Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Post - victor

Pagine: 1 ... 3 4 [5] 6 7 ... 27
61
Arte / Re:Galatea e Aci
« il: Novembre 12, 2020, 16:00:38 »

Leggendo le Metamorfosi di Ovidio, d’un tratto, mi sono tornati alla mente lontane immagini … lontani ricordi … miti … e storia … ma andiamo con ordine …

Galli e Galati

Nelle sue “Storie” Diodoro Siculo scrivendo dell'origine dei Galli ci dice che:

“Nella Celtica in antico era sovrano un uomo illustre, che ebbe una figlia di una statura fuori dalla norma e che, quanto ad avvenenza, superava tutte le altre ragazze. Ma costei, insuperbita per la propria forza fisica e la meravigliosa avvenenza, rifiutava ogni pretendente che la chiedeva in moglie, poiché pensava che nessuno di costoro fosse degno di lei.

“Poiché, nel corso della sua spedizione contro Gerione, Eracle arrivò nella Celtica e vi fondò la città di Alesia, la ragazza, vedendo Eracle ed ammirandone il valore e la superiorità fisica, ne accettò gli abbracci con tutto l’ardore, in quanto anche i suoi genitori avevano dato il loro consenso.

“Unitasi con Eracle generò un figlio di nome Galate, che superava di molto gli uomini della tribù in qualità d’animo e in forza fisica; quando si fu fatto adulto e succedette sul trono dei suoi padri, si assicurò il possesso di ampia parte del territorio confinante e compì grandi imprese di guerra. Divenuto famoso per il suo coraggio, chiamò i suoi sudditi Galli o Galati, dal proprio nome, e da lui prese nome tutta la Gallia”.


Ancora un altro mito: Galatea, Aci e Polifemo

Tutti conoscono la storia di Aci e Galatea, ma non tutti sono a conoscenza della fine …
Aci era un bellissimo e giovane pastore siciliano (aveva 16 anni) amato dalla ninfa Galatea, figlia di Nereo e di Dioride, la quale per lui aveva sdegnosamente respinto l'amore di Polifemo. Avendo però questi sorpreso l'amoroso abbandono dei due amanti, in un accesso di furore, staccato un pezzo di rupe, lo scagliò addosso al rivale uccidendolo. La ninfa ottenne da Poseidone che l'amato fosse trasformato nel fiume omonimo, che oggi scorre sotterraneo nei pressi di Acireale.

Morto Aci, a Galatea non restò altro che lasciarsi consolare da … Polifemo … anche se era “bruttissimo e dal pelo ispido”.

In effetti, da quanto ci narra Ovidio nelle Metamorfosi, Polifemo fece proprio di tutto per ingraziarsi Galatea. Le diceva:

“… Abbi solo un po' di pietà e ascolta, ti supplico, le mie preghiere: a te sola mi sono prosternato. Io che disprezzo Zeus, il cielo e il fulmine che tutto penetra, temo solo te, Nereide: peggiore del fulmine è l'ira tua.

… O Galatea, più candida di un candido petalo di ligustro, più in fiore di un prato, più slanciata di un ontano svettante, più splendente del cristallo, più gaia di un capretto appena nato, più liscia di conchiglie levigate dal flusso del mare, più gradevole del sole in inverno, dell'ombra d'estate …

… più amabile dei frutti, più attraente di un platano eccelso, più luminosa del ghiaccio, più dolce dell'uva matura, più morbida di una piuma di cigno e del latte cagliato, e, se tu non fuggissi, più bella di un orto irriguo; ma ancora, o Galatea, più impetuosa di un giovenco selvaggio, più dura di una vecchia quercia, più infida dell'onda, più sgusciante dei virgulti del salice e della vitalba …

… più insensibile di questi scogli, più violenta di un fiume, più superba del pavone che si gonfia, più furiosa del fuoco, più aspra delle spine, più ringhiosa dell'orsa che allatta, più sorda dei marosi, più spietata di un serpente calpestato, e, cosa che più d'ogni altra vorrei poterti togliere, più veloce, quando fuggi, non solo del cervo incalzato dall'urlo dei latrati, ma del vento che soffia impetuoso! …”


Certamente, come possiamo vedere, Polifemo non lesinò complimenti, né lusinghe … e alla fine … riuscì nel suo intento … Galatea cedette (forse anche per mancanza d’altro …) e la leggenda ci racconta come insieme a Polifemo generò una moltitudine di figli, che formarono una stirpe di alta statura e di notevole forza … Questa stirpe fu chiamata Galatesi (in greco Galatai).

Fino a qui il mito … anzi due miti.

Ed adesso passiamo alla storia: i Galli in Italia.

Plutarco racconta che i Celti, avrebbero lasciato il loro territorio d’origine per motivi demografici, in cerca di nuove terre in grado di sfamarli. La migrazione di decine di migliaia di persone avvenne principalmente su tre direttrici: un gruppo si diresse verso nord (verso la Scandinavia, questi poi divennero i Vichinghi); un secondo gruppo verso ovest, la regione compresa fra i Pirenei e le Alpi (grosso modo l’attuale Francia centro-meridionale; questi furono i Galli), un terzo gruppo si diresse verso sud (i Balcani, la Tracia e l’Anatolia).

Plutarco ci dice anche che, avendo i Galli (della zona francese) gustato il vino prodotto in Italia (introdotto dai Greci) ne rimasero così deliziati da diventarne folli (ἔκφρονες), tanto da migrare in Italia, la terra che offriva un prodotto del genere, e stabilirsi nella pianura padana (Gallia Cisalpina).

Tale testimonianza è confermata anche da Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, XII 2).

Brenno e il sacco di Roma

Nel 390 a.C. Brenno partì dalla Gallia Cisalpina con un esercito verso il Lazio. Giunto alle porte di Roma sconfisse le milizie Romane, e impose il pagamento di un duro tributo (mille libbre d’oro). Ma l’intervento di Furio Camillo (“non con l’oro, ma col ferro si difende la patria”) riuscì a capovolgere le sorti della guerra e a sconfiggere i Galli.

Dopo la sconfitta la maggior parte dei Galli ritornarono nelle terre di partenza, tranne alcuni gruppi che invece si diressero verso sud e fondarono alcune città che da essi presero il nome di Galati (una si trova in provincia di Reggio Calabria (vicino Brancaleone) e due in provincia di Messina (Galati Mamertina e Galati Marina).

Questi Galli, venuti a conoscenza della leggenda di Polifemo e Galatea se ne appropriarono e la utilizzarono per nobilitare la loro stirpe.

Victor

62
Arte / Re:Galatea e Aci
« il: Novembre 12, 2020, 15:50:31 »

Oh … Doxa! …

Che bel regalo hai fatto agli Zammiani ed a me in particolare.

Che bellissime immagini.

Sei partito da Villa Farnesina. Ce l’hai mostrata e descritta con tutta la sua storia e ci hai mostrato anche il dipinto di Raffaello che rappresenta il trionfo di Galatea dipinto su una parete, che non conoscevo, assieme a quello di Polifemo del pittore Sebastiano del Piombo.

Poi hai anche inserito due bellissime immagini della città di Acireale (in precedenza avevi parlato di tutti i comuni e le frazioni che portano il nome Aci che si trovano nella zona). Ovviamente conosco bene la zona (quello che mostri è il cancello d’ingresso della Villa Belvedere di Acireale) e la statua di Aci e Galatea che si trova nella fontana della villa e che è una copia dell’originale che sta nella biblioteca Zelantea.

Anch’io ho scritto qualcosa su Aci e Galatea e la riporto.

Victor

63
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:Tenacia & Testardaggine.
« il: Novembre 11, 2020, 18:16:05 »

Nel quarto gradino della sua Scala (a cominciare dal basso) Maslow pone l’autostima, l’autoaffermazione. Si tratta di un bisogno naturale, presente, in tutti gli esseri umani, anche se in maniera più accentuata.
Ribadisco che questo bisogno è assolutamente naturale, come il bisogno di mangiare, di bere, di fare sesso. È innato cioè è presente in tutti gli esseri (umani ed animali) anche se in maniera assolutamente differente.

Quindi il gene dell’autoaffermazione è presente in tutti. Ma nel nostro DNA sono presenti una infinità di geni che a seconda del bisogno individuale ci spingono ad agire in maniere molto differenti. Ecco, a mio avviso, il motivo per cui lo stesso gene in alcuni esseri umani stimola dei comportamenti che possono essere definiti “tenacia”, mentre in altri esseri umani possono essere definiti “testardaggine”.

Sono il complesso dei geni presenti nel nostro DNA e gli eventi cui andiamo incontro nella nostra vita che determinano sia il nostro comportamento come pure i risultati che da questo derivano (favorevoli o sfavorevoli).
Ribadisco che il termine favorevole o sfavorevole si riferisce al “singolo soggetto” in quanto possono avere effetti diversi nei confronti “dell’altro” che può essere persona o ambiente.

La natura ha creato tutto in maniera che sia mantenuto un equilibrio generale e costante. Un esempio di questo equilibrio naturale sono i predatori e le prede. Se uno dei due nuclei aumenta o diminuisce anche l’altro aumenta o diminuisce per mantenere costante questo equilibrio.

Quello che rompe l’equilibrio della natura è sempre l’essere umano!

Victor.


64
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:Tenacia & Testardaggine.
« il: Novembre 11, 2020, 18:14:49 »

Io sono un ammiratore di Maslow, lo reputo un grande, anche se, non so per quali motivi, da molti psicologi e filosofi è ignorato. Egli, con la sua Scala (piramide) dei Bisogni ha dato una chiara spiegazione del comportamento umano.

Nel corso di laurea in medicina lo studente comincia a studiare l’eziologia delle malattie (cioè la “causa” che le determina), poi passa a studiare la patologia (le alterazioni che ne conseguono), e infine dalla sintomatologia (i disturbi che la malattia causa) scaturisce la terapia.

La Scala di Maslow, può essere definita l’eziologia delle alterazioni psichiche.
I vari gradini della Scala di Maslow (i nostri bisogni) stanno all’origine dei nostri comportamenti normali o deviati (io posso rubare perché non ho come dare da mangiare ai miei figli). È necessario capire perché io agisco correttamente o in maniera deviata. Questo è il motivo per cui ritengo questa scala di grande importanza.

Victor

65
Pensieri, riflessioni, saggi / Tenacia & Testardaggine.
« il: Novembre 11, 2020, 18:13:43 »

Tenacia & Testardaggine.

Tenacia. Fermezza e perseveranza nei propositi e nell’azione.

Testardaggine. Ostinazione pervicace e irragionevole. Sfiducia preconcetta negli altri.

Entrambi questi caratteri dipendono dal DNA di ciascun essere umano.
Personalmente ritengo che sia lo stesso “gene” che li determini, ma che si sviluppi verso direzioni (azioni) diverse sia in conseguenza di altri geni presenti o assenti nel nostro DNA, come pure in conseguenza degli eventi con cui il soggetto si confronta nel corso della sua vita.

In Natura nulla è positivo o negativo, tutto è ambivalente. Ogni evento (lo stesso evento) può prendere percorsi che hanno in un soggetto conseguenze per lui positive (fortunate) e in un altro negative (sfortunate).

Victor

66
Letteratura che passione / Re:Moby DIck
« il: Ottobre 29, 2020, 18:38:00 »

Ciao, mr.blue,

Hai pienamente ragione! Ho provato anch'io un po' di tempo fa a leggere l'edizione originale e, malgrado la mia testardaggine non sono riuscito ad andare avanti.

La tua definizione "Una palla pazzesca!" è esatta.

Victor

67
Parliamo di... scrittura / Re:Autobiografia
« il: Ottobre 28, 2020, 07:38:31 »

Neanche a farlo apposta!!!


68
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:Osservazioni (sui capelli rossi).
« il: Ottobre 27, 2020, 15:55:10 »

Buongiorno Vault,

Noi ancora non ci siamo incontrati, però ho piacere di giocare anch'io.

La mia graduatoria è la seguente:

Blu           - 30
Verde       - 20
Rosso       - 15
Giallo       - 15
Indaco     - 10
Arancione -  5
Violetto    -  5

Totale     - 100

Un saluto a tutti
Victor

69
Cassonetto differenziato / Cosa mi è capitato oggi
« il: Ottobre 24, 2020, 16:32:17 »

Cari amici,

In questo Topic vi racconto quello che mi è successo oggi e come ho reagito.

Oggi, 24 ottobre 2020, sono le ore 9,25.

Sono rientrato a casa da alcuni minuti, il tempo di riprendere fiato, prendere un foglio di carta e una penna e mettermi a scrivere la seguente Lettera di Reclamo.

Mi chiamo C. V. ed abito a Xxxx, Via Yyyy.

Mi è stata spedita una Raccomandata ed il mittente mi ha comunicato il suo numero di protocollo postale per poter seguire sul sito “Poste.it” il suo iter di lavorazione la cui stampa è allegata alla presente lettera.

Preciso subito che al mio indirizzo esiste il servizio di portineria che è attivo tutti i giorni sia di mattina che di pomeriggio.

Da come di evince dallo Stato di lavorazione del Sito delle Poste Italiane la raccomandata doveva essere consegnata giovedì 22 ottobre. Ma nulla è pervenuto, anche se il portiere asserisce (ed è vero) che non si è allontanato dalla portineria. Non è stato consegnato neanche il modello 26 che viene lasciato quando il destinatario è assente.

Il giorno seguente, venerdì 23 ottobre, sempre sul sito delle “Poste.it” risulta che la Raccomandata è disponibile per il ritiro presso l’ufficio postale di Via C.

Cerco di capire. Dunque:
- giovedì 22 era “in consegna”;
- venerdì 23 era “disponibile per il ritiro” presso l’ufficio postale di Via C.;
- il portiere dello stabile non ha visto nessun postino e non ha ricevuto nessun avviso.

La mia deduzione è che l’ufficio che doveva effettuare la consegna, non l’ha effettuata e l’ha passata direttamente all’ufficio postale di competenza, dove il destinatario (cioè io), previo nuovo avviso, avrebbe dovuto recarsi per il ritiro (questo avviso non c’è stato di bisogno in quanto ho seguito l’iter della lettera controllando il sito).

Mi informo con amici dipendenti dalle Poste quale è l’ufficio che avrebbe dovuto provvedere alla consegna della Raccomandata. Questi mi confermano ciò che io già immaginavo che l’Ufficio in questione è quello di “S.G.”. E sorridendo aggiungono “fanno schifo”, “sono un branco di fannulloni”, e via di questo passo!

Devo aggiungere che l’anno scorso con un’altra Raccomandata era successo un episodio perfettamente analogo. Dovevo ricevere un’altra Raccomandata e non ricevendola mi sono informato tramite amici ed ho appreso che era giacente presso l’ufficio S.G. Ci sono andato e l’impiegata ha ammesso che la Raccomandata si trovava nel suo ufficio, ma non voleva consegnarmela in quanto non avevo il modello 26 (questo modello attesta che il postino è passato e il destinatario non era presente). Ho dovuto chiamare il 113 e con l’arrivo della Polizia (che ringrazio per la sua efficienza e per la sua attenzione al cittadino) la Raccomandata mi è stata consegnata.

Ma torniamo alla raccomandata odierna.

Questa mattina, sabato 24, mia figlia (in quanto io sono invalido) si è recata all’Ufficio postale di Via C. con la mia delega (che allego alla presente lettera di reclamo), con fotocopia del mio documento di identità, e per maggior scrupolo anche con il mio documento originale ed ha chiesto all’impiegata dello sportello di ritirare la Raccomandata.

L’impiegata ha richiesto (a sua volta) l’avviso rilasciato dal portalettere (il modello 26). Mia figlia ha risposto che nessun avviso era stato lasciato al portiere e che avevamo appreso della sua giacenza presso quell’ufficio tramite il sito delle Poste.it, come si poteva evincere dalla mia delega.

E qui mi viene alla mente che avendo io fatto la delega proprio sulla stampa ricavata dal Sito Poste.it con l’iter della Raccomandata, questa documentazione evidenziava proprio l’imbroglio commesso dall’Ufficio Recapiti. E, per evitare di mettere agli atti questo documento rivelatore, è avvenuto quello che si evince dalla continuazione del mio racconto.

L’impiegata si è alzata ed è andata dalla Direttrice dell’Ufficio.

La Direttrice (in verità con parole e comportamento molto gentile) ha detto a mia figlia che in assenza del modello 26 doveva essere in possesso di una procura legale (!) in alternativa la raccomandata poteva essere consegnata esclusivamente al destinatario (cioè a me) e quando mia figlia ha specificato che ero invalido, la direttrice le ha detto che mi avrebbe favorito non facendomi rifare la fila per l’attesa.

Ma guarda quanta cortesia! Che questa cortesia fosse interessata?

Mia figlia è tornata a casa, mi ha portato in Ufficio e così la Raccomandata mi è stata consegnata.

Alla mia richiesta di chiarimenti la Direttrice mi ha ripetuto quanto aveva detto a mia figlia (cioè che per consegnarla a lei era necessaria una procura legale) ed ha precisato che queste sono le “disposizioni”.

Di fronte ad una tale dichiarazione fatta dal Direttore dell’Ufficio, che a tutti gli effetti è un’autorità, l’utente ha poco o nulla da obiettare. Io mi sono sentito come un vaso di coccio di fronte ad un vaso di ferro!

Ora, tornato a casa, mi pongo diverse domande.

La prima è la seguente. È possibile che un ufficio pubblico (mi riferisco a quello di S. G.) possa agire ripetutamente in maniera scorretta senza che nessuno controlli, nessuno se ne accorga e intervenga?

La seconda domanda che mi pongo è la seguente. Accettando che quanto dichiarato dalla Direttrice corrisponda a verità, è possibile che in un ufficio pubblico esistano delle disposizioni così assurde?

La terza domanda che mi viene alla mente è la seguente. Queste disposizioni sono scritte oppure sono tramandate per “consuetudine”? Se sono scritte sono state emanate dalla Direzione locale oppure da quella Generale? Il Ministero (o meglio la burocrazia del Ministero) è a conoscenza di tutto ciò?

Sono entrato nel sito del Ministero dello Sviluppo e delle Comunicazioni. Le prime parole che ho incontrato sono “Amministrazione trasparente” e “Registro della trasparenza”.

Accipicchia! Questa è trasparenza?!
O forse è presa per i fondelli del cittadino utente?!

Prima di andar via ho chiesto alla Direttrice un modulo di reclamo e me lo ha consegnato.

Ho compilato il modulo ed ho allegato la seguente descrizione dei fatti.

Ne ho fatte varie copie che ho consegnato o inviato a:
- Ufficio Postale di Via C.
- Direzione Provinciale Poste Italiane.
- Direzione Territoriale Regionale.
- Poste Italiane Spa. Viale Europa 190. 00144 Roma.
   Direttore Generale – Matteo del Fante;
   Consigliere – Giovanni Azzone;
   Consigliere – Bernardo De Stasio;
   Consigliere – Daniela Favrin;
   Consigliere – Davide Iacovoni;
   Consigliere – Mimi Kung;
   Consigliere – Elisabetta Lunati;
   Consigliere – Roberto Rossi;
   Pierangelo Scappini – Responsabile Risorse umane e Organizzazione.
Alla Stampa.
Alla Procura della Repubblica.
Ai Politici.

Post Scriptum.

Inviare copia di questa Lettera di Reclamo alla Procura della Repubblica ed alla Direzione Generale di Poste SPA, può apparire eccessivo data la poca importanza del caso.

“De minimis non curat praetor”.
Ed io lo riconosco, questo mio caso è di poca importanza.

Ma, se per caso, questo mio problema fosse soltanto la punta di un iceberg?

Se fosse uno dei dieci, cento, mille soprusi che il cittadino utente subisce ogni giorno in tutta Italia dalla Pubblica Amministrazione ed accetta in silenzio per il quieto vivere?

Oppure tollera, borbottando tra sé e sé solo perché non sa come reagire e a chi rivolgere le sue rimostranze?

Oppure ancora, perché pensa che il suo reclamo o la sua protesta sia soltanto una “vox clamans in deserto”, (o se preferite “clamantis”) cioè una voce che grida nel deserto, che non viene presa in considerazione?

E in verità questo dubbio è passato anche nella mia mente.

Ma la speranza è ultima a morire.

Victor


70
Cogito ergo Zam / Re:foliage
« il: Ottobre 23, 2020, 18:12:29 »

Ciao, Doxa

Caspita che bel racconto illustrato dell'autunno!

Quante bellissime foto!

I colori dell'autunno mi hanno sempre affascinato. In questa fase della mia vita continuano ad affascinarmi, ma mi producono tristezza ...

Noto con piacere che anche tu, come me, sei un amante della natura.

E poi ... anche le tue poesie!

Complimenti anche per queste.

Ciao, Victor

71
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:IO, ES, SUPER IO
« il: Ottobre 23, 2020, 17:32:48 »
Non è da oggi che si pone il problema tra "essere" o "apparire".

Essere significa "possedere" una identità culturale, professionale, scientifica, ecc.

Apparire significa soltanto mettersi in mostra. E chi manca di cultura, di professionalità, riesce a farlo anche nella maniera peggiore.

La maggior parte delle persone ignorano questa differenza. Temo che sia proprio mancanza di cultura.

Ciao, Platino.

Cosa ne pensi di ciò?

Grazie per l'intervento.

Victor

72
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:IO, ES, SUPER IO
« il: Ottobre 22, 2020, 22:09:43 »

Un post scriptum per Doxa.

Conosco quelle bellissime zone del lago Maggiore. Da quelle parti ho dei parenti.

Ciao.

73
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:IO, ES, SUPER IO
« il: Ottobre 22, 2020, 22:03:28 »

Ciao, Doxa,

Mentre io scrivevo la risposta a Mr.blue tu hai inserito il tuo post.

E io ti sono molto grato in quanto tu, da professionista hai integrato e completato meravigliosamente ciò che io avevo esposto da dilettante. Ancora grazie.

E rispondo anche alla tua introduzione. E' apprezzabile la tua generosità nei confronti del sito: tu dai senza aspettarti riconoscimenti. Questa è generosità pura.

L'intento del mio prologo, in verità, era un'altro: era (ed è) desiderio di suscitare risposte e discussione per animare questo sito. Intento, anche il mio, come il tuo, disinteressato.

Ormai, come ho già detto, sono avanti negli anni e non cerco più "interesse" da parte delle "amate lettrici". Invece partecipare ad una bella ed interessante discussione mi farebbe molto piacere.

Ciao, Doxa, un caro saluto
Victor

74
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:IO, ES, SUPER IO
« il: Ottobre 22, 2020, 21:31:27 »
Ciao, Mr.Blue,

Innanzitutto grazie per aver rotto il ghiaccio con il tuo intervento molto pertinente.

Tu, giustamente, dici che oggi "l'affermazione dell'Io viene esasperata per il "bisogno di apparire attraverso i social network".

Non è da oggi che si pone il problema tra "essere" o "apparire".

Essere significa "possedere" una identità culturale, professionale, scientifica, ecc.

Apparire significa soltanto mettersi in mostra. E chi manca di cultura, di professionalità, riesce a farlo anche nella maniera peggiore.

La maggior parte delle persone ignorano questa differenza. Temo che sia proprio mancanza di cultura.

Oggi, salire sul palcoscenico è abbastanza facile. Ci salgono sia gli attori (pochi) e anche le comparse (molte).

Mi piacerebbe sentire il pensiero di Doxa in merito.

Mr.blue, hai citato anche Maslow. Come tu giustamente dici gli ultimi due gradini della sua scala sono l'affermazione sociale e l'autorealizzazione. Ma queste si realizzano soltanto con l'essere, non si realizzeranno mai con l'apparire, o con i cuoricini, o con i like.

Concordo pienamente con quanto tu affermi in riferimento ad Alfred Adler.

Ciao,
Victor

75
Pensieri, riflessioni, saggi / Re:IO, ES, SUPER IO
« il: Ottobre 22, 2020, 10:10:42 »

Cartesio ci ha parlato dell’IO (in quanto mente pensante) e del suo rapporto con il NON IO (cioè il mondo esterno) con cui l’Io entra in contatto.

Platone e tanti altri filosofi che l’hanno seguito ci hanno parlato dell’Etica che in certo qual modo condiziona il nostro pensiero e il nostro operato.

Freud, a mio avviso, ha centrato il problema. Ha parlato di tre entità in continuo “dialogo-conflitto” tra loro: IO, ES, SUPER IO.

Ritengo sia importante dare una configurazione a queste tre entità.

Io, Victor, interpreto il pensiero di Freud nella seguente maniera.

IO – È il singolo essere umano che agisce, composto di “Soma e Psiche”. In fondo è l’Io di cui ci ha parlato Cartesio.

ES – È l’Etica, di cui ha parlato Platone. Riporto la definizione che ce ne dà Kant, che condivido pienamente, perché semplicissima e chiarissima, rispetto a tante altre definizioni che sono state date nel corso dei secoli dai vari Filosofi.

Secondo Kant Etica è “Agire secondo Natura”.

Attenzione a non confondere l’Etica con la Morale. Sono due concetti simili, ma non identici. Mentre l’Etica è universale, la Morale è confessionale, cioè sono regole di comportamento specifiche di ogni credo religioso.
Cioè la religione Cattolica ha una sua Morale, come pure l’Islam ha una sua morale, e anche il Buddismo e tutte le altre religioni hanno una propria Morale.

SUPER IO – Di questa istanza “intrapsichica” Freud dà una spiegazione molto complessa. Poiché io amo le spiegazioni chiare e semplici, anche se necessariamente non sempre riescono ad essere esaustive, definisco il “Super Io” di Freud come “affermazione della propria personalità” (ovviamente nella forma più completa: intellettuale, fisica, sessuale, ecc.).

Perché ho aperto questo Topic?

Quando apro un giornale, quando accendo la televisione, noto con un certo disappunto che in quest’ultimo periodo della mia (lunga) vita mi trovo ad assistere a dei conflitti e a delle polemiche accentuate che qualche volta si trasformano anche in scontri fisici.

È vero che (sempre per motivo della mia lunga vita) durante e dopo la Guerra (mi riferisco alla Seconda Guerra Mondiale) ho assistito a scene di violenza, ma quei saccheggi erano dettati da motivi di sopravvivenza e non si svolgevano contro le persone, ma erano dettati dal bisogno di procurarsi dei beni alimentari. E nel mio pensiero hanno una giustificazione.

Ma, oggi, a mio avviso, i motivi che spingono le persone alla polemica ed alle aggressioni verbali sono dettati dal desiderio di affermazione della propria personalità. Al Super Io descritto da Freud.

Questo comportamento umano mi rattrista.

È vero che ogni essere umano cerca di affermare la propria personalità, e Sigmund Freud ci dice che questo desiderio è fondamentale nel comportamento umano.

Anche Abraham Maslow (filosofo americano poco conosciuto, ma che io ammiro moltissimo) nella sua opera “La scala dei bisogni” ci parla del bisogno “di riconoscimento” che ciascuno di noi ricerca da parte degli altri.

E di conseguenza io penso che sia assolutamente giusto che ogni essere umano aspiri alla propria affermazione, ma “est modus in rebus” c’è un limite in tutte le cose!

Cosa ne pensate?
Victor

Pagine: 1 ... 3 4 [5] 6 7 ... 27