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Post - vasco spagnoli

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 20, 2014, 16:03:57 »
(XII) Sei un poeta, Nazareno! Un cantore, un mago straordinario. Sei il più grande personaggio teatrale della storia! Con te è cominciato il futuro. Ti mando libero, Nazareno...a un patto. A patto che tu mi faccia un miracolo, un gioco. Tu me lo fai ed io ti mando libero in Galilea. (Al pubblico) Ma lui il miracolo non volle farlo. Non disse una parola, non aprì bocca. Ma io non volevo lasciarmi coinvolgere in quella vicenda. A prima vista, condannando il Nazareno, avallando cioè la decisione del Sinedrio, avrei conseguito due obiettivi importanti: avrei tolto un fastidio al procuratore e mi sarei conquistato il favore di Anna, il potente patriarca dei giudei. Ma poi? Avrei finito per addossarmi ogni responsabilità. L'odio che il popolo di Galilea nutriva nei miei confronti per la decapitazione del Battezzatore, avrebbe trovato nuove ragioni per alimentarsi. E poi, dopo tutto, se Pilato non aveva voluto emettere la sentenza, una ragione doveva pur esserci. Meglio quindi buttare la cosa sul ridicolo, farsi beffe del prigioniero e delle sue pretese regali. Sdrammatizzare, insomma. I soldati e gli uomini della mia corte furono prontissimi a cogliere il mio desiderio. Il Nazareno venne spogliato e rivestito di vesti scintillanti, gli misero sulla testa una corona di carta dorata e fra le mani una canna che avrebbe dovuto rappresentare lo scettro. Il Nazareno pretendeva di essere un re, il re dei giudei? Ed io non tenevo in alcun conto la sua rivendicazione, la giudicavo ridicola e lo burlavo. Per liberarmi della grana rifilatami dal procuratore, scelsi la soluzione che ritenevo più intelligente. Se avessi aderito alla richiesta di Caifa e avessi pronunciato un verdetto di morte, avrei mostrato di prendere sul serio le ambizioni del Nazareno, vere o presunte che fossero. E mi sarei tirato dietro un'infinità di guai. Rimandai perciò al procuratore quel prigioniero troppo ingombrante. (Erode torna nell'ombra).
PILATO - (AL pubblico) Pur avendola prevista, non gradii affatto la decisione di Erode. Però, in  fondo, il Tetrarca, a pensarci bene, non aveva dichiarato la propria incompetenza. Se si fosse dichiarato incompetente non avrebbe nemmeno proceduto con l'interrogatorio, me lo avrebbe mandato indietro immediatamente, In realtà, dunque, aveva giudicato e sia pure in forma del tutto anomala aveva emesso un verdetto di assoluzione. Ma la folla, là fuori, pretendeva lo spettacolo che gli era stato promesso. Ricorsi allora a un altro stratagemma. In occasione di feste importanti, il diritto romano prevedeva la grazia ed il conseguente rilascio di un prigioniero. Per salvare il Nazareno, avevo quindi due possibilità: potevo far ricorso all'abolitio: rilascio di un prigioniero non ancora giudicato, oppure all'indulgentia, cioè grazia del condannato. Nel caso del Nazareno, l'istituto da applicare era quello dell'abolitio, dato che nei confronti dell'imputato non era stato emesso alcun verdetto. Ma se avessi deciso di liberare il Nazareno senza appellarmi alla folla, il mio gesto sarebbe apparso come una sfida aperta ad Anna, a Caifa e agli altri capi del Sinedrio. Pensai perciò di offrire al popolo la possibilità di scegliere tra la liberazione di Yesciua e quella di un altro prigioniero. (Verso le quinte) Fate entrare Bar-Habbas!
(Entra Bar-Habbas. Indossa una tunica nera a brandelli. E' legato per i polsi.)
BAR-HABBAS - Sei tu il mio giudice? Non ti accetto. Il mio giudice è soltanto il popolo. La verità è il popolo. Ma che ne sai tu della verità? E il mio amico Menaem dove lo avete messo?
PILATO - Quello che abbiamo arrestato insieme con te?  Un terrorista in meno.
BAR-HABBAS - Mi hanno detto che è rimasto due giorni e due notti seduto per terra con testa appoggiata al muro, dopo i vostri interrogatori. Sembrava vivo, ma era già morto. Era un bravo ragazzo Menaen, ricordatelo. Con me invece vuoi dare una dimostrazione di forza attaccandomi al legno. Sono pronto. Crepare oggi o domani, che differenza fa? Preferisco crepare oggi. Crepare su una croce è meglio che crepare in un letto: è più estetico.
PILATO - Sei retorico Bar-Habbas. (Verso le quinte) Fate entrare il Nazareno.
(Entra Yesciua. Indossa una tunica sfarzosa ed ha in testa una ridicola corona)
BAR-HABBAS - Ti sarebbe stata meglio la mia corona, invece di questa. Ti hanno ridotto male i tuoi preti. Sei diventato un'immagine retorica. Io non credo che tu sia il Figlio di Dio, ma credo che tu sia un uomo perfetto. Questo mercato fra me e te è uno sporco trucco di Pilato per dividerci. Io e te insieme avremmo potuto davvero cambiare la faccia del mondo.
(Pilato si mette in mezzo ai due e li conduce al proscenio, rivolgendosi alla folla)
PILATO - Chi volete che vi liberi, Bar-Habbas o Yesciua chiamato il Cristo?
LA FOLLA - (Dopo un silenzio) BAR-HABBAS!
PILATO - (E' sconcertato) Che devo fare di colui che chiamate il re dei Giudei?
LA FOLLA - (Un urlo assordante) Crocifiggilo! (E poi ancora) Crocifiggilo! (Buio)
PILATO - (Resta solo in u cono di luce, si rivolge al pubblico) Dunque, era tutto finito? Non mi restava altro da fare che pronunciare, secondo i termini di rito, la condanna a morte del prigioniero? Ora avevo finalmente capito di avere di fronte non uomini ragionevoli con i quali discutere, ma un mostro da blandire, al quale inevitabilmente avrei dovuto in qualche modo dare soddisfazione. Quel mostro voleva sangue. Ed io pensai che la visione del sangue, forse, avrebbe potuto placare il mostro. Nn mi restava altro che quella terribile, barbara, orrenda tortura che è la flagellazione. (Su uno schermo che viene calato dall'alto, vengono proiettate scene filmate di una flagellazione) Il prigioniero spogliato e legato a una colonna, le fruste con le cinghie di cuoio che si abbattevano aritmicamente sul suo corpo, spaccando la pelle e facendone zampillare il sangue. (Continua)

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 20, 2014, 10:35:42 »
E povera Maria! Gabriele le aveva detto che avrebbe partorito il salvatore del mondo, ma non le aveva detto che sarebbe stato crocifisso.

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 19, 2014, 13:50:48 »
(XI) quindi, non avrei potuto non assolverlo. D'altra parte lui non ha fatto nulla per rendere più credibile l'assoluzione. (Appare Yesciua ma resta in ombra. Erode si rivolge a lui) Sai che idea mi era nata nel cervello? Mi ero messo in testa che tu fossi lui, il Battezzatore resuscitato dai morti dopo appena un anno. Certo, non sarei caduto nell'errore se tu ti fossi degnato di farti vedere da me, prima. Sapevi che per un po' di tempo siamo stati vicini di casa? Tu a Kafarnao ed io a Tiberiade. Hai visto che bella città ho fatto costruire per i miei sudditi?
PILATO - (Al pubblico) Che non volevano starci né da vivi né da morti, perché era impestata e c'erano più tombe che persone.
ERODE - E così non ci siamo mai incontrati. Sono un po' deluso che tu non sia il Battezzatore resuscitato dai morti...A proposito, perché non hai mosso u dito per salvarlo? Il tuo battistrada! E' vero che in principio c'è stata una grande disputa fra voi, perché lui ti aveva proposto di allestire miracoli in sua vece e tu gli hai risposto che non si deve ingannare nessuno, nemmeno per un fine buono come aveva fatto Mosè? E' vero? In un solo colpo hai distrutto le tavole di Mosè e tutto il Leviatano. Per questo i preti ti vogliono morto! Se non è vero che Dio si è rivelato a Mosè, allora cade tutto. E il Sinedrio allora cosa rappresenta? Nient'altro che un potere politico. Cosa stavo dicendo prima?...Ah, si, il Battezzatore. Si vede che l'hai convinto, se alla fine ti è caduto ai piedi a ti ha detto: Sei tu! (Pausa) Tu chi? Da dove vieni? Dire che vieni dal deserto non significa niente. Tu non sei un osservante, come il Battezzatore. Sei un figlio del sole? Ma sei nato sulla terra o ci sei arrivato dal cielo? (Pausa) Non lo dirai mai, lo so, hai ragione. Eppure sono queste le domande che ci facciamo tutti quanti. I tuoi miracoli, anche se sono inventati mi fanno impazzire perché non sono tetri, sono allegri e teatrali. No?...Beh, io li vedo allegri. (Lunga pausa) Perché mi guardi così? Mi condanni perché ho fatto tagliare la testa al Battezzatore? (Il tono sale) Era una testa calda! Un grand'uomo, ma aveva il torto di odiarmi. (Al pubblico) Tutto l'Oriente aspettava la fine del mondo, quando è apparso il Battezzatore ad annunciare la venuta del Messia. E lui preparava il terreno. "Bisogna liberare il popolo dagli Erodi", gridava, "e restaurare la dinastia degli antichi re mosaici!" Insensato. Con i romani in casa pronti a saltarci addosso al primo accenno di guerra civile. Senza contare che io ero sull'orlo di una guerra con gli arabi. Il loro re Arete mi odiava perché gli avevo mandato indietro sua figlia, che era mia moglie. Gliel'avevo mandata indietro perché a letto era una statua. Per penetrarla, tutte le volte dovevo usarle violenza...E avevo sposato Erodiade, che era mia cognata e anche mia nipote. E il Battezzatore ne aveva approfittato per mettersi a gridare allo scandalo e ad aizzare il popolo contro di me. Profeta o no, lo presi e lo rinchiusi nell'Acheronte. Li per li avrei voluto castrarlo, ma poi non lo feci. (A Yesciua) Non avevo intenzione di ucciderlo. Erodiade si, Erodiade voleva ucciderlo perché si sgolava a chiamarla puttana, meretrice, baldracca...Io non volevo ucciderlo. Ma poi Erodiade mi mise nel letto sua figlia Salomè, un animaletto idiota tutto sesso, che mi chiese la sua testa. Lo feci uccidere all'alba. Come un gallo...scuoteva la testa...Era un anno fa, il giorno del mio genetliaco: cinquant'anni. La sera organizzai un grande spettacolo, con Salomè prima ballerina...Il teatro è la sola realtà, la vita non è che finzione.. (Al pubblico) E lui, in pieno Sinedrio fece un grande colpo di teatro, quando disse a quei figli di puttana di essere il Figlio del vero Dio! Magnifico! Stupendo! (Punta il dito verso il pubblico) Voi vorreste essere i Figli di Dio! Voi, la Chiesa! Questa è la verità. Così il presente e il futuro sarebbero nelle vostre mani. Il Messia voi non lo volete. Che sia sempre sul punto di venire, ma che non arrivi mai...Voi vorreste un Messia che prima passasse dalla Chiesa a prendere ordini. Invece questo prima è passato dal popolo e non solo non vi ha riverito, ma vi ha detto che siete degli ipocriti e falsi e che dovreste andarvene. Magnifico! (Continua)

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 19, 2014, 11:07:05 »
(X) CLAUDIA - Se è così, mandarlo da Erode è stata l'azione più vile che potessi fare.
PILATO - Basta. Non voglio più sentirne parlare. Cos'è tutto questo pietismo per un ciarlatano pazzo e irresponsabile? IO faccio quello che ritengo giusto. Sono nella legalità. Chiunque al mio posto farebbe altrettanto. (Si avvia, si ferma, torna vicino alla moglie) Claudia, Caludia...Non ti trovo più. Mi sfuggi e mi giudichi. Ho bisogno di te. (Comincia a spogliarla lentamente).
CLAUDIA - Non ti farà sentire meno solo.
PILATO - Ti sono mancato per troppo tempo. Non vendicarti ora.
CLAUDIA - Siamo dalla stessa parte.
PILATO - Abbracciami, Claudia.
CLAUDIA - Sai che uno di quelli che erano con lui quando lo hanno arrestato stanotte, si è impiccato?
PILATO - (Resta per un po' a fissare la moglie, poi si allontana mormorando) Ne parleremo, Claudia, ne parleremo. (Esce)
CLAUDIA - E' perduto, è la fine. E' un'altra vita ormai, un'altra vita...E non posso fare niente...Non sono più con lui, non sono con nessuno. Sono sola, per la prima volta sola. (Si rivolge a qualcuno invisibile) E' questo il tuo bene? Questo annullamento è il bene rivelato da te? La tua redenzione? Non l'accetto, non l'accetto! Perché il male che fa è spaventoso, non resta più niente. E' questa la tua guerra? E' questa? Non sapere mai di essere nel giusto o nell'ingiusto? Questa guerra dentro di me, sei tu? Eh, sei tu? Comincia con l'odio l'amore per te? (Pausa) Guardami...Guardami Yesciua...Guardami! (Si inginocchia, le mani lungo i fianchi, gli occhi fissi davanti a sé. Buio)
(Quando torna la luce, Pilato e mezzo seduto sul tavolo, si rivolge al pubblico)
PILATO - Se fossi stato il cittadino modello cantato da Orazio - "jus ac tenax propositi vir" - non avrei avuto esitazioni: avrei voltato le spalle alla piazza tumultuosa, ai sinedriti arroganti e avrei affidato ai soldati il compito di restaurare l'ordine. Ma in quei momenti ero tutto fuorché l'uomo giusto e fermo nelle sue risoluzioni. Improvvisamente, nella mia mente era scattata una molla e mi sembrava d'aver trovato la formula geniale e risolutiva per trarmi d'impaccio. Il Nazareno era un galileo. E dunque, quale miglior giudice per lui di Erode Antipa, tetrarca di Galilea, che in quei giorni, insieme con Erodiade, la moglie concubina, era nel suo palazzo, a Gerusalemme, in occasione delle feste? Il tetrarca aveva poteri giurisdizionali, per cui se Yesciua aveva cominciato la sua attività delittuosa, ammesso che la sua attività fosse delittuosa, in Galilea, non v'era alcun dubbio, in base al principio del "forum delicti commissi", che la sentenza spettasse al tetrarca. In realtà Erode non aveva alcun potere di emettere sentenze fuori del proprio territorio e tanto meno sentenze di morte. Tuttavia, l'idea di mandare il Nazareno a Erode Antipa mi parve geniale. Una sorta di soluzione liberatoria  che mi avrebbe consentito, oltretutto, di ingraziarmi il tetrarca, riconoscendogli un potere che non aveva. Anche se dentro di me sapevo che il Nazareno sarebbe tornato, poiché ero certo che a quel processo ero inevitabilmente ed indissolubilmente legato.
ERODE - (Appare in luce) Pensi che non l'avessi capito che si trattava di una trappola? Tu da me non volevi un consiglio, volevi un verdetto. Sapevi che non avrei potuto condannare il Nazareno (continua)

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 19, 2014, 10:34:30 »
Ho cercato di avvicinare il più possibile il linguaggio di allora al nostro. Forse non ci sono riuscito, ma l'intenzione era quella. Sugli errori di battitura ha perfettamente ragione, la colpa è mia che non rileggo mai ciò che scrivo prima di inviarlo. Su Claudia, le dirò che è il personaggio della piece che ha ricevuto più elogi, anche perché è in massima parte inventato. Le dedico il suo piccolo monologo.

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 17, 2014, 15:37:30 »
(IX) PILATO - (Al pubblico) La piazza intanto si scaldava, voleva lo spettacolo che gli era stato promesso. Il Sinedrio aveva fatto un lavoro di cesello per aizzare la gente. Avrei anche potuto decidere di defraudarli dello spettacolo, scegliendo una via di mezzo: la flagellazione, per esempio. Ma mi ripugnava. Il Nazareno avrebbe anche potuto restarci sotto le frustate e non sarebbe stato il primo. Forse ci sarei arrivato ma per il momento scartai l'idea della flagellazione. Decisi di parlare alla folla. (Viene sul proscenio e si rivolge alla folla in tumulto) Dopo quanto ho visto e sentito, la mia conclusione è la seguente: Yesciua il Nazareno è pazzo. Sembra appena uscito dalla torre di Babele. (Pausa) Fra me e voi c'è ben poco in comune. Tutto ci divide: la legge, la religione, la razza, la lingua...E voi stessi siete divisi tra voi. Ecco perché questa terra che è vostra, non vi appartiene. E non avete pace. Non mi illudo che la pace di Ponzio Pilato sia per voi vera pace. Il fuoco della vostra liberazione, del vostro riscatto, covava sotto la cenere. Ma da un paio d'anni è divampato nel nome di questo Yesciua. E io mi sono trovato inaspettatamente dalla vostra parte a buttare acqua sullo stesso fuoco. E ho scoperto che abbiamo qualcosa in comune, l'amore per la vita. Amare la vita significa salvare il mondo. Quest'uomo invece vuole morire per salvare il mondo. Questo non lo capisco e non lo capirò mai. Ma non posso condannare un uomo soltanto perché non lo capisco. E' un bestemmiatore del vostro dio? E' il distruttore del Tempio di Mosè? Voi lo dite ed io vi credo. Ma nel contempo dichiaro la mia incompetenza. Roma non conosce il delitto d'eresia. Perciò dovete giudicarlo voi secondo la vostra legge. (Alte urla dalla piazza, che sfumano lentamente quando entra Caifa).
CAIFA - Il tu discorso è fatto per mettere dei dubbi, non per scioglierli.
PILATO - I nostri accordi non erano questi. L'arresto del Nazareno doveva apparire come una normale operazione di polizia. Tu, invece, hai fatto ricorso alla piazza per forzarmi la mano. Ora un processo regolare non conviene più a nessuno.
CAIFA - Occorre un processo d'urgenza. Arresto, accusa, confessione e condanna con inflessibilità militare. Noi da te vogliamo un verdetto, anche se di assoluzione.
PILATO - Non fare il furbo con me, Caifa. So bene cosa pretendi da me.
CAIFA - Quest'uomo ha offeso la chiesa, che è la buona coscienza della gente.
PILATO - Io faccio finta di credervi e ve lo rimando. Fatene quello che volete.
CAIFA - Secondo la nostra legge quest'uomo merita la morte. Ma noi non ne abbiamo l'autorità giuridica. Tu sai benissimo che chiunque si proclami Messia in Israele, intende proporsi al popolo come pretendente al potere politico e di conseguenza come rivale di Cesare.
PILATO - Cesare non mi ha mandato qui a crocifiggere dei matti.
CAIFA - Quest'uomo è venuto a Gerusalemme a predicare la rivoluzione e noi due, insieme, l'abbiamo fermato. Se improvvisamente cambi idea e parli in suo favore è segno che non stai dalla parte di Cesare.
PILATO - (Sorride) Hai una bella paura, eh?
CAIFA - La mia paura dovrebbe essere anche la tua, Procuratore.
PILATO - Certo, come no? Il bello è proprio questo. (Continua a sorridere) Il bello è che se mettiamo un piede in fallo perdiamo il posto. Tu il tuo, io il mio. Questo piccolo uomo ci spazza via entrambi. Abbiamo fatto tutti i nostri piani per fermarlo ed ora che l'abbiamo nelle mani, ci accorgiamo che scotta, brucia! Ti ho sempre considerato un uomo intelligente, Caifa, freddo. Per questo fino ad oggi ci siamo intesi, perché avevamo una cosa in comune, non volevamo perdere il posto. Ora ti guardo con disgusto. Mi vedo riflesso in te come in uno specchio e ti assicuro che non è gradevole..
CAIFA - Ti rendi conto che lo stai difendendo? Come se fosse davvero il figlio di Dio.
PILATO - Io non so di chi sia figlio. Ma so che nel diritto romano non c'è alcun divieto che proibisca a chiunque di chiamarsi figlio di Dio. (I rumori della piazza si fanno più forti) Se questa marmaglia,,pagata da voi, non sgombra,  la piazza diventerà un lago di sangue. Chiaro, Caifa?
CAIFA - Ci sarà sangue per le strade di Gerusalemme, procuratore. Sangue di agnelli e sangue di uomini. (Esce. Buio)
(Quando ritorna la luce, Claudia è seduta e Pilato è in piedi alle sua spalle)
PILATO - E' uno strano giorno questo. Ci sono delle brutte nuvole. Lampeggia anche, hai visto?
CLAUDIA - Pioverà.
PILATO - Forse sono soltanto nuvole di caldo.
CLAUDIA - E se andassi giù, a Cesarea?
PILATO - Se vuoi...
CLAUDIA - O preferisci che stia qui, con te?
PILATO - Come vuoi, Claudia. Se stai qui mi fai piacere, io non posso muovermi. (Qualcuno nell'altra stanza suona. Pilato si prende la testa fra le mani) Chi è che suona?
CLAUDIA - Cestia.
PILATO - (A grandi passi va verso una quinta) Cestia! (Il suono si interrompe
CLAUDIA - (Si alza, va vicino al marito e lo abbraccia) Ti amo, ti amo amore mio. NOn voglio che ti facciano del male.
PILATO - Claudia...
CLAUDIA - Non voglio che distruggano la nostra vita. Non lo permetterò.
PILATO - Non lo faranno. Nessuno può farci del male.
CLAUDIA - Non è vero, non è più vero. Non perdere la stima che hai in te stesso o non ci sarà più speranza. Stringimi, amore. Non mi abbandonare.
PILATO - (La abbraccia) Non succederà mai.
CLAUDIA - E' entrato nella nostra vita, per sempre. Non permettergli di distruggerci. Tu sei forte, devi essere forte,  per te. Non importa se non guardi più me, non perdere di vista te stesso, ti supplico.
PILATO - L'ho mandato a Erode.
CLAUDIA - Erode?
PILATO - In questi giorni è qui in città per le feste. Spetterebbe a lui, come tetrarca della Galilea, giudicare il galileo Yesciua.
CLAUDIA - L'hai fatto per prendere tempo?
PILATO - Anche.
CLAUDIA -  Tu sei convinto che sia innocente?
PILATO - Secondo la legge è colpevole.
CLAUDIA - Sono sicura che finirai per condannarlo.
PILATO - Anche lui ha detto la stessa cosa.
(Continua)

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Altro / Re:Shylock - Monologo
« il: Maggio 17, 2014, 11:15:04 »
Certo che il romanzo è una cosa impegnativa, ma è anche una bella sfida. Per quanto ne so, a lei non manca il materiale nè l'attrezzatura. Si butti! E non tasti l'acqua con l'alluce prima di tuffarsi. Io sono partito molti anni fa con un po' di vanità e molta incoscienza e fino ad oggi ho scritto una quarantina di commedie, sia in lingua che in dialetto, e quattro romanzi, oltre a numerosi racconti pubblicati da varie riviste. E posso garantirle che in certi periodi della mia vita se non mi fossi chiuso in casa a scrivere, forse non sarei qui a raccontarla. Le auguro un felice fine settimana.

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 16, 2014, 15:49:33 »
(VIII) PILATO - Ne parleremo, Claudia, ne parleremo. Io sono abbastanza scosso, ma non sconvolto. Cosa credi? Sono molto solo anch'io. E in questa faccenda più che mai. C'è sempre un momento in cui mi si chiede di decidere. E' sempre stato così, ho sempre dovuto decidere per me e per gli altri. Questa volta mi ripugna e non so perché. Forse perché conciliare la politica con la salvezza del genere umano è al di là delle mie forze. E non capisco nemmeno che cosa significhi. Mi sembrano i discorsi di certi filosofi greci che mi annoiavano già quando avevo venticinque anni. (Claudia si avvia per uscire, in silenzio) Claudia, tu credi in quell'uomo?
CLAUDIA - Io sono dalla tua parte. Contro di lui.
PILATO - Io non sono contro di lui.
CLAUDIA - Tu sei contro di lui , come tutti. Perché per essere con lui bisogna distruggere tutto. E non ti dà tregua. Ti guarda e la sua pietà non è consolante. Anche quelli che stanno con lui gli sono contro. Gli stanno vicini soltanto perché aspettano il miracolo, perché vogliono essere consolati e protetti. E sperano che un giorno alzerà una mano e ridurrà in cenere i loro nemici. E invece è il contrario.
PILATO - Stai diventando una dei suoi.
CLAUDIA - Se fosse così stanotte non avrei pensato di suicidarmi.
PILATO - Suicidarti? Stanotte? Ma se hai detto che eri felice!
CLAUDIA - E' vero, ero felice.
PILATO - Allora, perché volevi morire?
CLAUDIA - A un tratto mi sono sentita male. Non riuscivo a dormire, mi sentivo soffocare. Pensavo all'assurdità della vita: i figli che non ho avuto, te che non ho...Mi sono affacciata alla terrazza, sulla città. La luna, il vuoto...E 'odore degli agnelli che stanno per essere uccisi. I loro belati. E tutta quella gente ammucchiata per le strade, che dormiva o sognava. E nelle case i ricchi, i sacerdoti, gli schiavi...Tutti uguali. Anche loro tutti pronti per la morte. Era buio fitto, laggiù nella valle del Cedron. Ho pensato a lui...e l'ho visto.
PILATO - Come l'hai visto?
CLAUDIA - Ha voltato il viso e mi ha guardata. Il viso era pieno di sangue che zampillava a fiotti. Mi ricordo che ho pensato : lo uccideranno. Ho chiuso gli occhi e ho visto gente che correva per le strade ridendo e gridando, correva a bagnarsi del suo sangue. Un'orgia terribile che travolgeva anche te e ti separava definitivamente da me. Mi ricordo che ho pensato: non voglio vedere questo, non voglio essere testimone...E' stato allora che ho pensato al suicidio. (Si smarrisce) Ma a questo punto c'è un vuoto. Non ricordo altro. Fino a quando ho sentito i servi che correvano qua e là per la casa, dicendo che il Nazareno era stato preso e frustato e che tutti si aspettavano che distruggesse il Tempio. Da fuori veniva rumore di gente, la città si era svegliata di colpo e tutti gridavano. Non sapevo cosa pensare. (Pausa) Poi è venuta una donna di Cafarnao...
PILATO - La conoscevi?
CLAUDIA - No. E' una che segue il Nazareno.
PILATO - E perché è venuta da te?
CLAUDIA - Non lo so. Forse pensava che potessi fare qualcosa. Ma non so come facesse a sapere che io...
PILATO - Cosa ti ha detto?
CLAUDIA - Mi ha detto: manda a dire a tuo marito che non si macchi del sangue di un innocente. Le ho chiesto: tu sai chi è il Nazareno? Yesciua è il Cristo, mi ha risposto. E poi mi ha raccontato di essere stata presente due settimane fa, quando i Nazareno ha resuscitato un uomo a Betania.
PILATO - Tu ci credi alla resurrezione di quell'uomo?
CLAUDIA - Io credo che quella donna abbia visto quello che mi ha detto di avere visto.
PILATO - Certo, Claudia, certo. (Le fa una carezza)
CLAUDIA - Tu cosa gli hai chiesto al Nazareno?
PILATO - Gli ho chiesto cos'è la verità.
CLAUDIA - E lui ti ha risposto?
PILATO - Si, ma con un sofisma. Direi che non mi ha risposto.
CLAUDIA - Se ti avesse riposto: la verità sono io, io che ti parlo. Tu cosa avresti fatto?
PILATO - Non gli avrei creduto. L'uomo non è un'astrazione. L'uomo è il mondo dell'uomo, è la sua vita, la sua religione, la sua civiltà.
CLAUDIA - (Lo abbraccia) Meno male, meno male.
PILATO - Che c'è?
CLAUDIA - Mi sentivo indegna di pensarla così anch'io. (Si avvia per uscire)
PILATO - Non mi saluti?
CLAUDIA - (Lo baca su una guancia) Vedi? Non sorridi più. (Esce)
Continua.

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Altro / Re:Shylock - Monologo
« il: Maggio 16, 2014, 13:41:39 »
Sulla Fallaci sono completamente d'accordo con lei: i suoi ultimi scritti non sono che montagne di luoghi comuni e becero populismo. Capisco la sua avversione per gli israeliani e in parte la condivido. D'altra parte, come è sbagliato confondere la Chiesa cattolica con la religione cattolica, è sbagliato confondere la religione ebraica con lo stato di Israele. Una sola domanda: ha mai pensato di scrivere un libro sulle sue esperienze di vita, magari un romanzo in prima persona?

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 16, 2014, 11:37:18 »
(VII) PILATO - Ma che dici? Non capisco. Perché non dovrei più sorriderti?
CLAUDIA - E' cambiato tutto, anche noi siamo cambiati. Non avremo più pace. E' innocente! Quell'uomo è innocente come un agnello. Vogliono farlo a pezzi ed è innocente.
PILATO - Non è così semplice, Claudia. Quell'uomo è un ferro rovente. Non sta nelle regole. Non si difende, non accusa. Ti porta su un terreno irrazionale in cui ostinarsi a voler essere giusti significa fare la parodia della giustizia. E' un sedizioso, Claudia, ed è colpevole. Ma hai continuamente l'impressione che non sia questo il problema. E ti senti stupido, impotente...un carnefice! E' pazzo, Claudia. E se non è pazzo non capisco più niente, non capirò più niente.
CLAUDIA - (Dopo una pausa) C'erano anche dei soldati romani stanotte a prenderlo?
PILATO - (Si scuote) Eh?...Si, ma non sono intervenuti.
CLAUDIA - E' tutto quello che sai?
PILATO - Perché, cosa c'è ancora?
CLAUDIA - TRu sapevi che l'avrebbero arrestato?
PILATO - No, pensavo che mi avrebbero chiesto l'autorizzazione.
CLAUDIA - Chi l'ha ridotto in quello stato?
PILATO - La polizia del Sinedrio, non i nostri.
CLAUDIA - L'hai guardato negli occhi?
PILATO - Claudia, non guardarmi come se fossi un barbaro irresponsabile. Sono io che voglio chiederti una cosa. L'avevi mai visto prima d'ora?
CLAUDIA - L'avevo visto una volta sola.
PILATO - Quando?
CLAUDIA - Martedì scorso, passando davanti al Tempio...
PILATO - Da sola?
CLAUDIA - Cestia era con me. C'era una grande folla, mi sono avvicinata. Stava parlando, ma era di spalle, in piedi.
PILATO - Perché non me l'hai detto? Perché noi due  non abbiamo mai parlato di queste cose? Che diceva?
CLAUDIA - Gridava "Cadaveri viventi!"
PILATO - A chi gridava?
CLAUDIA - Non lo so.
PILATO - E sei rimasta colpita?
CLAUDIA - Si, ma non per quello che diceva. Non capivo bene e anche se capivo non riuscivo a collegare quello che diceva con me stessa, con la mia vita. Forse perché anch'io sono un cadavere vivente. Forse lo siamo tutti. Le nostre superstizioni, la nostra cupidigia, i nostri egoismi, la pace romana...Come se la vita durasse all'infinito...Non so, ho provato vergogna. Ea solo in mezzo a quella gente che non capiva, come me. Era lontano e solo. E anche miserabile e odioso. IO non ero con lui quella mattina, nessuno era con lui, nemmeno i suoi, credo. Tutti lo temevano soltanto, come me.
PILATO - Cerca di ragionare, Claudia. Tu hai una mente limpida. Tutto quello che quell'uomo diceva va visto in rapporto a questo paese. E questo è un paese tetro, Claudia. Qui noi non siamo liberatori, siamo oppressori. A questa gente non abbiamo lasciato altro che la religione, come diversivo e come consolazione. Basta andare per le strade per vedere la gente che si strappa i vestiti intorno a un pezzente qualunque in preda a delirio profetico! E' il loro modo di protestare contro di noi, gli invasori, e di nutrire sotto sotto speranze insensate.  Quest'uomo, Yesciua, non è che lo strumento consapevole di questa protesta. Perciò è politicamente pericoloso. E' inutile che mi guardi così, non so cos'altro dirti. Quello che mi ha colpito di più è il modo in cui parla della morte. Parla della morte come della vita. E' un irresponsabile. Ostenta il suo martirio. Sembra più un mago orientale che un filosofo o un maestro rabbinico.
CLAUDIA - Ascoltandolo scopri che potresti essere un altro. Non migliore o peggiore, diverso, semplicemente diverso. Sembra che la realtà si dilati. Poi ti accorgi che sei soltanto più solo, ma non infelice! Da dove credi che venga il suo coraggio?
 

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Altro / Re:Shylock - Monologo
« il: Maggio 16, 2014, 11:07:17 »
Se s'è sentita offesa dalle mie parole le chiedo scusa. La prego di credere che non era mia intenzione. Forse mi sono lasciato andare per amore di polemica, ma lungi da me l'idea di offenderla. Ora vediamo di mettere a punto qualche problema sul quale potremmo essere entrambi d'accordo. La storia la scrivono i vincitori, quindi la storia dell'Unione Sovietica vigente Stalin è stata scritta in un modo, vigente Putin in un altro, benché Putin sia stato sino alla fine capo del KGB, cioè il maggior fornitore di carne umana dei gulag. E fin qui credo che ci siamo. Che gli Stati Uniti abbiano finanziato la rivoluzione russa perché avevano interesse che la Russia continuasse la guerra contro la Germania, mi sembra piuttosto difficile da credere, visto che il primo atto della appena nata Repubblica dei Soviet fu un trattato di pace con la Germania. Ciò che più mi disturba nelle sue teorie è che si consideri l'ebraismo come il cancro del mondo intero. Badi bene, io non sostengo nessuna religione, a cominciare dalle tre cosiddette "dal libro": cattolicesimo, ebraismo, islamismo, in quanto le ritengo nate e cresciute su un fondo di violenza. Penso solo che non si può condannare un popolo per le aberrazioni dei suoi attuali dirigenti. Noi italiani dobbiamo essere condannati per le mussoliniane leggi razziali? Il popolo tedesco deve essere condannato in toto per i campi di sterminio? Non credo. Quanto agli israeliani di oggi dobbiamo condannarli tutti per quello che fanno i loro capi, a cominciare da quello che ha un cognome vagamente miagolante? Ho scritto, forse lei non l'ha letto, che gli israeliani di oggi si comportano con i palestinesi come si comportarono con loro i nazisti. Quanto al resto, il mio pensiero è che tutte le guerre e i genocidi del mondo attuale siano opera diretta o indiretta del capitalismo. Come sempre sono i ricchi, indipendentemente dalla religione che professano, che promuovono le guerra, ma sono i poveri a combatterle. Lei cita Fiamma Nirenstein, io potrei citarle Oriana Fallaci, due giornaliste di grande valore che su ceri argomenti hanno idee diverse. Le auguro un buona giornata.

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 16, 2014, 10:39:54 »
Penso sia stato per questioni tecniche.

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Altro / Re:Shylock - Monologo
« il: Maggio 15, 2014, 19:07:04 »

Ma lei lo sa che il Mein Kampf è stato scritto da Hitler nel 1923, almeno dieci anni prima che i nazisti andassero al governo e quasi venti anni prima che Hitler mettesse in opera l'operazione Barbarossa? La "soluzione finale" era dentro il cranio di Hitler fin dall'inizio della sua scalata al potere. La rivoluzione russa in tutto questo non c'entra per niente. Anzi, la Germania fu grata all'Unione Sovietica che appena fatta la rivoluzione firmò  la pace separata di Brest-Litovsk (credo  si scriva così) permettendo alla Germania di ritirare le sue truppe dal fronte russo per impiegarle in Italia e in Francia.

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Altro / Re:Pilato. Atto unico
« il: Maggio 15, 2014, 16:10:23 »
(VI) YESCIUA - Tu non avresti alcun potere se non ti fosse dato.
PILATO - Questa non è che una frase. Io so soltanto che chi deve decidere sono io. Oppure intendi dire che sono uno strumento del potere?
YESCIUA - Ti rispondi da solo.
PILATO - Ma tu che ne pensi?
YESCIUA - Non penso nulla.
PILATO - Non potresti almeno una volta parlare chiaro, senza enigmi?
YESCIUA - Il divino si è rivelato in me. Stanotte, agli ulivi, ho creato me stesso. Mi sono liberato. Ora sono uno col Padre e con la verità. Ora la divinità si è incarnata in me e sazierà tutti. Finché ci sarà un uomo sulla terra, egli avrà in se stesso il potere di essere libero di fare la sua vita come il pane si fa con le mani. Di fare la sua vita secondo natura. (Allarga le braccia e si rivolge al pubblico) Fate sana la vita. Scorrete come l'acqua, ,penetrate ogni atomo e la piaga si trasformerà in fiore. Ora, subito.
PILATO - Ora, subito? Ma cosa stai dicendo? No, lascia stare, le tue parole non mi riguardano. Sono certo che la tua esperienza non riguardi gli uomini...gli uomini "normali". Tu non sei normale, lo sai questo? (Pausa) Sei mai stato con una donna?
YESCIUA - Si, un tempo...
PILATO - Non ti credo. Tu sei un esseno e gli esseni praticano la castità. E ora pensi di essere perfetto?
YESCIUA - Non sono perfetto. E nemmeno innocente.
PILATO - Questo lo dici per consolarmi. (Ridacchia) Dammi retta, tu muori per niente. Tu non capisci niente degli uomini. Tu stai zitto o parli per enigmi. E il tuo silenzio è una provocazione, come le tue ferite. Sai che mi hai messo in un bel pasticcio? Si, perché fra me e te, il più forte sei tu, perché non hai paura di morire. Oppure hai paura? Dì la verità. (Yesciua tace. Pilato si rivolge al pubblico) La piazza era piena di gente. Gridavano tutti come invasati. Quelli del Sinedrio avevano sguinzagliato dei propagandisti fra la gente. Andavano in giro dicendo che il Nazareno, interrogato da me, aveva rinnegato i suoi e chiesto pietà. Bugie per sollevare ancora di più il popolo contro il Nazareno.
(Mentre Pilato parla, alle spalle di Yesciua entra Claudia Procula. Yesciua si volta a guardarla con un'espressione serena sul viso. Poi Yesciua rientra nell'ombra e in scena restano Claudia e Pilato).
PILATO - Claudia! (Dalla piazza arriva il grido A morte, a morte!) Perché sei venuta alla torre? Cos'è successo?
CLAUDIA - Uno della guardia mi ha detto che stanotte quelli del Sinedrio hanno fatto arrestare il Nazareno, perché dicono che vuole distruggere il Tempio. E' vero?
PILATO - Ne parleremo, Claudia, ne parleremo. Perché intanto non scendi in città? Ti faccio accompagnare?
CLAUDIA - No.
PILATO - No?
CLAUDIA - Voglio restare qui.
PILATO - Cos'è successo?
CLAUDIA - Ho paura.
PILATO - Per lui?
CLAUDIA - Per te.
PILATO - Per me?
CLAUDIA - Si, per te. Per noi. Per tutti noi. Ieri sera, quando me ne sono andata dopo cena, mi sono voltata a guardarti, ti ricordi? E tu mi hai sorriso. Ero felice, ero sicura di averti ritrovato dopo tanto tempo. Ti aspettavo in camera mia. Quando è venuto Rufo a dirmi che saresti rimasto nella torre perché avevi delle noie con quelli del Sinedrio. Ho sentito che stava per succedere qualcosa di molto grave. Volevo correre subito da te per dirti di stare attento, di non fidarti. Volevo rivedere il tuo sorriso...Invece è stato l'ultimo. Ora so che non mi sorriderai più così...lo so. (Continua)

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Altro / Re:Shylock - Monologo
« il: Maggio 15, 2014, 15:42:20 »
Lei ha detto bene: la storia è passibile di continue revisioni, ma i fatti restano. Lei ha citato persone e testi permeati di forte antisemitismo. Nella mia biblioteca ho molti numeri della rivista fascista "La razza", le posso assicurare che dicono più o meno le stesse cose che dice lei. Per quello che mi riguarda, non considero nemico nessun popolo, nessuna razza, nessuna etnia. Ritengo che ogni persona sia responsabile delle proprie azioni. Non ritengo colpevole il popolo israeliano per il comportamento dei suoi dirigenti verso i palestinesi. Nel secolo scorso due guerre mondiali sono state scatenate da dittatori cattolici. Nell'ultima guerra mondiale combattè anche una brigata ebraica a fianco degli alleati. Se poi vogliamo parlare continuamente di complotti giudaico-plutocratici, mi spiace, non ci sto.

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