E sono, l’eco di un teatro all’aperto
in un giorno di fine inverno.
Camminano come fantasmi imbiancati
spostando l’aria sopra le teste di pezza.
E si posano, impalpabile polvere
dallo strato incolore, dentro una campana di vetro.
Se poi svolti l’angolo, li scopri a guardarti
riflettono immagini sfocate dal tempo
come in un film anni venti senza sonoro.