Dopo anni dal terremoto… troppi… finalmente era stato loro assegnato, a marito e moglie, un appartamento in condominio popolare.
Felici avevano scasato dal sottano dove vi avevano abitato per anni insieme almaiale, le galline… e qualche gatto entrato di notte dal gattarulo.
Ora un appartamento con cesso e servizi… e anche una stanza di troppo per una coppia senza figli E così decisero, moglie e marito, di darla in fitto, la stanza sovrabbondante, ad uno studente.
Era estate.
La natura si era risvegliata prepotente e stimolava tempeste ormoniche soprattutto nella moglie… nel marito poco e niente, muort’ r’ fatìa com’era… così fu gioco il sorgere di un idillio tra padrona di casa e studente. Il paese era piccolo, sonnolento, ma soprattutto ansioso di novità… meglio se piccanti.
Bisognava usare prudenza.
Le notti erano bollenti, e nell’appartamento, mal coibentato, non era facile lasciarsi andare a un buon sonno ristoratore.
Il marito soprattutto si lamentava:
“M’gliera mia! Come m’ la chiagne la frishcura r’ lu suttan’!”.
Comunque per tenere vivo l’idillio con lo studente, e avere qualche momento di intimità, non era, per gli amanti, impresa facile. Occorreva strizzare bene le meningi per trovare un qualche rimedio. La signora però era ingegnosa e rapidamente trovò la soluzione: praticò nel muro divisorio con la stanza ceduta allo studente amante un foro.
L’operazione peraltro le risultò molto facile, dacché i muri delle case popolari sono da sempre così sottili… quasi carta v’lina.
Quando marito e moglie andavano a letto e si ingaggiava la lotta tra caldo e sonno, la signora ogni sera si recava al muro col buco.
“M’gliera mia, p’cché vai a lu mur’?”
“Ah!, là ci staje ‘na bell’aria ca m’arr’freshca!”.
Si metteva in posa acconcia, la signora, e diceva di trovare gran refrigerio dalla corrente d’aria, mentre lo studente dall’altra parte del muro controllava, e, pronto immediatamente, appositamente la raggiungeva attraverso il buco con reciproca soddisfazione.
La donna tornava a letto, soddisfatta e rilassata, e dormiva tutta notte.
Visti i risultati, il marito una sera volle provare e si pose al muro nella posa acconcia. Lo studente, visto il buco che si oscurava, accorse eccitato per rinfrescarsi a modo suo.
Ma!... A?…
“M’gliera mia! L’aria ca a te t’arr’freshca, a me...”.