Autore Topic: Giardino delle Esperidi  (Letto 538 volte)

Doxa

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Giardino delle Esperidi
« il: Novembre 26, 2018, 21:08:05 »


 Frederic Leighton: “Il giardino delle Esperidi”, 1892, National Museums Liverpool

Di questo pittore e scultore inglese della corrente artistica preraffaellita ne ho già parlato in un altro topic dove ho presentato due suoi noti dipinti: “Actea, la ninfa sulla spiaggia” e “Il pescatore e la sirena”.

Le Esperidi erano ninfe d’incerta genealogia ed incerto è pure il loro numero.

La leggenda delle Esperidi è descritta per la prima volta da Esiodo nella sua “Teogonia”.

I nomi più ricorrenti di quelle ninfe sono: Egle, Aretusa, Esperetusa (o Esperia) ed Eritea. Esse vivevano nell'estremo Occidente del mondo, e lì possedevano un meraviglioso giardino con un prezioso albero sul quale crescevano mele d'oro, dono di Gea (la Terra) per le nozze di Zeus con Era (Giunone). I pomi aurei simboleggiano la fecondità e l’amore.

Per non farli cogliere dalle Esperidi dall’amabile canto, Era ordinò al serpente Ladone dalle cento teste di vigilare, stando costantemente arrotolato attorno al tronco dell'albero.

Le figurazioni più antiche delle Esperidi giunte fino a noi sono sui vasi attici a figure rosse del V secolo a.C..

Le mele d'oro e il serpente Ladone sono gli attributi distintivi delle Esperidi, figurate come graziose fanciulle che il più delle volte compaiono in numero di tre. Rappresentate generalmente vestite, a differenza delle tre Grazie.