:
Convivenza e dubbi.
Finalmente io e Francesca, la mia donna, siamo andati a convivere. Il condominio nel quale abitiamo è pieno di persone anziane e malate. Quasi un ospizio. Al piano sotto al nostro, abita un ottuagenario non vedente. In pratica, IO E TE TRE METRI SOPRA IL CIECO. La mia donna comincia a nutrire dei dubbi sulla mia sessualità. Dopo aver scoperto che la mia attrice preferita è SALMA Hayek mi ha persino dato del NECROFILO! "E allora?" ho replicato io "anche tu adori KAKA', ma non per questo vado a dire in giro che sei COPROFILA!" Quanto è difficile convivere!
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IO E TE TRE METRI SOPRA IL CIECO
davvero degna di nota
(mi sto ammazzando dalle risate...ahahahahahahahah)
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Bello anche quello di Led.
anche quello di Led?
soprattutto, vorrai dire.
cmq bravi tutty, vedo che sta cosa vi ha appassionato.
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Bello anche quello di Led.
anche quello di Led?
soprattutto, vorrai dire.
uahuahuahuahuahuah
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Scusate ma quando ho postato non mi ero accorto che dopo Led e prima di me, avevate postato in tanti. Ora me li leggo tutti :)
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vedi che stare in un forum non equivale a una purga...
rilassati...
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ahahahahahahahah... spiritosissimo e bravissimo nel conteggio parole (ovvio che ti sia valso del pallottoliere ;D)
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con qualche piccolissima modifica (si può confrontare la versione primitiva che ho postato nella sezione poesia) che non altera la metrica ecco a voi una lirica di 100 parole:
Venezia è sempre stata una magia:
sulla laguna mille palafitte,
alberi del Cansiglio fan da culla
a costruzioni splendide di marmi,
come merletti che nell’acqua cheta
dei canali sprofondano radici
di cemento e di pietra; ma quell’acqua
ora divora sotterranee basi.
Qualche incendio ha distrutto monumenti
ricchi di storia e d’arte secolare;
il resto lo faranno lentamente
le malefiche bande di turisti
che un commercio ladrone concupisce.
Sono sparite utili botteghe:
pizzicagnoli, forni, farmacie,
per far posto alla plastica-ricordo,
variopinti cappelli giullareschi
maschere vuote e gadgets di Taiwan.
I veneziani sono stati espulsi:
non c’è più posto neanche al cimitero.
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davvero Ezio, le città d'arte stanno diventando finte, piene di gente mordi e fuggi e ormai private dell'anima.
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Ho preparato questi tre pezzi per partecipare al nostro gioco: il primo è proprio questa prefazione che stai leggendo, il secondo è l’incipit di un possibile romanzo che vorrei tentare di scrivere in veneziano antico ed infine il terzo è una descrizione breve ma significativa in italiano corrente della traccia di questo incipit e di quel che potrebbe seguire, sempre che mi rimanga l’entusiasmo che immancabilmente mi prende quando tento di dare una forma all’idea che mi è balenata; per questo gradirei un commento non sull’esattezza del numero di parole, controllato con il pallottoliere, ma sulla leggibilità del veneziano antico.
Mio fradel bon xe proprio un exelente pittor, go caro che ghe sipia in fameja cotal genio: mio sior pare gha fato grando affar co’ gha fato sto fio co quela siora de Vedelago, splendida creatura che pur gha fato morir de crepacuor mia siora mare.
Zorzon da Castelfrancho lo ciama tuti, che mio sior pare no gha abudo cuor de darghe el nome, né de metarse in urta col Doze nostro zio.
Ancha senza el nome de la casada, xe lu el vero paron de casa, siben che mi sia el magior e sicuramente erede de nome e contado.
il fratellastro del pittore racconta la sua infatuazione per l'illustre congiunto, ma non gli invidia il genio, gli invidia la libertà, che sconfina nel libertinaggio. soffre il peso del nome, dell'onore, di una gioventù sprecata a prepararsi ad una noiosa carriera politica, vivendo solo di riflesso le avventure di Giorgione il quale non si sottrae al sottile piacere di giocare con il fratellastro una crudele partita: lo chiama spettatore delle sue scorribande, gli racconta i particolari più scabrosi e lo trascina alla deboscia persino con l'arte: la preparazione delle tele infatti contiene sempre delle scurrilità, poi censurate nella versione finale.
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sei un brigante! il primo pezzo è un'entrata di comodo, il secondo un ottimo incipit ed il terzo una visione drammatica della storia: ora ti tocca finire il racconto, altrimenti rimaniamo a bocca asciutta. Magari fai un poco di veneziano ed un poco di italiano per non metterci troppo in difficoltà con la lettura. abow
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stava guidando quando si accorse che non era più lei a vivere la sua vita ma la vita a vivere lei; fu come una rivelazione folgorante, di quelle che spezzano il respiro, come se all'improvviso ci fosse luce e nitidezza nella mente offuscata da anni di pensieri confusi e fretta e cose da fare. cose da fare: sembrava che quello fosse l'imperativo imprescindibile che teneva prigionieri tutti gli slanci e gli entusiasmi, come invisibili e soffocanti fili di stanchezza. decise basta. che era ora di finirla con quell'involucro pesante che la inaridiva: doveva ritrovare la sé stessa perduta. su questa nuova consapevolezza sorrise. e scatto' il verde.
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Ciao a tutti! Questo è il frutto degli ultimi 30-40 minuti...
M'incammino lungo la via. La luce gialla dei lampioni sembra scelta da un direttore della fotografia. La via è deserta, i terrazzini vuoti, neanche l'ombra di un essere umano; solo macchine, parcheggiate secoli fa, e in lontananza rumori di motorini smarmittati...
Mentre cammino, lentissimo, in mezzo alla strada provo un'insolita sensazione di benessere.
E' la solitudine, penso, che mi rende sereno, e sono indeciso se essere triste per una prospettiva di vita solitaria oppure felice per averlo finalmente capito.
Accendo una sigaretta e mi preparo a questo testa o croce mentale, mentre i piedi vanno per conto loro.
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bravo luma, la sensazione di libertà camminando per strade vuote è bellissma, come se si fosse levato il coperchio allavita. :prtr:
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Grazie Nihil, concordo pienamente!!!
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Grazie Nihil, concordo pienamente!!!
Luma, aspettiamo altri tuoi scritti, magari quando hai un momentino di tempo, ti evidenzi nel forum presentazione. :))
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Pardon Nihil, non volevo essere maleducato... perlomeno non questa volta ;D
Comunque se proprio insisti ho un altro raccontino, una drammatica storia vera risalente a qualche mese fa:
L'astinenza da nicotina mi portò a vestirmi e incamminarmi all'una e mezza di lunedì notte, in cerca di un distributore di sigarette.
Ecco, lo sapevo: “Tessera non valida”. Non c'è niente di più inopportuno di un problema tecnologico, pensavo.
Solo al terzo distributore mi accorsi che stavo usando il bancomat...
Chiusi finalmente la porta dietro di me e mi recai in cucina: un vero momento di gioia è aprire il frigo e scoprire di avere ancora un'altra birra! Dov'è Dio in questo momento? Non lo so, ma nel dubbio alzo le braccia al cielo e lo ringrazio.
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non volevo rimproverarti, Luma, a volte un utente non si accorge che c'è uno spazietto per parlare un poco di sè e lasciarsi benvenutare. ;D
Delizioso anche questo reportage, a volte basta una picola cosa per risollevare il morale.