Autore Topic: Storia di una cortesia (etimologia di belin)  (Letto 1687 volte)

rino

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Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« il: Luglio 04, 2013, 15:31:34 »

 

Un camionista andava col suo mezzo   quando vide,in una piazzola    ,un'automobile ferma  e 2 suore disperate che che chiedevan aiuto.
Accostò e discese dal camion.
Le monache gli andaron incontro spiegando che l'auto s'era fermata d'improvviso,fumante e con pessimo odore di bruciato.
L'uomo dopo un veloce controllò non ebbi dubbi nell'affermare che eran rimaste senza acqua e il motore s'era fuso.
Si offrì ,quindi,di portarle lui ove eran dirette.
Avrebbe sforato con i tempi previsti ma non poteva lasciarle li ad aspettare soccorsi.
Lungo il tragitto parlaron di un pò di tutto ed al termine,davanti il loro convento le suorine volevan sdebitarsi e dissero:
-Signor camionista,vorremmo ricordarla nelle nostre preghiere per il bellissimo gesto ha fatto verso di noi,se ci dice il suo nome....-
L'uomo sorrise e disse,con orgoglio:
'' mi chiamo come quello che voi avete sempre in mano''e si fermò con sguardo felice rivolto loro.
Le sorelle si scambiaron un'occhiata di intesa poi una nel salutare disse:
-allora Siur Belìn,pregheremo per lei-
ed il camionista,finendo la sua frase : '' mi chiamo Rosario''

                 **************
 N.B.: il termine BELIN,ha perso ogni connotazione volgare,si usa come una qualsiasi esclamazione e come intercalare 
-Questa storiella me la raccontò,anni fa,un parroco con cui mi trovavo spesso a colloquiare

                                              **********************************************

“Ma cosa vuol dire belìn ???”.

Quante volte , ci siamo sentiti fare questa domanda? Quante volte i “foresti” (ossia, i non genovesi e non liguri) ci hanno chiesto e ci domandano notizie su questo termine un po’ strano, immancabile intercalare nei discorsi di un buon zeneize ?

E' vero, di questo termine ne facciamo un uso letterario intenso: sdegno, afflizione, ammirazione, simpatia, irritazione, sarcasmo, enfasi e denigrazione. Insomma, va bene un pò dappertutto e serve a rafforzare spesso il senso di una frase detta da un genovese.

Un mondo di sentimenti, emozioni e situazioni perfettamente espresso da una sola e unica parola.

Si può ben dire che belìn è un pò il nostro "marchio di fabbrica", come le troffie al pesto o la cima alla genovese, ed è stato consegnato alla storia della lingua italiana niente meno che dal vocabolario della lingua italiana.

I vecchi genovesi pronunciavano spesso l'espressione Discorsci do scio Bela (o anche Raxonamenti do scio Bela) per indicare discorsi assurdi.

Bela è il termine genovese per dire "budello", ma vi consiglio di non chiedere il significato di Bela a meno che non vogliate sentirvi rispondere, per altro giustamente, che è "o puae do belìn" (cioè, il padre del belìn) .

Un tempo, le persone più garbate avrebbero preferito belan o belandi, ma non cambia molto ... anzi, di solito si dice o l'à dito belìn e belan (cioè, se non è zuppa è pan bagnato).

Grazie all’etimologia del termine fornita dal Belin Team Zëna, ecco accontentati le curiose e i curiosi!:

 

 

"Belin", rappresenta l’imprecazione, l’esclamazione più usata nel dialetto genovese, potendo assumere tono affermativo, risentito, solenne, stupito, iroso, sconsolato, beffardo, e altro ancora.

Origine:

Secondo alcuni, letteralmente "budellino" (da bela, budello). Però in materia di etimologie - mi scrive il signor E.Mori - occorre seguire contemporaneamente il filone storico e quello psicologico, perché i popoli hanno, in materia di parole, una loro psicologia. E una regola psicologica ci dice che in nessuna lingua l'organo maschile è indicato con un diminutivo. Gli antichi dizionari ricollegavano belin al greco balanos (glande) ed era, psicologicamente, una stupidaggine perché gli antichi liguri non avevano di certo aspettato i greci per dare un nome al loro pisello! Però un fondo di vero c'era e già un linguista del 1940 ricollegava belin al dio Baal fenicio, individuando una radice indeuropea che con bal indicava la divinità in genere. Ed infatti per i Galli la loro divinità (Henri Dontenville, Mythologie française) era un essere che era Padre e Figlio a un tempo. Come Padre, si chiamava Belenus; equivaleva sostanzialmente ad Apollo, era il grande dio solare originariamente adorato dalle popolazioni pre-indoeuropee. In qualità di Figlio era sentito come più vicino alla terra, in qualche modo legato alle pietre, agli alberi e alle acque; si chiamava Gargano.
Il territorio francese, per limitarci a questo, è costellato di luoghi il cui nome si collega etimologicamente a quello di Belenus (Bel o Belen in francese) o di Gargano. Si tratta, a seconda dell'evoluzione fonetica delle varie zone, di Balan, Blesme, Belfait (l'albero di Bel), Montbelair, Baleine, Blaine, Ballons, Corblin (la pietra di Belin), Blainville, Belmont, Montbel... Si tratta delle antiche rocche­forti dei Galli, Gergobina e Gergovie; a Guérande, il castello Gorgon; si tratta di fiumi: Gorganne, Gorgonne, Gargonne, Gargonde; di alture: Gargatte, Jariatte... Non è raro che i due nomi si affianchino; oppure - e può essere ancor più sintomatico - non lungi dal luogo che richiama Belenus sopravvive (o sopravviveva fino a poco fa) una leggenda popolare il cui eroe è un gigante perlopiù chiamato Gargantua.
È quindi certo che nell'area francese-provenzale-ligure il termine belin era diffuso per indicare la divinità. In Val Varaita vi è il paese Bellino, quasi certamente riconducibile alla stessa origine (Belin, Belinium, Belinius, nom d'homme gaulois ou de divinité. Charles Rostaing, "Dictionnaire des noms de lieux", Ed Larousse p.68). La dimostrazione del collegamento tra belin genovese e divinità galliche è data dal fatto che in francese esiste la parola antica beliner proprio con il significato di scopare. È vero che tutti gli etimologisti francesi dicono che la parola deriva da Belin, termine che fin dal medioevo indica il montone  , ma si sono dimenticati che nella preistoria, quando vi erano ancora i culti totemici, l'animale totem di un popolo dava il nome anche al dio, o viceversa (giove, giovenco, juvenes, ecc.).
Quindi la tesi probabile al 90% è che la parola genovese belin derivi dall'antica parola dei galli-liguri Belenus.

 

 

Nuvolone

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #1 il: Luglio 04, 2013, 18:15:54 »
Quindi… mi sono persa…: cosa avevano allora sempre in mano le  suore?  :o

rino

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #2 il: Luglio 04, 2013, 20:38:46 »
non il rosario....

 :happy:

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #3 il: Luglio 04, 2013, 21:03:19 »
hahahah Nuvola ti sei persa? prova chiedere a Rocco come sta il suo belin!   ;D
Ecco, belin, è molto più foneticamente gentile del comune XXXXx
!

Nuvolone

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #4 il: Luglio 04, 2013, 21:54:43 »
Rocco mo chi è?
Quello che aveva il belìn alle prese coi  collant ?  :D

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #5 il: Luglio 04, 2013, 22:17:21 »
Rocco è il famoso Siffedi. e prima che tu chieda chi è Siffredi ti confido che è un famoso pornostar. E che usa un pornostar sul lavoro? il belin ovviamente! :)

Nuvolone

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #6 il: Luglio 05, 2013, 10:25:48 »
Aaah già ! Quello che dicevo io era Sacco, non Rocco... ahahahah
 Che confusione ! :D

« Ultima modifica: Luglio 05, 2013, 12:27:07 da Nuvola... »

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Re:Storia di una cortesia (etimologia di belin)
« Risposta #7 il: Giugno 28, 2015, 07:46:54 »
Rinooooo, la tua assenza pesa! che fai? non scrivi più? i tuoi racconti ci mancano. :rose: