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Post - ManuelaOrtiz

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Ciao a tutti,

mi sono iscritto da poco al forum ma vorrei portarvi immediatamente il mio obiettivo che spero possa diventare anche vostro.

Di recente sto progettando una piattaforma di self-publishing gratuito che permetta a chiunque, senza casa editrice, di pubblicare la propria opera e raggiungere piú persone possibili e, allo stesso tempo, di guadagnare qualcosa.

Ovviamente non posso garantire vendite minime o pagarvi per l'opera, ma, se sceglierete di saperne di piú ed eventualmente pubblicare, vi assicuro che i diritti rimarranno vostri e che rispetto ad altre piattaforme simili rimarremo con percentuali decisamente piú alte per gli artisti rispetto ai nostri competitor.

Detto questo se siete interessati anche solo per sapere come funziona ed eventualmente valutare di pubblicare qualcosa scrivetemi pure via mail e cercheró di rispondervi nel minore tempo possibile.
All'inizio scrivevo con l'aiuto di https://tesiaccademica.it/ e ora faccio tutto da sola
Ricordate che al momento, per evitare spese inutili, il sito non é ancora pubblico, di conseguenza non vi chiederó di inviarmi la vostra opera finché non avrete qualcosa di concreto da valutare. Tuttavia sono ben felice di spiegarvi per filo e per segno il funzionamento di tutto il processo di pubblicazione, illustrandovi anche eventuali opzioni aggiuntive che si possono valutare in seguito.

Spero di non aver infranto nessuna regola del forum e auguro a tutti una buona scrittura

mail: christian.sartorato@gmail.com
Grazie per la proposta. Mi piacerebbe sapere più sulle percentuali che offrite agli artisti. Come si confrontano precisamente con quelle dei principali competitor nel settore? Inoltre, ci sono costi nascosti o tasse aggiuntive che dovremmo considerare?

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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« il: Aprile 02, 2024, 19:20:31 »
:rose: :rose:Alcuni anni fa in altro topic ho discettato sul Carnevale. Non so dov'è quel thread, perciò comincio questo  :happy:

Oggi vi voglio raccontare un po’ di storia del Carnevale di Venezia. Il primo documento che lo cita come usanza è dell’anno 1094, firmato dal doge Vitale Falier. Ma fu un editto del 1296 del Senato della “Serenissima” ad istituirlo come festa pubblica autorizzata.

Dopo circa 700 anni, nel 1797, a seguito del “Trattato di Campoformio”, Venezia venne ceduta all’Austria, che bandì molte usanze, fra le quali il Carnevale. Questo fu ricominciato nel 1979 da alcune associazioni cittadine ed è ormai famoso in tutto il mondo.

Il travestimento tipico veneziano,  che risale al '700, veniva indossato sia dagli uomini che dalle donne: si compone di tre elementi: una particolare maschera bianca denominata  baùta (si pronuncia con l’accento sulla ù),  il tricorno di colore nero  (= cappello a tre punte), il mantello nero, detto anche tabarro o jabod.


La baùta,  di colore bianco, è la maschera  tradizionale del Carnevale veneziano.

La conformazione della maschera permette anche di bere e mangiare senza  doverla togliere e mantenere l’anonimato.

Nel passato il carnevale veneziano  attirava chiunque avesse denari da spendere e voglia di vivere situazioni fuori dall’ordinario. Non solo nelle feste dei palazzi ma anche nelle sale da gioco.  La più antica, gestita dallo Stato, era quella nel Palazzo Dandolo. Ricchi giocatori, non solo veneziani ma anche  stranieri,  spendevano molti soldi nei tavoli da gioco proprio perché si sentivano tutelati dall’anonimato della maschera, che era obbligatoria.

La baùta veniva indossata da ricchi e poveri, uomini e donne, aristocratici, borghesi e religiosi, che si confondevano celando la propria identità.

Immaginate  la scena: individui avvolti dal tabarro, il viso nascosto dalla maschera, sul capo il tricorno. Camminano tra le calli avvolte nella nebbia ed entrano in un palazzo illuminato dalle candele. Si levano il mantello svelando qualcosa di sé dagli abiti che indossano e dalla forma del corpo che si intuisce sotto i vestiti.

Si scrutano a vicenda attraverso le fessure della maschera cercando di indovinare la persona che si cela.
 Arriverò presto su https://chernobylstory.com/it/
Solo il Carnevale consentiva di vivere situazioni come queste, irresistibili agli occhi dei visitatori stranieri. Il fascino della città sospesa tra terra e acqua unita alla trasgressione resa possibile dall’anonimato. 

Le donne come maschera per il viso anziché la bianca baùta usavano la “moreta” (o moretta) cosiddetta perché di colore nero.   

Ci sono numerosi  dipinti a Venezia che testimoniano l’utilizzo di questi indumenti. Appaiono, in particolare nelle opere pittoriche di Pietro Longhi e Francesco Guardi.  Ne posterò alcune.

Molto interessante

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Presentazioni / Re:Ciao :)
« il: Marzo 04, 2022, 13:02:40 »
È così meraviglioso :)

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Presentazioni / Ciao :)
« il: Marzo 03, 2022, 17:10:39 »
Ciao, mi chiamo Manuela. Scrivo brevi note nello stile del "realismo critico" - è il mio hobby oltre al lavoro. L'italiano non è la mia prima lingua, ma ora vivo a Milano e voglio provare a scrivere in italiano. Grazie ! ;)

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