Autore Topic: "Cogito ergo sum"... è un motto che non si pratica più  (Letto 641 volte)

Annabel

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"Cogito ergo sum"... è un motto che non si pratica più
« il: Settembre 29, 2014, 10:55:06 »
Io sono sempre stata contraria alla multirazzialità perché è un'invenzione (come le religioni). Sono per la difesa delle singole identità e culture. La civiltà non si può costruire sulle basi di una società multirazziale e non è solo un mio pensiero ma lo vediamo concretamente ormai, purtroppo, anche in Italia. In fondo... lo dice anche la Bibbia nel famoso racconto della torre di Babele. Il "cittadino del mondo" potrà essere un giorno realizzabile solo quando tutti i Paesi del mondo raggiungeranno lo stesso livello di progresso economico e sociale, e solo allora si potrà scegliere di vivere nel luogo preferito ma sempre rispettando le necessità, le regole, le abitudini e le tradizioni del paese accogliente. Penso che sia un diritto di ciascun individuo quello di poter scegliere con chi convivere porta a porta o chi tenere lontano perché di mentalità e abitudini molto differenti dalle proprie. Questa non è  intolleranza ma semplice rispetto di un diritto e di un bisogno dell'individuo. Non è possibile proprio un mondo completamente omogeneo. Lo verifichiamo persino in qualsiasi zona abitata dove si forma subito un particolare affiatamento tra gli abitanti che per primi vi si stabiliscono. Ciò non significa che non si possa accogliere chi è differente di abitudini e cultura, per carità, lo abbiamo sempre fatto! Ma ciò di norma avviene con la cosiddetta integrazione, la quale però non è più possibile attuare se lo "straniero" è numericamente tale da formare una sua comunità. È questo il punto. È questo ciò che contraddistingue le attuali società multirazziali, cioè l'esistenza di vari gruppi etnici tanto numerosi da costituire piccole comunità all'interno di una stessa città o metropoli, quindi senza alcuna integrazione alla popolazione autoctona. Il macrocosmo che si riproduce nel microcosmo. La diversità che è presente nella vastità dei vari Paesi del mondo rimane e si riproduce in spazi molto più piccoli e ristretti, e, dato che ogni individuo ed ogni comunità necessità dei propri spazi per esprimersi adeguatamente, succede che facilmente si verificano episodii di intolleranza. La società multirazziale è un fenomeno nuovo nella storia umana, nacque con l'eliminazione degli indigeni in quelle terre che divennero in seguito gli Stati Uniti d'America dove i neri arrivarono, ahimè, come schiavi deportati. E mi fa pensare a ciò che sta succedendo attualmente in italia con una specie di "tratta degli africani". Attualmente, a causa del liberismo economico e della globalizzazione si sta trasformando forzatamente in multirazziale anche tutta L'Europa. Personalmente, non amo avere come vicino di casa un cinese o un arabo, ma gradirei un mio simile di etnia e di cultura, e perché mai non dovrebbe essere così? In fondo noi ci scegliamo gli amici secondo il nostro carattere, i nostri gusti; ci scegliamo i colleghi di lavoro con cui andiamo più d'accordo e ci sentiamo di poterci  fidare, ci scegliamo la persona giusta da sposare e con cui formare una famiglia, è normale dunque desiderare anche vivere in un paese con persone a noi simili. Se voglio convivere con i cinesi ed arricchirmi di cultura cinese vado in Cina. Se sono affasciata dal mondo arabo vado in Arabia Saudita; se sono attratta dall'Adrica e da quelle etnie vado a vivere con loro in Africa. Ma se voglio vivere con miei simili di etnia e cultura devo poter vivere in un luogo, in un paese dove trovo solo o prevalentemente persone come me. Purtroppo le etnie esistono come esistono tante culture differenti l'una dall'altra. La conseguenza della società multirazziale è che una o più etnie hanno il sopravvento su altre che sono destinate a soccombere e scomparire. Un mondo fatto di perone del tutto uguali, omogeneo e senza più differenze culturali non so se sarà mai possibile realizzare, ma se ciò si realizzasse non sarebbe più un mondo multirazziale. Quindi la società multirazziale per quanto sia forzatamente possibile non è vivibile e non è vivibile come integrazione, anche perchè, pur se molto lentamente, l'integrazione reciproca porterebbe all'appiattimento e alla dissoluzione delle differenze e di conseguenza non esisterebbe più come tale. Oppure ci sarebbe l'eliminanazione della o delle etnie più deboli. Sembra che già le etnie di razza caucasica siano tendenzialmente in diminuzione rispetto alle etnie di pelle scura.     
Qualcuno mi spieghi perché se non sono fumatore ho il diritto di starmene in santa pace  in una sala apposita per i non fumatori, e chi invece ama fumare ha a disposizione  un locale per fumatori; per quale motivo allora io che sono di cultura del tutto differente dal musulmano devo sopportare i maomettani che occupano marciapiedi, strade, parcheggi perché hanno l'esigenza di pregare in quel modo ad una certa ora della giornata? E perché non dovrebbero essere loro invece a fare a meno di dare fastidio e non intralciare la circolazione a chi non è musulmano? Ecco un esempio di assurdità che si verifica nella società multirazziale. Non c'è abbastanza spazio sufficiente per tutti per convivere serenamente. Domina ben presto l'intolleranza, la prepotenza e la legge del più forte, altro che le chiacchiere dei buonisti semplicioni. Ognuno ha bisogno di spazio e di  vivere con i propri simili. 
« Ultima modifica: Ottobre 01, 2014, 02:12:59 da Annabel »