Autore Topic: Scienza e psicologia  (Letto 6931 volte)

Doxa

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #15 il: Novembre 10, 2013, 18:05:35 »
Ah... è la nostra psiche che crea il tempo! Ahahahahahah...

Io spero soltanto che chi leggerà queste ... "cose" abbia un minimo di cultura e di intelligenza tali da non considerarle che tue discutibili, quando non assurde, opinioni. Che poi voglio vedere (e forse lo so già) quale sarà la conclusione del thread. Sì, è tutta una nostra impressione, non esiste alcuna realtà oggettiva. È l'uomo che crea! È l'uomo Dio! Peccato che l'uomo distrugge pure, e tanto. Peccato che l'uomo è fautore di cattiverie inaudite e di barbarie, di omicidi efferati, di stragi, di disastri ambientali, di soprusi e sopraffazioni, di stupri e violenze di ogni tipo, di inganni e truffe, e di tutto lo schifo immaginable e possibile che solo l'essere umano sa mettere in atto. Come dio mi sembra un tantino difettoso l'uomo, forse è molto più simile al Demonio. Se l'uomo fosse sostanzialmente "capace" di Bene, sempre, non avrebbe avuto bisogno di "credere" in un Dio, che esista davvero o no.
Che c'iazzecca poi la disquisizione sul tempo con la psicologia? L'hai presa proprio alla larga; qui entriamo nella pura filosofia. Vuoi parlare di filosofia o di psicologia?    ;D

Citazione
Io spero soltanto che chi leggerà queste ... "cose" abbia un minimo di cultura e di intelligenza tali da non considerarle che tue discutibili, quando non assurde, opinioni.

Se ci riesci esprimi le tue opinioni, invece di “pontificare” su ciò che scrivo.

Togliti i paraocchi  laterali che mettono ai cavalli così puoi guardare i nomi degli autori che cito. Non sono mie opinioni.

Bisogna che ti decidi.  Di solito col tuo sodale mi accusate che non esprimo opinioni ed ora mi accusi di aver espresso opinioni ?

Considerami un “cronista”  o un narratore. Racconto le ricerche altrui per mio beneficio conoscitivo e forse di alcuni lettori, ai quali  faccio risparmiare del denaro acquistando libri  che hanno pochi concetti ma si dilungano senza costrutto, ma faccio risparmiare anche il tempo necessario per leggere cosa scrivono in Internet e discernere.

Comunque già ti ho detto pubblicamente che  considero sgradito il tuo sarcasmo e che voglio evitare di risponderti.

Citazione
Che c'iazzecca poi la disquisizione sul tempo con la psicologia? L'hai presa proprio alla larga; qui entriamo nella pura filosofia. Vuoi parlare di filosofia o di psicologia?

Cosa debbo risponderti ? Che sei una presuntuosa ? Che ti diverti ad irritare gli altri ?

Abbi l’umiltà di acquistare un paio di libri riguardanti la scorrere del tempo dal punto di vista psicologico,e cerca di smetterla se ti è possibile.

Micio

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #16 il: Novembre 10, 2013, 21:55:55 »
Il tempo è il mutamento della materia, e alla fine come ogni altra cosa è una creazione della nostra concezione delle cose.

Doxa

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #17 il: Novembre 11, 2013, 04:31:45 »
/3

Il “tempo” non è solo quello oggettivo scandito dalle lancette dell’orologio o indicato dal calendario, c’è anche un tempo soggettivo, il cosiddetto “tempo psicologico”,  la cui percezione è individuale ed è collegato con le esperienze, che possono essere state positive o negative ed influenzano le proprie scelte, gli atteggiamenti ed i comportamenti.  Infatti, senza esserne consapevoli le nostre azioni quotidiane sono spesso regolate dal nostro prevalente orientamento  temporale.

Gli individui orientati al presente decidono in base alle circostanze del momento;

quelli orientati al passato cercano nella propria memoria situazioni simili per decidere come comportarsi;

gli orientati verso il futuro considerano solo le possibili conseguenze (costi/benefici) che possono  riceverne.

Lo psicologo  sociale statunitense Philip Zimbardo, (figlio di genitori italiani originari della Sicilia) ha effettuato delle ricerche in merito con la collaborazione dello psicologo John Boyd ed altri. I risultati li ha pubblicati nel suo libro titolato: “ Il paradosso del tempo”. Egli ha individuato sei orientamenti psicologici: 

orientamento psicologico verso il proprio passato positivo:  gli individui con questo orientamento psicologico  ricordano il proprio passato con piacere e nostalgia;  amano la continuità nella propria famiglia ed i connessi  rituali, hanno  autostima  e sono socievoli. Non gradiscono i cambiamenti e le novità. Sono i cosiddetti “laudatores temporis acti” (lodatori del tempo passato). La locuzione in lingua latina “Laudator temporis acti” è nell’”Ars poetica”, scritta dal poeta di epoca romana Quinto Orazio Flacco, più noto come Orazio (65 a.C.-8 a.C.), il quale scrisse la frase  parlando delle persone anziane che, non potendo far retrocedere gli anni passati, vi ritornano volentieri con la memoria.  Orazio critica tale orientamento, perché denota l’ incapacità, da parte delle vecchie generazioni di accettare le innovazioni del presente e di adeguarsi al progresso.

Orientamento psicologico verso il proprio passato negativo: è causato da esperienze traumatiche, dolorose, da ingiustizie e delusioni. Le persone comprese in questo tipo di orientamento psicologico  hanno scarsa autostima e tendono alla depressione, all’ansia e all’aggressività.

Orientamento psicologico verso il presente edonistico:  è tipico nei bambini che trovano nel gioco il divertimento e la gratificazione. Gli adulti compresi in tale orientamento psicologico tendono all’amicizia, sono creativi ma possono avere scarso autocontrollo. I tossicodipendenti, o i borderline, sono orientati al presente-edonistico (agiscono in base a un istinto di piacere, vivono il presente e pensano poco alle conseguenze delle proprie azioni). In queste persone il disagio nasce da una prospettiva temporale univoca e tendenzialmente rigida: è il loro modo di vedere il mondo, il filtro che utilizzano per dare un significato alla realtà.

Orientamento psicologico verso  il presente fatalistico:  l’individuo si affida al fato e pensa che tutto sia determinato dal caso. Tende ad essere ansioso ed aggressivo.

Orientamento verso il futuro con  progetti ed obiettivi: è tipico di chi pensa che ogni mattina si debba pianificare la giornata e che rispettare le scadenze sia più importante del divertimento. Chi appartiene a questa categoria di solito è coerente  e perseverante, ed ha autocontrollo.  L’eccesso di programmazione può causare l’ansia, la competitività e l’asocialità.

Orientamento verso il futuro trascendentale: tipico nei credenti una religione, in chi crede alla vita oltre la morte. In questo gruppo ci sono persone anziane.

Micio

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #18 il: Novembre 11, 2013, 08:44:00 »
Il tempo è la quarta dimensione.
Studiate ragazzi... o vi boccio eh !  ;D

Finalmente l'hai capito!  ;D

Micio

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #19 il: Novembre 11, 2013, 20:05:02 »
Il tempo è la quarta dimensione.
Studiate ragazzi... o vi boccio eh !  ;D

Finalmente l'hai capito!  ;D
Come sarebbe "finalmente l'hai capito"? Ma di che stiamo parlando? Di pastasciutta?
Le altre dimensioni: Lunghezza, larghezza, altezza esistono oggettivamente, con esse misuriamo gli oggetti.  Il tempo è una realtà oggettiva oltre che essere percepito in diversi modi psicologicamente.  Lo ha dimostrato la teoria della relatività, che è dimostrata concretamente.
Scientificamente parlando il tempo  è il rapporto tra lo spazio percorso e la velocità impiegata nel percorrerlo e si calcola in questo modo:  t = s/v e si misura in secondi. Che sia legato al mutamento, e ai tipi i movimento, all'accelerazione,  senz'altro.
Ma tutte queste regole chi le ha inventate? L'essere umano, di conseguenza ciò che è oggettivo non è altro che ciò che noi abbiamo organizzato e suddiviso secondo uno schema per noi consono, fine fisica o non fisica la realtà che noi percepiamo è infinitesimamente piccola a quella reale, tra l'altro potrebbe benissimo essere diversa, e lo affermano fisici.
« Ultima modifica: Novembre 11, 2013, 22:43:12 da Micio »

Micio

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #20 il: Novembre 12, 2013, 09:29:25 »
Ah bè ma ragionando così si può affermare di non avere la certezza assoluta di nulla ! .... e grazie !  abow
Tutte queste regole potrebbero essere delle scoperte più che invenzioni.
La scienza è un modo per indagare sulla realtà (o su ciò che noi riteniamo reale). Tuttavia non dimentichiamo i risultati positivi concreti a cui ci ha portato, al progresso...

Certo perché la certezza è solo un immagine di ciò che noi crediamo sia reale, a parte le emozioni naturalmente  ;D

O più invenzioni che scoperte  ;)

Progresso? quale progresso? quello che ci ha fatti dimenticare ciò che siamo? Quello ci ha intrappolati in regole assurde rendendoci più tortuoso la via per la felicità? Questo sarebbe il progresso portato dalla scienza? Non è solo questione di come vengono usate determinate scoperte, ma del perché averle cercate, quando potremmo vivere meglio senza tutte queste astruse regole che ci intrappolano privandoci di una vera libertà.

presenza

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #21 il: Novembre 12, 2013, 11:52:48 »
Ah bè ma ragionando così si può affermare di non avere la certezza assoluta di nulla ! .... e grazie !  abow
Tutte queste regole potrebbero essere delle scoperte più che invenzioni.
La scienza è un modo per indagare sulla realtà (o su ciò che noi riteniamo reale). Tuttavia non dimentichiamo i risultati positivi concreti a cui ci ha portato, al progresso...

Certo perché la certezza è solo un immagine di ciò che noi crediamo sia reale, a parte le emozioni naturalmente  ;D

O più invenzioni che scoperte  ;)

Progresso? quale progresso? quello che ci ha fatti dimenticare ciò che siamo? Quello ci ha intrappolati in regole assurde rendendoci più tortuoso la via per la felicità? Questo sarebbe il progresso portato dalla scienza? Non è solo questione di come vengono usate determinate scoperte, ma del perché averle cercate, quando potremmo vivere meglio senza tutte queste astruse regole che ci intrappolano privandoci di una vera libertà.

... che parlare ozioso, tutto, dall'inizio alla fine, non porta da nessuna parte, si arrotola su se stesso come il cane con la sua coda. Realtà, certezza,regole e progresso... se tutto è così astruso intrappolando e privando il singolo della libertà basta scegliere di non farsi intrappolare, cominciate dunque!
Questo lamento che tutto va male, che questo e quello non funziona è solo negatività, liberatevi da voi stessi e sarete più leggeri, crediate in voi stessi e allineatevi alla vita così com'è!

Doxa

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #22 il: Novembre 12, 2013, 15:44:43 »
/4

L’unico tempo che la mente riesce a percepire è il presente. Acquisiamo la consapevolezza del tempo passato tramite i ricordi e pensiamo al futuro con l'immaginazione.

 Nella costruzione della percezione temporale sono determinanti la memoria e le emozioni. Alcune recenti ricerche di neurofisiologi hanno evidenziato che le emozioni possono accelerare o rallentare la nostra percezione del tempo.

A Clermont Ferrand, in Francia,  alcuni ricercatori della locale università hanno valutato le variazioni del senso del tempo in relazione a particolari film. Gli psicologi hanno mostrato estratti di film horror a dei volontari ed hanno constatato che la loro paura distorce la percezione del tempo: i filmati erano percepiti più lunghi di quanto fossero in realtà.

La percezione del tempo varia a seconda dell'età, delle emozioni, degli stati d'animo.  Per  un adolescente il tempo scorre troppo lento se attende d’incontrare chi ama; per l'adulto il tempo scorre troppo veloce, se pensa che va incontro alla vecchiaia. 

Alcuni avvenimenti naturali permettono di capire le partizioni del tempo: il giorno, la settimana, il mese,  l'anno, le stagioni.
 
Giorno: questa parola deriva dal latino medievale “jòrnum”, mutuato dal latino classico “diurnum”. Col tempo i parlanti hanno trasformato i primi fonemi: da “diu – rnum” a “jò – rnum”.   Consideriamo giorno il  periodo temporale nel quale il Sole illumina il nostro emisfero, invece  per gli astronomi è l’intervallo di tempo impiegato dalla Terra in circa 24 ore per compiere una rotazione completa attorno al proprio asse rispetto ad un dato punto nel cielo, perciò distinguono tra giorno siderale e giorno solare, a seconda del riferimento ad una stella o al Sole.

Settimana: deriva dal latino “séptimus” (=settimo): indica un periodo di tempo ciclico di sette giorni e dipende dal calendario lunisolare, il quale tiene conto sia della durata dell'anno tropico del Sole, sia della durata del mese lunare. L'anno tropico (dal greco tropos, rotazione) o anno solare, è il tempo compreso fra due passaggi successivi del Sole all’equinozio di primavera: il periodo intercorrente tra l’inizio della primavera e l’inizio della primavera successiva. L'anno solare è il ciclo delle stagioni.

Mese:dal latino “ménsis”, che significa anche “Luna”. Il mese può essere "lunare", "sidereo" e "sinodico" .

Il mese lunare è basato sul ciclo delle fasi lunari.  Tra un plenilunio ed il successivo trascorrono 29,53 giorni.

Il mese sidereo o siderale è in riferimento col tempo che impiega la Luna a ruotare di 360° intorno alla Terra. Il termine sidereo o siderale proviene dal latino sidereum e significa stellare.

Il mese sinodico è il tempo che impiega la Luna per riallineare nuovamente la sua posizione con il Sole e la Terra dopo aver compiuto una rivoluzione intorno alla Terra: si può anche definire come il tempo che intercorre tra un novilunio e quello successivo.
Il termine sinodico (dal latino synodicum), deriva dal greco “synodikó”e questo da “synodos” che significa riunione: in astronomia indica l'allineamento tra Sole, Luna e Terra. In ambito religioso è noto il "sinodo dei vescovi".

Anno dal latino annus, etimologicamente significa “cerchio”, “anello” comprende il periodo di tempo impiegato dal pianeta Terra per compiere la sua orbita (rivoluzione) intorno al Sole.

Stagioni: sono partizioni dell'anno solare. Per l’astronomia  la stagione è l’intervallo di tempo che intercorre tra un equinozio ed un solstizio. Ciascuna delle quattro stagioni ha la durata costante di tre mesi.
La parola “stagione”  è d’incerta etimologia: oscilla tra due parole latine: statiónem (= stazionare, stare)  e satiónem (“atto di seminare”): da questa deriva la francese  saison  (= stagione) e l’inglese season.

Micio

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #23 il: Novembre 12, 2013, 19:40:38 »
Ozioso? Negatività?  Strano a me pare di leggerlo nelle tue parole, ma si sa è più facile parlare che capire, di fatto mostri di non capire le mie parole. La vita non è uguale per tutti e ognuno crede in cose diverse, pertanto ci sono strade e soluzioni diverse..

Doxa

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #24 il: Novembre 14, 2013, 08:31:43 »
/5

L’ eternità è un concetto metafisico del tempo. Se si ipotizza l’assenza di un limite anteriore e di un limite posteriore  al trascorrere del tempo,  si può supporre la temporalità infinita, eterna.

L’eternità non si può misurare con unità di tempo perché in essa non vi è nessuna successione, perciò non la si può abbinare alla durata, per conseguenza è sbagliato dire: "ho trascorso un istante che mi è sembrato un'eternità", un continuum definiuto nella lingua latina “in-finitus” (il prefisso in = non; finitus da “fìnis” = fine), non finisce.

Nel lingua greca il vocabolo infinito si traduce con il lemma “apeiron” (= illimitato, indefinito), caratterizzato dall’alfa privativa: “a-peiron”  che include la negazione ed il significato di “non finito”  oppure “senza fine”.

Furono i filosofi pitagorici e gli eleati a  sviluppare il concetto di infinito. Nella Scuola Pitagorica, a Crotone, furono sviluppate le tesi filosofiche di Anassimandro e Anassimene. Per Pitagora tutte le cose derivano dalla sintesi di "definito-indefinito", di "limitato-illimitato". Le cose definite sono "misurabili" e "numerabili".

Dall’antica concezione greca di infinito si distaccò quella cristiana attraverso la filosofia neoplatonica di Plotino ed altri, i quali pensavano fossero riunite nell'infinità del Dio creatore delle realtà finite ( es. la  biblica creazione del mondo): il limite e l’infinito: “péras ed apeiron”, nella lingua greca.
 
Nel XV secolo il matematico ed astronomo (nonché cardinale, teologo e filosofo)  Nikolaus Krebs von Kues  o Nikolaus Chrypffs; (in Italia è noto col nome e cognome italianizzati:Niccolò o Nicola Cusano, 1401 – 1464) unificò il concetto dell'infinito matematico con l'infinità di Dio.

Anche  alcuni  antichi scrittori e poeti greci e latini argomentarono sul tempo, l’eternità, l’infinito.  Per esempio il veronese Gaio Valerio Catullo nel carme 5; Quinto Orazio Flacco ed il “carpe diem” (carmina III,30). Seneca nel “De brevitate vitae” non si lamenta  per l’esiguo tempo di vita concesso agli individui, ma recrimina perché quasi tutte le persone  sprecano la propria vita, la vivono in modo sbagliato.

Fra gli scrittori moderni e contemporanei non si può dimenticare che Giacomo Leopardi titolò “L’infinito” una delle sue più note e belle poesie.

Con questo post concludo  il topic. Proseguirò  l’argomento  nei prossimi  giorni  ma in un’altra sezione. Mi dedicherò  al “Tempo di Avvento”, che quest’anno inizia il primo dicembre.   

nihil

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #25 il: Novembre 15, 2013, 17:59:09 »
sbagliato per chi? forse per lo spettatore, non per chi la vive!
E tu cosa fai di giusto, Azzurra? come rendi giusta la tua vita?


presenza

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #26 il: Novembre 18, 2013, 16:01:41 »
Rispondere al tuo "fuori topic" è già una contraddizione in termini, in più è anche fuori luogo considerato che tante volte proprio tu ti sei lamentata di chi lo faceva. Riguardo poi la questione che hai sollevato, beh credo ci sia molto poco da rispondere e davvero non si capisce cosa tu voglia argomentare, o dimostrare.

nihil

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #27 il: Novembre 19, 2013, 11:32:17 »
Azzurra, per il fuori topic, c'è il forum apposta, vai in cassonetto differenziato e lì ce lo trovi. E' il forum per proporre qualunque tipo di dialogo.  abow

presenza

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #28 il: Novembre 19, 2013, 16:15:52 »
Azzurra, non posso aprire un topic su Cassonetto differenziato al posto tuo. L'argomento e la domanda sono stati da te espressi, perciò se vuoi approfondirli e farci comprendere meglio il tuo punto di vista a te la scelta.

nihil

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Re:Scienza e psicologia
« Risposta #29 il: Novembre 21, 2013, 11:53:33 »
Chiedo scusa per il fuori topic, ma sono curiosa di sapere.          Nihil ma tu che titolo di studio possiedi? Eri un'infermiera e ai tuoi tempi bastava la licenza media per esercitare questo mestiere. Se ricordo bene dal dopoguerra fino agli anni 60 bastava a licenza elementare. Dagli anni 80 occorreva aver frequentato i primi due anni di scuola superiore.  Adesso ci vuole un diploma di laurea. A me sembra ridicolo che abbiano portato molti mestieri a livello di laurea. Sarebbe bastato in questo caso, dopo il diploma, un corso triennale dipendente dalla facoltà di medicina e relativa qualifica, come forse era già fino al 94. Invece adesso non si capisce più cosa è diventata l'università: lauree che non sono lauree, ma perché siano davvero tali si deve conseguire la specialistica, "specialistica" che una volta era un corso successivo alle lauree quinquennali (o quadriennali). Insomma, l'università è diventata un'insalata e un groviglio di discipline che non so con quale reale preparazione ne escono i "laureati" di oggi. Non so fino a che punto giova portare tante qualifiche a livello di laurea. A che serve? Non parlo di aggiornamento e di adeguata preparazione che è indispensabile in un modo che si evolve, ma mi riferisco al titolo di studio. Poiché il solo titolo (solo al quale molti si interessano) fa "pretendere"  una maggiore retribuzione e quant'altro. Allora mi chiedo: se si fa fatica a pagare e tanto più  aumentare gli stipendi, se non ci sono più nemmeno le opportunità di sbocchi lavorativi perché aumentare di grado le qualifiche portandole a lauree?
  Rispondo solo per quanto riguarda la laurea in Scienze infermieristiche. Ti è mai venuto in mente che l'Infermiera professionale non porti padelle, ma faccia funzionare macchinari di ultima generazione? che debba essere aggiornata su le ultime ricerche, esami diagnostici e malattie? che sappia perfettamente l'inglese, visto che le istruzioni per i macchinari sono sempre in inglese? L'infermiera è quasi un vice medico, il quale si attiene il più delle volte alla diagnosi e alla terapia, ma poi che legge gli occhi del malato è l'infermiera, che deve sapere esattamente cosa sta accadendo in quel corpo. L'infermiera ha bisogno di istruzioni specifiche per fare una relazione esatta al medico di turno di come abbia reagito un paziente alle cure, visto che il medico non è presente 24 ore in corsia, ma l'infermiera sì. Senza togliere nulla ai medici, ovviamente, le competenze si intrinsecano e se la cosa funziona, i pazienti stanno sicuramente meglio.
Piccolo esempio: la ferrrista. Ogni intervento ha una sua precisa sfilza di ferri che vengono chiamati con il nome della metodica. Intervento per tumore ai polmoni secondo metodo XXX ( di metodi ce ne sono assai), e la ferrista li deve conoscere tutti, per ogni tipo di intervento ci sono tipi di strumenti, e poi deve prevedere l'imprevedibile. Quando si apre un corpo per un intervento ci puoi trovare sorprese, che devono essere previste. Deve prevedere persino cosa fare se al chirurgo viene un infarto. Eccetra.... ::) :P