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Topics - piccolofi

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Cassonetto differenziato / Riflessioni sulla gelosia
« il: Maggio 16, 2012, 19:01:31 »
    (  Da una lettera a un amico )

     Ciao.
     Riflettevo sulla gelosia,
     prendendo lo spunto da quella della tua innamorata, della quale tu sembri stupirti fra le
     righe :  dici infatti che era gelosa di qualsiasi essere femminile, compresa tua figlia.
     Non entro nel merito del caso suo, ovviamente, ma spesso mi sono chiesta su cosa   
     esattamente poggi la gelosia viva, quella che puo' espandersi troppo.
     Sono arrivata alla conclusione che si radichi sia nel bisogno ( non desiderio, bisogno ) di
     essere amati, sia nella insicurezza di se'.
     Insomma, su due " cose " che stanno nel nostro profondo e dunque viaggiano con gli istinti e
     non sui binari della razionalita'.       
     Per questo non possiamo stupircene, trovarle assurde o sproporzionate alla realta' :  proprio
     perche' non e' dalla realta' oggettiva che prendono le mosse, ma da quella personalissima   
     interiore.
     Un'altra molla o caratteristica su cui  poggia, e' la passionalita', o quantomeno l'attitudine
     istintiva del soggetto.
     Pero' penso che le prime due siano le cause piu' importanti.
     Ricordo che F. diceva che " la gelosia e' una malattia ", ma io non sono mai stata d'accordo.
     Lo puo' diventare se la si lascia correre, ma e' piu' che altro spia di debolezza.
     Ora, io non ne parlo dal di fuori.
     Proprio xche' l'ho provata, e ne ho avvertito il potenziale negativo, e in parte sono riuscita a
     mantenerla contenuta, ho dovuto farmi domande.
     Tu ti stupisci che " lei " fosse gelosa di qualunque essere femminile, compresa tua figlia?
     Ma ti diro' di piu' : si puo' esser gelose anche degli uomini, anche del lavoro, anche degli
     interessi che uno ha.
     E questo cosa ti fa capire?
     Beh, che con la sfera affettivo-sessuale c'entra ben poco  :  nel senso che non si e' gelose di
     concorrenti che possono essere piu' belle o piu' appetibili, ma, in modo assolutamente
     generico, di tutto quel che ti ruba l'attenzione primaria dell'altro. 
     Hai paura che il tuo bisogno d'amore e di attenzione e di cura venga disatteso, di essere
     defraudata da altri.
     E allora, in questa ottica, e' ovvio che si e' gelose di una figlia, come di quella che ovviamente
     e' l'oggetto di amore piu' grande per un padre.
     Io questo non l'ho dovuto provare xche' la figlia di F. era un'arpia come la madre per cui lui
     non la anteponeva a me.  Anzi ne soffriva.
     Ma, in un caso normale, mi sarei detta che, come mio padre ha amato molto le sue figlie e si
     sarebbe buttato nel fuoco all'occorrenza, e' giusto che un buon padre ami sua figlia ed e'
     anche bello.
     Tornando a bomba, tanto piu' hai bisogno di una cosa, tanto piu' avrai paura di perderla.
     Tanto piu' una persona e' necessaria al tuo benessere e al tuo equilibrio, tanto piu' avrai una
     fifa marcia di perderla e combatterai strenuamente contro antagonisti veri o presunti.
     E ancora  :  tanto meno sono sicura di me, di poter piacere, di poter essere amata o
     meritevole di amore, tanto piu' saro' attaccata a chi questa traballante certezza me l'ha data.
     Cosa concludiamo da tutto questo ?
     Beh, ci sono due strade  :
     --  o ci si attacca come patelle allo scoglio ( e si lotta contro ogni " minaccia " e si e' in perenne
      apprensione )
     --  oppure si fa come hai fatto tu ( e non solo tu ) : si nega il bisogno, o ci si nega con un colpo
      di accetta alla dipendenza, indossando l'habitus della freddezza.

     Secondo me........... la strada giusta nel vivere, benche' difficile, sta nell'armonizzare questi
     impulsi diversi, queste soluzioni opposte e ambedue estreme, in qualche modo disperate.
     Come dire che una soluzione fissa e radicale non c'e'.  Salvo il cercar di optare per l'equilibrio
     e farsene guidare di volta in volta, con fatica, trovando il giusto.
     Non e' giusto, ne' per l'altro ne' per noi stessi, fare di una persona al di fuori un salvagente :
     finira' per stressarla e  finira' per fuggire di fronte a un impegno cosi' pesante.
     E noi saremo sempre nella posizione di naufraghi.
     Ma non e' neanche giusto negare il bello, il buono, l'umano di se', tutto quel che ci fa speciali,
     negarsi la possibilita' di amare ancora.
     Per non soffrire di nuovo, tu scegli la freddezza preventiva, la chiusura alle emozioni.
     Non ci sara' dubbio, non la puntura della gelosia, ma sarai vivo a meta', vivo per modo
     di dire.
     Non mi sembra questa la soluzione.
     


                     Gi
     




     
                         

           
     
     

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15 minuti per creare / La scala
« il: Maggio 14, 2012, 19:05:07 »
     Lei era li', sulla sua barca , in una calda e assolata giornata estiva.
     La barca stazionava sul prato, nella parte del club nautico riservata al rimessaggio delle
     barche piccole, o comunque a quelle che ancora non erano pronte per riprendere il mare
     e se ne stavano sui loro invasi, varie e pittoresche, ognuna col suo proprietario e il suo
     carattere.
     Si, perche' anche le barche hanno un " carattere ", proprio come chi le possiede, e questo
     lo dico a beneficio di chi non lo sa.
     Dunque Jole se ne stava a bordo della sua, immersa nei suoi lavori in mezzo ad una
     confusione tale da scoraggiare chiunque salvo il proprietario-innamorato.  Era pero' in un
     bagno di sudore, fiaccata dal calore che pervadeva tutt'attorno, che pareva quasi una
     presenza e accomunava i cirenei intenti pazientemente alle opere.
     Pur senza vederli, sapeva che poco piu' in la' c'era una coppia che carteggiava, un altro che
     dava una mano di antivegetativa, una ragazza blu ( nel senso che era riuscita suo malgrado
     a farsi i capelli blu causa il rovesciamento di un prodotto ), un altro che armeggiava con tubi
     e chiavi nel vano motore...
     Jole, confortata da queste presenze amiche, si era seduta per un attimo su  una cuccetta
     per riposare e intanto si guardava intorno : quanto amava il suo guscietto !
     Era di vetroresina robusta, ma aveva anche qualche elemento in legno marino scuro, come
    la  porticina del tambuccio, quella  del micro bagno, il tavolinetto per mangiare, e fuori il bottaccio,
    il   sedile a poppa e la barra del timone.
    Piccolo, e' vero, molto piccolo, eppure aveva tutto l'occorrente : fornello, lavello, spazi per le
    stoviglie, due cuccette laterali, un cuccettone doppio di prua nonche' il gavoncino per le vele,
    due gavoni verso poppa.... E il bagnetto! Sissignore, il..bagnetto!  Rise divertita, ricordandosi
    di quando suo cognato, decisamente piu' grosso di lei, era entrato ma poi pareva non riuscisse
    a venir fuori, e la cosa si era fatta imbarazzante, per lui cosi' dignitoso e impeccabile.
    In effetti era un buco, un quasi-ripostiglio, nonostante il wc nautico e gli accessori lillipuziani
    che lei era riuscita a piazzarci e che gli davano l'aspetto di un bagno vero.
    Mentre gli occhi giravano con affetto tutt'attorno, penso' che, piu' che una una barca, la sentiva
    proprio come una casa, anzi una sorta di chiocciola che la accoglieva ad ogni suo ritorno.
    In effetti, li' sul prato, sul suo invaso in legno da raggiungersi con una scaletta, chiamarla
    barca faceva un po' sorridere.
    I suoi rimuginamenti furono pero' interrotti da un lieve rumore esterno, un rumore metallico.
    Usci', meccanicamente, per capire cosa fosse : pareva non esserci nessun elemento nuovo,
    al di fuori dei pochi accaldati che ancora resistevano a lavorare sotto gli scafi che li protegge
    vano dal sole a picco.  Guardo' speranzosa gli alberi per cogliere un qualche eventuale alito
    di vento, ma nulla si muoveva e persino la terra battuta riarsa pareva chiedere la grazia di
    un poco di ristoro.
    Penso' allora di andare a rifornirsi di un po' d'acqua a una manichetta vicina, o di spruzzarsela
    addirittura addosso.  Appoggio' le mani alla fiancata, si giro', fece per scendere, ma.... resto'
    incredula : non era il suo piede che aveva mancato lo scalino, ma era proprio sparita la scala,
    quella bella scala di ferro che gentilmente le era stata procurata e che ormai era sua.
    Guardo' attorno : ognuno aveva la sua scala, nessuno si era preso li' attorno la sua.
    Senti' montarle una sorda stizza : chi diavolo l'aveva presa?  E lei?  Mica poteva volar giu',
    c'era troppa altezza!  Eppure si capiva che la barca era " abitata ", insomma che qualcuno
    era a bordo !
    " Ehi ! " grido' " Chi ha preso la scala? "
    Nessuno rispose e nessuno alzo' la testa.
    " Ehi ! Qui c'era una scala, la mia scala : chi l'ha presa faccia il favore di riportarla! "
    Aveva alzato il tono di voce, ora chiaramente arrabbiata.  Le figure attorno la guardarono ma
    tutti scossero la testa.  Solo una ragazza, la ragazza " blu", con senso pratico le porto' infine
    un'altra scala oltre alla propria solidarieta' e cosi' pote' scendere.
    Non si capacitava, con tutto quel che aveva da fare....ci mancava solo la scala sottratta!
    Si mise a percorrere a grandi passi tutto il terreno pieno di barche sui loro invasi, appunto' gli
    occhi prevenuti su ogni innocua scala che vi poggiava, ma niente!, pareva svanita.
    Mentre rimuginava pensieri per niente benevoli,  nel guardare una bella barca che le piaceva
    vide infine anche la maledetta scala : si, avrebbe giurato fosse proprio la sua, appoggiata alla
    chiglia di quella.
    Si avvicino', piena di sacro fuoco e sapendo gia' il da farsi.  Era la sua.
    Afferro' senza esitazione la scala, lunga e pesante, la mise orizzontale e si riavvio', senza una
    parola.
    " Razza di imbecilli ! " pensava " adesso vi divertite voi a venir giu' da li' ,  e' anche piu' alta
    della mia e qua attorno non c'e' nessuno "
    Le sembrava un atto di pura giustizia e non provava un pizzico di scrupolo, anzi era maligna-
    mente soddisfatta, quando dall' anonima barca si levo' una voce a bloccare il suo blitz.
    Una voce maschile, che con tono di scherzoso rimprovero lancio'  :  " Cosa fai? Mi porti via la
    scala? "
    "  Certamente - fece Jole di rimando con tono di irritata severita' - dal momento che questa e'
    la mia scala e lei l'ha portata via a me. ", e fece per andarsene.
    " E io come scendo? " la riblocco' la voce dell'anonimo, che pareva divertita.
    " Ah, non lo so!  Se ne cerchi un'altra. "
    Era davvero arrabbiata, quell'idiota le dava del tu e neppure si era scusato.
    E fu allora che l'" idiota ", finalmente allarmato dalla sua determinazione, si affaccio' al bordo
    della sua bella barca per parlarle e convincerla.
    Jole guardo' su, con l'aria di sfida, ora ti concio io, pensava.
    Ma si ritrovo' impreparata e per la seconda volta incredula.  No, non poteva esser vero.
    Accidenti, fra tanti, ed erano davvero tanti quelli che bazzicavano li', proprio lui?
    Lui che da subito, da quando era comparso al Club Nautico, aveva notato, lui che non mancava
    di produrle un guizzo allo stomaco quando lo vedeva anche per un attimo, lui che avrebbe dato
    chissa' cosa per conoscere, per la miseria.....ma che bella conoscenza!
    Si rese conto, mentre lui la guardava, che doveva avere l'apparenza  di una rigida istitutrice 
    inglese, che era stata dura, sgarbata, esattamente tutto l'opposto di quel che aveva
    fantasticato se mai il desiderato incontro fosse avvenuto.
    Era stata certa dell'instaurarsi di un feeling quasi immediato,  della simpatia, della sensa-
    zione di conoscersi gia', e del poter condividere gusti e sensazioni.....
    Lo guardo' per un attimo, il piu' lungo possibile che si potesse concedere, apprezzo' il viso
    maschile, dai lineamenti marcati, i begli occhi scuri luminosi e in quel momento ridenti, la
    bellezza bruna su un corpo snello e forte, l'abbronzatura che la camicia bianca semiaperta       
    evidenziava spudoratamente.
    Fu certa che lui era consapevole del proprio appeal, che era abituato a rigirarsi le donne come
    voleva e che in quel momento stava cucinandosi lei, col suo sorriso impunito e le sue assurde
    spiegazioni sulla scala fregata  : " Credevo non ci fosse nessuno..sai, mi dispiace. Adesso
    pero' fammi scendere.. "
    Troppo facile.
    Lo guardo' fieramente, sentendosi la piu' stupida delle stupide.
    Si riappoggio' la scala alla spalla, senti' la propria voce neutra che pareva non uscir neppure
    da lei  :  " La scala mi serve.  Mi dispiace, chiami qualcuno ".
    Giro' i tacchi e la testa, e se ne ando'.
   

   
   
   

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Cassonetto differenziato / Biscottino del mattino ..
« il: Maggio 03, 2012, 18:04:53 »
  abow

   Propongo di mettere in questo spazio cose carine, di qualunque tipo ( storielle, poesiole,  barzellette, citazioni, ecc. ) per cominciare la giornata in modo lieve.
Cosucce da sgranocchiarsi facilmente come, appunto, un biscottino.

 E possiamo cominciare con l'aprire la finestra insieme a.... 
   

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Anch'io Scrivo poesia! / Spavaldi e sinceri
« il: Aprile 18, 2012, 16:14:55 »


                    Francesco 
                    mio  amato
                    cosa  darei
                    per
                    richiamarti
                    al  mio fianco

                    E  di  nuovo
                    insieme
                    attraversare
                    i  giorni

                    spavaldi
                    e  sinceri
                    come
                    eravamo.
                                       

                   
                                     
                 
                   
                     

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Cassonetto differenziato / Per sorridere un po'
« il: Aprile 12, 2012, 16:58:27 »

 (  Non so bene come chiamarle : freddure?, stupidatine?
   Ad ogni modo provo a lanciare, e se la sapete gia' pazienza, a voi la palla )
 

           NANO CADE DAL DECIMO PIANO :
           SI SALVA AGGRAPPANDOSI AL MARCIAPIEDE. 

156
Anch'io Scrivo poesia! / L'oggi di ieri
« il: Aprile 10, 2012, 16:54:07 »



                 Sono
                 come un animale ferito
                 nei posti
                 che abbiamo amato

                 Tutto e' presente
                 e tutto
                 assente

                 Manchi tu
                 che eri
                 la luce
                 che eri la vita
 
                 
               

157
Anch'io Scrivo poesia! / Sotto la cupola del mio ombrello
« il: Aprile 04, 2012, 17:08:48 »


                   
                         Sotto 
                         la  cupola 
                         del
                         mio  ombrello

                         Sotto
                         l' arco  di  cielo
                         che  il  mio  ombrello
                         disegna

                         sono 
                         sospesa
                         in  un  mondo
                         nuovo

                         che  fa
                         da  contorno
                         alla  vita
                         spezzata

                         E  guardo,
                         nell'ovatta
                         dei  ricordi.

                   

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Anch'io Scrivo poesia! / Ancora tu
« il: Marzo 20, 2012, 16:03:50 »

                   
                                     ANCORA TU


        Mi  sei  rimasto 
        solo  tu
        tu
        che  sempre  sei.
        Ancora.

        Le  illusioni
        si  danno  il  cambio
        come
        nuvole  passeggere
        e  tu
        sembri  guardare
        dall' alto
        da  un'ignota 
        dimensione
        questa
        strana  terra
        che  un  tempo
        abitavi  con  me
        dove
        amavi  e  soffrivi
        con  me.

        Abitavi
        la  terra  e  la  passione,
        cosi'  vero  e  imperituro
        coriaceo
        abituato  alla  fatica
        marinaio
        della  vita.

        Quante  volte 
        ti  ho  parlato?
        Ed  ecco,
        di  nuovo  a  te.
        Non  c'e'
        un  nome  nuovo
        che  abbia
        offuscato  il  tuo.
        Solo
        nuvole  passeggere
        che  corrono
        nel  mio
        inquieto  cielo
        mentre  tu
        sembri  ergerti
        ora  come  allora
        a  dirmi
        rassicurante
        " Gioia,  non  temere :
          ho  le  spalle  larghe  "   
   

       

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15 minuti per creare / La napoletana
« il: Marzo 01, 2012, 19:01:58 »

   La napoletana stava al tavolino con la sua aria sexy  :  tutta nera, i capelli, gli occhi che girava tutt'attorno ad intercettare con ostentata indifferenza gli sguardi altrui, le ciglia pesanti di rimmel, l'ombretto messo con sapienza.   Era sola al tavolino di quel bar sulla piazza, fra l'andirivieni dei passanti che non mancavano di notarla.
Lei, impettita ad ostentare le sue grazie, esibiva un vago provocatorio sorriso sul viso piacente dagli zigomi marcati ed  era allora che ti imbattevi nel suo pezzo forte, quello di cui andava orgogliosa, la nota distintiva, che la faceva sentire pienamente donna e desiderabile : le labbra, una bocca rosso fuoco.  La sua ultima acquisizione.
Cosi' non potevi non seguirla mentre con movimento studiato avvicinava  il cucchiaio  del gelato alle labbra, che sporgeva al contempo voluttuosa, come un'attrice del cinema in una parte charmante : gli uomini ne rimanevano presi, le donne vagamente a disagio distoglievano lo sguardo, e cominciavano i commenti.
" Ehi, hai visto quella? " ammiccavano gli uomini fra l'ammirato e il divertito.
" Ma dico, l'hai vista?? " faceva qualche donna che si trovava li' con le amiche  " con quelle due labbra da... Chissa' cosa si crede di essere! "
" Gia' ! " dava manforte un'altra " e guarda quei cretini come la guardano ! "
" Si, bella roba ! " scuoteva la testa una terza  " Quando si vede lontano un miglio che sono rifatte ! Rifatte, finte ! Chi ce le ha cosi'? "
" Hai ragione " interloquiva piena di foga la prima " sembrano...ma si', sembrano piu' che due labbra un canotto gonfiabile !! "
" Ha ha ha !!!  Hai proprio ragione! Un canotto gonfiabile ! " e si scuotevano e si divertivano le madame, con una nota di compatimento se non proprio disprezzo stampata in viso, riprendendo poi il loro composto conversare di vere signore.
Senonche', mentre sorbivano un te', videro avvicinarsi un bel tipo che pareva diretto proprio verso di loro : corsero vivaci delle occhiate, si riassettarono civettuole i vestiti e alzarono gli occhi quasi in contemporanea, ognuna per catturare l'attenzione di quel gran bel ragazzo.
Incredibile, era ormai da loro : le guardo', sorrise col migliore dei suoi sorrisi, era piacente, elegante, si chino' un poco e con garbo proferi' :  " Scusate, signore, vorreste farmi un piacere? "
" Ma certamente ! " squittirono quelle all'unisono, ansiose e smorfiose.
" Ecco, potreste regalarmi un fiore di quelli che stanno nel vaso sul vostro tavolo? "
Lo guardarono frastornate, senza saper che pensare.  " Oh...si'. Si! Prego ! "
" Vi ringrazio tanto. Vedete - fece poi amichevole, come a cercarne la comprensione - c'e' una persona laggiu', sola a quel tavolo.... "
E si allontano' sorridendo, certo della loro indulgenza, col fiore dallo stelo alto e poi, giunto vicino a lei, lei che neppure lo guardava, allungo' il braccio esitante ed emozionato :
" Signorina, permette? La vedo sola, e sembra cosi' dolce.... posso farle compagnia? "
Le tre comari non avevano piu' parole. 
Incredule, allocchite, si sentivano le spettarici di un film.
E fu allora che la napoletana, girando regalmente e orgogliosamente la testa, le guardo', con le labbra rosse e fiere inarcate in un sorriso.


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Premetto che riprendo l'argomento gia' da voi trattato in passato su stimolo di Brunello, intitolato " Commentare non costa nulla ! ", e mi rifaccio agli ultimi interventi.

Essendo che ci sono da poco, dato che sono " inciampata " qui per caso ( e non ricordo neppure come  ), abbiate pazienza se riprendo l'argomento a distanza di tanto tempo.
Io sono d'accordo sul fatto che il commento degli altri sia importante, ma temo abbia un qualche valore sia incentivante che di gratificazione solo se e' spontaneo, se non e' cioe' frutto di un qualche sforzo di buona volonta'.
Voglio dire che bisognerebbe interiorizzare quel che ha scritto Brunello, non seguire la sua esortazione pari pari.  Interiorizzare nel senso di capire che, come fa piacere a noi se qualcun altro ci legge davvero ( non solo con gli occhi e per mera buona volonta' ), cosi' lo stesso avviene per gli altri.
Ovvio che ognuno ha il suo " genere " preferito, non tanto come argomento quanto come modo di scrivere, dunque genere e autore, e percio' sara' piu' portato a commentare uno piu' di un altro, c'e' poco da fare.
Quanto a Presenza, che asserisce che l'autore puo' vivere di vita propria, insomma prescindere da commento, consenso, comprensione, immedesimazione degli altri e via dicendo......mi spiega allora perche' tanti che amano scrivere hanno il desiderio segreto della pubblicazione e mi dice quanto scriverebbe se sapesse che nessuno la leggera' mai?  O, peggio, che non la comprendera' mai?
Ci sono cose che amiamo, e le amiamo anche se non possiamo condividerle.  Eppure...quanto sono piu' belle e intense quelle stesse cose se esiste almeno un'"anima" in grado davvero di condividerle con noi !
E allora, siamo certi, proprio certi, di bastare a noi stessi?
Pero', ribadisco, secondo me si puo' commentare solo quel che ci stimola e ci produce delle consonanze.  Senza offesa per altri, perche' e' soltanto una questione di diversita', non di negazione o negativita'.
L'argomento non e' esaurito, meriterebbe ancora un po' di analisi.
E io l'intitolerei :
Commenti : perche' li facciamo o non li facciamo?
Bene, direi che per oggi basta, scusate se vi ho tediato con le mie riflessioni super-tardive, ma sarei curiosa di sentire altre opinioni.
Saluti a tutti.   :) 
 

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Anch'io Scrivo poesia! / PENSANDOTI
« il: Febbraio 23, 2012, 17:45:48 »
               
                     PENSANDOTI



                 Ho molta voglia di sentirti.
                 Per la verita' non solo di sentirti un attimo al telefono.
                 E' un'antica battaglia, che forse sono stanca
                 di combattere
                 ma mi prende mi tormenta e mi segna
                 e segna le mie giornate
                 all'insegna della mancanza.
                 Chi l'ha detto che domani sara' bello?
                 Il mio personale barometro
                 quel barometro segreto
                 che ho inscritto in me
                 e' agitato
                 come giunco al vento
                 e mi sento come un arco
                 troppo curvo, troppo teso
                 che anela
                 lo scoccare della freccia.
                 Vorrei
                 fossi tu la mia freccia
                 la mia freccia e il mio riposo
                 la mano che mi suscita e mi placa
                 la gentilezza che si fa provocazione
                 e trascolora poi
                 nella perfetta sintesi
                 e nella grazia rara della sintonia.
                 Ti attendo
                 come potrei attendere la pioggia
                 come un raggio di sole
                 coi suoi giochi di luci
                 come un soffio d'aria
                 ormai dimenticata e ancor vivificante.
                 Ti attendo
                 perche' non si dimentica
                 non davvero
                 l'esser vivi. 
                                           
 
                                                     
                                             :rose:


           

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Presentazioni / Me too
« il: Febbraio 20, 2012, 19:09:57 »

    Sono Giuliana, dall'Emilia.
    E' un piacere capire che esiste altra gente, e leggere altra gente, che ha bisogno di scrivere.
    Una volta ero rimasta senza carta  :  ho cercato sempre piu' frettolosa, insofferente, incredula,
    alla fine febbrile, e vedevo solo fogli " occupati ".
    " Mica posso scrivere sulla carta igienica !  " mi sono detta vagamente autoironica. :redd:
    e mi sono sentita come una drogata.
    Chi non prova non capisce, e infatti non lo dico in giro.
    Certo col tempo ci sono sempre piu' incombenze concrete e doveri che prendono, che non
    lasciano spazio, e cosi' magari si sospende, si lascia perdere.
    Ma torna sempre.
    Non e' vero?
    Un saluto a tutti


                 Giuliana
   

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Anch'io Scrivo poesia! / DAVIDE
« il: Febbraio 20, 2012, 17:54:15 »

                                                              DAVIDE





                                                            A  META'

                                                            SI  E'  FERMATO  IL  TUO  CAMMINO

                                                            E'  CALATA

                                                            GIA'  LA  SERA

                                                            QUANDO  PAREVA  UN  MATTINO

                                             
                                                              :rose:

                 

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15 minuti per creare / In Padania..
« il: Febbraio 20, 2012, 17:14:39 »

  In Padania nevica : una neve fine fine, che sfiora gli alberi bagnati, grafici, ed e' forse l'addio dell'inverno, un vero e signor Inverno in una regione che non c'e'...
In Padania nevica, vorrei trattenere per sempre questa dolcezza, questa magia che racchiude i pensieri e ci mette in contatto con noi stessi.
Non ho voglia di mare, non di estate, non di calda sguaiatezza, ma di questa sommessa cortina che avvolge il nostro meglio in una complice e prolungata carezza.
In Padania nevica.
E il cuore, non visto, si allarga.
C'e' tempo per l'urlo dell'Estate. :prtr:   

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