Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Topics - MCF

Pagine: 1 2 [3]
31
Cinema e Tv / The tree of life
« il: Giugno 15, 2011, 17:41:01 »
Io sono uscita dopo mezz'ora. E' un film-documentario, con una bellissima fotografia lo ammetto, ma lungo, noioso e difficile da capire :mah:. Settimana scorsa, ho sentito raccontare alla radio che a Bologna in un cinema hanno scambiato gli spezzoni e nessuno se ne è accorto per 10 giorni ... Qualcuno l'ha visto? Ciao.

32
Un incantevole libretto di poesie di Caterina De Martino vincitrice di molti concorsi letterari. Gli argomenti sono l'amore e la natura, lo stile inconfondibile, delicato e musicale. Riporto alcuni brani:

"Fra cento secoli appena,/un battito d'ala nel tempo,/ altri uomini abiteranno la terra/ volti sfumati e corpi leggeri/ ciglia a scandaglio più pensierose/ ma che sapranno del tempo di oggi/ che rimarrà del nostro parlare/ del chiedere ancora, sapere e cercare/ di questo andare e di questo dolore?/ Cosa rimane appena domani/ di questo raggio che gioca nell'acqua? ..."

"E va il nostro vascello ogni giorno/sulle acque della vita,/ va dietro le ali di un sogno/ lungo la scia d'oro del sole,/ e mai si ferma ma ha in cuore/ sogni di spiagge lontane; vola il vascello leggero/ verso orizzonti di stelle/ ove s'addensano umide/ brume di glicine e azzurre."

"Sulla collina/ tra i lucidi uliveti/ ondeggianti al vento/ sotto lo sguardo del giorno/ che inarca il mio tempo/ ho tessuto fili/ di sogni e di seta.
... E pietra sono scabra e sono terra/ e sono erba che freme per la gioia/ d'essere verde carezza del vento,/ e aria sono e nuvola d'amore / che leggera sulla scia di luce vola./ Io qui ti aspetto./ So che giungerai... /

"... Il tuo apparire fulgore di sole/ l'anima intera abbagliava/ e risatelle sorgive e zampilli/ gioia ventosa ai tuoi passi affiorava..."

Nelle sue poesie, si ritrova tutta la gioia del suo sogno d'amore, intatto e compiuto; si percepisce l'armonia dei suoi pensieri, l'anima di artista che ci trasmette le sue emozioni con un mosaico di parole scelte e appassionate. Leggere questo libretto è come ascoltare una musica quieta e piacevole.

33
Cinema e Tv / Via col vento
« il: Maggio 17, 2011, 12:49:47 »
 :rose:Un film indimenticabile, ricordo l'emozione che ho provato vedendo scorrere le scene, vedendo muoversi i personaggi descritti nel libro, soprattutto la protagonista, bella, intelligente, coraggiosa, spietata ... ve lo ricordate?

34
Arte / Mostra di Boldini a Villa Olmo (Como)
« il: Maggio 02, 2011, 14:57:23 »
Bellissimissima!!! Sono stata sabato sera a vedere la mostra di Boldini; c'erano anche quadri di Zandomeneghi e di De Nittis, molto bravo a rappresentare strade fangose, rifiuti, cieli grigi prossimi alla pioggia. Ma secondo me, Boldini è unico, ha uno stile inimitabile; è abilissimo nel dipingere le dame, allungandone la figura e i particolari - mani, piedi, collo, visi - rendendole incantevoli; gli incarnati sono luminosi, la stoffa dei vestiti resa in tutta la sua preziosità.
E poi Villa Olmo va vista, è troppo bella, sia all'interno che all'esterno, con i suoi giardini enormi e la vista sul lago. La sera siamo andati a vedere uno spettacolo teatrale (Cafè Belle Epoque) in un padiglione vicino alla villa dopo aver fatto un happy hours sempre nel giardino principale vicino all'ingresso. Vi consiglio questa gita, la mostra c'è fino al 24 luglio lo spettacolo il 14/05, 11/06 e 09/07).  

Pala Amici di Como, Villa Olmo, via Cantoni n° 1- Como
 
"Café Belle Époque"

Spettacolo realizzato espressamente per la mostra Boldini e la Belle Époque
 
Regia e Drammaturgia
Eleonora Moro
Con
Alessandro Baito e Laura Negretti
Produzione
Compagnia Teatro in Mostra - Como
 
 
 
PROSSIME REPLICHE
Sabato  30  Aprile    h 21.00 
Sabato  14  Maggio h 21.00   
Sabato  11  Giugno  h 21.00 
Sabato   9   Luglio    h 21.00 
Tutte le repliche si terranno presso il Pala Amici di Como - Villa Olmo
 
 
INGRESSO*
Euro 5 - Libero con il biglietto della mostra
*Repliche successive al debutto
 
 
INFO E PRENOTAZIONI

Tel. 031.571979 –  fax. 031.3385561     

www.grandimostrecomo.it
 




35
Cinema e Tv / Habemus Papam
« il: Aprile 29, 2011, 18:14:46 »
 :mah:Il film di Nanni Moretti è ambientato nello splendido Palazzo Farnese; mostra un flash della vita in Vaticano con lo scetticismo e l’humour tipici del regista. In particolare, racconta il processo dell’elezione del Papa e la crisi del nuovo Pontefice che cade in depressione di fronte all’impegno richiesto dalla carica di cui è stato investito. Moretti veste anche i panni di uno psicologo chiamato a curare la depressione del Pontefice; sorride nel constatare che il Vaticano è uno Stato a sé, isolato dal mondo, dove i negozi vendono dei prodotti che non si trovano a Roma e la vita dei cardinali è controllata severamente e soggetta a regole rigidissime; lo psicologo scopre che è molto diffuso l’uso di psicofarmaci più o meno potenti. Ci sono alcuni accenni al Papa polacco che amava recitare. In pratica, chiede come possa un individuo nella sua fragilità umana assumere la carica di padre spirituale.

36
Bel tipo questo commissario Marcello Tinon., alto, magro, occhi e capelli castani, gli occhiali senza montatura, la sigaretta sempre tra le dita, accesa o spenta. Indossa sempre sotto la giacca un golf a collo alto in inverno, una camicia abbottonata fino al collo in estate. Tranquillo, metodico, impassibile. Vive con la fidanzata Camilla in un piccolo appartamento vicino alla Centrale, arredato con mobili vecchi ereditati dai parenti – piuttosto triste, a dire la verità. Talvolta, pensa di cambiare qualche dettaglio per renderlo meno cupo; magari potrebbe ridipingere le pareti con un color giallo chiaro che farebbe risaltare i mobili di legno. Ma poi si consola pensando che è comodo come una vecchia giacca o un vecchio paio di scarpe, senza alcun bisogno di riguardi e reso confortevole dall’uso; come il divano che ha la sua forma ed è accogliente come un letto. In questo momento, è nel suo ufficio, seduto alla scrivania dove sono allineati in ordine perfetto una penna stilografica, un blocco, un’agendina, un portacenere e un pacchetto di sigarette; c’è anche una fotografia di Camilla scattata qualche anno prima: un viso tondo incorniciato da un caschetto di capelli castani, due luminosi occhi chiari, un foulard annodato al collo che indossa sempre. Insegna inglese alle medie e adora tutto quello che è inglese: dal plum cake ai maglioni con il tipico disegno intorno al collo. Si erano conosciuti a Riccione sulla spiaggia mentre erano in vacanza; Camilla aveva notato quel ragazzo alto, magro, riservato, dai folti capelli castani e gli occhi dello stesso colore. Aveva finto di aver perso una lente a contatto proprio sotto la sua sdraio e dopo penose e inutili ricerche gli aveva proposto di mangiare insieme un gelato; solo dopo una settimana gli aveva confessato che ci vedeva benissimo. Durante quei giorni passati insieme sulla spiaggia, avevano scoperto di avere molte passioni in comune: i puzzle, le crostate di marmellata, le gite in bicicletta e i romanzi storici. Ma torniamo al presente; il commissario sta fissando una foto su un quotidiano che ritrae una donna sui quarant’anni, con i capelli mossi rossi, un viso minuto, occhi nocciola che fissano intensamente l’obiettivo. Bella? Sicuramente provocante, con quelle labbra lucide e rosse e la scollatura profonda. Si chiama Sibilla Ronchi ed è morta; caduta dall’ottavo piano della sua casa milanese nella Torre Velasca. Il giorno prima il commissario aveva ricevuto la notizia e si era recato sul luogo del delitto. Era una bellissima mattina di marzo e la città si stendeva sotto un cielo azzurro senza nubi; l’aria era ancora frizzante e le strade piene di gente frettolosa. Sembrava impossibile che in una giornata così potesse succedere qualcosa di triste; eppure, da tempo aveva dovuto accettare il delitto e quindi la morte come un lato determinante del suo lavoro che lo appassionava perchè era esattamente come un puzzle: richiedeva la ricostruzione dei fatti e della personalità delle persone coinvolte e l’incastro di tutti gli elementi – orari, testimonianze, atteggiamenti - in un insieme che doveva risultare in armonia con tutto il materiale raccolto. Quando era arrivato nella piazza sotto la torre, aveva visto una folla di curiosi tenuti a distanza dagli agenti; si era avvicinato e aveva guardato il corpo che giaceva sull’asfalto, di schiena; era appartenuto a una persona dai lunghi capelli rossi, piccola di statura e magra. Il medico legale aveva decretato che l’ora della morte era intorno alle 14,00 ; non ci voleva molto, visto che la polizia era stata contattata immediatamente dopo l’atterraggio del corpo. La nuca era insanguinata e mancavano delle ciocche di capelli. Suicidio? La vittima, disperata o arrabbiata, si era strappata i capelli prima di gettarsi nel vuoto? O qualcuno l’aveva spinta dopo una lotta furiosa? L‘appartamento della defunta era perfettamente in ordine; bello, arioso, con un arredamento giocato sui toni del beige e del grigio, modernissimo, chiaramente progettato da un architetto. Nel salotto, c’erano un divano appoggiato alla parete, una libreria e un tavolino pieno di bottiglie; c’era anche una fotografia della donna con un succinto costume da bagno color oro sdraiata sulla spiaggia, i lunghi capelli sommariamente raccolti con una mano. I due lati esterni della stanza erano occupati da due finestre enormi che si affacciavano su Via Paolo da Cannobio e su Piazza Velasca; quest’ultima era spalancata e sul davanzale c’era una macchiolina cremisi e qualche capello rosso. Il commissario studiò attentamente quanto lo circondava: non c’erano capelli sul parquet né sul divano che recava le tracce delle persone che vi si erano sedute. Guardò sotto il tavolino, c’erano dei capelli con del sangue raggrumato alla base. Il commissario andò nella camera da letto. qui il disordine regnava sovrano: il letto era sfatto e coperto da vestiti, giacche e golf come se la donna fosse stata indecisa su che cosa indossare; infine aveva scelto un vestito rosa acceso, ricordò il detective pensando al corpo senza vita. Sul comodino, c’era una rivista illustrata, aperta; guardò nel cassetto. Era pieno di fotografie che ritraevano la donna in varie situazioni: in abiti da sera, in discoteca, con un’amica; c’era una foto in cui era abbracciata a un uomo dalla pelle butterata, gli occhi e i capelli chiari; erano sorridenti e sembravano felici. Sul pavimento vide un paio di collant, una gonna a pieghe, un golf e una borsa di Gucci; guardò dentro: c’erano le chiavi della macchina, una trousse con i trucchi – il fard, il mascara, un pettine di legno e un rossetto - l’agenda, un fazzoletto bianco, il portafoglio di Gucci contenente la carta di credito, duecento euro in contanti e i documenti. Il commissario aprì la carta di identità: la foto ritraeva la proprietaria qualche anno prima: capelli rossi corti, naso lungo e grosso; doveva essersi sottoposta a un intervento perché nell’immagine più recente aveva un naso piccolo, perfetto. Risultava che era nata a Milano 44 anni prima e guidava da 22; era separata. Aprì un armadio: era pieno di vestiti; ne aprì un altro: qui c’erano borse di tutte le dimensioni: piccolissime, di seta o velluto, più grandi, di stoffa e di pelle, in ogni caso, tutte firmate. In una scatola d’argento, seppellita sotto una tracolla, c’erano i gioielli: catene in oro e diamanti, anelli, orecchini adorni di pietre preziose. Sotto c’era una scatola di seta; l’aprì e vide un collana di rubini. Il bagno era ampio e vi aleggiava una fragranza piacevolissima; nella vasca da bagno, c’era una spugna intrisa di acqua. Sul lavabo, sormontato da uno specchio enorme, c’era una saponetta ancora umida, una matita blu aperta e una spazzola piena di capelli rossi. Accanto, c’era un armadietto aperto pieno di creme e boccette di vario tipo e dimensione: contò 10 fondotinta di marche diverse, ombretti di tutti i colori, rossetti e un flacone di profumo di Dior … buono, pensò, doveva ricordarsi di regalarlo alla sua fidanzata. A dire la verità, non metteva nessun profumo, diceva che il miglior profumo era quello del sapone, ma forse si sarebbe convinta sentendo quanto era buono. Probabilmente, la donna era rientrata in fretta, aveva buttato la borsa sul pavimento della camera, si era tolta quanto indossava e si era fatta la doccia; si era truccata, pettinata, profumata; poi aveva scelto il vestito tra quelli più belli che aveva gettato sul letto. Pareva un incontro galante. E poi? qui le tracce sparivano o quasi; sicuramente, era andata in salotto, aveva aperto la porta al suo ospite e poi si erano seduti sul divano. Qui c’era stata la lite; la persona l’aveva picchiata, le aveva strappato i capelli, l’aveva trascinata davanti alla porta finestra e l’aveva buttata giù. Un uomo? Probabile; o comunque una donna molto forte. Il commissario andò in cucina: era piccolissima, con lo stretto necessario: la cucina a gas, il frigorifero (quasi vuoto: conteneva del formaggio, 4 uova e una bottiglia di vino stappata), il lavello e una credenza; questa aveva due ripiani: sul primo c’erano tazze,e tazzine e 2 bicchieri; sotto c’erano i piatti e una zuppiera; ma dietro gli parve di intravedere qualcosa. Guardò meglio: erano due fotografie rappresentanti un mobile e dei vasi cinesi; c’era anche un articolo di giornale datato quattro anni prima che parlava del furto avvenuto in una villa della Brianza di vasi preziosissimi e di un segretaire. Ricordava benissimo il caso; era chiaramente su commissione perché i ladri avevano portato via solo il mobile e i vasi lasciando l’argenteria. La refurtiva era sparita, probabilmente acquistata da qualche intenditore e al sicuro nella sua casa. Il commissario infilò tutto in tasca. Notò che c’era uno straccio appeso; era umido. Andò in salotto: sul vassoio, c’era una goccia di liquore. L’assassino aveva ripulito tutto in fretta prima di scappare.


continua ... nel libro che pubblicherò (spero!!!!!!!!!!!!!)
Troverete i miei libri pubblicati in www.mariacristinaflumiani.it.

37
Fantasy / La mosca
« il: Marzo 23, 2011, 14:27:32 »

La Berta raccontò la storia di un insetto mentre i bambini mangiavano una torta di uva e noci …
C’era una volta una mosca grossa e nera. Volava nella stanza ermeticamente chiusa deplorando le difficoltà della vita degli insetti in generale e in particolare della sua. Picchiò in pieno nel vetro della finestra e cadde tramortita su un tavolino. Mentre si stava riprendendo lentamente, vide un’ombra gigantesca e riuscì a sfuggire per un pelo al colpo mortale vibrato con un giornale da una grassa ed urlante signora.
Si avventurò verso l’alto e trovò posto dietro la tenda. Ma la megera cominciò a scuoterla finché la mosca esasperata da quella totale mancanza di ospitalità non si decise a posarsi su uno scaffale della libreria.
Uffa, che vita! E la strega non apriva le finestre, anzi le teneva ben chiuse. Vero è che fuori faceva freddo e lei era entrata in casa per ripararsi. E, pensandoci bene, aveva anche fame. Moscerini non ce n’erano né briciole sul tavolo da pranzo. Mentre meditava sulla sua grama esistenza, sentì lo spostamento d’aria dovuto all’aprirsi della porta. Finalmente! Si precipitò fuori e si trovò in una cucina profumata di pane e altre cose buone non identificate. Si posò sul tavolo e divorò dei pezzettini di formaggio.
Oh! si sentiva meglio. Mentre si stava trastullando con l’idea di schiacciare un sonnellino, vide la solita ombra e sfuggì nuovamente alla morte per miracolo.
Si rifugiò sulla lampada ma maledizione! Era bollente. Scelse un mobile scuro e si posizionò in alto. La vecchia strega girava con aria sospettosa con il giornale. Ma la sua attenzione fu attirata da una ragnatela e così la mosca uscì dalla stanza e si posò su un armadio. Lì si appisolò e, la sera, dopo un lauto pasto consumato sul tavolo della cucina mentre la megera era al telefono, se ne tornò sull’armadio; qui si addormentò sognando un mondo senza pericoli, pieno di mosche felici e sorridenti.

38
Fantasy / Dal mio libro "Zucchero e Magia": Il merlo
« il: Marzo 23, 2011, 14:22:04 »
La Berta distribuì una torta ricoperta di marmellata di mirtilli e cominciò a raccontare …
C’era una volta un giovane merlo che viveva nel giardino di una bella casa in campagna, disabitata. Aveva vissuto un inverno lungo e freddo ma, finalmente, era arrivata la primavera, tiepida e luminosa. Un giorno, mentre vagava per il prato in cerca di cibo, vide arrivare due bambine con i loro genitori. Volò immediatamente su un pino, terrorizzato. A quanto pareva, una famiglia era venuta a vivere lì. Sembravano simpatici, ma era meglio non fidarsi - chissà che prima o poi il padre tirasse fuori il fucile e lo facesse secco. Si immaginò spennato e dorato su un piatto da portata. Orrore! Doveva essere prudente.
Così scendeva sul prato solo di mattino presto e di sera, quando l’allegra famigliola era in casa. Ogni tanto prendeva uno spavento perché arrivava qualcuno per cogliere dei fiori da mettere sul tavolo da pranzo o del rosmarino per fare l'arrosto (!); ma si rese conto che nessuno era interessato a lui e, invece di fare la fatica di alzarsi in volo, se ne correva via, provocando le risate delle bambine che dicevano:
“Guarda, sembra un prete che corre con le sottane alzate!”.
Alla fine, si abituò alla presenza umana, anzi, scendeva dal suo rifugio, anche se erano tutti in giardino. Le bimbe erano entusiaste di vederlo vagare sul prato e lui si sforzava di saltellare in modo aggraziato, lusingato dal loro benevolo interesse.
Ma anche l’estate volse al termine. Le rondini partirono, l’aria divenne fresca e pungente e non si vedevano più in giro fiori e farfalle. Un giorno le bambine vennero a salutarlo:
“Ciao, ci vediamo l’anno prossimo!”.
Lui svolazzò per tutto il giardino: se ne erano proprio andati. Cercò di distrarsi, ma era triste; si sentiva solo - non c’era niente da fare. I giorni cominciarono a susseguirsi tutti uguali, tristi e gelidi. Passò molto tempo.
Ad un tratto, però, si accorse che l’aria non era più così fredda; le piante erano piene di gemme ed erano arrivate le rondini.
Sentì uno scalpiccio di passi; erano le bambine che correvano verso il pino e lo cercavano:
“Ciao, siamo tornate! Dove sei?”.
Scese immediatamente sul prato e prese a becchettare l’erba a pochi passi da loro, godendo del loro entusiasmo. La vita ricominciava a scorrere allegramente e il suo cuoricino esultava. Doveva ricordarsi, pensò, che dopo l'inverno c'era sempre la primavera.



39
Fantasy / Dal mio libro "Zucchero e Magia": Il drago
« il: Marzo 23, 2011, 14:19:50 »
Mentre i bambini e l’animaletto del bosco mangiavano una torta di frutta con la crema, la Berta cominciò il suo racconto …
C’era una volta un drago verde smeraldo che viveva nel deserto felice e contento; ogni mattina si svegliava sbadigliando così dalla sua bocca usciva un’enorme vampata di fuoco che uccideva qualsiasi forma di vita intorno.
Mangiava sabbia, vagava per ore per assicurarsi che il suo territorio fosse abitato da lui soltanto e poi si addormentava soddisfatto.
Ma quella solitudine cominciò a pesargli e una notte sognò un mondo strano dove c’erano laghi, fiumi, animali e fiori; c'erano anche dei bambini che giocavano nei prati e tanta gente nelle strade.
Pensò che voleva vivere in un posto così e non essere più solo.
Ma la sua terribile abitudine di incenerire quanto lo circondava rendeva impossibile vivere nel mondo che aveva sognato; decise quindi di nascondersi e di non sbadigliare più. Si coricò su un fianco in modo da sembrare una montagna e se ne rimase quieto e silenzioso ad aspettare che succedesse qualcosa.
Scese lentamente la sera e le prime stelle cominciarono a brillare.
Il drago chiuse gli occhi e sognò una bambina che tutta seria annaffiava i fiori di un bellissimo giardino verde smeraldo; ad un tratto, si voltò a guardarlo con i suoi occhi dorati e sorridenti, come se lo aspettasse.
Al mattino, si svegliò fradicio di pioggia; vinse la tentazione di asciugare tutto quello che lo circondava con una vampata di fuoco e rimase tranquillo. Ricordava bene la piccola fata che gli era apparsa in sogno e sapeva che poteva rivederla solo in un mondo felice e non arso e deserto.
L'acqua veniva assorbita immediatamente dalla sabbia che pareva assetata; nei giorni successivi, vide nascere l’erba, poi i fiori; le lumache fecero capolino, timide ma risolute … e quando comparve il sole, il drago era circondato da boschi e prati. Ad un tratto, si accorse che la piccola fata che aveva visto in sogno era seduta ai suoi piedi e lo guardava.
“Ciao.”. Gli disse sorridendo.”. Sai, ho sognato che eri un drago e che sputavi fuoco dalla bocca.”.
“E’ vero, sono un drago e il fuoco esce dalla mia bocca quando sbadiglio.”.
“Ma adesso sei un vulcano, cioè una montagna, l’ha detto il papà.”.
“E che cosa ti ha detto ancora?”. Chiese il drago incuriosito.
“Ha detto che milioni di anni fa qui c’era il deserto; vi abitava un drago cattivo che, quando sbadigliava emetteva fuoco dalla bocca bruciando quanto lo circondava. Un giorno, si è addormentato e così sono nati le piante e i fiori; l’unico pericolo è che si svegli e sbadigli.
Sei tu il drago cattivo?".
Il drago rimase pensieroso; in effetti, avrebbe proprio desiderato fare un bello sbadiglio con una vampata di fuoco degna di tutto rispetto tanto per rilassarsi un po’; ma avrebbe aspettato ancora qualche tempo perché non voleva spaventare la sua piccola amica.
Le rispose quindi:
"Sì, sono io il drago ma non sono più cattivo; preferisco essere buono ed essere amato da tutti.".
E, infatti, il drago sbadiglia solo ogni tanto, proprio quando non ne può più.



40
Cinema e Tv / LONDON RIVER
« il: Marzo 16, 2011, 12:45:20 »
Più che mai attuale perchè se Gheddafi vincerà come sembra, si vendicherà dell'Occidente che gli ha messo contro il popolo, secondo lui, almeno.
Il film è ambientato in Inghilterra e pone a confronto persone di razza e cultura differenti. Nella scena iniziale, il regista presenta i protagonisti: un uomo di colore che sta pregando su uno sfondo bucolico e una donna che vive nella sua casa in campagna dove si occupa dell’orto e dei suoi asinelli; mentre si sta preparando il pranzo, la televisione trasmette le scene di un terribile attentato a Londra dove molte persone hanno perso la vita o sono rimaste ferite. Preoccupata, telefona alla figlia che vive nella metropoli, ma senza risultato. Allora, parte e si reca all’indirizzo dove la ragazza vive e scopre che l’appartamento è situato nel cuore di un quartiere islamico; scopre anche che convive con un ragazzo arabo anche lui scomparso dopo l’attentato. Nella metropoli, intanto, è arrivato anche il padre del giovane; insieme, cercheranno di rintracciare i figli e di ricostruire l'accaduto. Manca secondo me qualche flash back sull’incontro e sul legame dei ragazzi che avrebbe reso il film più suggestivo. Ma forse l'avrebbe banalizzato, pensandoci bene.

41
Cinema e Tv / hAPPY FAMILY
« il: Marzo 16, 2011, 12:41:50 »
 :happy:RECENSIONE DEL FILM “HAPPY FAMILY” DI SALVATORES.

Che dire? Divertente, piacevole, inusuale. Il simpaticissimo De Luigi  :kiss:interpreta la parte di uno scrittore che sta scrivendo un romanzo. I personaggi coinvolti sono molto diversi per condizione sociale e carattere; c’è anche lo stesso autore nei panni di un corteggiatore timido ma determinato. Ottimo il cast con Bentivoglio, Abatantuono e la perennemente lagnosa Margherita Buy. La morale, secondo me, è che anche le persone più diverse possono andare d’accordo; inoltre, chi apparentemente ha meno successo può insegnare molto sull’arte di vivere al meglio.


42
Cinema e Tv / Gli abbracci spezzati di Almodovar
« il: Marzo 16, 2011, 12:37:42 »
Bello, bellissimo: il nuovo film del grande regista spagnolo dal titolo suggestivo è diverso da quelli che inventa e dirige di solito in cui ci pone davanti a situazioni originalissime. Io ho visto “Tutto su mia madre”, “Volver” e “Parla con lei”. Che cosa posso dire? Mi sono rimasti dentro.
Questo film è diverso perché tratta un argomento classico, normale: un’intensa storia d’amore che coinvolge un regista e un’attrice, amante di un ricco e anziano magnate. Il personaggio più importante è Penelope Cruz che Almodovar riesce a potenziare in modo incredibile: con lui, da brava diventa superlativa, da ragazza non particolarmente bella diventa una vamp, quasi una nuova Loren dalle labbra sensuali, gli occhi enormi e una sensualità prorompente.
Ma la Cruz recita anche in un altro ruolo, ben diverso; così constatiamo una volta di più la sua natura eclettica e l’abilità del truccatore che opera una vera e propria magia.
Non contento di sdoppiare la parte dell'interprete femminile, il regista impone due personalità anche al protagonista che vive due periodi distinti della sua vita.
Come in tutti i suoi film, il regista alterna la felicità e la tragedia e riesce a far vibrare la sensibilità dello spettatore. A causa del suo contrario, l’infelicità è spaventosa, sembra irriducibile. Ma il tempo e il coraggio di ricostruire una realtà rifiutata per anni permetteranno al protagonista di raccontarsi e di ricomporre così i pezzi della sua personalità frantumata; le foto strappate dei momenti affettuosi con la compagna verranno rimessi insieme e il dolore diventerà finalmente ricordo.
Da vedere.


43
Cinema e Tv / In un mondo migliore
« il: Marzo 16, 2011, 12:34:14 »
RECENSIONE DEL FILM "IN UN MONDO MIGLIORE” DI SUSANNE BIER

Il film è ambientato nei Paesi del Nord e racconta la storia di due adolescenti che per motivi diversi hanno difficoltà a socializzare e ad avere un rapporto sereno con i genitori. Molto bella la figura del padre di uno di loro che è medico e trascorre lunghi periodi in Africa; la sua umanità non si limita a curare le ferite fisiche dei suoi pazienti, ma anche quelle psicologiche del figlio e del suo amico; soprattutto quest’ultimo sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione con atti violenti e pericolosi. Lui cercherà di dimostrare ai ragazzi con coraggio quanto la violenza sia inutile e dannosa. Ma purtroppo solo un episodio gravissimo convincerà il ragazzo più difficile della verità delle sue parole.


44
Cinema e Tv / Il gioiellino
« il: Marzo 16, 2011, 12:32:51 »
 :mah:RECENSIONE DEL FILM IL GIOIELLINO DI A. MOLAIOLI.

Deludente. Il regista ha voluto raccontare la dolorosa vicenda della Parmalat tentando di rivalutarne gli artefici; infatti, Tanzi, impersonato da Remo Girone, appare come una persona buona, profondamente attaccata all’azienda e alla famiglia, con grandi valori morali che ricorre a delle manovre ardite solo per salvare quello che è riuscito a creare da solo: la ditta ovvero quello che chiama 'il gioiellino'. Ha un atteggiamento modesto al punto che, in una scena, lava i piatti dopo cena rifiutando l’aiuto della nipote. La presenza della moglie infatti non è continuativa: c’è solo in alcune occasioni, come le feste aziendali o in chiesa. Il ragioniere è dipinto come un uomo dal carattere difficile che propone delle soluzioni disoneste nella certezza che il problema sia solo temporaneo e superabile; anzi, dimostra la sua correttezza e affezione nei confronti del proprietario in più di un’occasione. Purtroppo, la trama è sviluppata in modo superficiale e approssimativo, senza quell’armonia che ci si aspetterebbe da una storia in cui i valori della famiglia e della patria vengono alimentati dalla prosperità economica. Alcune inquadrature sono veloci e incomplete, girate solo allo scopo di mostrare il carattere dei personaggi e l’ambiente sociale in cui si muovono. Sembra ingiustificato il suicidio del direttore marketing che, pur avendo dei dubbi suffragati dall'analisi della documentazione contabile, non viene coinvolto nelle manovre finanziarie aziendali; al punto che, durante una riunione, quando è giunto il momento di parlare dei problemi, viene invitato a uscire. Patetiche le falsificazioni di bilancio operate dal ragioniere che sbianchetta le voci negative e vi incolla sopra quelle positive, fotocopiando poi il tutto per ottenere un documento attendibile.



45
Presentazioni / Pagina personale
« il: Febbraio 21, 2011, 12:46:30 »
 :(Ma tutto quello che avevamo inserito nelle pagine personali è sparito? Bisogna reinserire tutto? ciao.

Pagine: 1 2 [3]