Autore Topic: Relazioni di coppia  (Letto 23124 volte)

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #15 il: Giugno 26, 2013, 16:58:53 »
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"L’amore è come un corso d'acqua sempre in movimento"

"Mary, voglio sapere se hai una vaga idea di come tu sia riuscita ad ampliare la mia comprensione del mondo. Tu mi provochi continuamente, e mi costringi a scoprire cose nuove. L'amore come un corso d'acqua, dev'essere in continuo movimento, ed è proprio quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l'inverno, e le acque gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito.”
(da “Lettere d’amore del profeta”, che  Kahlil Gibran  scrisse a Mary Haskell; libro a cura di Paulo Coelho)

L’amore verso il/la partner oltreché dichiarato deve essere dimostrato con i fatti, col comportamento coerente, altrimenti si creano contraddizioni tra le parole e le azioni.

Per rafforzare il legame affettivo sono determinanti il dialogo, l’empatia, la complicità, la condivisione, il “senso del noi”, che si ottiene, come già detto,  dalla convergenza dell’io e del tu e dalla reciproca comprensione.

Comprendere non significa concordare ma conoscere l’opinione o l’aspettativa del compagno o della compagna.

Si Nihil, per poter comprendere è necessario ascoltare con attenzione. Invece durante una discussione può capitare di impegnare la mente nell’elaborazione della risposta da dare anziché udire cosa dice l'altro/a.

Ascoltare in modo attivo significa interessarsi a ciò che dice con le parole e ciò che lascia intendere con il linguaggio non verbale.

Se la comunicazione diventa disfunzionale la coppia va incontro a frustrazioni, malintesi e rancori che allontanano. ‘‘Non mi capisci!‘‘, ‘‘con te non si può discutere!‘‘.... Frasi ricorrenti come queste possono mettere in crisi il rapporto coppia e causare l’incomunicabilità dei propri desideri, emozioni, pensieri... Invece la comunicazione amorosa necessita della reciproca capacità di esprimere a parole il proprio mondo emozionale e sentimentale; capacità che hanno la maggioranza delle donne; invece gli uomini, per natura e cultura, generalmente conoscono poco quel tipico modo di relazionarsi.

Quando una donna ha un problema o vuole sfogare la frustrazione di una giornata negativa desidera parlare per "sfogarsi", comunicare  con altri capaci di ascoltarla, non pretende da loro la soluzione del dilemma.  Invece l'uomo quando ha un problema o è frustrato  tendenzialmente si chiude "a riccio",  si isola, legge il giornale o finge di guardare la televisione. Pensa come risolvere la questione, da solo o con l'aiuto di un'altra persona. Cerca il confronto di opinioni,  un consiglio, una soluzione.



Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #16 il: Giugno 27, 2013, 15:58:03 »
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Nell’ambito delle relazioni di coppia ci sono persone che si amano ma non convivono nella stessa abitazione. Vengono definite con l’acronimo L.A.T.: “living apart together” . Stanno insieme ma in case separate. E’ un fenomeno in crescita nel nord Europa e negli Stati Uniti.

Tale alternativa limita la noia della routine ed è un’opzione in attesa di maturare delle decisioni. Questa scelta permette di avere il tempo necessario per comprendere la natura del rapporto con il compagno o la compagna, se l’innamoramento si è trasformato in amore.

Il living apart together viene scelto, in particolare, da quei giovani che non hanno un lavoro a tempo indeterminato o guadagnano poco e sono costretti ad abitare nella casa dei genitori, godendo degli agi forniti dalla famiglia. Con il/la partner trascorrono le serate, i week-end, ma senza convivere. Questo permette di non affrontare subito con le famiglie, magari di mentalità tradizionalista, il problema di una eventuale vita insieme. In altri casi si tratta solo di una fase, in cui una coppia verifica i propri sentimenti prima di prendere una decisione definitiva, ma alla fine scelgono la convivenza o il matrimonio.

Tra i single di ceto medio-alto, che non hanno costrizioni economiche a spingerli verso la condivisione dell’abitazione, la tentazione di poter vivere un amore senza gli oneri della quotidianità esiste. Qualcuno prova a proporre questa possibilità al/la partner, altri ne fanno una scelta esistenziale, specie se separati o divorziati, non vogliono riprovare a convivere col nuovo partner.

Ci sono pure coppie che vivono in città diverse per necessità di lavoro, e la donna (o l'uomo) non ritiene di dover rinunciare alla propria carriera e all’autorealizzazione per stare nella stessa località dove vive la persona che ama.

Fra le donne sostenitrici dell’ognuno a casa sua c’è il timore di avere un uomo in casa che dimentica la parità nel menage. A volte la rinuncia a vivere insieme è dovuta anche alla paura di non poter raggiungere compromessi equilibrati.

Scegliere di non convivere può anche significare che non c'è un vero attaccamento verso il/la partner, o puo essere un modo per proteggersi psicologicamente da possibili delusioni o abbandoni.

Attualmente si cerca di amare senza la costrizione della tradizione. Si sceglie la forma di unione che più si adatta alla propria esigenza di libertà/dipendenza.

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #17 il: Giugno 28, 2013, 21:24:00 »
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Modi di dire: la mia donna, il mio uomo, il mio ragazzo, la mia ragazza...

Quel mio indica possesso, si pensa per sempre invece spesso capita che sia temporaneo, perché i rapporti amorosi non sempre durano. Nonostante ciò, l’uso di tale aggettivo possessivo  forse è necessario per sviluppare psicologicamente il reciproco attaccamento, il rapporto affettivo.

Quando una persona dice ad un’altra: “tu sei il mio amore”, non intende dire che gli/le appartiene, ma che è in relazione affettiva con lui/ lei.  Le parole condizionano socialmente il pensiero ed il contesto permette di comprendere che quel vocabolo non significa essere proprietario di un individuo ma indica la ricettività, la capacità di accogliere l’amore e di amare il/la partner.

La "grammatica amorosa" a volte si discosta dalla grammatica italiana, comunque credo che sia meglio dire: “la donna/l’uomo che amo” anziché "la mia donna/il mio uomo". Dire "la donna che amo" esprime meglio  il proprio sentimento d'amore altruistico e può durare per sempre oppure una stagione.

La coppia è una struttura dinamica, si ridefinisce continuamente, si adatta alle reciproche esigenze, cerca la sintonia, che agisce da collante nella relazione amorosa.

Stabilizzarsi con un partner dà tranquillità, serenità.  Però ci sono persone che non vogliono la stabilità tipica della coppia consolidata,  per timore della noia, della ripetitività quotidiana,  e tendono a cambiare il/la partner. 

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #18 il: Giugno 28, 2013, 22:19:53 »
Le crisi nella coppia


Una scena del film "ti odio, ti lascio, ti..." con Jennifer Aniston e Vincent Vaughn

Nel momento in cui ti domandi se  ancorami l’ami forse non l’ami più.

Il matrimonio, la convivenza, il tempo che passa,  la solita vita quotidiana a volte inducono a riflettere sul proprio  rapporto di coppia, creano turbamenti, voglia di cambiamento, motivano a delle scelte, ad evolvere  verso ciò che si vuol essere: l’autorealizzazione. E’ la crisi, che può coinvolgere uno od entrambi i partner e viene considerata con sospetto.

La  parola “crisi deriva  dal greco “krìsis” e significa “scelta”.  In psicologia tale vocabolo viene usato per indicare nel rapporto di coppia il divario tra ciò che si vorrebbe e la realtà.

Dire che la “coppia è in crisi” significa che tra i partner ci sono problemi relazionali rispetto alle condizioni iniziali. Le modalità non sono più adeguate o non sono più accettate da uno o da entrambi.

La crisi comporta la rottura temporanea dell’equilibrio in cui vive la coppia, per giungere poi ad una diversa organizzazione o ad un nuovo adattamento del ménage, oppure alla separazione ed al divorzio se il cambiamento non basta o non è desiderato.

La crisi si conclude quando si prende la decisione.

Si sceglie per autorealizzarsi o per restare dove si è, insieme ai rimorsi ed ai rimpianti.

Per la relazione duratura è determinante  l’impegno di entrambi per vitalizzare il rapporto.

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #19 il: Giugno 29, 2013, 06:56:57 »
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Le crisi nella coppia nascono anche per le opinioni divergenti che allontanano psicologicamente i partner.

Con il dialogo si possono chiarire le rispettive opinioni e giungere ad un accordo che soddisfi entrambi tramite il confronto  costruttivo, la ricerca della  possibile soluzione, la contrattazione e la pacificazione.
 
Se invece ognuno dei due rimane nelle rispettive posizioni antagoniste subentra la delusione,  il rancore,  e col tempo la voglia di separarsi, specie se la donna lavora ed ha un reddito sufficiente per vivere in modo autonomo.

A volte si sceglie il distacco temporaneo per una “pausa di riflessione”. L’allontanamento dovrebbe servire per esaminare i pro ed i contro nel rimanere insieme, ma di solito induce all’abbandono se dura settimane o mesi. In tal caso è un agire “lieve” per dire "tra noi è finita".

La relazione di coppia  fa anche soffrire!

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #20 il: Giugno 30, 2013, 14:35:18 »
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Nel  passato  era inimmaginabile vivere in coppia senza il vincolo del matrimonio e  per l’unione era necessaria la contrattazione finanziaria da parte dei genitori dei nubendi.

La funzione della  donna era quella di governare la casa ed assicurare la discendenza, quella dell’uomo il mantenimento della famiglia. L’amore era un optional e non un requisito necessario per vivere insieme, anche perché la convivenza non durava molti anni.

Nel medioevo l’alta incidenza della mortalità permetteva  alle persone  circa 13 anni di vita in comune; nel XX secolo 20 anni; oggi  la durata media della vita è di 75 anni per gli uomini ed 82 per le donne, e si può arrivare  a 60 anni di vita insieme.  In così lungo tempo la possibilità della separazione è staticamente alta.

Per capire quanto è importante l’amore nel rapporto di coppia bisogna attendere il XIX secolo e l’affermazione della cultura del Romanticismo. La letteratura cosiddetta “romantica” evidenzia che per amore si sospira, si anela, ci si strugge e si può anche morire;  ci sono storie di coppie infelici, tragici destini, come quello di Emma Bovary, nel romanzo di Gustave Flaubert.

Nella seconda metà del XX secolo la rivendicazione femminile dell’uguaglianza nella coppia e gli anticoncezionali permisero alla donna di dissociare, per la prima volta, sessualità e procreazione, di liberarla dal timore di una gravidanza non voluta, dalla paura di diventare madri senza un marito,  e di provare l’orgasmo nell’attività sessuale.
Le radici di questo cambiamento sociale  sono nel decennio del 1970, quando s’iniziò a parlare di “morte della famiglia”,  la sua trasformazione da istituzione socialmente regolata a privato connubio,  fondato sul reciproco amore, l’armonia, la comprensione, la solidarietà.

La coppia come legame stabile nella buona e nella cattiva sorte rimane  ancora oggi un punto di riferimento, ma si fa più fatica ad accettare la cattiva sorte e a rinunciare al piacere immediato. L’impazienza e l’incapacità di sopportare le frustrazioni rendono i partner psicologicamente “fragili”,  per conseguenza diminuiscono i matrimoni sia religiosi sia civili perché i giovani sembrano aver paura del “si” definitivo, nel contempo aumentano le separazioni ed i divorzi.


Nel libro “L’amour fissionel” il sociologo Serge Chaumier ipotizza per il futuro un nuovo modello di coppia, nella quale ognuno dei due avrà autonomia negoziabile, alternanza di vita in comune e periodi da soli, senza le costrizioni del vivere per forza insieme. I momenti di solitudine ma non solitari serviranno per sperimentare la libertà e permetterano di accettare meglio la vita in coppia.

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #21 il: Luglio 03, 2013, 07:08:23 »
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"Nec sine te nec tecum vivere possum"  (= Non posso vivere né senza te né con te), [Ovidio: “Amores”, III XIb 39]

Sono tante le relazioni insoddisfacenti, che tuttavia per vari motivi tengono agganciati i partner nel “matrimonio constrictor” che li avvolge come un serpente boa.

Ci sono individui che iniziano un rapporto amoroso come antidoto alla solitudine, oppure confondono la parola amore con l’erotismo. In breve tempo giungono ai rapporti sessuali, ma spesso inficiano la durata della relazione.

Altre persone confessano di non avere più l’attrazione fisica per il/la partner pur continuando l’affettività. Come conseguenza  latita il desiderio, però la libido può indurre uno dei due od entrambi a cercare altrove il piacere.

Ci sono problemi con l’attività sessuale anche quando nella coppia comincia una crisi, che viene espressa con l’astinenza dal coito.

Il sociologo Francesco Alberoni  dice che la maggior parte delle coppie entrano in crisi nel primo o nel secondo anno di matrimonio e di convivenza se il processo amoroso si ferma alle prime fasi, non evolve, oppure perché uno dei due  non è veramente innamorato.

Gli psicologi dicono che per poter offrire l’amore-dono alla persona amata è prima necessario che l’individuo sappia amare se stesso, altrimenti non apprezza pienamente l’amore che riceve. Ma io penso che gli individui “normali” di solito sanno volersi bene, perché  in modo istintivo sono indotti a soddisfare le loro necessità primarie e secondarie,  a gratificarsi nel miglior modo possibile.

Gli psicoterapeuti della coppia fanno presente che chi non è stato amato a sufficienza  dai genitori durante l’infanzia poi, da adulto, teme di non essere amato come desidera ed ha bisogno di continue prove d’amore da parte del compagno o della compagna, però rischia  di logorare il rapporto. Il/la partner che soffre comincia a gridare: “Non ne posso più”, “non ti sopporto più”…, urla, liti, recriminazioni, assenza di dialogo.

Quando si profila una crisi nella coppia, in qualsiasi modo la si esprima, si ha solo voglia di separarsi.

nihil

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #22 il: Luglio 03, 2013, 07:30:12 »
sei un pochino pessimista, ci sono matrimoni burrascosi che tengono benissimo il tempo. ;)
Il fatto è che , non se se era così anche una volta, spesso le coppie si sposano dopo avere già vissuto una parte di emotività e di sessso, le novità della vita di coppia quindi si accorciano, le rose e fiori terminano e rimane la quotidianità, che spesso è vita da combattimento ( per quanto riguarda il lavoro eccetra). Di conseguenza la coppia non è allenata ad affrontare i problemi, incolpa l'altro, e va in crisi. Temo che spesso si rimanga individuo, che si pretenda che il partner si adegui, il che non avviene. E' probabile che la mentalità di coppia non ci fosse nemmeno prima della crisi. :-\

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #23 il: Luglio 05, 2013, 11:12:36 »
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Nella coppia il perdurare della crisi può aprire nella relazione un varco emotivo che permette ad un’altra persona di insinuarsi tra i due e profittare della situazione per indurre al tradimento lui/lei. 

Hanno percorsi facili i seduttori seriali od i cosiddetti  "amici" che cercano esclusivamente coppie in crisi per avere relazioni a breve termine.

Quando una coppia è in crisi diventa instabile, incerta, ed uno dei due od entrambi possono  “cadere in tentazione”, specie se si dubita del proprio amore e quello che si riceve dal compagno/a. Si diventa più vulnerabili alle lusinghe di chi si avvicina e comprende, chi fa sentire “speciale”. Può succedere di accettare una nuova laison anche senza premeditazione.

E’  immorale  approfittare della crisi di una coppia ?  Ma la colpa è di chi s’insinua o di chi lascia aperta la metaforica porta ?  Quando una persona ama non tradisce. Anche chi  spera di poter continuare a vivere amorevolmente insieme dopo la crisi di solito non si  “apre” a nuove possibilità. Infatti il termine crisi non implica la fine di un amore,  se però  finisce è meglio lasciare il partner prima d’iniziare un altro rapporto, anche occasionale, per correttezza verso il/la partner inconsapevole.

Molte persone anziché separarsi preferiscono avere due relazioni:  quella “ufficiale” e quella “clandestina” (più facile nell’ambito lavorativo perché ci si conosce, si fanno scelte per affinità, feeling);  altri individui, invece,  più decisi, comunicano la propria intenzione di separarsi.

Nell’amore è compreso il timore di perderlo. Per evitare la perdita entrambi debbono tentare di superare le crisi, di risolvere i problemi. Non si deve dare tutto per acquisito una volta per sempre, non ci si deve illudere con le frasi:  “è la mia donna, è il mio uomo”….Il  “possesso”, inorgoglisce, non fa temere di perdere la persona amata, nell'errata convinzione di averla conquistata.

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman  nel suo libro titolato “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”,  dice che “l'amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto ed imperscrutabile.” Però quando ci innamoriamo abbiamo l’illusione che sia “eterno amore”, che supera la contingenza e l’indeterminatezza della vita. Invece si può presentare l'occasione per l'infedeltà, che nella coppia rappresenta la precarietà del rapporto e dei sentimenti.

Un rapporto di coppia duraturo può essere brioso se ci sono i presupposti affettivi, economici e sociali che permettono di distaccarsi dalla quotidianità e di non considerare “ abitudini” le persone che amiamo. Ma quante sono queste coppie privilegiate ? Poche !

Di solito nel lungo periodo non si riesce a tollerare un rapporto per così dire normale o il grigiore e si fantasticano o si attuano trasgressioni, anche perché la fagocitante e faticosa routine quotidiana spesso s’interseca nella coppia col calo del desiderio sessuale, con cefalee evitanti il coito, con la sosta davanti alla televisione o al computer, che si protrae fino all’avvenuto sonno del/la partner partner. Sognano la “pace” ma sono tentati dall’altro e dall’altrove.

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #24 il: Luglio 07, 2013, 16:00:07 »
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Nel precedente post ho scritto che nella coppia il perdurare della crisi può indurre in tentazione uno dei due od entrambi, specie se si dubita del proprio amore e quello che si riceve dal compagno/a. Si diventa più vulnerabili alle lusinghe di chi si avvicina e comprende, chi fa sentire “speciale”.

Francesco Alberoni nel suo libro “Innamoramento e amore” ha scritto che “Noi ci innamoriamo quando cominciamo a sentirci prigionieri dei nostri vecchi affetti e siamo animati da una grande spinta vitale che ci porta a cercare il nuovo. Questa ricerca avviene attraverso esplorazioni. L’innamoramento è preceduto da una fase di irrequieta insoddisfazione. L’individuo desidera qualcosa di nuovo, si guarda attorno come se cercasse qualcuno.. Ripensa al suo passato, desidera rivedere le persone che ha amato o che lo hanno amato. Ha come l’impressione di aver perso qualcosa. Ha cotte improvvise. Quando gli affetti si trasformano in vincoli che lo legano, una spinta interiore lo porta ad esplorare il mondo. Ma i vecchi legami lo tengono ancora avvinto. Per molto tempo lotta contro i suoi desideri, che si fanno strada in modo improvviso. La voglia di vivere, di amare, l’eros, traboccano e invadono territori proibiti. C’è la rivolta contro la precedente relazione e la sconvolge. Lo stato nascente è una rinascita e una rivolta. E’ un’esperienza di liberazione, di pienezza di vita. E’ la liberazione da una prigione.”

Allora può succedere  di accettare una nuova laison anche tramite chat, forum od altri social network. On-line nascono idealizzazioni ed  infatuazioni.   

Ma  la virtuale infedeltà emotiva-sentimentale si può considerare tradimento ? In caso affermativo ha la stessa gravità del  tradimento reale con il coinvolgimento sessuale ?

Il fenomeno dei tradimenti on line dilaga perché sembra poco compromettente.

Negli Stati Uniti Nora Ephron fece del tradimento on line il soggetto del film “C’è post@ per te”, interpretato dagli attori Meg Ryan e Tom Hanks che flirtano con la chat all’insaputa dei loro partners.

In Italia il fenomeno sociale degli amori virtuali è oggetto di indagini psico-sociologiche. Lo psichiatra Tonino Cantelmi e la psicologa Valeria Carpino, insieme hanno scritto un libro titolato “Tradimento on line. Limite reale e virtuale dell’amore”.

Secondo i due autori ad amare virtualmente sarebbero soprattutto le donne, in particolare quelle sposate.

In Italia oltre un milione di donne coniugate avrebbe una relazione in rete, tradendo il proprio partner.

Chattano per curiosità, per bisogno di evadere dalla noiosa routine quotidiana, per conoscersi, incontrarsi, amarsi. C’è in loro insoddisfazione, solitudine, pur essendo in coppia, perciò desiderano relazioni piu' profonde rispetto a quelle che hanno con il partner''.

La relazione amorosa virtuale è considerata molto emozionante, più controllabile e gestibile rispetto ad una relazione reale.

Per quanto riguarda i maschi 7 su 10 di loro frequentano le chat alla ricerca di relazioni sessuali o per conoscere la probabile partner con la quale avviare e mantenere un rapporto affettivo o d'amore.

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #25 il: Luglio 08, 2013, 11:12:16 »
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Quando amiamo siamo convinti che il sentimento d’amore sia duraturo. Ma un giorno, dopo l’ennesima lite, ci si accorge  che il/la partner sta cambiando, evolve in modo non confacente con il proprio e si pensa di aver sbagliato l’unione, perché le modalità relazionali su cui era fondato il legame non sono più adeguate o non sono più accettate. Allora ogni occasione diventa pretesto per esprimere fisicamente e verbalmente il proprio bisogno di lontananza dal compagno o dalla compagna.

La distanza corporea, l’astinenza dall’attività sessuale, il negativo modo di comportarsi e gli atteggiamenti di rifiuto rompono l’armonia, l’equilibrio nella coppia; questi si possono recuperare se nonostante tutto c’è il reciproco amore e  la voglia di rimanere insieme. Se invece c’è la necessità d’interrompere temporaneamente la convivenza, il distacco può servire per meditare, per capire di cosa si ha bisogno nella relazione, per  decidere se continuare il rapporto oppure separarsi.
 
La crisi comporta una rottura temporanea dell’equilibrio in cui vive la coppia per giungere, oppure no, ad una nuova organizzazione con un nuovo reciproco adattamento basato su nuove regole di funzionamento.

La comprensione, il, rispetto, l’attenzione sono determinanti per proseguire insieme sulla strada della vita. Ma se  al bivio prevale l’insoddisfazione nello stare insieme i due decidono percorsi diversi.   

La coppia è un incastro tra due persone che si sono cercate e trovate per soddisfare la propria  esistenza. E la vita di coppia è come una piccola barca che naviga assieme ad altre nello stesso mare. Ogni tanto è importante fare il “punto nave” per sapere dove si è e verso quale direzione si deve andare, altrimenti può capitare di sentirsi estranei nel tèmenos familiare.




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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #26 il: Luglio 09, 2013, 10:24:39 »
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La coppia evolve nel tempo: nei partner cambiano le aspettative, i desideri, e costringono al continuo adattamento. La necessità della rinegoziazione del rapporto può provocare una crisi nella relazione.

Nelle situazioni di crisi ognuno dei due considera il/la  partner responsabile della situazione di tensione, ciascuno pensa di avere ragione e si  può diventare aggressivi, litigiosi, oppure si sceglie l’incomunicabilità.

Ci sono partner che pur continuando a comunicare informano sempre meno il compagno o la compagna  sul loro vissuto in rapporto con l’altro/a, sui loro stati d’animo, e s’avviano verso una silente crisi. Aumenta in ognuno dei due la solitudine interiore, diminuisce la voglia di continuare insieme il percorso della vita, di fare progetti comuni.  E si può giungere alla depressione, la quale potrebbe essere la spia della propria insoddisfazione esistenziale che preme per essere ascoltata. In tale condizione psicologica se s’incontra un altro/a che ci fa tornare la voglia di vivere, ridere, è facile illudersi, farsi coinvolgere dall’infatuazione, che diventa l’antidepressivo. Ma se si è sposati con figli non è semplice, c’è il pericolo di distruggere la famiglia.

A volte è necessario l’aiuto di uno psicoterapeuta  per  rendersi conto delle proprie responsabilità nell’aver contribuito ad instaurare una relazione insoddisfacente e per  migliorare il rapporto di coppia.

Il primo obiettivo del terapeuta è capire i problemi  che determinano la crisi e dare consigli se non si riesce più a stare bene insieme ma neppure a lasciarsi.

Spesso erroneamente  si pensa che la psicoterapia  risolva  sempre i problemi  relazionali nella coppia e permetta la pacificazione. Invece il terapeuta aiuta soltanto a far capire che funzione ha il sintomo del malessere all’interno della relazione, il perché si è attivato in un momento particolare della vita di coppia e quali sono le dinamiche che incastrano entrambi senza permetterne lo sblocco e l’evoluzione.  Imparare a riconoscere e a sciogliere questi nodi permette la sperimentazione di nuovi comportamenti ed atteggiamenti.

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #27 il: Luglio 10, 2013, 14:34:56 »
Fine di un amore/1

Le storie d’amore possono finire…bene… se entrambi i partner prendono atto della conclusione e giungono alla decisione di comune accordo. Se invece uno dei due interrompe la relazione ed il partner è ancora innamorato, allora sono dolori… che non sempre il tempo riesce a lenire, anzi suscita diversi sentimenti, come la  nostalgia,  il rimpianto,  e il rimorso.




La nostalgia aiuta a mantenere il legame col passato che si vorrebbe rivivere, fa sognare ad occhi aperti, idealizza la persona amata, provoca malìa ma anche malinconia. Spesso la nostalgia modifica i ricordi d’amore, li “abbellisce”, ed accresce l’insoddisfazione per la separazione.

La voglia di tornare indietro nel tempo può provocare anche il rimpianto, che logora se manca la rassegnazione al perduto amore, per non essere stata/o capace di mantenere viva la relazione, e si pensa continuamente a come sarebbe stato piacevole vivere con quella persona amata.
Il rimpianto dà sconforto, dispiacere, afflizione per non aver compiuto una determinata azione o scelta.

Il rimorso, invece, suscita senso di colpa, pentimento, disistima per aver compiuto un’azione sbagliata o contraria ai propri valori.

Perdere l'amore, la persona amata, provoca  dolore,  solitudine, si cerca una spiegazione alla fine della relazione. Il trascorrere del tempo di solito aiuta a superare l’infelicità, la frustrazione. La vita continua !

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #28 il: Luglio 11, 2013, 09:13:51 »
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Nel tempo le esperienze possono cambiare comportamenti ed atteggiamenti.  E può accadere di non credere più in una storia d'amore e rinunciarci perché uno dei partner od entrambi hanno esigenze diverse .
 
“Colpa mia o colpa sua ?”  Si tende ad attribuire la colpa all’altro/a. Ma non serve a nulla chiedersi chi è il colpevole.   
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet nel suo breve saggio titolato “Dirsi addio” evidenzia che sono in aumento le coppie che "scoppiano", ma sono numerose anche quelle che "implodono".

Quelle che esplodono sono le coppie più giovani, che si mettono assieme per amore o per convenienza, ma che non si conoscono davvero. Così di fronte alla prima crisi seria il rapporto si frantuma. Grandi litigi, lacrime, a volte la violenza fisica, battaglie tramite avvocati e tribunali.

Se invece i problemi diventano insostenibili più in là negli anni la separazione viene solitamente chiesta dall’elemento più forte della coppia, quello che “non ne può più” e decide di concludere la convivenza assumendosene tutta la responsabilità. La fine dell’amore è comunque dilaniante,  anche perché per far finire l’attaccamento ci vuole tempo, specie se si viene lasciati.
 
Nelle coppie che implodono finisce l’amore ed il rapporto coniugale; l’attività sessuale è diradata od eliminata. Spesso  rimangono assieme per vari motivi: convenienza, perché su lui/lei si può fare affidamento, per timore della solitudine, la pigrizia, i figli. Sono le coppie meno giovani in tale questa situazione. Trovano l'equilibrio dei "separati in casa". Continuano a vivere insieme con rassegnazione, perchè non hanno più la voglia di rimettersi in gioco, perché stanno insieme da tanti anni…

Fino a pochi anni fa un matrimonio doveva per forza durare tutta la vita, anche se nella coppia non c’era amore ma sopportazione reciproca. Nel nostro tempo, invece, quando è possibile si cerca di non farsi condizionare dal valore durata della relazione ma dalla qualità del rapporto.

Alcune ricerche sociologiche evidenziano che si sta passando da una visione totalizzante dell’amore ad una più distaccata. Le donne che la pensano così hanno forte autostima, lavorano, hanno interessi culturali. Vivono il presente, senza illudersi. Certamente l’indipendenza economica permette di avere il coraggio e la libertà di interrompere una relazione insoddisfacente e di cercarne un’altra adatta alle proprie esigenze.

L’evenienza della fine di un amore può essere drammatica per gli individui con problemi affettivi che si trascinano dall’infanzia. Possono collegarla ad altri abbandoni, a precedenti situazioni frustranti.

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #29 il: Luglio 12, 2013, 09:24:56 »
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La sociologa Laura Kipnis nel suo saggio titolato "Contro l'amore" analizza la moderna concezione dell'amore di coppia a lungo termine e sostiene che alcuni problemi sono causati dal credere che l'amore sia come l’innamoramento e duraturo;  che il/la partner sia l'unica persona che possa soddisfare i nostri bisogni affettivi e di sicurezza; che per decine di anni si possa fare sesso con un solo individuo tenendo viva la passione. Quando queste convinzioni si scontrano con la realtà si preferisce credere di aver sbagliato partner e a volte si ricomincia a cercare quello "giusto".

Per iniziare una nuova storia d’amore bisogna chiudere definitivamente quella precedente. E’ necessaria la determinazione, la forza di volontà. E’ sbagliato cedere alla tentazione di rivedere o di riparlare con il/la partner anche se per “l’ultima volta”.

Il distacco totale  è la migliore strategia da  adottare anche se dolorosa.

La persona abbandonata dapprima è incredula, afflitta,  tende ad analizzare le cause e le colpe. Poi, col tempo, subentra la rassegnazione, l’accettazione del distacco emotivo, della perdita della persona amata. Nella terminologia psicoanalitica questo iter temporale è denominato “elaborazione del lutto” perché psicologicamente la fine traumatica della relazione amorosa viene paragonata alla morte.

La durata dell'elaborazione psicologica è variabile perché soggettiva, dipende dall'intensità del legame affettivo interrotto.

Ci sono due termini che vengono usati per illustrare le reazioni che accompagnano l'esperienza di un distacco: cordoglio e lutto.

Il cordoglio, dal latino "cor-dolium" (=cuore che duole), si riferisce al travaglio interiore da chi subisce una perdita affettiva, coinvolge l'emotività e gli aspetti cognitivo-comportamentali.

Il lutto, dal latino lugere (= piangere), è considerato un sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita di una persona cara. Provoca  reazioni psicologiche, studiate per primo dal psicanalista britannico John Bowlby (1907 – 1990), il quale elaborò la teoria dell’attaccamento, definita come un sistema dinamico di comportamenti che contribuiscono alla formazione del legame affettivo fra due persone.

La perdita della persona amata provoca in chi è lasciato la protesta, poi la disperazione ed infine il distacco emotivo.

La prima fase, quella della protesta, è caratterizzata da reazioni di pianto ed agitazione.

Nella seconda fase, quella della disperazione, generata dalla consapevolezza della fine della storia d’amore,  subentra la depressione, disturbi del sonno, problemi con l’alimentazione. 
 
La terza fase riguarda il distacco affettivo. La persona abbandonata dopo un periodo di tempo più o meno lungo, elabora mentalmente il lutto e si distacca emotivamente da chi ha amato e ricomincia a vivere normalmente.