Autore Topic: Oreste  (Letto 2211 volte)

eziodellagondola

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Oreste
« il: Gennaio 08, 2012, 20:50:09 »
C'era solo una cosa che non era mai andata a genio ad Oreste della sua ex moglie Marzia, nemmeno nei momenti migliori quando ne era innamorato cotto, come un liceale al suo primo amore importante: il totale disinteresse, addirittura la disistima delle altrui passioni, quando non coincidevano con le sue scelte; per Marzia qualsiasi interesse che lei non condividesse era stupido, vuoto, una perdita di tempo e di energie.
Così adesso che lei lo aveva piantato da un giorno all'altro per fuggire in Canada con un giocatore di basket di colore, Oreste aveva ripreso una delle sue più radicate passioni giovanili, la musica classica.
Le rare volte che in casa si era azzardato ad ascoltare la sua musica, Marzia sbuffando gli chiedeva senza mezzi termini di far finire quella lagna; se poi provava l'ascolto in cuffia, lei lo rimproverava di isolarsi, di rubarle i pochi momenti che potevano trascorrere insieme.
Tolleranza zero sui bisogni altrui: eppure era una donna dolce, per altri versi comprensiva e rispettosa del prossimo, per vera la bontà d'animo, non per posa, pronta sempre a scusare le debolezze, gli errori, anche quelli più gravi, e a perdonare persino i torti fatti a lei stessa; per questo sembrava incredibile questa sua drastica presa di posizione sulle cose che non suscitavano il suo interesse.
Ora però pareva poco comprensibile anche un'altra cosa circa la sua ex moglie: non riusciva a capacitarsi del perché della sua fuga dopo 12 anni di felice matrimonio.
Cosa le mancava? Cosa poteva dargli quel bellimbusto nero più di quel che le dava lui, Oreste? Perché poi scappare, senza parlare, senza spiegare! Eppure quei quindici anni di confidenza (erano stati fidanzati per tre) non erano stati acqua! Oreste aveva rinunciato ancor prima di conoscere Marzia, la sua ex, a capire le donne; nonché ce ne fossero state molte, ma il paio che lui aveva scelto gli sembravano assai complicate e mai lo aveva  sfiorato il sospetto che fosse solo in caso, una coincidenza e che un paio di donne non fossero sufficienti a caratterizzare l'intero genere femminile.
Il rebus più difficile da risolvere era stato Alessandra, la sua amica del cuore fin dai tempi del liceo.
Erano diventati intimi per via di una faccenda curiosa: lei era una delle più belle ragazze della scuola, ammirata e corteggiata da tutti tranne che da Oreste, che si toglieva dal mazzo solo per la sua spaventosa timidezza; anche a lui Alessandra piaceva moltissimo, ma esitava a mostrarsi, a mettersi in competizione praticamente con tutti i compagni maschi, tranne forse un paio, dichiaratamente finocchi.
Alessandra, incuriosita da questa anomalia, gliene aveva chiesto ragione apertamente e Oreste con franchezza aveva ammesso il suo limite; è nata allora una profonda amicizia, destinata a durare nel tempo.
Era stata infatti Alessandra a salvarlo da una disastrosa depressione che poteva facilmente far seguito al repentino abbandono da parte della moglie.
Oreste si era sfogato immediatamente con l'amica, che senza indugio gli si era installata in casa ed ora viveva con lui da due mesi, more uxorio.
Come se il non frequentarsi più per quindici anni non fosse mai esistito; da quando Oreste aveva conosciuto Marzia, Alessandra si era fatta da parte, limitandosi a mantenere una fitta corrispondenza via e-mail con Oreste.Il quale ancora una volta ebbe modo di apprezzare la delicatezza dell'amica.
Che non aveva fatto una piega quando Oreste gli aveva raccontato (si dicevano tutto, ma proprio tutto) di Marzia, di come l'aveva conosciuta, di come le piacesse e così via.
Alessandra gli aveva augurato sinceramente tanta felicità e si era ritirata nel suo guscio.
Anzi aveva fatto ancora di più: aveva educato il suo migliore amico insegnandogli l'autocontrollo, a prepararsi ad essere il miglior marito del mondo.
Alessandra ed Oreste si erano conosciuti sui banchi di scuola e avevano sedici anni entrambi quando cominciarono a vivere l'amicizia più grande e più intensa che si potesse immaginare: sempre insieme, sempre disposti a confrontarsi l'uno con l'altra su ogni argomento, avevano affrontato ogni tema possibile, a cominciare dall'amore.
Oreste in principio si sentiva non poco innamorato dell'amica, che invece lo smontava in ogni modo, voleva voleva fargli vedere al più presto tutti pericoli di questa situazione.
"L'amore - diceva - è una follia che va vissuta in due, e in contemporanea: guai se solo uno ama, sarà solo fonte di infelicità reciproca."
Spiegò anche con chiarezza che aveva deciso di non innamorarsi, perché sapeva che non avrebbe sopportato mai una delusione e secondo lei l'amore è una cambiale che alla scadenza avrebbe sicuramente deluso.
"Vedi, l'amore è una strana euforia, che ti fa perdere inevitabilmente il controllo di te, desideri donarti senza condizioni e ti trovi a fare per compiacenza cose che non vorresti, che non avresti mai pensato; puoi arrivare persino a mentire per l'amore, al partner ma persino a te stesso"
"Mentire? Ma che dici! Non si può a mentire a chi si ama."
"Ci sono modi molto sottili per mentire, si può per esempio fingere, per accontentare l'oggetto del nostro amore."
"Per esempio?"
"Per esempio si può fingere voglia e disponibilità a fare sesso se chi ci è vicino desidera farlo e giustificarci dicendoci che lo facciamo per amore."
"Ma se il sesso è una delle componenti primarie dell'amore!"
"Ne sei sicuro? Secondo te non si può amare in castità, o non si può fare sesso senza amore?"
"Non so, ci devo riflettere, non è tutto così scontato, eppure son convinto che sesso è amore vadano assieme."
"Ecco, riflettici, ma non cercare una verità generale, non esiste; tu devi cercare la tua verità, il tuo autentico modo di porti su questo argomento; devi per forza sentirti innamorato ogni volta che scopi?"
Oreste arrossì esclamando: "Ma sono un uomo!"
"E che vuol dire, di grazia? Che la tua mascolinità può scegliere ad libitum? Mentre le donne se lo fanno sono delle puttane? Non fare torto alla tua intelligenza, ti prego, con questi maschilismi del cavolo!"
Fu questo colloquio che segnò l'inizio di un'intesa perfetta, destinata a durare nel tempo; piano piano Oreste si convinse della bontà delle teorie di Alessandra, e si risolse a far sesso con lei per... amicizia.
La cosa funzionava egregiamente perché la grande confidenza reciproca consentiva ad entrambi di formulare anche le più fantasiose delle richieste e gli "esperimenti" davano sempre a tutti e due la più grande soddisfazione.
Quest'intesa funzionò perfettamente fino a che non comparve sull'orizzonte di Oreste, oramai ventenne, Marzia.
Era la figlia più giovane del comandante della stazione carabinieri del paese dell'entroterra veneziano dove Oreste si era trasferito per esser più comodo nel frequentare l'Università; e dove Alessandra lo aveva seguito, per essergli sempre vicina.
Marzia era una splendida quindicenne appena uscita dall'adolescenza e in cui stava spuntando una donna stupenda.
Oreste l'aveva conosciuta alla festa di compleanno del fratello minore di Alessandra, che era in classe con quell'astro nascente.
Oreste, sicuro di essere stato colpito dal fatidico colpo di fulmine, cominciò a cercarla, a farle una corte insistente ma discreta al tempo stesso; e ovviamente si premurò di informare Alessandra di questa "cotta".
"Attento a quel che fai! Mettersi con una ragazzina è una responsabilità enorme. Prima di tutto se senti di provare affetto per lei, oltre che attrazione, devi muoverti con grande cautela per non rovinare tutto; devi anche tener conto della fragilità di una persona che si sta formando, e non devi certo approfittare della tua superiorità intellettuale per fare una facile ma crudele conquista; insomma ti pare di poter affrontare la cosa con la serietà e l'impegno che questa situazione richiede? Sei sicuro del fatto tuo?"
Ma se questo primo scoglio su facilmente superato (Alessandra conosceva bene Oreste, sapeva che non avrebbe mai mentito su un argomento così importante) altri si profilarono non appena Marzia mostrò di gradire la corte di Oreste: con una famiglia tanto in vista non era proprio il caso di pensare ad una relazione segreta, e poi non era questo quel che Oreste cercava e voleva, tanto per sé quanto per Marzia stessa; così si fece animo e affrontò il padre di lei, il quale ovviamente vedeva la figlia ancora come una bambina, e pur apprezzando la correttezza del giovane, proprio non se la sentiva di benedire questo incontro, adducendo l'ovvia motivazione che gli pareva troppo presto e troppo fuori delle regole parlare di fidanzamento.
Ma Oreste tirò fuori tutta la sua diplomazia: "Le chiedo solo di poter frequentare sua figlia alla luce del sole; le assicuro che non forzerò i tempi, mi rendo conto anch'io che il divario di età, ma soprattutto l'essere Marzia così giovane impongono tatto ed attenzione; ed è proprio per questo che sono venuto da Lei con franchezza e con il cuore in mano..."
Il comandante valutò che tutto sommato Oreste era un buon partito, che si era presentato nel migliore dei modi che e che di questi tempi non erano molti i giovani a mostrarsi tanto giudiziosi e rispettosi; così diede pur con tanto timore il proprio consenso.
Ben presto si convinse di aver preso la decisione giusta, i due ragazzi facevano proprio bella coppia, sua figlia era felice e continuava gli studi anche con maggiore lena; insomma tutto andava per il verso giusto, e così andò fino al diciottesimo anno quando la ragazza manifestò in famiglia proposito di sposarsi; inutili le proteste:
"Sei ancora così giovane... potresti pentirti... e poi perché interrompere gli studi?..."
"E chi lo dice che interromperò gli studi? Oreste sta per laurearsi ed entrerà presto nello studio del padre: uno che aspira a diventare un avvocato di grido potrebbe accontentarsi di una moglie ignorante? Sarà invece orgoglioso di avere in casa una insegnante di lettere; intendo laurearmi anche se sarò sposata!"
"Ma se ci saranno dei figli?"
"Quelli sì, possono aspettare!"
Insomma, non ci fu verso di dissuaderla, e divenne la giovanissima signora Azzali.
Poi nel giro di cinque anni diventò la brillante Professoressa Azzali, adorata da allievi e colleghi.
Ovviamente il suo primo ammiratore era Oreste, il quale non aveva occhi che per lei, e Marzia seppe farsi benvolere subito anche da Alessandra, di cui era diventata buona amica fin da quando Oreste si era invaghito di lei. Anzi le due divennero subito alleate nell'educare Oreste che scherzosamente le definiva "le mie tutrici predilette".
Soprattutto Alessandra s'impegnava allo spasimo per far crescere spiritualmente Oreste, dal momento che aveva deciso di proibirsi con lui qualsiasi contatto fisico.
Ma le mancava così tanto che piano piano cominciò a mutare opinione su amore e sesso: viveva la scelta di castità come un doloroso ed inevitabile obbligo ma questo faceva crescere il desiderio, che lentamente ma inesorabilmente trasformò il suo affetto, la sua amicizia, in un disperato innamoramento.
Disperato nel senso letterario, cioè senza speranza, perché Oreste era sempre più innamorato della moglie, e Alessandra non avrebbe mai voluto minare questa unione per nulla del mondo: nemmeno per amore.
Furono anni terribili sotto questo profilo, ma lei si consolava sentendosi immersa nella più fantastica amicizia che si potesse desiderare.
Dopo l'abbandono da parte di sua moglie Oreste di buon grado accettò di riprendere l'aspetto carnale della loro amicizia, quando Alessandra prese il posto, nel letto nuziale, della moglie fuggita.
Non lo sfiorò mai il sospetto che qualcosa fosse mutato nei sentimenti dell'amica e quindi coglieva piene mani senza farsi tanti problemi tutto quello che gli veniva generosamente donato; e altrettanto generosamente si donava egli stesso, senza risparmiarsi.
Tutta questa iperattività erotica lo stordiva, gli impediva di pensare e di ricordare, così riuscì a parare anche il colpo della delusione, del disincanto e nello stupore doloroso che altrimenti avrebbe mortificato il suo orgoglio, minato la sua autostima.
Dal canto suo Alessandra doveva tenere a bada quei mutamenti che sentiva far breccia nelle sue più radicate convinzioni e lottava per tenere il punto con se stessa; non era certo momento di manifestare il suo innamoramento e rovinare con inutili sovrastrutture un'unione così efficace, perfetta e funzionale.
Le venne in aiuto perfino la ritrovata passione per la musica di Oreste.
Sotto forma di una nuova avventura romantica.
Si stava organizzando a Ca’ Rezzonico un ciclo di concerti da camera, sponsorizzati da un importante industria locale, il cui amministratore delegato era stato compagno di banco di Oreste alle medie.
Così c'erano sempre due posti riservati in prima fila per lui ed Alessandra.
Il ciclo inaugurale era dedicato ai quartetti di Beethoven, un classico che raramente si eseguiva integralmente a Venezia.
L’appuntamento fisso era per ogni primo e terzo venerdì del mese, così la coppia approfittava del piccolo appartamento nei pressi di Rialto che Alessandra aveva ereditato dai nonni materni per lasciare la campagna e trascorrere dei romantici fine settimana sulla laguna.
Il dopo concerto finiva inevitabilmente nei locali più rinomati della città per cene veramente deliziose: da Montin, Cipriani alla Giudecca o a Torcello, Ivo, la Fiaschetteria Toscana, ma il locale dove si trovavano più loro agio era il ristorante dell'hotel Montecarlo, in un tavolo riservato con vista sul canal grande e punta della dogana.
Ogni volta la cena in questo locale terminava con una passeggiata pellegrinaggio al Marco Polo, il liceo culla della loro amicizia; e il più delle volte finivano per affittare una stanza alla pensione Accademia, una delle più romantiche locande della città.
Fin dal primo concerto l'attenzione di Oreste fu calamitata dal primo violino; e non solo per la bravura della concertista, ma per il suo fascino: era una bellissima bruna dall'aria molto sostenuta, aristocratica, il cui profilo era deliziosamente addolcito da un grazioso nasino all'insù, molto francese, anche se la proprietaria era una veneziana doc, manco a dirlo nobildonna, Cristina Vendramin.
I capelli corvini erano tirati in una sobria pettinatura, occhi di un blu intenso, un mare nel quale Oreste fin dai primi momenti annegò il suo sguardo.
La concertista non dava segno di accorgersi di tanta insistenza, tutta concentrata nella sua musica; nelle pause concesse allo strumento teneva gli occhi bassi, per non disperdere la tensione interna che la faceva essere un tutt'uno con il suo violino.
Soltanto al secondo concerto (Oreste non smetteva un istante di fissarla) diede segno di "sentire" questa prepotenza: gli sguardi finalmente si incrociarono; lei non distolse il suo, mentre Oreste nella penombra della sala sentì che stava arrossendo.
Una telefonata allo sponsor e per il terzo concerto fu prenotato un tavolo da Cipriani per l'amministratore delegato, gli artisti e Alessandra ed Oreste.
Il quale quella sera evitò di guardare con troppa insistenza la sua nuova fiamma.
La cena fu vivacizzata da Alessandra che, in gran forma, teneva banco.
Cristina invece parlò pochissimo, intervenne solo quando si commentò l'esecuzione della serata facendo così capire che l'unico possibile argomento di conversazione con lei era la musica.
Fuori dal concerto, senza la magia delle luci a sottolineare il suo volto, senza la voce incantevole del suo strumento, la donna perdeva molto del suo fascino.
Oreste era deluso, avvilito, e annegò la sua amarezza in generose dosi di vino, senza tuttavia ubriacarsi. L'alcool però gli fornì una dose supplementare di coraggio che gli consentì finalmente di guardarsi dentro con la sincera voglia di capire.
Tornando a casa fece guidare Alessandra, sia per non rischiare il ritiro della patente nel caso qualche pattuglia avesse avuto voglia di provare con lui l’etilometro, sia per poter continuare il suo momento di introspezione.
Non era confortante quel che riscopriva, quello che per lungo tempo era riuscito a nascondersi: vide un egoista, tronfio di se stesso e tutto teso a soddisfare i propri bisogni, pronto ad auto celebrarsi perfino specchiandosi negli occhi di una donna; capì improvvisamente perché Marzia lo aveva lasciato, si rese conto del baratro di solitudine in cui aveva corso il rischio di precipitare.
Ma si consolò anche per avere avuto il coraggio e la sensibilità di accorgersi di tutto questo e la percezione di essere adesso diverso dentro, sotto la scorsa di edonismo e di egocentrismo, e prese una decisione irrevocabile, cioè di crescere, di essere finalmente uomo e non più fanciullo capriccioso e superficiale.
Arrivati a casa, brindarono alla buona notte e si ritirarono nelle rispettive stanze.
Quando fu certo che Alessandra avesse finito le abluzioni serali e si fosse accoccolata tranquilla nel suo letto in compagnia di un libro, bussò timidamente alla sua porta.
"Entra pure, stavo leggendo..."
"Voglio dirti una cosa semplice ma importante; stanotte mi piacerebbe molto dormire qui con te per un solo motivo: anch'io ti amo!"
eziodellagondola

ziaci

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Re:Oreste
« Risposta #1 il: Gennaio 09, 2012, 01:53:20 »
piacevolissima lettura
grazie
 ;)
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

gipoviani

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Re:Oreste
« Risposta #2 il: Gennaio 09, 2012, 10:20:04 »
Mi è piaciuta. Ad un cero punto ho pensato che avesse un risvolto giallo (alessandra che aveva fatto sparire marzia) invece è una bella storia romantica. Una cosa buffa: sto scrivendo una storia dove c'è un gatto che si chiama oreste; che coincidenza curiosa  :mah:

eziodellagondola

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Re:Oreste
« Risposta #3 il: Gennaio 09, 2012, 14:51:20 »
piacevolissima lettura
grazie
 ;)
piacevolissimo commento: grazie a te, ma grazie soprattuto per la lettura; coì è scaturita una ennesma quartina

Da quando avevo smesso la lettura,
anche lo scriver m’era un po’ mancato
perché in simbiosi sono per natura
le due arti cui sono ritornato

PS a volte mi interrogo sul mistero italiano: siamo indicati come un popolo poco propenso alla lettura, ma sembra impossibile che a fronte di questo ci sia una vera folla di scrittori, professionisti e non, che continuano ad alimentare librerie, forum, case editrici, blog e via enumerando
eziodellagondola

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Re:Oreste
« Risposta #4 il: Gennaio 09, 2012, 15:01:30 »
Una cosa buffa: sto scrivendo una storia dove c'è un gatto che si chiama oreste; che coincidenza curiosa  :mah:

grazie per il commento; per la questione nomi, ti dirò che talvolta non facile sceglierli; personalmente io adotto, tra quelli che mi piacciono, nomi che non siano particolarmente comuni, o, per opposto, tanto rari da esser fin troppo ricordati.
Per associazione di idee, ti segnalo un bellissimo racconto di Saramago ( ma che non ha nulla a che vedere con quanto scritto sopra) intitolato "Tutti i nomi" interessante come d'altro canto tutte le meravigliose invenzioni del nobel portoghese

E

https://www.zam.it/1.php?articolo_id=2043&id_autore=83
eziodellagondola

nihil

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Re:Oreste
« Risposta #5 il: Gennaio 26, 2012, 14:56:04 »
insomma come al solito le donne realizzano la situazione prima degli uomini! Oreste si riconosce tardi, ma lo fa, e ciò gli ridà la possibilità di vivere l'amore. Si tratta di amare in coincidenza, cosa che troppo spesso non avviene, con grande sofferenza degli interessati. abow

ciro

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Re:Oreste
« Risposta #6 il: Gennaio 02, 2013, 09:12:36 »
Ho cominciato a scrivere su questo forum pochi mesi dopo la tua momentanea scomparsa. Spesso il tuo nome, l'effige e i rimpianti dei vecchi zammiani, mi avevano incuriosito. Ma tutto finiva lì. Ora sei tornato e Zam è in festa riconoscendoti tutto il tuo valore, non solo artistico.
Quindi, più incuriosito di prima,  ho cominciato a leggerti, iniziando da Oreste, quindici anni di menage a tre, quasi quattro, raccontati in poche pagine. Il racconto inizia con l'enigma della fuga dell'ex moglie e sull'auto assoluzione del marito. Personaggio meraviglioso Alessandra, donna che molti hanno cercato senza incontrarlo mai.
Preziosa ho trovato l'autoanalisi del marito tradito e umiliato, condotta da te con maestria e profonda conoscenza dell'animo umano, servendoti anche dei bellissimi spunti dei dialoghi tra i due vecchi amici di liceo.
A tratti sei stato crudo, fuori dagli schemi stucchevoli di questo tipo di racconto (o romanzo sentimentale) e ti confesso che è stato ciò che più mi ha rapito nella lettura che ho trovato picevolissima. Sul sesso e sull'amore si possono scrivere degli aforismi, ma rimangolo tali. La realtà è diversa per ognuno di noi e non ha regole generale, nè possibili giudizi di sorta, questo mi è sembrato il tuo messaggio che deponi sulle labbra di Alessandra. Naturalmente tutto il merito è tuo, bentornato Ezio, e mi accingo a recuperare scitti che sembravano perduti. Mi riferisco ai tuoi,naturalmente, vecchi di un anno ormai.

Con stima e ammirazione.

Ciro

eziodellagondola

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Re:Oreste
« Risposta #7 il: Gennaio 19, 2013, 19:22:03 »
Ho cominciato a scrivere su questo forum pochi mesi dopo la tua momentanea scomparsa. Spesso il tuo nome, l'effige e i rimpianti dei vecchi zammiani, mi avevano incuriosito. Ma tutto finiva lì. Ora sei tornato e Zam è in festa riconoscendoti tutto il tuo valore, non solo artistico.
Quindi, più incuriosito di prima,  ho cominciato a leggerti, iniziando da Oreste, .....

Con stima e ammirazione.

Ciro

Grazie Ciro per questo bellissimo commento che mi fa perfino arrossire un poco; non essendo un professionista della scrittura, ho ancora questa prima reazione agli elogi, anche se spero siano meritati; quello che più mi ha colpito comunque in tutto il tuo interessante intervento è l'attenta analisi che hai fatto tanto della trama quanto delle stile con cui è stata da me esposta; ho ricominciato a scrivere su Zam riprendendo dalla sezione per me più "facile" la poesia, visto che da più di un anno, dopo qualche esperimento con gli haiku, che ho percepito ostici per la nostra sensibilità occidentale, ho ricominciato a versificare per quartine, forma apparentemente leggera di fart poesia.
Ma non potevo esimermi dal riprendere (anche per bon ton) le risposte ai commenti dei miei vecchi post; e iniziare dal tuo è stata per me piacevolissima incombenza; con altrettanta stima e simpatia
Ezio
eziodellagondola

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Re:Oreste
« Risposta #8 il: Gennaio 20, 2013, 08:35:38 »
e dice bene Ciro, ci sei mancato. ;)

eziodellagondola

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Re:Oreste
« Risposta #9 il: Gennaio 20, 2013, 20:51:37 »
e dice bene Ciro, ci sei mancato. ;)
vedrò di esser più presente...  ;)
eziodellagondola

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Re:Oreste
« Risposta #10 il: Febbraio 04, 2014, 16:07:35 »
eziucciooooo, ma che fine hai fatto?