Autore Topic: Relazioni di coppia  (Letto 23170 volte)

nihil

  • Mucchine
  • Drago
  • *****
  • Post: 5581
  • Karma: +82/-72
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #30 il: Luglio 13, 2013, 06:45:35 »
questa sociologa ha ragione, ma relativamente: temo che ci sia un consumismo anche dell'amore e delle emozioni. Al primo intoppo, ci si libera del partner come fosse un vestito fuori moda e se ne cerca un altro. Alla fine si rimane nudi e soli. Amore a lungo termine è previsto sempre meno, basti considerare quegli orribili contratti prematrimoniali in voga in America, che poi diventeranno di moda anche in Europa. Come si fa a sposarsi promettendo amore e facendo i calcoli già per la separazione?
Bisogna inoltre considerare che gli studi si basano sulla statistica che ha tempi oggettivamente lunghi, e nel frattempo la società cambia rapidissimamente e i risultati delle analisi diventano parzialmente precisi.
Credo vada anche considerata la questione etnia, non so se la sociolaga l'abbia considerata: l'atteggiamento sentimentale non è lo stesso per la Svezia che per l'Italia, come non lo è tra l'America e l'Europa.
Insomma...fortunato chi ci indovina!    :beer:

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #31 il: Luglio 13, 2013, 18:47:47 »
/4

Nihil condivido le tue osservazioni. C'è di peggio.
 
Se il/la partner non soddisfa più le nostre aspettative c’è l’allontanamento, la rottura del rapporto amoroso. Ma non è facile dire a lui/lei tra noi è finita la storia d’amore,  anche per timore delle reazioni.



C’è chi continuamente rimanda il fatidico momento, e  chi, incapace di abbandonare, fa esasperare il compagno o la compagna con comportamenti ed atteggiamenti odiosi e riesce a farsi lasciare.

I romantici ed i timidi preferiscono comunicare la propria decisione donando  il fiore dell’Iris, che nel linguaggio floreale significa  “non t’amo più”.  Questa attribuzione simbolica è collegata alla dea greca Iris o Iride, considerata messaggera dell’Olimpo e personificazione dell’arcobaleno, che unisce il Cielo alla Terra. Secondo il mito ellenico questa dea dalle grandi ali d’oro e la tunica iridescente come gocce di rugiada,  annunciava messaggi funesti.
E’citata da Omero nell’ Iliade (“Zeus padre dall'Ida... incitò... Iris dall'ali d'oro a portare in fretta un messaggio”,VIII, vv 397 e segg.),  mentre  Virgilio nell’Eneide narra che fu la dea Iris a prendere l’anima della regina Didone di Cartagine, suicida per amore di Enea che l’aveva abbandonata ((versi 688-705 del quarto libro). 

Nel nostro tempo quasi tutti hanno il coraggio di dire vis a vis al/la partner di considerare conclusa la storia d’amore. Chi non ci riesce preferisce porre fine al rapporto di coppia inviando un sms o  scrivendo una e-mail. Altri delegano un amico, un parente, un mediatore, tipo  Bernd  Dressler, che a Berlino ha un ufficio dove  svolge per conto terzi l’attività  di “liquidatore degli amori finiti”.  Vanno da lui persone che hanno deciso di chiudere una “storia”, in maggioranza ragazze che vogliono interrompere il rapporto senza scenate,  senza soffrire né commuoversi o ripensarci.

Dressler prima di accettare l’incarico  chiede  al committente perché conclude il rapporto di coppia, com’è il/la partner da abbandonare.   Vuol anche sapere se  è  irascibile e violento/a, in tal caso rinuncia. Se invece accoglie la commissione offre al cliente tre alternative:  comunicazione alla persona da lasciare  tramite telefonata, lettera o visita a domicilio. Poi scrive il contratto e lo fa firmare. Il pagamento è anticipato, il costo conveniente.  Il prezzo è variabile. E’ meno oneroso se la “ferale” notizia viene comunicata tramite telefono. 

Molte volte i malcapitati  pensano che sia uno scherzo; per convincerli Dressler  mostra loro il contratto firmato dall’ex.  Se reagiscono con lacrime ed urli il “liquidatore” di amori finiti ascolta impassibile. 

Questo "sterminatore di storie amorose" a Berlino viene scherzosamente denominato “Terminator”,  ma lui si definisce “Schlussmacher”, quello che chiude le storie amorose che non sono più tali. La sua attività ha ispirato anche la sceneggiatura del film: “Der Schlussmacher”, accolto bene dal pubblico. L'attore protagonista, Matthias Schweighöfer, è un idolo delle teenager.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #32 il: Luglio 16, 2013, 06:58:59 »
/5

Se l’amore finisce cos’è che lo spegne ? L’abitudine, la monotonia, la ripetizione ? No, afferma  Francesco Alberoni,  perche ci sono degli amori tenaci,  c’e gente che si uccide e che uccide per amore, altri che soffrono perche non sono amati da chi amano.
 
Questo sociologo in un suo articolo titolato: “L'importanza dell'amore per la solidità della coppia e della famiglia” ha fra l’altro scritto: “C’è tanta gente che si preoccupa della crisi della famiglia, della crisi del matrimonio, delle conseguenze che esse hanno sui figli, ma ho l’impressione che ci si dimentichi che oggi la famiglia e fondata e tenuta insieme da un solo fattore: l’amore, di chi ha liberamente deciso di sposarsi o di convivere. Un tempo no,  un tempo ci si doveva sposare, la ragazza che non lo faceva diventava una zitella, il matrimonio era un sacramento inviolabile, sostenuto dalle famiglie, l’adulterio punito dalla legge . I due sposi erano tenuti insieme da questi vincoli istituzionali, da queste ferree proibizioni. Oggi i giovani che decidono di sposarsi o di andare a convivere lo fanno solo perché si amano e pensano che il loro amore durerà anche in seguito . Ma se un giorno si accorgono di non amarsi più , di non capirsi, di sopportarsi a fatica e di essere invece attratti da qualcun altro, il matrimonio va in crisi, quello più insofferente o malcontento chiede la separazione o il divorzio. Che poi è una macchina infernale soprattutto quando ci sono i figli e incominciano le vendette e le rappresaglie . E c’è tutto un fiorire di iniziative giuridiche economiche, terapeutiche per sostenere, tenere unita, conservare in vita la famiglia sofferente.”

Il filosofo e maestro spirituale indiano che si faceva chiamare Osho (1931 – 1990) in un suo aforisma ha scritto:  “Se ami saprai che tutto inizia e tutto finisce e che c'è un momento per l'inizio e un momento per la fine e questo non crea una ferita. Non rimani ferito, sai che quella stagione è finita. Non ti disperi, riesci a comprendere e ringrazi l'altro: "Mi hai dato tanti bei doni, mi hai donato nuove visioni della vita, hai aperto finestre nuove che non avrei mai scoperto da solo. Adesso è arrivato il momento di separarci, le nostre strade si dividono". Non con rabbia, non con risentimento, senza lamentele e con infinita gratitudine, con grande amore, con il cuore colmo di riconoscenza. Se sai come amare, saprai come separarti."

Condivido l’affermazione di Osho, è  importante dirsi addio con gratitudine, per tutto ciò che c’è stato di piacevole nel rapporto di coppia, ma purtroppo è raramente possibile.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #33 il: Luglio 17, 2013, 09:26:46 »
/6

Perché  l’amore finisce ? Questa domanda è anche il titolo del libro scritto dalla psicoterapeuta
Daphne Rose Kingma, la quale dice che “ L'amore è cieco e così deve essere, perché se potessimo conoscere a priori le dolorose delusioni e le vane aspettative dei nostri amori gioiosamente creati, ben pochi di noi avrebbero il coraggio o la sconsideratezza di cominciare rapporti di coppia a lungo termine.”

Di solito la relazione d’amore non finisce ad entrambi in modo contemporaneo. Spesso l’amore si eclissa in uno dei due ma rimane vivo nell’altro. E chi viene lasciato dispera, rimane deluso, si pone interrogativi che sembrano non trovare risposta. 

“Uncoupling” è il vocabolo inglese che indica il “disaccoppiamento” ed è stato usato come titolo per il suo libro dalla sociologa statunitense Diana Vaughan, che analizza i rapporti coniugali e le situazioni che provocano la fine dei matrimoni o delle convivenze.

La Vaughan dice che l’insoddisfazione del menage induce nel tempo alla separazione e spesso ad una nuova relazione amorosa con un altro partner.

Psicologicamente l’iter lo comincia il coniuge che per primo si sente stanco del rapporto. All’inizio nasconde la sua delusione verso il compagno o la compagna, poi nel tempo l’insoddisfazione cresce e tenta di farla capire al/la partner. Se la lamentela viene ignorata o sminuita, il coniuge scontento comincia a “guardarsi intorno” ed a cercare un interesse fuori dalla coppia, anche un hobby, specie se questo permette nuove amicizie. In questa fase, secondo la Vaughan, ancora non si pensa ad avere l’amante, che si cerca successivamente, quando il rapporto coniugale o di convivenza è nella fase conclusiva.

In molti casi il partner insoddisfatto cerca di convincere il coniuge a partecipare al suo nuovo interesse, ma se non è gradito dall’altro/a, egli (o ella) continua ad andare per la propria strada in modo autonomo. Allora cominciano le lamentele, le discussioni. Se falliscono i tentativi di pacificazione, il coniuge deluso è pronto a rompere il rapporto di coppia. Possono anche essere entrambi i coniugi o conviventi gli “iniziatori” della separazione, se non sono più uniti emotivamente.

I figli ed i problemi economici sono elementi che possono indurre le coppie psicologicamente separate a stare ancora insieme, pur frequentando strade diverse.

Ci sono  anche individui che  preferiscono continuare stancamente la relazione per dovere, per abitudine, per paura del cambiamento, per timore della solitudine,  per conformismo,  altrimenti  “chissà cosa diranno gli altri”.

Quali sono i segnali e i sintomi di una relazione che sta per finire ? Ci sono degli indicatori che permettono di capire quando l’altro/a  non prova più lo stesso affetto od amore: cambiamenti di atteggiamenti e comportamenti, calo o assenza del desiderio sessuale, frequenti critiche o liti; non c’è la comune progettualità per il futuro, fosse anche una vacanza insieme.  Non  dice  ti amo o ti voglio bene;  non bacia e non carezza spontaneamente; scompare l’entusiasmo per i week end o di uscire insieme;  sovente torna a casa tardi; risponde ai messaggi con ritardo; non telefona o non scrive durante una lunga assenza.
L’incomunicabilità ed i lunghi silenzi sovrastano la coppia che non ha più niente da dirsi. La mancanza di argomenti viene colmata guardando la televisione.

Quando una donna non è più interessata al rapporto di coppia, comincia ad inviare dei “segnali” che servono per preparare psicologicamente il partner  e rendere la conclusione della relazione meno dolorosa per entrambi.  Comincia col rifiutare i  suoi regali , non  risponde al telefono e quando risponde dice  che è molto impegnata, non ha tempo disponibile per l’incontro; cerca pretesti per discutere e per litigare.

Uomini e donne nel momento dell’addio dicono all’altro/a usuali proposizioni per nascondere la verita:
“mi sento confuso/a;  non sono più sicuro/a del mio amore per te; non so più cosa voglio; non c’è più compatibilità tra noi due; ho bisogno di stare un po’ da solo/a; ho bisogno di distaccarmi da te perché sono in crisi; devo stare lontano da te per riflettere sul nostro rapporto, perciò ho bisogno di una pausa di riflessione; non so più quello che provo per te;  provo solo affetto e non amore verso di te.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #34 il: Luglio 18, 2013, 00:11:26 »
/7

Stalking e la fine di un amore. Ci sono individui che non accettano la fine della relazione, non si arrendono all’evidenza e cominciano a perseguitare e tormentare il/la partner. Hanno la sequenza comportamentale ossessiva: cercano il contatto con lui/lei, sorvegliano l’altro/a fanno agguati in strada, telefonate notturne, scenate ed altre reazioni aggressive. Possono arrivare addirittura all’omicidio. Si tratta di un comportamento maniacale, che nasce dall’incapacità di accettare il distacco.

Nella maggioranza dei casi i molestatori sono uomini.

Questo fenomeno sociale è comunemente definito col termine inglese “stalking”: deriva dal verbo “to stalk” e significa “cacciare”, “appostarsi”.  E’ un vocabolo del linguaggio venatorio (nella lingua latina il lemma venàtor indica il  cacciatore).

La parola “stalking”  ha avuto un ampliamento di significato ed è usata per indicare i persistenti comportamenti intenzionali  di molestare od opprimere una persona, detta “stalking victim”, che li percepisce come invadenti, sgraditi ed ansiogeni, li considera minacciosi. 

Il persecutore (stalker nella lingua inglese) con le sue azioni pensa di poter recuperare la relazione o di vendicarsi delle frustrazioni subite da lui/lei. Come vessatore ossessivo fa numerose telefonate, invia sms, pedina, manda lettere e fiori,  si "apposta" vicino la casa o il luogo di lavoro della “preda”; non teme il reato di violazione di domicilio e di minacce, nei casi estremi può giungere alla violenza fisica e sessuale  o all’omicidio.

Numerosi psichiatri e psicologi quando è possibile cercano di studiare la relazione di coppia per capire l’agire del molestatore, che ha punti in comune con i soggetti coinvolti nella dipendenza affettiva. Spesso è un individuo che teme di essere abbandonato; il suo intenso bisogno di affetto deriva da traumatiche esperienze infantili e non può fare a meno del/la partner.   

Non solo l’ex può rivelarsi uno stalker ma anche un collega di lavoro od un vicino di casa. Con i loro comportamenti inducono la limitazione della libertà personale, talvolta indirettamente inducono la "preda" a tentare il suicidio.

Il colloquio con le vittime evidenzia spesso dei cambiamenti comportamentali. Quando le difese psicologiche sono insufficienti  avvengono alterazioni delle abitudini di vita, strategie di evitamento, riduzione  delle proprie attività sociali e lavorative.

Gli studiosi dello  stalking consigliano sempre di non avere dubbi e parlarne subito con le autorità di polizia o con gli operatori dei centri anti violenza.

Non si debbono giustificare le motivazioni del molestatore e di  considerare le sue "attenzioni” come forme di corteggiamento.

Va evitata ogni forma di contatto. Anche la restituzione di un dono o una telefonata aggressiva  al persecutore diventano per lui  una forma di attenzione nei suoi riguardi.

Nel caso di molestie telefoniche è preferibile evitare di cambiare numero, perché la conseguente frustrazione che deriva allo stalker aumenta la sua ossessione. Meglio usare un altro telefono o  una nuova linea telefonica, lasciando squillare quella vecchia, raccogliere le prove delle molestie per poter poi agire a livello legale.

Se si ha il timore di essere seguita dallo stalker si deve andare subito nel posto di polizia o dei carabinieri più vicini per denunciare il molestatore.

nihil

  • Mucchine
  • Drago
  • *****
  • Post: 5581
  • Karma: +82/-72
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #35 il: Luglio 18, 2013, 15:38:12 »
e sempre più spesso questi persecutori concludono i loro amori con odio assassino, che ultimamebnte comprendono anche i figli. C'è da domandarsi come mai questi drammi siano sempre più frequenti: sono forse un'evoluzione della nostra società che mette in mano ai persecutori sempre maggiori strumenti? una volta si usavanio le lettere, difficile diventare un persecutore letterario, cosa alquanto noiosa da attuarsi. La tecnologia ha quindi dato il suo contributo?

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #36 il: Luglio 18, 2013, 22:37:07 »
Nel passato  per la coppia sposata era quasi impossibile separarsi. Si continuava a vivere insieme soffrendo molto. La coabitazione attenuava la psicopatologia dello stalker ma non gli impediva la violenza fisica sulla donna o l’omicidio.

Nel nostro tempo la possibilità di separarsi dà adito al fenomeno dello stalking nella persona abbandonata che teme la solitudine ed ha problemi psicologici che gli derivano dall’infanzia.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #37 il: Luglio 19, 2013, 00:21:03 »
/8

Gli studi nell’ambito della psicologia dell’evoluzione  evidenziano che geneticamente l’uomo e la donna tendono al reciproco innamoramento e all’amore anche per la tutela della prole, ma non sono necessariamente destinati a restare uniti finché morte non li separi.

L’amore può finire ! Si perde la voglia di stare insieme a lui/lei, cambiano gli atteggiamenti ed i comportamenti Come già detto in altri post,  le ricerche psicosociali rilevano che col tempo nella coppia tendono a diminuire la capacità di comunicare e di ascolto, si affievolisce  l’attrazione fisica. E’ dunque importante sapere cosa aspettarsi da una relazione amorosa ed avere prospettive realistiche.

Se si decide di interrompere la relazione, dopo l’abbandono cominciano le domande da parte di chi viene lasciato: si colpevolizza, non si rassegna, cerca risposte che spieghino la fine del rapporto di coppia. Teme l’inevitabile sofferenza per il perduto amore. Poi inizia la nostalgia, ma è sbagliato darle spazio perché prolunga il periodo del dolore e ritarda l’accettazione della perdita.

Il trascorrere del tempo conduce al distacco affettivo e comincia la predisposizione al cambiamento. Quando si raggiunge questa fase lei/lui non appartiene più al presente ma al passato, da ricordare senza rancore.

L’amore si esaurisce quando non può esplicarsi e rinasce quando scorge nuovi orizzonti. Per esempio non può esplicarsi con partner ambivalenti o ambigui, descritti dagli psichiatri e psicoterapeuti Riccardo Dalle Luche e Simone Bertacca nel loro libro titolato “L’ambivalenza e l’ambiguità nelle rotture affettive”.

Per ambivalenza intendono la compresenza nello stesso soggetto di sentimenti positivi e negativi verso una persona. Nella relazione amorosa l’ambivalenza spinge ad un legame che oscilla tra l’attaccamento e il distacco, la costruzione e la distruzione del legame, si manifesta con l’alternanza di tenerezza ed ostilità, idealizzazione o disprezzo verso l’altro/a.

Invece l’individuo ambiguo è incapace di amare in modo costante e profondo, non ha progetti di coppia a lungo termine, temporeggia, e se finisce la relazione, non sa distaccarsi definitivamente dal/la partner, perciò tenta di trasformare il rapporto amoroso in amicizia, ma di solito è impossibile. 

L’ambiguo cerca di mascherare la sua incapacità affettiva e si colloca nella dimensione intermedia tra la fiducia nell’apparenza e la certezza dell’illusione e dell’inganno. Egli non è ciò che sembra ed il suo comportamento dà adito a diverse interpretazioni. E’ vincolato a ruoli fittizi perché non ne ha alcuno autentico. La sua personalità all’inizio può sembrare seducente, accoglie le confidenze, sembra leale ma è inaffidabile e cinico, abbandona senza scrupoli il compagno o la compagna.

Il/la partner di una persona ambigua deve saper distinguere in lui/lei l’apparenza dalla realtà,  deve percepirne le contraddizioni nel comportamento e le difficoltà nelle decisioni, poi deve concludere la relazione. 

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #38 il: Luglio 23, 2013, 13:11:42 »
/9

Dopo l’ennesima litigata con il/la partner molti pensano di aver sbagliato la scelta  e meditano un temporaneo distacco per la cosiddetta “pausa di riflessione” oppure immaginano la possibile separazione.

A volte si sceglie “male” perchè si è giovani e con scarse esperienze precedenti, oppure perché influenzati da fattori esteriori come la bellezza, i soldi, il successo, i condizionamenti familiari.

Gli psicoterapeuti della famiglia dicono che l’altro/a non si deve scegliere solo per uno suo particolare aspetto ma si deve tener conto della sua personalità, dell’ambiente socioculturale in cui vive.

Se la crisi di coppia è grave svanisce l’amore e subentra pian piano la reciproca indifferenza.

Inizialmente è difficile ammettere che sia finita, specie se sussiste una parvenza di affetto, perciò si tende a minimizzare le conseguenze. Ma quando si comprende che la relazione è implosa od esplosa si reagisce, di solito in tre fasi: la protesta, la disperazione, il distacco.

Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet  nel suo breve saggio titolato: “Dirsi addio” evidenzia che nel  tempo  presente sono in aumento le coppie che "scoppiano", ma sono numerose anche quelle che "implodono".

Quelle che esplodono sono le coppie più giovani, che si mettono assieme per amore o per convenienza, ma che non si conoscono davvero. Così di fronte alla prima crisi seria il rapporto si frantuma. Grandi litigi, lacrime, a volte la violenza fisica, battaglie tramite avvocati e tribunali.

Se invece i problemi diventano insostenibili dopo alcuni anni di matrimonio o convivenza la separazione viene solitamente chiesta dall’elemento più forte della coppia, quello che “non ne può più” e decide di concludere la relazione.

Nelle coppie che implodono il rapporto coniugale è finito, non ci si ama più, ma spesso si rimane assieme per vari motivi: la convenienza, il timore della solitudine, la pigrizia, i figli. Sono le coppie meno giovani a vivere questa situazione. Trovano l'equilibrio dei "separati in casa".
Sono tante le coppie implose, che continuano a vivere insieme con rassegnazione, perchè non hanno più la voglia di rimettersi in gioco, perché stanno insieme da tanti anni…
Le personalità che non amano i cambiamenti sono più facilmente destinate a questo tipo di rottura o di convivenza.

Ovviamente anche i rapporti sessuali vengono diradati o eliminati.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #39 il: Luglio 24, 2013, 17:02:51 »

/10

“La fine di un amore”

…La gioventù passa presto, i giorni di primavera
trascorrono rapidi, i fragili fiori muoiono in un soffio,
e il saggio mi avverte che la vita non è
che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo ricordando
solo quella che m'ha abbandonato?
sarebbe assurdo e inutile perchè il tempo fugge….

(Rabridanath Tagore)


Dopo aver letto questi versi poetici di Tagore un'amica virtuale mi ha scritto per informarmi della conclusione della sua relazione: “Non riesco a viverci insieme avendo il dubbio o il sospetto che lui pensi ad un’altra ..soprattutto nei momenti di intimità. Non posso nemmeno costringerlo a stare con me... Potrei lottare per farmi preferire...ma vedendolo ogni tanto assorto nei pensieri… non riesco a resistere, perciò è meglio che ognuno vada per la propria strada...

Con nostalgia ripenso al giorno che ci siamo sposati…w gli sposi!!, manciate di riso, sorrisi, applausi, qualche lacrima rigava le gote di genitori e amiche.

Come altri giovani che si giurano fedeltà, era lontano da me il pensiero della possibile fine del matrimonio e dell’amore. Invece ora sono stravolta da tale realtà.

Nella nostra relazione prima di giungere al “the end” ci sono stati da parte sua i messaggi di “alert”: litigate non costruttive, obiettivi non condivisi, stanchezza/routine, forse infedeltà....Poi è arrivata la fatidica frase: è meglio finire qui"....


Quando una relazione d’amore finisce spesso non si va insieme verso il capolinea amoroso: uno dei due vuole concludere il rapporto di coppia, mentre l’altro/a ancora ama o prova affetto e tenta di non perdere il/la partner, perché ne ha bisogno. Chi invece tronca ha avuto modo di riflettere e maturare la scelta.

Bisogna avere il coraggio di accettare l’addio e la capacità di racchiuderlo in una ideale cornice, come si fa con le foto.

Si deve ricominciare. Serve del tempo, poco o tanto dipende dalla propria personalità. Il trascorrere del tempo di solito aiuta a superare l’infelicità, la frustrazione. E si passa dalla nostalgia alla rassegnazione e poi all’indifferenza.


Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #40 il: Luglio 26, 2013, 08:41:00 »
/11

Il filosofo e scrittore francese Michel De Montaigne (1533-1592) cinicamente consigliava di amare con sobrietà, in modo non passionale, perchè le relazioni amorose possono finire. Amando poco si soffre meno quando si viene lasciati o si deve abbandonare.

Sarebbe meglio giungere insieme alla fine dell'amore e “recitarne insieme l’elogio funebre” , così nessuno dei due soffre. Però, di solito, è soltanto uno che subisce la dolorosa esperienza della conclusione del matrimonio o della convivenza.

La chiusura della relazione prevede il distacco dal/la partner, che può essere parziale o totale.

Il distacco parziale viene scelto da chi è lasciato per soffrire meno, nell’illusione del “ravvedimento” del compagno o della compagna, ma in tal modo prolunga l’”agonia”, senza profitto,  allontana nel tempo l’inizio dell’elaborazione del “lutto” psicologico e prolunga l'afflizione.

Il distacco totale è la migliore strategia da adottare, anche se rappresenta l'approccio più doloroso, perché pretende il “no contact”, utile se attuato da entrambi i componenti della coppia.

Spesso quando si è giovani il periodo di “lutto” dura meno tempo  aiuta l’individuo ad evolvere nella propria affettività. L’esperienza negativa fa affrontare meglio la successiva relazione amorosa. Ma non sempre avviene il cambiamento positivo. Dipende dai tratti caratteriali, dalla personalità. Se questo processo lo si vive passivamente si può rimanere condizionati e ripetere nelle future relazioni gli stessi errori, come nella coazione.

Con l’aumento dell’età anagrafica  tende a durare più a lungo l’afflizione per la fine della relazione, si attenua la speranza per un’altra storia d’amore,  si teme la solitudine. Perciò molte persone sposate o conviventi preferiscono restare insieme,  si accontentano dell’affetto e non dell’amore. Sono rassegnate, insoddisfatte.

Uno dei due smette di amare l’altro/a ma non glielo dice. Finge che tutto vada bene per non “ferire” il/la partner.  Si rende conto che lei/lui non è tutto quello che avrebbe voluto. Al distacco affettivo si aggiunge la latitanza sessuale e sovente il “rifugio” in un hobby.

Numerosi  mariti  o conviventi stanchi della relazione fantasticano pensando al piacere della libertà,  di avere l’amante. Altri, invece, immaginano che la compagna se ne vada di casa perché non sopportabile.

Nel versante femminile ci sono mogli che si accorgono di amare il marito soltanto quando lui le dice di essersi innamorato di un’altra. In tal caso il partner torna ad essere per lei la persona più importante e cerca di non perderlo.

Quando un rapporto d’amore finisce è difficile rimettersi insieme, perché uno dei due si orienta verso un’altra relazione. Però ci sono casi in cui entrambi dopo un diverso percorso si “reincontrano”, forse perché la loro storia non è conclusa oppure non è stata vissuta o risolta completamente. Un esempio lo offre il film “Proposta indecente” del 1993, interpretato dagli attori Robert Redford, Demi Moore e Woody Harrelson.

Spesso si cerca l’ex se non si ha un altro compagno o compagna e si soffre la solitudine, allora la mente ricorda con affetto e nostalgia i momenti con lui/lei, ed accantona le cose che non andavano.

Molti individui non riescono ad usare le deludenti esperienze amorose per evolvere e rimangono attaccati all’ex partner come ad un cordone ombelicale, perchè non sono sicuri di ciò che vogliono, non comprendono le ragioni della fine della loro storia.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #41 il: Luglio 27, 2013, 07:12:55 »
/12

Le favole d’amore prevedono il lieto fine, un happy ending immutabile. Ma la realtà è diversa.

La fine di una storia d’amore può dipendere da varie cause. Per esempio dall’inadeguatezza o l’immaturità del/la partner, che intende l’amore in funzione simbiotica e in modo “asfissiante”, oppure concepisce l’amore di coppia in senso filiale od egocentrico. Chi è insicuro e possessivo, controlla continuamente il compagno o la compagna e non comprende che l’amore maturo è caratterizzato dall’autonomia e dalla reciproca fiducia; ci sono individui che considerano il rapporto di coppia come una gara tra i due per l’autoaffermazione, senza pensare che l’amore è caratterizzato dalla compartecipazione, dalla solidarietà.

Il disamore è anche causato dall’infedeltà di lui/lei. Ma se in una coppia si “affaccia” l’amante significa che per uno dei due partner l’amore è al tramonto oppure è finito. Nelle fasi dell’innamoramento e dell’amore le coppie sono stabili e di solito non c’è spazio per l’intromissione di un amante. Però ci sono individui che pur volendo bene al compagno o alla compagna hanno voglia di vedere altre nudità e di provare il piacere sessuale con altre persone. Nel contempo soffrono se pensano di poter essere traditi.

Se l'amore è forte, determinato, l'unica persona che conta è quella che si ama. Non si cade  in tentazione né in curiosità di alcun tipo.

Quando si comincia una relazione extramatrimoniale non si sa se e come cambia la propria vita. Non ci si può permettere l’autoinganno o l’assoluzione circa le possibili conseguenze.

Ci sono coppie che dopo il tradimento preferiscono non separarsi, per vari motivi. Il loro rapporto coniugale o di convivenza continua ma con modalità diverse. Spesso però è il risentimento che vince e se il rapporto di coppia non è più recuperabile si ricorre alla separazione ed al divorzio. S'interrompe  in modo definitivo la relazione di coppia  per riprendere il proprio  cammino della vita con la speranza di un'altra storia d’amore gratificante.

La fine di un amore e' come un temporale ma poi torna il sereno. Bisogna dare al tempo la possibilità di guarire il dolore e trasformarlo in oblio, anche se il vero amore non si dimentica. Superare il dolore non significa non aver amato.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #42 il: Luglio 28, 2013, 18:01:24 »
Infedeltà/1

Infedele, sleale, adultero, traditore: sinonimi che indicano la relazione sentimentale e/o sessuale con una persona diversa dal/la partner nelle coppie in cui il rapporto è caratterizzato dall’aspettativa di esclusività.

Si dice che il vero amore è impermeabile alla tentazione extraconiugale. Se si cerca altro significa che c’è qualcosa che non va, che la relazione non è soddisfacente. In tal caso bisogna domandarsi il perché si pensa ad un altro/a ?  Occorre chiedersi perchè lui/lei non basta più ? E se non basta  è necessaria la repressione per farsi bastare ciò che non è più sufficiente ?

Sovente il/la partner non ha l'aspetto fisico rispondente al proprio gusto estetico, però è simpatica, affine o complementare nei tratti caratteriali. L'unione può durare, ma non sempre con convinzione. Spesso subentra la voglia di amare o soltanto copulare una persona più bella. Allora nasce l'infedeltà. Sono molti gli sposati che tradiscono occasionalmente : maschi che vanno con prostitute, uomini e donne che cercano brevi relazioni tramite chat o forum, altri hanno  l'amante nell'ambito lavorativo. L’infedeltà può derivare anche dalla ricerca della soluzione ai propri problemi esistenziali e di autostima.

Nella relazione extraconiugale di solito le donne associano  l’infedeltà ad un coinvolgimento emotivo ed amoroso, la collegano all’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverla clandestinamente; gli uomini,  al contrario, l’associano più al piacere sessuale e non cominciano una relazione adulterina solo perché insoddisfatti della moglie o della compagna. 

Scoprire che il proprio partner è stato od è infedele costituisce un  intenso dolore psicologico. Il sessuologo e psicoterapeuta francese.  Gérard Leleu: nel suo libro “Fedeltà e infedeltà in amore”  dice che le conseguenze sono spesso gravi, anche drammatiche. Perciò consiglia di imparare a gestire le proprie emozioni ed i conflitti per non farli diventare distruttivi.

Rimanere nella posizione di “vittima” non fa evolvere la situazione. Dopo il dolore per il tradimento subito si deve tendere ad essere artefice della propria vita.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #43 il: Luglio 31, 2013, 00:24:43 »
/2

Lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini nel suo libro “Amori infedeli. Psicologia del tradimento” ha fra l’altro scritto: …”in questo momento, in ogni parte del mondo, milioni di persone, uomini e donne, tradiscono il partner. E altrettante vengono tradite.”

A volte il segreto viene rivelato oppure scoperto per caso. Ma non tutti i tradimenti vengono alla luce e gli adultèri   fugaci rimangono segreti, diventano  piacevoli ricordi.

Nel nostro tempo si vive di più rispetto al passato e si ha più possibilità di tradire.  Ma tradiamo di più o se ne parla di più ?

Molti diventano infedeli  per evadere dalla routine quotidiana, dalle frustrazioni e dalla delusione causata dall’eccessiva idealizzazione della coppia. L’Io prevale sul Tu e sul Noi.  Si cerca di soddisfare l’Io  a scapito della coppia.

Le donne occidentali ormai tradiscono tanto quanto gli uomini. La contraccezione le aiuta quasi sempre a non rischiare una gravidanza fuori dal matrimonio, e l’adulterio non è più punito dalla legge.

I tradimenti effimeri  offrono emozioni  ma impediscono la costruzione del sentimento d’amore.

In un articolo sul “New York Magazine”   si sostiene che oggi è diffusa una forma particolare d’infedeltà, quella “omeopatica”,  che aiuta la tenuta della coppia.  Io non ci credo !

Ricerche sociologiche effettuate in Europa e negli Stati Uniti evidenziano che oltre il 50% degli uomini e delle donne ha tradito almeno una volta. Da un’inchiesta di Suzan Shapiro Barash emerge che il 60% delle donne statunitensi ha tradito il marito almeno una volta. E 9 su 10 non si sentono colpevoli. 

Sono molti i casi di tradimenti “per rappresaglia”, quando chi è tradito si sente ferito nel proprio “narcisismo” e compie una vendetta dello stesso tipo.

A volte capita che  delle femmine tradiscano solo per voglia di coccole e tenerezza. Altre persone sposate, maschi e femmine,  portano avanti una storia parallela al matrimonio. Nel  passato erano soprattutto gli uomini ad avere una doppia vita: quella con la moglie (l’affetto e la stabilità) e quella con l’amante (l’erotismo e la novità).

Si tradisce non solo per motivi psicologici ma anche sessuali.  Ci sono donne che per vari motivi  con il marito od il fidanzato non riescono a raggiungere l’orgasmo  e cercano di superare la delusione e la frustrazione con il tradimento.

L’attività sessuale monogamica finalizzata alla procreazione, come  stabilito dalla Chiesa cattolica, non è più seguito come nel passato

La sociologa Gabriella Turnaturi nel suo libro titolato “Tradimenti” evidenzia che l’adulterio è stato derubricato da peccato gravissimo a fatto ordinario e privato. Ed oggi “Madame Bovary” non scandalizzerebbe. Ella era una donna che non sopportava il noioso matrimonio tradizionale e cercava altrove la possibilità di sentirsi viva ed innamorata. In effetti spesso si tradisce per noia, nonostante l’adulterio non sia  semplice né banale: in genere viene commesso con leggerezza, senza pensare alle possibili conseguenze affettive. 

Le statistiche ci informano che il 72% delle avventure nasce nell’ambito lavorativo. In genere la donna predilige relazioni clandestine lunghe, mentre l’uomo preferisce le cosiddette "scappatelle".

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2666
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:Relazioni di coppia
« Risposta #44 il: Agosto 01, 2013, 00:10:01 »
/3

Ci sono i cosiddetti “tradimenti infami”, che avvengono nell’ambito familiare (cognato/a, suocero/a) e sono terribili per chi li subisce; oppure quelli che riguardano gli amici: si tradisce il/la partner con un amico o amica comune. Un’altra tipologia di “tradimenti infami” è quella in cui si mescolano sentimenti e ruolo sociale: per esempio lo psicoterapeuta che ha rapporti intimi con la paziente; il datore di lavoro con un’impiegata, ecc..Tipico è anche il tradimento con la baby-sitter  o la colf.

Molti adultèri iniziano tramite chat,  forum o social network, dove  non ci sono ruoli sociali né gerarchie culturali.

Lo scambio di parole digitate sulla tastiera e la web cam creano i presupposti per incontri reali, accelerano i tempi per l’eventuale reciproca conoscenza.

All’inizio sono solo chiacchiere poi si passa ai discorsi più impegnati: si argomenta su libri, film, il senso della vita, i problemi quotidiani e, se capita, anche del proprio matrimonio che non funziona più. Comincia la fascinazione ed il dialogo via web diventa un appuntamento quotidiano indispensabile.

C’è chi dall’infatuazione virtuale passa alla realtà e s’incontra.

Quante persone tradiscono via Internet ? I dati mostrano una crescita costante.

In Italia il nuovo fenomeno sociale degli amori virtuali è oggetto di indagini psico-sociologiche da parte di alcuni studiosi, come lo psichiatra Tonino Cantelmi e la psicologa Valeria Carpino, che insieme hanno scritto un libro titolato “Tradimento on line. Limite reale e virtuale dell’amore”.

Secondo i due autori ad amare virtualmente sarebbero soprattutto le donne, in particolare quelle sposate.

In Italia oltre un milione di donne coniugate avrebbe una relazione in rete, tradendo il proprio partner.

La relazione amorosa virtuale è considerata molto emozionante, più controllabile e gestibile rispetto ad una relazione reale.

Nelle chat - ha rilevato Cantelmi - le donne sono la maggioranza, con un rapporto di 6-7 per 3-4 uomini; hanno in genere tra i 20 e i 45 anni, sono spesso donne in carriera, con una buona posizione socio-economica e, in ben il 60% dei casi, si tratta di donne che hanno gia' una relazione stabile.

Chattano per curiosità, per bisogno di evadere dalla noiosa routine quotidiana, per conoscersi, incontrarsi, amarsi. C’è in loro insoddisfazione, solitudine, pur essendo in coppia, perciò desiderano relazioni piu' profonde rispetto a quelle che hanno con il partner''.

Quello che vogliono non e' il contatto fisico e lo dimostra il fatto che ben il 70% delle donne che cercano relazioni nelle chat afferma di non voler conoscere personalmente il compagno virtuale.

Lo “scenario”, commenta Cantelmi, probabilmente indica l’incapacita' degli uomini a comprendere i reali bisogni delle proprie mogli o compagne.

Per quanto riguarda i maschi 7 su 10 di loro frequentano le chat alla ricerca di relazioni sessuali o per conoscere la probabile partner con la quale avviare e mantenere un rapporto affettivo o d'amore.

Questo modo d’incontrarsi cambia la socialità delle persone che ne sono coinvolte e possono nascere nuove  attrazioni ed innamoramenti che travolgono la vita della coppia. Il tradimento virtuale  viene considerato da molti con la stessa valenza del tradimento reale, specie se si pratica il cyber sex.