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Topics - eziodellagondola

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Anch'io Scrivo poesia! / dó paròe có Siora Morte
« il: Febbraio 22, 2013, 11:59:03 »
Da buon veneziano talvolta provo a poetare in dialetto; così vi propongo una recente composizione, con una grafia non certamente ortodossa ma tendente ed aiutare il lettore ad assumere una pronuncia il più possibile vicina a quella esatta; per i "foresti" (termine veneziano per dire forestieri) anche una "traduzione" in lingua; buona lettura...

Dó paròe có Sióra Morte

So qua, so stufo de girarte intorno
spenzendo prima un pìe e pò na man
có  la vògia strana de tastàrte un  póco
par sentir brivideti zo péa schiena.
Xe rivà el giorno de parlarse ciàro
vardàndose nei òci come sfida:
tegnìrte testa ormai xe gran fadiga
e no gò vògia de sforzarme ancora:
e aeóra vien, dàme el colpo de gràssia
ma fa in pressa, che móro de paura


Due parole con Signora Morte
Son qui, sono stanco di girarti intorno, spingendo avanti prima un piede e poi una mano. Con la strana voglia di toccarti appena, per sentire dei piccoli brividi giù per la schiena.
È arrivato il giorno di parlarsi chiaramente, guardandosi negli occhi come sfida: tenerti testa oramai è gran fatica e non ho voglia di sforzarmi ancora; e allora vieni, dammi il colpo di grazia, ma fa presto, che muoio di paura

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Anch'io Scrivo poesia! / grande rischio
« il: Gennaio 24, 2013, 15:33:19 »
Rime oggi imbastite in fretta e furia
non so se avrò il coraggio di donare
ad una che ne ha scritte una centuria
e che stasera vado ad ascoltare

Ho imparato da te che le quartine
non sono solo un valido esercizio
di metrica e di rima e che alla fine
usar di loro è quasi come un vizio

Hai detto che tu vuoi solo parole
ma non credo sia vero e me ne avvedo:
batte la lingua dove il dente duole
e il tuo dente è l’amore, almeno credo

Amor dolente, amor senza risposta
forse è una spinta a fare poesia
anche se farlo in versi un po’ ci costa
ma serve a vincer la malinconia

Non credo che ci voglia così tanto
per saper poetar con le quartine:
ci basta osare e come per incanto
riusciamo a produrne senza fine

E’ forse un po’ spavaldo e grande rischio
offrire i propri versi ad un poeta
ma io dell’etichetta me ne infischio
e tiro dritto verso la mia meta

3
Anch'io Scrivo poesia! / sorriso
« il: Gennaio 17, 2013, 08:13:00 »
Una foto, una lettera, un sorriso:
questo rimane di un amore nuovo
e dà l’amaro in bocca che ora provo
scoprendo che è finito all’improvviso

4
ripubblico qui una delle mie composizioni più gettonate solo per introdurre un motivo di discussione su cosa intendiamo con "scrivere una poesia". Mi piacerebbe sentire quanti più pareri possibili, proprio nello spirito di questa particolare sezione...

Far Poesia
Incontro un uomo; sembra un po' stranito
e gli chiedo "che fai?" "sono poeta"
"e in che consiste?" chiedo incuriosito.
"scrivo dei versi, metto le parole
su delle righe dove vado a capo
un po' a casaccio, senza una ragione
ma cercando di esporre dei pensieri
che inducano il lettore a meraviglia"
"è questo dunque fare poesia?"
"per me lo è, ma tu puoi far diversi
i tuoi modi e i tuoi tempi, purché sia
l'espressione che sgorga dal tuo cuore"
"basta ascoltare il cuore e non la mente?
allora son poeta, e son contento!"

5
Qualcuno lamentando la mia assenza mi intimava benevolmente di presentarmi con giustificazioni e così faccio: sono stato impegnato in un concorso fotografico nazionale a tema: piazze e ponti: lo scopo del concorso era ottenere una descrizione fotografica quanto più ampia possibile delle bellezze dei Comuni italiani; al concorso si partecipava a squadre, la mia portava il titolo Foto-Poesia e devo dire che i miei compagni di avventura con le loro splendide immagini hanno illustrato piazze e ponti in modo veramente poetico; ho partecipato senza ambizione di affermazione personale ma con lo scopo di far ben figurare tutto il Team che si è classificato ottavo su 63 Teams partecipanti; non sto a tediarvi con i particolari del concorso e del regolamento ma vi accenno ad una possibilità collaterale al concorso stesso: pubblicare su quel sito dei fotoreportages fotografici , e a questa attività mi sono applicato con piacere; da fine aprile ad oggi ho pubblicato 41 servizi, con un totale quindi di 410 immagini (c'e un limite di 10 foto per reportage). Se ho stuzzicato la vostra curiosità ecco di seguito l'elenco dei miei lavori con il link per visionarli:
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/39010               Elliott Erwitt Personal Best      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/39087               Premio Arte Laguna      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/39303               Scianna presenta il suo “Autoritratto”      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/39658               La Festa di Sant’Alfio, San Filadelfo e San Cirino      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/40090               Balaustra dei Camerlenghi, restauro dei Tajapiera      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/43258               La prima centrale elettrica all’Arsenale      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/43845               Volti dal passato      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/43780               Arsenale e America’s Cup      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/43856               La Polizia di Stato festeggia i 160 anni      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/44160               Omaggio a Marietta Tintoretto      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/44911               Centenario del primo volo turistico in Italia      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/46768               The small utopia: ars multiplicata      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/46519               Aldo Rossi, mostra ai Magazzini del Sale      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/46567               Emilio Vedova, in mostra Plurimi/Binari ’77/’78      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/46641               Festa dell’indipendenza americana in Laguna      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/46875               Le stanze di Sissi a Palazzo Reale      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/46966               Giancarlo Franco Tramontin, sculture e forme come linguaggio      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/47786               Al Nicelli il tour estivo del Campiello 2012      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/47694               Luca Ronconi, Leone d’oro alla carriera      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48115               Aspettando Open 15      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48357               A Murano magie di vetro da sabbia e fuoco      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48412               Desmontegada… il bestiame ritorna dall’alpeggio      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48407               Giornata Europea della Cultura Ebraica nel Ghetto veneziano      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48475               Dinner spettacolo all’insegna di “Fluxus”      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48662               A Ca’ Pesaro Enrico Castellani e Günther Uecker      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48842               I Luoghi di Baldassare      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/48991               Le Stanze del Vetro alla Fondazione Giorgio Cini      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/49133               Mostra fotografica di Rodčenko ai Magazzini del Sale      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/49390               Concludendo Open 15      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/49873               “Frammenti Illuminati” nella Basilica dei Frari      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/49970               La Città vuole il suo Arzanà      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51023               Nulla in mundo pax sincera      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51155               Feste veneziane: la Madonna della Salute      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51262               Venezia 2019 – Salone Europeo della Cultura      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51432               Premio "Do Forni" al grafico Sandro Chia      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51493               Fortuny e Wagner: il wagnerismo nelle arti visive in Italia      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51581               I 150 anni delle Poste Italiane      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51754               Calendario Venis 2013      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51769               Augusto Murer, la mia vita è nell’albero      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/51841               Cinque secoli di volti a palazzo Chiericati      
http://notizie.comuni-italiani.it/foto/52053               Geyser in Riva degli Schiavoni      

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Anch'io Scrivo poesia! / ancora la voglia
« il: Dicembre 31, 2012, 13:46:19 »
Mi rimane la voglia di cantare
anche se son stonato
quando sei tu a suonare;
mi rimane la voglia di giocare
anche se tu hai barato
ma io non lo so fare;
mi rimane la voglia di pensare
anche se è più sensato
tacere ed abbozzare:
mi rimane la voglia di gridare
anche se la mia voce
non la vuoi più acoltare;
mi rimane la voglia di volare
anche se le mie ali
sono da rottamare
ma mi rimane ancora
tanta voglia di amare….
31 dicembre 2012

7
Anch'io Scrivo poesia! / in difesa dell'errore
« il: Gennaio 10, 2012, 21:45:50 »
certo di sbagli anch’io ne ho fatti tanti
e in questa gara sono un gran campione
oltre alla cose belle e interessanti
anche l’errore dona un’emozione

8
Sentimentale / Oreste
« il: Gennaio 08, 2012, 20:50:09 »
C'era solo una cosa che non era mai andata a genio ad Oreste della sua ex moglie Marzia, nemmeno nei momenti migliori quando ne era innamorato cotto, come un liceale al suo primo amore importante: il totale disinteresse, addirittura la disistima delle altrui passioni, quando non coincidevano con le sue scelte; per Marzia qualsiasi interesse che lei non condividesse era stupido, vuoto, una perdita di tempo e di energie.
Così adesso che lei lo aveva piantato da un giorno all'altro per fuggire in Canada con un giocatore di basket di colore, Oreste aveva ripreso una delle sue più radicate passioni giovanili, la musica classica.
Le rare volte che in casa si era azzardato ad ascoltare la sua musica, Marzia sbuffando gli chiedeva senza mezzi termini di far finire quella lagna; se poi provava l'ascolto in cuffia, lei lo rimproverava di isolarsi, di rubarle i pochi momenti che potevano trascorrere insieme.
Tolleranza zero sui bisogni altrui: eppure era una donna dolce, per altri versi comprensiva e rispettosa del prossimo, per vera la bontà d'animo, non per posa, pronta sempre a scusare le debolezze, gli errori, anche quelli più gravi, e a perdonare persino i torti fatti a lei stessa; per questo sembrava incredibile questa sua drastica presa di posizione sulle cose che non suscitavano il suo interesse.
Ora però pareva poco comprensibile anche un'altra cosa circa la sua ex moglie: non riusciva a capacitarsi del perché della sua fuga dopo 12 anni di felice matrimonio.
Cosa le mancava? Cosa poteva dargli quel bellimbusto nero più di quel che le dava lui, Oreste? Perché poi scappare, senza parlare, senza spiegare! Eppure quei quindici anni di confidenza (erano stati fidanzati per tre) non erano stati acqua! Oreste aveva rinunciato ancor prima di conoscere Marzia, la sua ex, a capire le donne; nonché ce ne fossero state molte, ma il paio che lui aveva scelto gli sembravano assai complicate e mai lo aveva  sfiorato il sospetto che fosse solo in caso, una coincidenza e che un paio di donne non fossero sufficienti a caratterizzare l'intero genere femminile.
Il rebus più difficile da risolvere era stato Alessandra, la sua amica del cuore fin dai tempi del liceo.
Erano diventati intimi per via di una faccenda curiosa: lei era una delle più belle ragazze della scuola, ammirata e corteggiata da tutti tranne che da Oreste, che si toglieva dal mazzo solo per la sua spaventosa timidezza; anche a lui Alessandra piaceva moltissimo, ma esitava a mostrarsi, a mettersi in competizione praticamente con tutti i compagni maschi, tranne forse un paio, dichiaratamente finocchi.
Alessandra, incuriosita da questa anomalia, gliene aveva chiesto ragione apertamente e Oreste con franchezza aveva ammesso il suo limite; è nata allora una profonda amicizia, destinata a durare nel tempo.
Era stata infatti Alessandra a salvarlo da una disastrosa depressione che poteva facilmente far seguito al repentino abbandono da parte della moglie.
Oreste si era sfogato immediatamente con l'amica, che senza indugio gli si era installata in casa ed ora viveva con lui da due mesi, more uxorio.
Come se il non frequentarsi più per quindici anni non fosse mai esistito; da quando Oreste aveva conosciuto Marzia, Alessandra si era fatta da parte, limitandosi a mantenere una fitta corrispondenza via e-mail con Oreste.Il quale ancora una volta ebbe modo di apprezzare la delicatezza dell'amica.
Che non aveva fatto una piega quando Oreste gli aveva raccontato (si dicevano tutto, ma proprio tutto) di Marzia, di come l'aveva conosciuta, di come le piacesse e così via.
Alessandra gli aveva augurato sinceramente tanta felicità e si era ritirata nel suo guscio.
Anzi aveva fatto ancora di più: aveva educato il suo migliore amico insegnandogli l'autocontrollo, a prepararsi ad essere il miglior marito del mondo.
Alessandra ed Oreste si erano conosciuti sui banchi di scuola e avevano sedici anni entrambi quando cominciarono a vivere l'amicizia più grande e più intensa che si potesse immaginare: sempre insieme, sempre disposti a confrontarsi l'uno con l'altra su ogni argomento, avevano affrontato ogni tema possibile, a cominciare dall'amore.
Oreste in principio si sentiva non poco innamorato dell'amica, che invece lo smontava in ogni modo, voleva voleva fargli vedere al più presto tutti pericoli di questa situazione.
"L'amore - diceva - è una follia che va vissuta in due, e in contemporanea: guai se solo uno ama, sarà solo fonte di infelicità reciproca."
Spiegò anche con chiarezza che aveva deciso di non innamorarsi, perché sapeva che non avrebbe sopportato mai una delusione e secondo lei l'amore è una cambiale che alla scadenza avrebbe sicuramente deluso.
"Vedi, l'amore è una strana euforia, che ti fa perdere inevitabilmente il controllo di te, desideri donarti senza condizioni e ti trovi a fare per compiacenza cose che non vorresti, che non avresti mai pensato; puoi arrivare persino a mentire per l'amore, al partner ma persino a te stesso"
"Mentire? Ma che dici! Non si può a mentire a chi si ama."
"Ci sono modi molto sottili per mentire, si può per esempio fingere, per accontentare l'oggetto del nostro amore."
"Per esempio?"
"Per esempio si può fingere voglia e disponibilità a fare sesso se chi ci è vicino desidera farlo e giustificarci dicendoci che lo facciamo per amore."
"Ma se il sesso è una delle componenti primarie dell'amore!"
"Ne sei sicuro? Secondo te non si può amare in castità, o non si può fare sesso senza amore?"
"Non so, ci devo riflettere, non è tutto così scontato, eppure son convinto che sesso è amore vadano assieme."
"Ecco, riflettici, ma non cercare una verità generale, non esiste; tu devi cercare la tua verità, il tuo autentico modo di porti su questo argomento; devi per forza sentirti innamorato ogni volta che scopi?"
Oreste arrossì esclamando: "Ma sono un uomo!"
"E che vuol dire, di grazia? Che la tua mascolinità può scegliere ad libitum? Mentre le donne se lo fanno sono delle puttane? Non fare torto alla tua intelligenza, ti prego, con questi maschilismi del cavolo!"
Fu questo colloquio che segnò l'inizio di un'intesa perfetta, destinata a durare nel tempo; piano piano Oreste si convinse della bontà delle teorie di Alessandra, e si risolse a far sesso con lei per... amicizia.
La cosa funzionava egregiamente perché la grande confidenza reciproca consentiva ad entrambi di formulare anche le più fantasiose delle richieste e gli "esperimenti" davano sempre a tutti e due la più grande soddisfazione.
Quest'intesa funzionò perfettamente fino a che non comparve sull'orizzonte di Oreste, oramai ventenne, Marzia.
Era la figlia più giovane del comandante della stazione carabinieri del paese dell'entroterra veneziano dove Oreste si era trasferito per esser più comodo nel frequentare l'Università; e dove Alessandra lo aveva seguito, per essergli sempre vicina.
Marzia era una splendida quindicenne appena uscita dall'adolescenza e in cui stava spuntando una donna stupenda.
Oreste l'aveva conosciuta alla festa di compleanno del fratello minore di Alessandra, che era in classe con quell'astro nascente.
Oreste, sicuro di essere stato colpito dal fatidico colpo di fulmine, cominciò a cercarla, a farle una corte insistente ma discreta al tempo stesso; e ovviamente si premurò di informare Alessandra di questa "cotta".
"Attento a quel che fai! Mettersi con una ragazzina è una responsabilità enorme. Prima di tutto se senti di provare affetto per lei, oltre che attrazione, devi muoverti con grande cautela per non rovinare tutto; devi anche tener conto della fragilità di una persona che si sta formando, e non devi certo approfittare della tua superiorità intellettuale per fare una facile ma crudele conquista; insomma ti pare di poter affrontare la cosa con la serietà e l'impegno che questa situazione richiede? Sei sicuro del fatto tuo?"
Ma se questo primo scoglio su facilmente superato (Alessandra conosceva bene Oreste, sapeva che non avrebbe mai mentito su un argomento così importante) altri si profilarono non appena Marzia mostrò di gradire la corte di Oreste: con una famiglia tanto in vista non era proprio il caso di pensare ad una relazione segreta, e poi non era questo quel che Oreste cercava e voleva, tanto per sé quanto per Marzia stessa; così si fece animo e affrontò il padre di lei, il quale ovviamente vedeva la figlia ancora come una bambina, e pur apprezzando la correttezza del giovane, proprio non se la sentiva di benedire questo incontro, adducendo l'ovvia motivazione che gli pareva troppo presto e troppo fuori delle regole parlare di fidanzamento.
Ma Oreste tirò fuori tutta la sua diplomazia: "Le chiedo solo di poter frequentare sua figlia alla luce del sole; le assicuro che non forzerò i tempi, mi rendo conto anch'io che il divario di età, ma soprattutto l'essere Marzia così giovane impongono tatto ed attenzione; ed è proprio per questo che sono venuto da Lei con franchezza e con il cuore in mano..."
Il comandante valutò che tutto sommato Oreste era un buon partito, che si era presentato nel migliore dei modi che e che di questi tempi non erano molti i giovani a mostrarsi tanto giudiziosi e rispettosi; così diede pur con tanto timore il proprio consenso.
Ben presto si convinse di aver preso la decisione giusta, i due ragazzi facevano proprio bella coppia, sua figlia era felice e continuava gli studi anche con maggiore lena; insomma tutto andava per il verso giusto, e così andò fino al diciottesimo anno quando la ragazza manifestò in famiglia proposito di sposarsi; inutili le proteste:
"Sei ancora così giovane... potresti pentirti... e poi perché interrompere gli studi?..."
"E chi lo dice che interromperò gli studi? Oreste sta per laurearsi ed entrerà presto nello studio del padre: uno che aspira a diventare un avvocato di grido potrebbe accontentarsi di una moglie ignorante? Sarà invece orgoglioso di avere in casa una insegnante di lettere; intendo laurearmi anche se sarò sposata!"
"Ma se ci saranno dei figli?"
"Quelli sì, possono aspettare!"
Insomma, non ci fu verso di dissuaderla, e divenne la giovanissima signora Azzali.
Poi nel giro di cinque anni diventò la brillante Professoressa Azzali, adorata da allievi e colleghi.
Ovviamente il suo primo ammiratore era Oreste, il quale non aveva occhi che per lei, e Marzia seppe farsi benvolere subito anche da Alessandra, di cui era diventata buona amica fin da quando Oreste si era invaghito di lei. Anzi le due divennero subito alleate nell'educare Oreste che scherzosamente le definiva "le mie tutrici predilette".
Soprattutto Alessandra s'impegnava allo spasimo per far crescere spiritualmente Oreste, dal momento che aveva deciso di proibirsi con lui qualsiasi contatto fisico.
Ma le mancava così tanto che piano piano cominciò a mutare opinione su amore e sesso: viveva la scelta di castità come un doloroso ed inevitabile obbligo ma questo faceva crescere il desiderio, che lentamente ma inesorabilmente trasformò il suo affetto, la sua amicizia, in un disperato innamoramento.
Disperato nel senso letterario, cioè senza speranza, perché Oreste era sempre più innamorato della moglie, e Alessandra non avrebbe mai voluto minare questa unione per nulla del mondo: nemmeno per amore.
Furono anni terribili sotto questo profilo, ma lei si consolava sentendosi immersa nella più fantastica amicizia che si potesse desiderare.
Dopo l'abbandono da parte di sua moglie Oreste di buon grado accettò di riprendere l'aspetto carnale della loro amicizia, quando Alessandra prese il posto, nel letto nuziale, della moglie fuggita.
Non lo sfiorò mai il sospetto che qualcosa fosse mutato nei sentimenti dell'amica e quindi coglieva piene mani senza farsi tanti problemi tutto quello che gli veniva generosamente donato; e altrettanto generosamente si donava egli stesso, senza risparmiarsi.
Tutta questa iperattività erotica lo stordiva, gli impediva di pensare e di ricordare, così riuscì a parare anche il colpo della delusione, del disincanto e nello stupore doloroso che altrimenti avrebbe mortificato il suo orgoglio, minato la sua autostima.
Dal canto suo Alessandra doveva tenere a bada quei mutamenti che sentiva far breccia nelle sue più radicate convinzioni e lottava per tenere il punto con se stessa; non era certo momento di manifestare il suo innamoramento e rovinare con inutili sovrastrutture un'unione così efficace, perfetta e funzionale.
Le venne in aiuto perfino la ritrovata passione per la musica di Oreste.
Sotto forma di una nuova avventura romantica.
Si stava organizzando a Ca’ Rezzonico un ciclo di concerti da camera, sponsorizzati da un importante industria locale, il cui amministratore delegato era stato compagno di banco di Oreste alle medie.
Così c'erano sempre due posti riservati in prima fila per lui ed Alessandra.
Il ciclo inaugurale era dedicato ai quartetti di Beethoven, un classico che raramente si eseguiva integralmente a Venezia.
L’appuntamento fisso era per ogni primo e terzo venerdì del mese, così la coppia approfittava del piccolo appartamento nei pressi di Rialto che Alessandra aveva ereditato dai nonni materni per lasciare la campagna e trascorrere dei romantici fine settimana sulla laguna.
Il dopo concerto finiva inevitabilmente nei locali più rinomati della città per cene veramente deliziose: da Montin, Cipriani alla Giudecca o a Torcello, Ivo, la Fiaschetteria Toscana, ma il locale dove si trovavano più loro agio era il ristorante dell'hotel Montecarlo, in un tavolo riservato con vista sul canal grande e punta della dogana.
Ogni volta la cena in questo locale terminava con una passeggiata pellegrinaggio al Marco Polo, il liceo culla della loro amicizia; e il più delle volte finivano per affittare una stanza alla pensione Accademia, una delle più romantiche locande della città.
Fin dal primo concerto l'attenzione di Oreste fu calamitata dal primo violino; e non solo per la bravura della concertista, ma per il suo fascino: era una bellissima bruna dall'aria molto sostenuta, aristocratica, il cui profilo era deliziosamente addolcito da un grazioso nasino all'insù, molto francese, anche se la proprietaria era una veneziana doc, manco a dirlo nobildonna, Cristina Vendramin.
I capelli corvini erano tirati in una sobria pettinatura, occhi di un blu intenso, un mare nel quale Oreste fin dai primi momenti annegò il suo sguardo.
La concertista non dava segno di accorgersi di tanta insistenza, tutta concentrata nella sua musica; nelle pause concesse allo strumento teneva gli occhi bassi, per non disperdere la tensione interna che la faceva essere un tutt'uno con il suo violino.
Soltanto al secondo concerto (Oreste non smetteva un istante di fissarla) diede segno di "sentire" questa prepotenza: gli sguardi finalmente si incrociarono; lei non distolse il suo, mentre Oreste nella penombra della sala sentì che stava arrossendo.
Una telefonata allo sponsor e per il terzo concerto fu prenotato un tavolo da Cipriani per l'amministratore delegato, gli artisti e Alessandra ed Oreste.
Il quale quella sera evitò di guardare con troppa insistenza la sua nuova fiamma.
La cena fu vivacizzata da Alessandra che, in gran forma, teneva banco.
Cristina invece parlò pochissimo, intervenne solo quando si commentò l'esecuzione della serata facendo così capire che l'unico possibile argomento di conversazione con lei era la musica.
Fuori dal concerto, senza la magia delle luci a sottolineare il suo volto, senza la voce incantevole del suo strumento, la donna perdeva molto del suo fascino.
Oreste era deluso, avvilito, e annegò la sua amarezza in generose dosi di vino, senza tuttavia ubriacarsi. L'alcool però gli fornì una dose supplementare di coraggio che gli consentì finalmente di guardarsi dentro con la sincera voglia di capire.
Tornando a casa fece guidare Alessandra, sia per non rischiare il ritiro della patente nel caso qualche pattuglia avesse avuto voglia di provare con lui l’etilometro, sia per poter continuare il suo momento di introspezione.
Non era confortante quel che riscopriva, quello che per lungo tempo era riuscito a nascondersi: vide un egoista, tronfio di se stesso e tutto teso a soddisfare i propri bisogni, pronto ad auto celebrarsi perfino specchiandosi negli occhi di una donna; capì improvvisamente perché Marzia lo aveva lasciato, si rese conto del baratro di solitudine in cui aveva corso il rischio di precipitare.
Ma si consolò anche per avere avuto il coraggio e la sensibilità di accorgersi di tutto questo e la percezione di essere adesso diverso dentro, sotto la scorsa di edonismo e di egocentrismo, e prese una decisione irrevocabile, cioè di crescere, di essere finalmente uomo e non più fanciullo capriccioso e superficiale.
Arrivati a casa, brindarono alla buona notte e si ritirarono nelle rispettive stanze.
Quando fu certo che Alessandra avesse finito le abluzioni serali e si fosse accoccolata tranquilla nel suo letto in compagnia di un libro, bussò timidamente alla sua porta.
"Entra pure, stavo leggendo..."
"Voglio dirti una cosa semplice ma importante; stanotte mi piacerebbe molto dormire qui con te per un solo motivo: anch'io ti amo!"

9
Musica / il signor G
« il: Gennaio 07, 2012, 22:45:44 »
e di Gaber che ne dite?
su rai 5
bravissimo, soprattutto per i testi......

http://www.musictory.it/musica/Giorgio+Gaber/Testi

10
Anch'io Scrivo poesia! / ho provato l'haikù
« il: Gennaio 07, 2012, 07:56:50 »
Ho provato l’haikù ma non funziona:
nella nostra cultura occidentale
sentire una parola come suona
in poesia è la cosa più essenziale

11
Anch'io Scrivo poesia! / propositi per il nuovo anno
« il: Gennaio 05, 2012, 13:49:27 »
ogni quadriennio ci regala un giorno
e così per quest’anno bisestile
quartine in rima vo’ spargendo intorno
a rischio di sembrare un po’ infantile


[allegato eliminato da un amministratore]

12
Anch'io Scrivo poesia! / colori e fiori
« il: Gennaio 03, 2012, 20:46:35 »
a me piace osservare da vicino
la vita degli insetti che tra i fiori
vivono sempre immersi nei colori
mentre è ben grigio e lungo il mio cammino


[allegato eliminato da un amministratore]

13
Anch'io Scrivo poesia! / il mio nome è vento
« il: Novembre 05, 2011, 15:06:13 »
sbuffo a volte impaziente e nella foga
travolgo nubi, spazzo le pianure;
canne piegano il capo al mio passare
mentre i gabbiani accettano la sfida;
chi mi trova antipatico ricordi
che è sempre il vento a riportare il sole

14
Anch'io Scrivo poesia! / viaggiatori
« il: Novembre 05, 2011, 14:52:00 »
la nostra vita sarà come un viaggio
che non termina mai, senza una meta;
salgono viaggiatori senza sosta:
alcuni son graditi ma tra tanti
c’è qualcuno che vale più degli altri:
se non c’è posto, ci si stringe un poco...

15
Anch'io Scrivo poesia! / dubbio
« il: Novembre 05, 2011, 14:15:55 »
Morir, dormire,
forse anche sognare;
mai  dubbio fu così
tanto desiderato;
quando  Ragion riesce
a dominar Speranza
la Speranza, ribelle
vola lontano e ride:
e mi rimane il dubbio…

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