Autore Topic: Christmas effect  (Letto 1748 volte)

Doxa

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Christmas effect
« il: Dicembre 28, 2013, 08:29:12 »
“Christmas effect”

“Tempo di Natale”: genitori, figli, fratelli, parenti si riuniscono per  festeggiare in allegria, ma ci sono molte persone che preferiscono o sono costrette a rimanere sole. E  la solitudine  sociale che viene subìta e  non scelta spesso provoca la sofferenza psicologica: malinconia, depressione, difficoltà a mantenere i legami affettivi che gradualmente perdono di intensità, con conseguente chiusura in se stessi  e tentativi di suicidio. 

Le persone “coraggiose” preferiscono rimanere sole anziché festeggiare con persone a loro  antipatiche. Evitano i cosiddetti “cenoni” oppure i pranzi  di Natale e di Capodanno  che obbligano ad una forzata cordialità ed allegria.
 
Sui comportamenti degli italiani durante il tempo di Natale ci sono numerose indagini psicosociali che consentono di raggruppare la popolazione in 4 categorie con sottogruppi:

1) tradizionale – familistico;

2) critico – negativo;

3) edonistico – consumistico;

4) apatico –accomodante.

Le 4 categorie non hanno nette delimitazioni ma permettono marginali sovrapposizioni tra un gruppo e l’altro.

1) tradizionale-familistico: questa categoria comprende quasi la metà della popolazione italiana. Vive le feste natalizie come occasione per rinsaldare i legami e gli affetti parentali, la coesione.
 
In questa tipologia si distinguono due sottogruppi:

a) Nel primo prevale il rimpianto per l’immagine tradizionale della famiglia patriarcale.

b) Nel secondo  ha rilevanza il significato religioso del Natale.

2) critico-negativo: chi si riconosce in questa categoria associa le festività natalizie con sentimenti di tristezza, noia, insofferenza...ma anche aggressività. In tali soggetti, comprendenti anche molti depressi, la festa contrasta con la solitudine interiore. L'allegria degli altri acuisce il carico di rimorsi, fallimenti, sventure. Non è un caso che i suicidi siano più frequenti in questo periodo dell'anno. Chi ha ferite spirituali che si sono aperte quando era bambino/a o adolescente soffre di più quando il calendario propone un ideale ritorno all’infanzia, ai regali. Come far comprendere alle “vittime” della depressione causata dalla festività natalizia che questa ricorrenza ha soltanto un significato religioso e non consumistico ?
La reazione aggressiva, invece, è spronata dalle ideologie o convinzioni personali: si condanna la costrizione ai regali, agli sprechi; si rifiuta la festa perché marginalizza i poveri.

3) edonistico-consumistico: questa categoria comprende circa un quinto della popolazione ed ha in comune con la precedente categoria un quasi completo e cosciente rifiuto dei significati tradizionali e religiosi del Natale. Le persone “edonistiche-consumistiche” sono attratte dalle vetrine dei negozi piene di merci e di luci, addobbate per le feste natalizie; si sentono gratificate nel fare gli acquisti, unirsi alla folla per le strade dei centri urbani.
Nell’edonistico-consumistico si distingue un sottogruppo, che del Natale ha un concetto gastronomico!
Aspettano questa festività come appuntamento per l’”abbuffata”, da preparare con cura nei giorni precedenti.

4) apatico-accomodante: i soggetti compresi in questa categoria sono una minoranza. A loro il Natale non suscita particolari emozioni, tuttavia per il bene della famiglia si conformano all’agire degli altri.
Si suppone che se queste persone si sentissero libere di agire secondo le proprie convinzioni non si discosterebbero dalla categoria dei critici-negativi.

Doxa

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Re:Christmas effect
« Risposta #1 il: Dicembre 28, 2013, 18:57:33 »
Non dici nulla di nuovo (come al solito), dottò, è una notizia apparsa sui mass media in questi giorni.

Io aggiungerei un’altra categoria: l’atteggioso –superiore, cioè colui che, specie in queste festività o in determinate circostanze, si rtiene superiore e sprezzante, che non conosce la vera solitudine, ma appena la conosce si caca sotto. ;D

Meno male che in questo forum ci sei tu che ci inondi di novità, di primizie, di gentilezza..., "come al solito".

Devi distinguere tra solitudine cercata e solitudine subìta

Doxa

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Re:Christmas effect
« Risposta #2 il: Dicembre 29, 2013, 07:53:08 »
/2

Sono tante le persone che considerano piacevoli le festività natalizie, perché  hanno voglia di fare regali e di riceverli, di stare insieme con parenti ed amici, di guardare le  addobbate ed illuminate vetrine dei negozi, fare shopping. Ma sono anche tante le persone che nel tempo di Natale diventano depresse, vengono coinvolte dal “Christmas blues” dicono gli inglesi. La malinconia    compare con maggiore frequenza in chi soffre di solitudine psicologica o sociale, in chi ha carenze affettive, chi ha difficoltà economiche.

Nel tempo di Natale molti appaiono contenti, sorridenti, beneauguranti, altri, invece, pensano di non aver nulla da festeggiare, minimizzano le aspettative e pensano al Natale e al Capodanno come ricorrenze senza l’obbligo dell’allegria.   

Alcune ricerche psicosociali evidenziano che le riunioni conviviali di Natale e Capodanno  possono creare tensione se non si è  in armonia con i partecipanti.  Basta che uno dei convitati dica una frase capace di urtare la suscettibilità altrui e cominciano le  polemiche, si scatena  il proprio rancore represso, le proprie antipatie. Ogni partecipante diventa come una miccia accesa.
Per evitare discussioni, chi può permetterselo  preferisce andare in vacanza lontano da casa.   Chi è costretto a rimanere affronta con ansia il disagio, si isola psicologicamente.

Sono numerosi gli individui che evitano le dispute con i familiari in queste festività e preferiscono aiutare i conoscenti che hanno bisogno di compagnia, di solidarietà, di cure, di un gesto gentile. 

nihil

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Re:Christmas effect
« Risposta #3 il: Dicembre 29, 2013, 09:19:27 »
io credo di far parte di tutte e 4, di ognuna un pizzico ( tranne per il consumismo). dharmas ;D
Essendo atea, dal punto di vista religioso, trovo tutta una recita, però rimpiango il natale da bambina, quando credevo. Il ritrovo con i parenti più o meno graditi è come dare un colpo di spugna agli attriti e andare avanti, preparo il menù con coscienza e ispirazione. Mi piace fare regalini, cercando cose non eclatanti, ma che contengano attenzione per il ricevente. Mi piace meno riceverli, perchè penso che gli altri si sentano obbligati e infastiditi a dover pensare, cercare, spendere...quando potrebbero farne a meno.
Tutto sommato vivo il natale con fatica, detesto che bisogni per forza essere buoni e accomodanti, essere felici ( di che) e sorridenti. Penso a tutte le persone che sono in angoscia indipendentemente dal natale e provo rimorso ad essere nella media dei fortunati.
 
« Ultima modifica: Dicembre 29, 2013, 09:26:22 da nihil »

ectobius

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Re:Christmas effect
« Risposta #4 il: Dicembre 29, 2013, 11:31:36 »
Stra, come sempre documentato, preciso… vero.
Io, decisamente, penso di appartenere alla categoria dell’ “apatico- accomodante”, intimamente “critico negativo”. E mi hai fatto ritornare alla mente un antico Natale di festa! Quel Natale quando il nonno buono (che in realtà buono non era, ma solo un bonario) inequivocabilmente oltrepassò il confine della sua presunta bontà.
Era il Natale che mettevamo definitivamente alle spalle un periodo di preoccupazioni finanziarie.... ci stavamo risollevando da una condizione angosciante... si allontanavano gli spettri... e c’era apparecchiata una lunga allegra tavolata.
Il camino che di solito produceva più fumo che calore, e che veniva acceso solo a Natale, ora collaborava contenendo i suoi sbuffi a livelli tollerabili e regalava odori di buona legna e atmosfera di festa.
Il vecchio nonno era stato invitato ed era oggetto d’ogni premura.
Eravamo ancora dei ragazzi e aborrivamo perdere così che l’atmosfera era quasi chiassosa da frastornare il nonno, che, infatti, appariva meno complimentoso del solito Spesso ristava silenzioso, quasi assente, e si intuiva un che di forzato nel suo comportamento.
“Va avanti con gli anni!”. Questo pensavamo con indulgenza.
Ma infine il nonno sembrò non apprezzare qualcosa... o s’era troppo caricato. L’occasione per sbottare glie l’offriva una chiacchiera divertita sul mondo degli affari... Forse un po’ spregiudicata?… Non so!
Di botto si fece paonazzo e finì col bestemmiare La voce alterata in modo sgradevole e come concludendo un suo intimo discorso, che probabilmente aveva portato avanti per tutto il tempo di permanenza presso di noi.
Bestemmiò quasi urlando:

“IO SONO PIU’ ONESTO DI CRISTO!”.

Con questo ci etichettava tutti come disonesti.
Quale significato altrimenti attribuire a quella assurda frase? Quali vecchi sconosciuti rancori andava sfogando?... Invidia... Gelosia...?

Una stecca a fine di uno spettacolo di bontà condotto con la maestria di un mestierante… fino a quel giorno fino a quel momento.
Cosa di più triste può capitare in fine di una vita curata dietro una maschera?
Fischi e pernacchie, e uova e verdure marce da loggione, platea e palchi.
“Il re è nudo!!”.
Alla sua età l’abito bonario lacero e non più rattoppabile… un abito così stretto oramai da non poter essere più indossato, anche se lacero.
E oltretutto non aveva capito! Rimase imbronciato E il camino delle ore liete con scolpite le iniziali del “Principale” prese a rigurgitare da far lacrimare…  Si dovettero aprire le finestre!
Ma ci risparmiammo, almeno questa volta, l’ipocrito bavoso bacio sulla fronte!

Doxa

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Re:Christmas effect
« Risposta #5 il: Dicembre 29, 2013, 14:27:34 »
Bravo ecto, bella  la tua testimonianza e conferma dei dissidi familiari che possono “esplodere” nelle riunioni conviviali del tempo di Natale.

Anch’io appartengo alla categoria dell’”apatico-accomodante” innestato su talea del “critico-negativo”, ma a Natale do la mia disponibilità per dare unità alla famiglia, se possibile.  ;D

ectobius

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Re:Christmas effect
« Risposta #6 il: Dicembre 29, 2013, 16:16:34 »
Ma cos'ha capito, questa qui?

D@ffy

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Re:Christmas effect
« Risposta #7 il: Dicembre 29, 2013, 16:37:36 »
Ma cos'ha capito, questa qui?
Forse ha scambiato le palle del ciuccio per lampadine elettriche ;D

''sii come una papera. Calma sulla superfice dell'acqua e, sotto, sempre con le zampe in movimento.

ectobius

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Re:Christmas effect
« Risposta #8 il: Dicembre 29, 2013, 17:04:38 »
"A CHI SALUTA ANCORA CON UN BACIO".

Doxa

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Re:Christmas effect
« Risposta #9 il: Dicembre 30, 2013, 07:17:53 »
/3

Milioni di famiglie per creare in casa l’atmosfera festosa installano l’albero di Natale o allestiscono il presepio, se hanno spazio collocano le due simbologie, gli addobbi, le decorazioni, non manca il compact con le musiche e canzoni natalizie per offrire ai bambini un mix fiabesco, che può creare nostalgia o avversione nell'età adulta. Se per vari motivi subentra il disincanto, allora queste festività vengono considerate una forzatura, un rituale della tradizione che impone sorrisi, cordialità, elargizioni di auguri, pranzi, cene, brindisi e regali.

Molti detestano  i giorni festivi del Natale e del Capodanno, però partecipano alla “recita” collettiva, altri, invece si isolano, vengono coinvolti dalla malinconia, da una temporanea crisi depressiva, denominata, come già detto nel precedente post,  “Christmas blues”,  frase usata col significato di  “depressione natalizia”, che di solito finisce al termine delle  festività.  Tante delle persone che rischiano questo disagio  hanno sofferto in passato di depressione oppure hanno avuto esperienze negative  sentimentali e sociali che inficiano l’autostima. 



Concludo questo topic con una proposizione dello scrittore portoghese José Saramago (1922 – 2010). Nel suo libro “L’anno della morte di Ricardo Reis” scrisse che  “La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice.”

nihil

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Re:Christmas effect
« Risposta #10 il: Dicembre 30, 2013, 08:45:33 »
la solitudine certe persone se la creano con la loro poca empatia, e poi vogliono irrompere in altre atmosfere pretendendo di essere "accettabili". La solitudine deriva anche da credere di essere al centro del mondo, escludendo altri centri. >:(

ectobius

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Re:Christmas effect
« Risposta #11 il: Dicembre 30, 2013, 09:06:16 »
Ma perché quando non hai nulla da dire non taci?