Ti ripeterò mille volte
le stesse cose, e tu, mille volte mi ascolterai.
Ti parleró di un paio di scarpette rosse comprate in un mercatino , di abbracci mai dati e di ricette dimenticate.
Mi ascolterai, e li tuoi occhi guarderanno altrove, dove non ci sono mani che tremano.
Non ci saranno fate ne castelli incantati, nelle nostre parole, ma appuntamenti con lo specialista e medicine da ritirare e da prendere.
Vedrai il brodo colare dalle mie labbra, ed anche stavolta ti volterai altrove, aspetterai che finisca il pasto per porgermi una compressina che lascerò sciogliere tra le dita. Alzerai tante volte gli occhi al cielo, e questa volta saró io a guardare altrove!
Mi vedrai contare le rughe davanti allo specchio, e raccogliere briciole di biscotti rubati dalla dispensa.
Chiuderai la porta della tua camera per non ascoltare il tetro cigolio di una sedia a dondolo.
Vedrai brillare I miei occhi scalfiti dal tempo, mentre aprirò I regali di Natale, poi guarderó I tuoi , come per ricordati che le pantofole che porto ai piedi sono ancora nuove.
Le mie orecchie non ascolteranno la parola vecchio, pronunciata in un momento di rabbia, ma ascolteranno I silenzi che mi parleranno di te.
Di te, che con un paio di guantoni gialli, troppo grandi per le tue manine, lavavi i piatti e le posate, inginocchiata su una sedia di legno, di te, che orgogliosa mi mostravi la tua prima creazione, una frittata oblunga che forse non avrei mai mangiato, ma era bellissima!
Leggerai le mie poesie ai tuoi figli, attratti più dalla merendina che dalle parole confuse di un nonno sognatore.
Forse sono solo un sognatore, è vero!, ma mi piace credere che le cose andranno proprio così.
Bonelli B.