Autore Topic: 001 - Pagine dal diario di un ragazzo felice - Cinque anni  (Letto 1307 volte)

victor

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001 - Pagine dal diario di un ragazzo felice - Cinque anni
« il: Settembre 25, 2011, 22:08:51 »
Cinque anni

Come ho già detto quello che io scrivo sono episodi della mia vita, i miei ricordi.

Questo è il primo (tratto dai miei appunti), si tratta di ricordi frammentari e incompleti perché molto lontani nel tempo, ma, spero, lucidi e precisi.

Victor
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2012, 23:21:34 da victor »
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victor

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Re: Cinque anni
« Risposta #1 il: Settembre 25, 2011, 22:11:22 »
14 novembre 1941

C'era la guerra. L'Italia, alleata con la Germania e il Giappone combatteva contro l'Inghilterra, la Francia, la Russia e gli Stati Uniti.

All'improvviso si udirono gli aerei e poi lo scoppio delle bombe. Il mio ricordo è molto vago. C'era un gran fuoco nella stanza da pranzo, proprio di fronte al balcone. Fuoco e fumo da soffocare.

Mi portarono via. Ricordo che mio padre prendeva i vasi delle piante dal terrazzo e gettava la terra sul fuoco. Poi venne anche mio zio. Lui e mio padre prendevano i sacchi di sabbia che proteggevano l'ingresso del garage che fungeva da rifugio antiaereo e gettavano la sabbia sul fuoco.

Poi mi raccontarono che quella sera gli aerei avevano bombardato la città. Avevano lanciato degli spezzoni incendiari. Due avevano colpito la nostra casa e due erano caduti nel cortile. Quelli che avevano colpito la casa avevano sfondato il tetto sia nella stanza da pranzo, che nella stanza da letto e si erano incastrati nel pavimento.

Per fortuna mio padre e mio zio erano riusciti a spegnerli prima che la casa prendesse fuoco.


febbraio 1942 - Nasce la mia sorellina.

C'era la guerra ci siamo trasferiti nel comune in cui abitano la sorella di mia madre e suo marito.

Io vado ad abitare a casa loro. Infatti ho la pertosse (tosse convulsiva) e non si deve correre il rischio di contagiare la piccola che nascerà da un momento all'altro. Mia zia si occupa di me. I miei abitano in una casa vicina presa in affitto. In quei giorni nasce la mia sorellina. I miei tornano in città e io resto con mia zia finché guarisco.


Giugno 1942 – 6 anni

Compio sei anni e completo la prima elementare.


Ottobre 1942 – seconda elementare

Inizio a frequentare la seconda elementare. La paura dei bombardamenti e le voci di uno sbarco imminente delle truppe alleate ci costringe a lasciare la nostra città e a trasferirci in campagna, a cinque km di distanza.

Poiché non posso frequentare la scuola i miei genitori mi mandano a lezioni private presso una maestra che abita a poca distanza dalla casa in cui abitiamo. Mi dicono che a giugno ho fatto gli esami per essere ammesso in terza elementare, ma io non lo ricordo.

Ricordo molto bene, invece, che la maestra aveva dei giornali che avevano il titolo “Cronache della Guerra” e ricordo che io leggevo quei giornali con avidità.


Estate 1943 – Sette anni

La guerra continua. Noi siamo sempre in campagna. Sbarcano gli alleati in Sicilia. Vedo passare una colonna di carri armati tedeschi diretti verso sud. Sono carri armati Tiger e sono enormi. Mi hanno detto che era la divisione Goering. Camminano lungo la strada nazionale muovendosi a scatti verso destra e verso sinistra. Fanno questi movimenti per sfuggire al tiro dei cannoni anticarro. La sfilata dura un intero giorno e tutti siamo impressionati dalla grandezza e dalla potenza di questi carri armati.

Poi ci trasferiamo nella casa di campagna di mia nonna in montagna. Anche da lì fuggiamo e restiamo nascosti nei boschi per tre giorni. Vengo a sapere che le truppe tedesche si sono ritirate e che le truppe alleate avanzano. Poi torniamo in campagna nella casa di mia nonna e da lì ci trasferiamo nuovamente nella campagna vicino alla nostra città, affinché mio padre potesse tornare a lavorare in città.

Assistiamo al passaggio delle truppe alleate. Sono dirette verso nord. Sfilano ininterrottamente per tre giorni e per tre notti. E' una interminabile colonna di carri armati, di autoblindo e di mezzi anfibi carichi di truppe. Tre carri armati sfondano il muro della strada nazionale e cadono proprio dentro la campagna in cui noi ci troviamo. I soldati che li occupavano tagliano gli alberi e montano le tende per accamparsi proprio accanto alla nostra casa.


Autunno 1943 – Ritorno a scuola

Mi dicono che l'8 settembre 1943 viene firmato l'armistizio tra l'Italia e le truppe alleate.

Torniamo in città e torno a scuola. Frequento la terza elementare.

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presenza

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Re: Cinque anni
« Risposta #2 il: Settembre 25, 2011, 22:52:23 »
I tuoi ricordi sono assolutamente lucidi ma, ahimé molto frammentati. Sembrano appunti schematici, perché non imbastire una storia con tutti questi ricordi?

nihil

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Re: Cinque anni
« Risposta #3 il: Settembre 26, 2011, 07:18:22 »
Ha ragione presenza, in questo racconto si percepisce il dramma di un bambino che affronta cose più grandi di lui, senza sapere bene cosa siano, ma assorbendo l'atmosfera del dramma. Prova a riprendere episodio dopo episodio e approfondire i racconti. Nulla vieta che tu aggiunga parti di fantasia, in supporto ai ricordi.  abow

victor

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Re: Cinque anni
« Risposta #4 il: Settembre 27, 2011, 00:10:12 »
Avete pienamente ragione ...

Ma io trascrivo gli appunti che in passato avevo scritto.

Questi sono i più remoti e sono necessariamente frammentati.

Gli altri sono più organici. Lo potrete notare da quello che metterò fra poco ("Da mio nonno").

Comunque grazie, grazie per averi letto, grazie per quello che mi dite, grazie per avermi dedicato il vostro tempo.

Ciao
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Arcobaleno

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Re:Cinque anni
« Risposta #5 il: Gennaio 24, 2012, 21:07:56 »

Caro Victor,
questa narrazione dei tuoi cinque anni mi ha procurato emozione, come quando una cosa cara messa da parte riappare all’attenzione inaspettatamente.
Le  tue parole sgranano, come in un rosario, i momenti di allora.
Un bambino non dimentica mai il tormento grande di una guerra vissuta, anche dopo decenni, anzi ancor di più perché  non gli sono più accanto le figure che allora lo rasserenavano …
Molto giusto e ormai raro quel “ci sono e racconto!…” ai nipoti, ai figli …
E’ ormai l’uomo che testimonia un’altra faccia delle cose e non solo quella dei grandi disegni politici. E’ un grido represso, è una testimonianza umana che non trascura avvenimenti né affetti  né luoghi. E’ un prezioso documento storico del cuore e non solo.
E’ il  diario di un tempo, un parlare dal quale si evince ciò che c’era, che non si vede né si può più ascoltare.
Gli allarmi nel cuore della notte, la corsa ai rifugi, la propria casa abbandonata con i giochi sereni, la fame, le privazioni, le deportazioni, le violenze,  le morti che vedevi o che ti toccavano  negli affetti … e alla fine quello strano sospiro per “la liberazione”…! forse proprio l’età  ha compresso tutto nel cuore.
E’  storia vera che ha attraversato la tua anima di bimbo che non  può  dimenticare.
Avvenimenti che più di ogni altra emozione  portano  a conquistare molto presto la consapevolezza di sé e della vita. 
Bravissimo Victor!
Il sogno vietato è il veleno del vivere.

victor

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Re:Cinque anni
« Risposta #6 il: Gennaio 24, 2012, 23:08:08 »

Oh, Arcobaleno!

Non credi di elogiarmi troppo? …

Certo sono ricordi lontani e frammentari, ma lucidi … d’altra parte è chiaro quanto tempo che è passato …

Vedo che leggi poco alla volta e te ne sono grato … non leggi in maniera affrettata … grazie, lo gradisco molto.

Victor

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Arcobaleno

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Re:Cinque anni
« Risposta #7 il: Gennaio 25, 2012, 18:31:30 »
Nello stesso tempo e in un altro luogo vivevo il medesimo dramma.
Tra sopravvissuti...un abbraccio.
Arcobaleno
Il sogno vietato è il veleno del vivere.

victor

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Re:Cinque anni
« Risposta #8 il: Gennaio 26, 2012, 22:30:30 »


Raccontalo, Arcobaleno, raccontalo …

Ti leggerò volentieri …

Comunque, ricambio l’abbraccio di cuore,

Victor

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