Scrittura creativa

Libri e Lettura => Scienza => Topic aperto da: Doxa - Giugno 12, 2013, 00:11:40

Titolo: Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 12, 2013, 00:11:40
Relazioni di coppia /1

La parola “coppia” deriva dal latino “copula”. Nel medioevo il lemma venne contratto dai parlanti e divenne “copla”: significa  legame ma anche congiunzione tra due persone. 

Formare la coppia nel nostro tempo è una scelta, diversamente dal passato,  ma è un  legame fragile e potenzialmente scioglibile.

Scegliere di essere coppia significa non solo amare ed essere amati da un’altra persona ma anche riconoscersi legati ad una relazione che contiene le persone che la formano.

Amarsi non è solo “stare insieme”, dice la psicologa Anna Bertoni, la quale ha scritto: “Al giorno d’oggi la situazione della coppia si presenta con tanti volti: ci sono coppie sposate da cinquant’anni, altre che si sposano sperando e credendo nel "per sempre", vi sono poi quelle che "stanno insieme" non si sa da quanto e per quanto, quelle che provano a convivere, quelle che si separano e quelle che si risposano. Una realtà dunque complessa.”

Si sceglie la vita di coppia, ma questa è diventata fragile, soggetta a frequenti rotture del legame (vedi i tassi crescenti di separazioni e divorzi). Si comincia a non credere che il legame possa essere "per sempre" (vedi la frequenza di convivenze e di unioni di fatto).   

C’è la volontà di vivere in coppia, di amare, ma con la "riserva mentale": se non ci si ama più, se non sto bene in coppia, voglio essere libero/a di separarmi.. Questa possibilità non rende immuni dal dolore, che coinvolge non solo i partner, ma anche il contesto familiare.

E' la dimensione etica della relazione di coppia che è stata fatta diventare fragile: l’impegno, la dedizione,  la fedeltà al legame, danno senso e direzione al rapporto. L’amore di coppia se non è orientato dall'ethos diventa effimero.







Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 14, 2013, 11:21:07
/2

Diversamente dal passato in cui il fidanzamento ed matrimonio erano un patto tra famiglie, la coppia del nostro tempo si forma per libera scelta.

Oggi il “fidanzamento” sembra anacronistico nel confronto con la convivenza. Ma sono due esperienze non  assimilabili. Il fidanzamento è il tempo dell’attesa, della progettualità, volge lo sguardo al futuro, invece la convivenza è il “tempo della prova” e della sperimentazione nel vivere insieme il presente, l’”hic et nunc”;  la sua durata dipende dalla fluttuazione del sentimento amoroso, si sta insieme finché c’è il reciproco amore.

L’espressione “stare insieme”  viene preferita alla frase “essere fidanzati”. La riluttanza è evidenziata dal calo dei matrimoni e dall’aumento delle unioni di fatto, nelle quali sono enfatizzati gli aspetti affettivi del legame rispetto all’impegno nella relazione.

I rapporti affettivi sono fondamentali perché soddisfano un bisogno basilare dell’individuo. L’etimologia del vocabolo “affettività” fa emergere l’aspetto relazionale di questo termine che esprime il volersi bene tra due persone.
Il vocabolo “affettività” deriva ovviamente dal lemma “affetto” e questo dal latino “afféctus”, participio passato del verbo “affìcere”, che significa “toccare”, incontro con l’altro/a.  Ma la durata dello “stare” insieme, la reciproca “appartenenza” dipende dalle aspettative che hanno. 

Moltissime coppie si formano più per consuetudine che per amore e il loro rapporto va avanti per inerzia. Ma quando il moto inizia a rallentare, cominciano ad emergere i problemi,  le divergenze. Allora s’inizia a dire che l’amore è un dono che ciascuno fa all’altro/a e non un dovere che il/la partner può esigere. Un dono che si deve meritare ogni giorno. Dopo cominciano le liti ed ognuno dei due pretende il rispetto della propria  libertà, nega all’altro/a il  diritto di controllare ciò che fa   della propria vita e del corpo. Dimenticano la reciproca dedizione, l’attenzione, il dialogo, le coccole, le carezze, la spontaneità, la sincerità.

Nel dialogo è importante saper  ascoltare. Per riuscirci è indispensabile dedicare del tempo e la propria attenzione all’altro/a. Però chi dei due vuol essere ascoltato deve scegliere la situazione favorevole, il luogo ed il momento adatti, per evitare di  dire al/la partner : “tu non mi ascolti mai”; “tu non t’interessi di quello che faccio”; “tu non mi parli”; “tu pensi solo a te stesso”,  “non abbiamo più niente da dirci.”, oppure: “Ci è difficile trovare un argomento di conversazione.  E nella coppia cala il silenzio. C’è quello dei taciturni, delle persone che non sono espansive, ma c’è anche il silenzio del rancore. Tacere è spesso un modo per punire l’altro, per manifestare la propria contrarietà.

Molti tradimenti sono causati dal desiderio di esprimersi e di essere ascoltati.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 17, 2013, 14:38:35
/3

Cos’è la coppia?  E’ “la storia di un incontro che dura”, afferma lo psicoterapeuta Robert Neuburger nel suo libro “La coppia: il suo mito, il suo terapeuta”.

Nasce dall’incontro di due estranei, che hanno diverse storie familiari e sociali, modi di percepire ed affrontare la vita.

La sequenza di eventi  forma la storia di una coppia,  con un’evoluzione propria, con delle fasi e delle trasformazioni.

Due persone s‘innamorano e si amano, progettano di vivere insieme. Ma l’affetto o l’amore, da soli, non sono  in grado di armonizzare le differenze. Il passaggio da “due io” al “noi”, al senso di appartenenza, è il risultato di un percorso, con cambiamenti  per la ricerca ed il mantenimento della vicinanza e dell’intimità,  per costruire l’identità di coppia tramite il matrimonio o la convivenza, i quali definiscono i confini con le famiglie d’origine e la comunità di appartenenza.

I partner devono gestire le loro differenze con volontà ed impegno per farle diventare un “noi”. Ciò significa amare l’altro per come è e non per come si vorrebbe che fosse,  con la sua storia, le sue qualità e i suoi limiti, i suoi cambiamenti, il suo modo di vedere le cose, rispettato nella sua differenza.

Gli psicologi John Gottman e Nan Silver nel loro libro “Intelligenza emotiva per la coppia”  evidenziano che la maggior parte delle coppie riesce a far durare la loro relazione tramite 7 regole.

1) Ampliare la mappa dell’amore tramite l’intimità emotiva, sessuale e spirituale.

2) Conoscere bene il/la partner; ricordarsi gli eventi significativi della sua vita ( es. compleanno, ecc.); arricchire la relazione con la comprensione, la tenerezza, la stima.

3) Avvicinarsi l’un l’altro facendo le cose insieme. E’ importante il dialogo, l’accoglienza, l’attenzione al punto di vista del/la partner. La disattenzione e le  reazioni aggressive spingono all’isolamento.

4) Lasciarsi influenzare dal/la partner nelle decisioni importanti. Imparare a condividere il potere decisionale significa tenere in considerazione le opinionidell'altro/a. A nessuno piace avere la sensazione di non contare niente.

5) Se nascono discussioni è importante mantenere il tono pacato,  tollerante, ed essere disponibile al compromesso. Se una coppia riesce ad affrontare costruttivamente i conflitti è un buon segno, ma non garantisce  il rapporto durevole.   E men che mai lo tutelano le  frequenti liti, specie se diventano violente, irrispettose, denigratorie. 

6) Superare i blocchi psicologici  creati da problemi  di scelta, come il volere e non volere figli, tra vita casalinga e mondanità, ecc.. Un conflitto bloccato –dice Gottman- resterà un problema cronico nella coppia. Le divergenze profonde nascono da una ferita causata alle aspirazioni di uno dei partner o di entrambi.

7) Andare nella stessa direzione per non arrivare al punto di chiedersi se ha ancora senso rimanere insieme.  Più i punti di vista sono convergenti più si rafforza la relazione e la complicità, capace di neutralizzare le divergenze.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 18, 2013, 10:50:21
/4

Alcune ricerche psicosociali dedicate ai rapporti interpersonali hanno esaminato i fattori che rendono soddisfacente e stabile una relazione.

Il sociologo statunitense George Caspar Homans (1910-1989) elaborò una sua teoria, detta dello “scambio sociale”, secondo la quale gli individui  entrano e permangono in reciproca relazione per i vantaggi attesi, finché ne sono soddisfatti e ne traggono i benefici al minimo costo. 

Le gratificazioni possono essere intrinseche alla relazione, per esempio l'amore,  oppure estrinseche, ad esempio l'aiuto prestato per lo svolgimento di un compito.

La valutazione dei benefici e dei costi dipende dalle aspettative personali e le alternative alla relazione.

Sulla valutazione influisce il livello di autostima. Chi ne ha molta ha elevate aspettative, pensa di trovare  alternative migliori, perciò non accetta una relazione non soddisfacente.

Se una persona ha bassa  considerazione di sé,  mostra interesse per chi appaga il suo bisogno di stima; se ha carenze affettive si sente attratto da chi gli/le  dimostra affetto.

Alcuni  fattori, come la frequenza ed il coinvolgimento emotivo, contribuiscono allo sviluppo della relazione intima, che serve a dare significato alla propria vita.  Altri fattori hanno invece  importanza  per la durata della  relazione d’amore: la comunicazione, l’equa divisione dei compiti, la fiducia reciproca, l’importanza del “noi”, stabilire regole e parità di potere decisionale.

La capacità di comunicare, di dialogare in modo efficace ha un ruolo fondamentale nel mantenimento di una relazione. Le coppie che hanno problemi parlano poco fra loro, non esprimono liberamente ed apertamente le proprie preoccupazioni, le  insoddisfazioni o  gli stati d’animo,  non inviano in modo congruente i propri messaggi al/la partner. L’assenza di una comunicazione efficace determina un deterioramento progressivo del rapporto.

Le coppie hanno più possibilità di restare unite se concordano la distribuzione delle incombenze, affinché nessuno dei partner subisca un eccesso di  incarichi.

Nel rapporto è basilare la reciproca fiducia, perché garantisce  la continuità della relazione amorosa. Il partner vuole essere sicuro dell’altro, vuole potersi fidare dell’altro in qualsiasi momento.

Un altro importante fattore che rinforza il legame è il senso del “noi”. Le due individualità si devono fondere in una unità: non si è un “io” ed un “tu”, ma un “noi”, che accresce la reciproca appartenenza e l’alleanza.

Secondo le esigenze, ogni coppia stabilisce delle regole di comportamento, che non devono essere costrittive per uno dei due. Se sono coercitive minano la continuità della relazione: i matrimoni o le convivenze di lunga durata sono quelli in cui i partner decidono insieme.

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: ectobius - Giugno 19, 2013, 10:03:02
Complimenti, Stra, per i bei post e per il tuo impegno culturale. Sei stimolante e ho deciso di dare un mio modesto apporto fuori schema, e probabilmente giustamente criticabile.


“La parola “coppia” deriva dal latino “copula”. “Nel medioevo il lemma venne contratto dai parlanti e divenne “copla”: significa  legame ma anche congiunzione tra due persone”. 
In somma, e in altri termini, significa coito. Sinonimi indiscussi nel parlare comune, e copulare! è poi anche un ordine perentorio:
“Copulate e moltiplicatevi!!”, punto!
E via a procreare per ordine della natura… che, detto fra noi, è innocente (Ma ‘sto mondo lo stiamo rendendo un immondezzaio).
Scusate la parentesi!
Comunque non fu mai comandato dalla natura di copulare esclusivamente fra due esseri uniti in coppia.
La coppia!
Che è, di conseguenza e naturalmente, un legame fragile che normalmente (in natura) si scioglie dopo l’atto dell’accoppiamento.
Il “legame per sempre!", è “dimensione etica” e  “l’impegno, la dedizione,  la fedeltà al legame, danno [solo] senso [legale] e direzione al rapporto, e L’amore di coppia, se non è orientato dall'ethos diventa effimero”, cioè impegno dedizione fedeltà al legame resistono solo se il cosiddetto amore di coppia sia orientato dall'ethos. Pertanto l’amore di coppia è esclusivamente fattore culturale legato all’interesse della società che aspira  alla stabilità attraverso la famiglia legalizzata dall’ istituto del matrimonio.
Tuttavia il vivere in coppia può esistere in alcuni animali, ma si tratta quasi di eccezioni e dura solo fino alla crescita della prole e alla loro indipendenza.
Nell’uomo cessa per natura dopo l’accoppiamento… quel che segue, a mio parere, è innaturale, frutto dell’interesse di vivere sicuri in una società data. Ora si potrebbe discutere se questo modello di società è unico e il miglioe, ma il discorso diventa troppo lungo e molto difficile.
In altri tempi fidanzamento e matrimonio erano un patto tra famiglie, mentre la coppia del nostro tempo si forma per libera scelta… scelta fragile, temporanea se non diventa scelta una volta per tutte, ma allora ha niente a che fare con l’amore E’solo risultato di condizionamenti culturali, alla faccia della libera scelta.
Il fidanzamento aveva una ragione un tempo come attesa per la copula… cioè per il coito che veniva rigidamente negato fino al matrimonio (negato, io dico, per il timore che una volta raggiunto lo scopo dell’accoppiamento si esaurisse ogni progettualità).
Il fidanzamento oggi è sostituito dalla convivenza,“tempo della prova”. Dopo, si dice, si sta insieme finché c’è il reciproco amore. Ma il reciproco amore (per sempre) è solo fatto culturale destinato ad esaurisce, prima o poi, con l’esaurirsi del desiderio.
Per questo motivo si è prodighi in blablabla di consigli per far comunque durare un’unione innaturale infiocchettandola con spiritualità e valori.
Ma il desiderio è chimica…. e la chimica è instabile, e contro questo dato si
rivendica il diritto alla libertà personale, di pensiero, di espressione, di azione, ma…
avete mai riflettuto sul come si cerchino e s’incontrino, le farfalle? Attraendosi da distanze incommensurabili Migliaia di chilometri… fatte le dovute proporzioni.
Attirata! Guidata! da una molecola infinitesima e strutturata solo per lei, la farfalla magnetizzata … molecola dispersa tra milioni di molecole diverse.
Infaticabile!
Riesce a seguirla quell’unica molecola, la farfalla, spinta da indefinito incontrollato desiderio.
Un refolo di vento è tempesta La fa sbandare Riprende il desiderio indefinito sulla scia del magnetismo irresistibile della chimica.
È gioia!
Spossata, arriva all’incontro.
Si amano...
“È ritrovata.
Che cosa? L’eternità.
È il mare convenuto
Con il sole”.         
E muoiono.
La vita è chimica.
La vita è desiderio e il desiderio è chimica.
Sono reazioni chimiche quelle che determinano i moti e le azioni degli esseri viventi… di tutti! Compresi noi!, che con gran presunzione,  e ignoranza, ci crediamo liberi di scegliere e decidere. Noi! che arrogantemente ci siamo chiamati fuori. Siamo anche noi alla mercé della chimica… come tutto. Della chimica che non è stabile e disorienta, ché basta un legame semplice o doppio, un gruppo OH qua o là che si sposta ed è rivoluzione Così che può capitare che le rondini lascino i loro nidi e la loro prole in piena estate.
Noi?... chissà!... Noi in piena estate…
Avveniva dopo milioni, anche miliardi di anni di stabilità che molecole e reazioni si modificassero ed erano la base dell’evoluzione… Ora hanno preso a correre, le reazioni, e si modificano le molecole anche lungo l’arco di una vita… o anche in meno di un arco di vita… E questo è il guaio! che le reazioni evolvono veloci e da un momento all’altro ti distolgono.
Non c’è più il tempo per adattarti.
Domani… oggi stesso non sei più tu!
La vita si disperde su nuovi ritmi.
La velocità travolge.
Si mutila!, la vita.

E la chimica dei laboratori?
Interviene anch’essa!
La chimica di sintesi crea nuove molecole… molecole mai esistite che sfuggono da mille fessure. Completamente estranee incombono! Disperse arrivano provviste di potere magnetico.
Catalizzano!
Sopra la città di Beebe, in Arkansas, sono accorsi Attratti da chissà quale veleno Si sono affollati in uno spazio ristretto molte migliaia di uccelli, tutti della stessa specie Una nuvola densissima! Si sono ostacolati nel volo e feriti Sono caduti Precipitati in pioggia… di uccelli morti.
A migliaia!
La vita mutilata!
Sconcerto… Orrore anche, ma solo per poche ore ché non si regge più alle emozioni.
È la fragilità!
E allora nulla di meglio che organizzare la fuga.
Allo scopo siamo attrezzati: le palestre, la lettura, la politica... la gomma da masticare... La musica!... E i viaggi nella memoria lunga di un passato lento nel tentativo vano di rinverdire un antico desiderio con le immagini impallidite di una fiaba... di una leggenda Inseguimento di un’eco sempre più tenue del misterioso amore sbiadito che risuonò dentro di noi Disperata ricomposizione di una vita interrotta, ma disperatamente da ritrovare Come l’ubriaco che cerca la via di casa dopo una avvilente notte di bagordi, e sembra sempre più la rappresentazione di una commedia.
Amici e amori che ci sono passati davanti e sono andati oltre E li abbiamo persi di vista. E se capita che tornino dopo lunga assenza e tentiamo di riprendere le fila interrotte… be’, scopriamo che non ci si comprende più!
La molecola che ci attraeva ha subito una modifica… Non funziona più!
 

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 19, 2013, 10:52:48
Grazie Ectobius per il tuo contributo a questo topic. E’ interessante il tuo post, spero che sia il primo di altri.

Evito di scrivere  in modo specifico  sulla” chimica dell’amore” per non far venire il “mal di testa” ai possibili lettori.

Parli di fragilità del legame. Bene ! Allora adesso elaboro il post con le riflessioni  in merito di alcuni noti sociologi.


/5

Relazioni a breve termine. Le ricerche  degli psicologi statunitensi David Buss e David Schmitt  evidenziano che  tendenzialmente gli uomini preferiscono relazioni brevi per avere contatti sessuali con più donne. Nel passato tale preferenza serviva per incrementare le probabilità riproduttive.

I maschi con i rapporti a breve termine diventano meno selettivi nella scelta della partner. Diventano selettivi quando accettano relazioni amorose a lungo termine. La loro scelta si può considerare la “risposta” a quella femminile. Infatti nel lontano passato cominciarono le donne a selezionare gli uomini più fedeli e disposti a partecipare alla cura dei figli, al fine della sopravvivenza della famiglia. Le madri cercano soprattutto protezione e sicurezza per se stesse e per la prole.

Se si confonde il sentimento dell’amore con il desiderio sessuale con l’impulso a possedere ciò che attrae, la relazione di coppia diventa incerta, insicura, nonostante le promesse.

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman pensa che nell’attuale società l’individuo non ha più certezze né punti di riferimento stabili. Nel suo saggio “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi” , paragona l’amore di coppia ad un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto ed imperscrutabile, anche se quando ci innamoriamo abbiamo l’illusione che sia per tutta la vita.

La “fragilità” di un legame dà insicurezza, l’ansia che possa andare in frantumi. Invece il  termine “liquido”  rinvia ai  legami che ondeggiano tra la voglia di stabilità ed il timore  di dover sacrificare la propria personalità, la propria libertà, le proprie aspettative di vita.

Il desiderio di “liquidità” nelle relazioni è suscitato dall’individualismo che vuole solo l’appagamento dei desideri, che non sopporta tensioni e frustrazioni.

La frustrazione che si subisce in una relazione incita alla sostituzione del/la partner, a rapporti occasionali o a breve termine. Tali esperienze inducono l’individuo a credere nelle proprie capacità amatorie e ad illudersi che ogni nuovo rapporto di coppia sia più entusiasmante e soddisfacente del precedente.

Bauman definisce “homo sexualis” la persona che ha interesse solo per le avventure e che considera una trappola da scansare l’impegno nella relazione. Cerca rapporti facili da creare ed altrettanto facili da interrompere qualora si dovesse presentare un nuovo oggetto del desiderio.

Le riflessioni di questo sociologo sull'incertezza esistenziale, sulla precarietà  dei rapporti umani, lo inducono a credere che tutto sia effimero, anche i legami affettivi e sentimentali. Nella  “società liquida”  è impossibile l'amore come legame eterno ed inscindibile. 


Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: ectobius - Giugno 20, 2013, 06:44:55
Leggerò quanto prima Bauman: mi intriga la sua interpretazione della società... liquida.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: nihil - Giugno 20, 2013, 06:57:56
ah dott. vedo che ora i giovani, non tutti, scambiano il sesso all'amore. Sarà dovuto al fatto che hanno un futuro incerto? che non prevedono situazioni stabili? vivo al mare, e sulla spiaggia vedo tutto un pomiciare oggi con uno, domani con un altro. Di stabile non c'è più nulla. Non so se è perchè sono giovani in attesa di sistamazione o se è un disperato "prendo ora" poi si vedrà. O semplicemente non esiste un desiderio di coppia da matrimonio, che implica molti doveri, oltre che i piaceri.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Nuvolone - Giugno 20, 2013, 15:39:04
Complimenti, Stra, per i bei post e per il tuo impegno culturale. Sei stimolante e ho deciso di dare un mio modesto apporto fuori schema, e probabilmente giustamente criticabile.


“La parola “coppia” deriva dal latino “copula”. “Nel medioevo il lemma venne contratto dai parlanti e divenne “copla”: significa  legame ma anche congiunzione tra due persone”. 
In somma, e in altri termini, significa coito. Sinonimi indiscussi nel parlare comune, e copulare! è poi anche un ordine perentorio:
“Copulate e moltiplicatevi!!”, punto!
E via a procreare per ordine della natura… che, detto fra noi, è innocente (Ma ‘sto mondo lo stiamo rendendo un immondezzaio).
Scusate la parentesi!
Comunque non fu mai comandato dalla natura di copulare esclusivamente fra due esseri uniti in coppia.
La coppia!
Che è, di conseguenza e naturalmente, un legame fragile che normalmente (in natura) si scioglie dopo l’atto dell’accoppiamento.
Il “legame per sempre!", è “dimensione etica” e  “l’impegno, la dedizione,  la fedeltà al legame, danno [solo] senso [legale] e direzione al rapporto, e L’amore di coppia, se non è orientato dall'ethos diventa effimero”, cioè impegno dedizione fedeltà al legame resistono solo se il cosiddetto amore di coppia sia orientato dall'ethos. Pertanto l’amore di coppia è esclusivamente fattore culturale legato all’interesse della società che aspira  alla stabilità attraverso la famiglia legalizzata dall’ istituto del matrimonio.
Tuttavia il vivere in coppia può esistere in alcuni animali, ma si tratta quasi di eccezioni e dura solo fino alla crescita della prole e alla loro indipendenza.
Nell’uomo cessa per natura dopo l’accoppiamento… quel che segue, a mio parere, è innaturale, frutto dell’interesse di vivere sicuri in una società data. Ora si potrebbe discutere se questo modello di società è unico e il miglioe, ma il discorso diventa troppo lungo e molto difficile.
In altri tempi fidanzamento e matrimonio erano un patto tra famiglie, mentre la coppia del nostro tempo si forma per libera scelta… scelta fragile, temporanea se non diventa scelta una volta per tutte, ma allora ha niente a che fare con l’amore E’solo risultato di condizionamenti culturali, alla faccia della libera scelta.
Il fidanzamento aveva una ragione un tempo come attesa per la copula… cioè per il coito che veniva rigidamente negato fino al matrimonio (negato, io dico, per il timore che una volta raggiunto lo scopo dell’accoppiamento si esaurisse ogni progettualità).
Il fidanzamento oggi è sostituito dalla convivenza,“tempo della prova”. Dopo, si dice, si sta insieme finché c’è il reciproco amore. Ma il reciproco amore (per sempre) è solo fatto culturale destinato ad esaurisce, prima o poi, con l’esaurirsi del desiderio.
Per questo motivo si è prodighi in blablabla di consigli per far comunque durare un’unione innaturale infiocchettandola con spiritualità e valori.
Ma il desiderio è chimica…. e la chimica è instabile, e contro questo dato si
rivendica il diritto alla libertà personale, di pensiero, di espressione, di azione, ma…
avete mai riflettuto sul come si cerchino e s’incontrino, le farfalle? Attraendosi da distanze incommensurabili Migliaia di chilometri… fatte le dovute proporzioni.
Attirata! Guidata! da una molecola infinitesima e strutturata solo per lei, la farfalla magnetizzata … molecola dispersa tra milioni di molecole diverse.
Infaticabile!
Riesce a seguirla quell’unica molecola, la farfalla, spinta da indefinito incontrollato desiderio.
Un refolo di vento è tempesta La fa sbandare Riprende il desiderio indefinito sulla scia del magnetismo irresistibile della chimica.
È gioia!
Spossata, arriva all’incontro.
Si amano...
“È ritrovata.
Che cosa? L’eternità.
È il mare convenuto
Con il sole”.         
E muoiono.
La vita è chimica.
La vita è desiderio e il desiderio è chimica.
Sono reazioni chimiche quelle che determinano i moti e le azioni degli esseri viventi… di tutti! Compresi noi!, che con gran presunzione,  e ignoranza, ci crediamo liberi di scegliere e decidere. Noi! che arrogantemente ci siamo chiamati fuori. Siamo anche noi alla mercé della chimica… come tutto. Della chimica che non è stabile e disorienta, ché basta un legame semplice o doppio, un gruppo OH qua o là che si sposta ed è rivoluzione Così che può capitare che le rondini lascino i loro nidi e la loro prole in piena estate.
Noi?... chissà!... Noi in piena estate…
Avveniva dopo milioni, anche miliardi di anni di stabilità che molecole e reazioni si modificassero ed erano la base dell’evoluzione… Ora hanno preso a correre, le reazioni, e si modificano le molecole anche lungo l’arco di una vita… o anche in meno di un arco di vita… E questo è il guaio! che le reazioni evolvono veloci e da un momento all’altro ti distolgono.
Non c’è più il tempo per adattarti.
Domani… oggi stesso non sei più tu!
La vita si disperde su nuovi ritmi.
La velocità travolge.
Si mutila!, la vita.

E la chimica dei laboratori?
Interviene anch’essa!
La chimica di sintesi crea nuove molecole… molecole mai esistite che sfuggono da mille fessure. Completamente estranee incombono! Disperse arrivano provviste di potere magnetico.
Catalizzano!
Sopra la città di Beebe, in Arkansas, sono accorsi Attratti da chissà quale veleno Si sono affollati in uno spazio ristretto molte migliaia di uccelli, tutti della stessa specie Una nuvola densissima! Si sono ostacolati nel volo e feriti Sono caduti Precipitati in pioggia… di uccelli morti.
A migliaia!
La vita mutilata!
Sconcerto… Orrore anche, ma solo per poche ore ché non si regge più alle emozioni.
È la fragilità!
E allora nulla di meglio che organizzare la fuga.
Allo scopo siamo attrezzati: le palestre, la lettura, la politica... la gomma da masticare... La musica!... E i viaggi nella memoria lunga di un passato lento nel tentativo vano di rinverdire un antico desiderio con le immagini impallidite di una fiaba... di una leggenda Inseguimento di un’eco sempre più tenue del misterioso amore sbiadito che risuonò dentro di noi Disperata ricomposizione di una vita interrotta, ma disperatamente da ritrovare Come l’ubriaco che cerca la via di casa dopo una avvilente notte di bagordi, e sembra sempre più la rappresentazione di una commedia.
Amici e amori che ci sono passati davanti e sono andati oltre E li abbiamo persi di vista. E se capita che tornino dopo lunga assenza e tentiamo di riprendere le fila interrotte… be’, scopriamo che non ci si comprende più!
La molecola che ci attraeva ha subito una modifica… Non funziona più!
 
Siamo monadi ! Sì, sì... Sììì ! Sììììììììììììì ! Siamo solo molecole...  in balìa di esse! Siamo solo combinazioni chimiche ! Sapessi che combinazione chimica elettrizzante ed esplosiva si sta realizzando in questo periodo nel mio corpo! Roba da fare impazzire!!! Siamo molecole! siamo molecole ! Sì, le sento bollire nel mio sangue!
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 20, 2013, 17:23:19
Nihil condivido la tua riflessione. La nostra adolescenza era diversa da quella attuale.

Le possibilità di avere esperienze con diversi partner dovrebbero poi facilitare la scelta del compagno o della compagna permanente, ma spesso non è così. La scelta col tempo si rivela sbagliata, ed ormai ci sono leggi che facilitano lo scioglimento dei legami coniugali sofferenti.

Eppure nel nostro tempo molti giovani anziché il fidanzamento scelgono  la convivenza per conoscersi meglio, per capire se è il caso di vivere insieme.

La società patriarcale è finita ed è stata  emarginata la precedente concezione del matrimonio come patto solidale ed eventualmente d'amore se  questo sentimento sopravveniva in seguito.

Le leggi civili ed i valori o precetti religiosi che vessavano la donna sono stati aboliti. La morale le permette di disporre del suo corpo e chi amare; la biologia gliene dà i mezzi con la contraccezione.

E’ giusto ? E’ sbagliato ? Se penso alla mia adolescenza mi sovvengono ricordi intrisi di difficoltà nell’approccio con le ragazze, di mandare lettere, di avere dei flirt. Ora i ragazzi usano i telefoni cellulari, si scrivono e-mail, hanno diversi modi per comunicare, per conoscersi. Perciò preferisco le attuali facilitazioni.

 
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Gli psicologi evoluzionisti affermano che gli esseri umani sono geneticamente destinati ad innamorarsi, ma  è l'amore che crea il legame di coppia, un patto duraturo e simmetrico, che pretende la maturità  psicologica nella scelta del/la partner.

L’amore va dimostrato e non solo dichiarato. Comportarsi in maniera coerente è importante se si vuole evitare di creare contraddizioni tra comunicazione ed azione, tra quello che viene detto a parole e quello che viene manifestato con il modo di agire. Ogni comportamento è una forma di comunicazione. E con il/la partner è importante comunicare con sincerità. Se ci sono divergenti opinioni o contrasti bisogna confrontarsi e mediare in modo costruttivo, ascoltando con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro/a, senza pregiudizi.

Il rapporto d’amore è una sorta di ascesi che necessità di rigore e coerenza, metamorfosi, perfezionamento, superamento di prove, volontà di  contribuire  alla reciproca realizzazione di ciò che si desidera. E' un "viaggio" non facile, il percorso chiede  alla diade coraggio, costanza.

Come già detto in altro post, lo psicologo Robert Sternberg crede possibile l’amore durevole se viene basato su tre elementi indispensabili: l’intimità,  la passione, l’impegno. Quest'ultimo induce al sacrificio, vuole la dedizione, la  fedeltà, la complicità.
 
Per mirare al rapporto di lunga durata è anche importante curare il proprio aspetto fisico. Molte persone sposate o che convivono col trascorrere del tempo si “lasciano andare”… alla pinguedine, alla sciatteria nel vestire, per conseguenza passa la voglia di abbracciare, di accarezzare il/la partner, diminuisce l’erotismo, latita l’attività sessuale, subentra la frustrazione e si comincia a pensare ad una relazione clandestina, con i rischi che comporta.

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 21, 2013, 16:12:55
(http://www.davidealgeri.com/images/stories/bacio.png)

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Per le coppie vige la parità di diritti e di doveri, ma la relazione è condizionata  dai tratti caratteriali delle persone,  dal menage, dai fattori socioeconomici. 

Anche l’asimmetria amorosa può inficiare la persistenza nel rapporto. Chi ama in modo passionale capisce se il partner è affettivamente “tiepido” e prova disagio, frustrazione. L’amore deve soddisfare gli amanti. E’ un sentimento spontaneo, nessuno ci obbliga ad amare.  Cosa fare ? Interrompere la laison ? Dare un dolore all’altro/a ? Rimanere insieme per evitare la solitudine ? Dirsi addio non è facile. La dissoluzione del legame non costituisce solo la fine di una storia ma anche quel che  psicologicamente rappresenta.

Nel rapporto di coppia è puerile  pretendere l’uguaglianza dell’amore perché non si può quantificare, non c’è il “pareggio di bilancio”. L’importante è star bene insieme, avere la voglia di stare insieme,  di aggiungere all'"Io" il “Tu” di lui/lei per costruire insieme la dimensione psicologica del "Noi", che modifica le proprie abitudini modellandole  con i bisogni e l’autonomia dell’altro/a.

La progressiva transizione dall’io al noi implica l’attaccamento, l'adattamento, l’appartenenza, la complicità,  la condivisione di progetti e realizzazioni, la gratuità, che consente di non soffermarsi sul bilanciamento tra dare e avere.

Se nella coppia manca il noi, se i due partner non si sentono più parte del team e falliscono i tentativi per risolvere i conflitti, si va verso la separazione.

La mancanza del “noi” è segnalata da alcuni indicatori ricorrenti: assenza di interessi in comune, proibizioni reciproche relative alle amicizie; attività sessuale senza entusiasmo e ripetitiva;  mancanza di progetti in comune.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 23, 2013, 12:23:53
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Un’amica virtuale mi ha chiesto se è meglio avere una sola relazione d’amore duratura, anche se diventa monotona, o se sono necessarie alcune storie importanti e meno importanti  prima della scelta definitiva del/la partner.

Le ho risposto che la domanda è inficiata. Non si può pianificare la relazione di coppia. Con quale  criterio  si può scegliere in anticipo se è meglio  una sola storia d’amore, due  o più storie? La decisione per una o più storie è influenzata anche dai propri  valori che orientano nelle scelte,  dalla famiglia, dall’ambiente sociale in cui si vive,  dalla propria personalità.

Avere  un’unica storia per sempre è  difficile.  Chi ci riesce è forse  fortunato ?

La “Fortuna”, mitologica dea intraprendente, positiva, aiuta anche nelle scelte amorose, perciò c’è il detto “essere baciati dalla fortuna”. Nell’iconografia che la riguarda è raffigurata con alcune varianti, pure come dea bendata che distribuisce  in modo indeterminato doni e ricchezza perché non grado di vedere.

Ovviamente chi ha più storie dovrebbe trarne le esperienze necessarie per capire qual è la persona “giusta” da amare e farsi amare, ciò che si vuole dal rapporto di coppia: una famiglia a tempo indeterminato o  soltanto la soddisfazione sessuale con rapporti occasionali ?

Ci sono persone tranquille, riflessive, emotivamente  stabili che preferiscono, se possibile, una sola storia d’amore;  altre, influenzate dalla religione,  ugualmente prediligono una sola “grande” storia d’amore  ed essere casti fino al matrimonio; altre ancora, perennemente insoddisfatte,  insistono nel cambio del partner  per incontrare quello “giusto” e passano attraverso varie esperienze.

In un’indagine  sociologica  con un campione rappresentativo della popolazione italiana,  quasi un terzo degli accoppiati intervistati, soprattutto fra i 35 e i 54 anni, ha dichiarato un senso di estraneità  e delusione nei confronti della vita a due. I restanti due terzi vivono invece il rapporto in modo positivo e costruttivo.

Gli intervistati sono stati suddivisi in tre tipologie: quella della passione, quella solidale e quella della complicità.

La maggioranza  degli intervistati corrisponde alla “tipologia della passione”, che include persone con la voglia di vivere, di divertirsi e giocare, è la coppia dell’estroversione e dell’edonismo, dove i due partner esplorano insieme i piaceri in un rapporto paritario e l’attività sessuale è il cardine della loro vita insieme.

Nella “tipologia solidale” le coppie prediligono la progettualità e l’autorealizzazione; la  sessualità non è un fine  ma il mezzo per rinsaldare  l’unità, il Noi.

Gli intervistati compresi nella “tipologia della complicità” vive il  rapporto con il/la partner come una rassicurante  simbiosi;  tra i due c’è affinità, condivisione, erotismo . In questa tipologia  prevalgono persone fino ai 34 anni. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 24, 2013, 10:44:03
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L’amore eterno ? Gli amanti si giurano l’eterno  amore ed al/la partner dicono  “ti amerò per sempre”, poi si accorgono che  tale sentimento è come  un “contratto a tempo determinato”, che va rinnovato  per non farlo diventare “precario” come il lavoro,  e non è prevista “la cassa integrazione” come forma di sussistenza. 
 
Spesso la convivenza o il matrimonio vengono idealizzati ed immaginati in forma statica,  identica nel corso degli anni, invece il connubio ha problemi quotidiani e delle crisi.

Tutto ciò che  accade si può ripercuotere in modo positivo o negativo  nel  rapporto di coppia, perciò è importante il dialogo, anche per  esprimere  i propri stati d’animo, i dubbi e i desideri, per affrontare e risolvere  insieme i conflitti che si frappongono all’armonia.

Se la conflittualità si protrae ed i partner continuano a meditare sui “difetti” dell’altro/a, inizia la reciproca avversione, l’ira repressa, le quali creano sofferenza, interferiscono con  l’attività sessuale, inducono alla chiusura in se stessi, fanno interrompere la comunicazione  ed attivano  l’immaginazione dirigendola verso soluzioni diverse rispetto a quella vita a due.

Secondo gli ultimi dati Istat il 30% delle coppie italiane si separa.

Un matrimonio dura in media 15 anni e sono le donne quarantenni a metterlo maggiormente in discussione. Ma l’instabilità delle relazioni è ormai un elemento trasversale che comprende giovani ed anziani. Un trend che dagli anni ’70 dello scorso secolo è in ascesa, ha triplicato il numero dei matrimoni interrotti, ed ha portato in auge la terapia di coppia, sconosciuta ai nostri genitori, e sempre più utilizzata da chi spera di ritornare all’armonia.

Di solito scelgono la terapia di coppia le coppie che hanno inutilmente tentato di risolvere la crisi ma si rendono conto di non farcela da soli, però vorrebbero restare insieme. L’intervento del psicoterapeuta ha probabilità di riuscita se i componenti la diade hanno l’umiltà di riconoscere di aver sbagliato, ammettendo di essere entrambi responsabili dei problemi invece di limitarsi alle reciproche accuse.

I problemi che più spesso determinano la rottura della relazione di coppia sono i rancori inespressi, il tradimento,  la perdita del lavoro, la malattia di un figlio, ecc..

Dopo alcuni anni  di vita in comune sono tante  le coppie  che dicono di non provare più attrazione fisica per il coniuge pur continuando ad amarlo. Ma l’amore permane con la stessa totalità oppure è incompleto se manca il sex appeal ? Si può amare senza più desiderare il/la partner ?
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: nihil - Giugno 24, 2013, 14:51:58
post molto obbiettivo. Credo che per continuare ad amarsi, bisogni innanzitutto volerlo e perciò spiegarsi ad ogni intoppo. Dici bene, le cose represse alla fine strozzano e la coppia si soglie. Ovviamente bisogna essere in due a spiegarsi, se uno dei due non ascolta non serve a nulla parlare. In genere ci si sposa immaginando " e vissere felici e contenti"! Le avversità invece mettono alla prova la capacità di trovare soluzioni insieme.
Il Per Sempre diventa sempre più corto, è già una fortuna se quel Per Sempre è onesto sino a che dura, e almeno ci si lasci senza rancore.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 25, 2013, 18:11:00
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Col passar del tempo e dell’età l’estetica del corpo sfiorisce:  “Passa la bellezza, come profumo all’aria,  e il suo ricordo sarà un rimpianto” (A. Bazzero); ma “sfiorisce” anche il desiderio sessuale se le modalità del coito diventano ripetitive, noiose. Possono indurre a pensare ad un’altra persona bella e desiderabile, come nel film del 1960 “L’erba del vicino è sempre più verde”, con gli attori Deborah Kerr, Cary Grant e Robert Mitchum.

Nella coppia la sessualità si esplica nel miglior modo quando c'è desiderio, reciproco consenso. Non è previsto il "diritto di amplesso". Se s'insiste nel pretendere l'attività sessuale il corpo di uno dei partner può diventare “muto”, in tal caso diventa violenza sessuale. Se il reato viene denunciato c'è l'arresto secondo la  vigente legge, invece nel passato obbligava al “debito coniugale”, al dovere di mettere il proprio corpo a disposizione del coniuge....  Infatti fino agli anni ’50 dello scorso secolo nelle zone rurali d’Italia nella prima notte di matrimonio non era raro che la donna si presentasse nel talamo con una “camicia” lunga fino alle caviglie e sulla quale c'era ricamata la frase: “non lo fo per piacer mio ma per dare figli a Dio”, oppure: “Non per piacer, ma per dover lo fo”. Le due proposizioni evocano sullo sfondo l”ideologia” della Chiesa cattolica nei confronti dei rapporti sessuali. Il coito doveva avere come fine la procreazione di figli e non la “peccaminosa”ricerca del piacere.

Poi l’evoluzione socioeconomica, le modifiche ai valori morali e gli apporti delle ricerche scientifiche inerenti al piacere nella sessualità hanno costretto e costringono le autorità ecclesiastiche ad esternare con prudenza i loro punti di vista in merito; non cercano, come nel passato, di imporre le loro regole nelle camere da letto...dei fedeli bisognosi di essere guidati.

Però ancora oggi ci sono uomini che credono di avere diritto all’amplesso. Non vogliono accettare la vera natura del rapporto coniugale, che è fondato sull’amore. E nell’amore non c’è posto per l’imposizione. La donazione del proprio corpo diventa un gesto che esprime o dovrebbe manifestare il reciproco amore. Se è sincero  l’infedeltà e la “panmixia” rimangono “allegre” fantasie.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 26, 2013, 16:58:53
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"L’amore è come un corso d'acqua sempre in movimento"

"Mary, voglio sapere se hai una vaga idea di come tu sia riuscita ad ampliare la mia comprensione del mondo. Tu mi provochi continuamente, e mi costringi a scoprire cose nuove. L'amore come un corso d'acqua, dev'essere in continuo movimento, ed è proprio quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l'inverno, e le acque gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito.”
(da “Lettere d’amore del profeta”, che  Kahlil Gibran  scrisse a Mary Haskell; libro a cura di Paulo Coelho)

L’amore verso il/la partner oltreché dichiarato deve essere dimostrato con i fatti, col comportamento coerente, altrimenti si creano contraddizioni tra le parole e le azioni.

Per rafforzare il legame affettivo sono determinanti il dialogo, l’empatia, la complicità, la condivisione, il “senso del noi”, che si ottiene, come già detto,  dalla convergenza dell’io e del tu e dalla reciproca comprensione.

Comprendere non significa concordare ma conoscere l’opinione o l’aspettativa del compagno o della compagna.

Si Nihil, per poter comprendere è necessario ascoltare con attenzione. Invece durante una discussione può capitare di impegnare la mente nell’elaborazione della risposta da dare anziché udire cosa dice l'altro/a.

Ascoltare in modo attivo significa interessarsi a ciò che dice con le parole e ciò che lascia intendere con il linguaggio non verbale.

Se la comunicazione diventa disfunzionale la coppia va incontro a frustrazioni, malintesi e rancori che allontanano. ‘‘Non mi capisci!‘‘, ‘‘con te non si può discutere!‘‘.... Frasi ricorrenti come queste possono mettere in crisi il rapporto coppia e causare l’incomunicabilità dei propri desideri, emozioni, pensieri... Invece la comunicazione amorosa necessita della reciproca capacità di esprimere a parole il proprio mondo emozionale e sentimentale; capacità che hanno la maggioranza delle donne; invece gli uomini, per natura e cultura, generalmente conoscono poco quel tipico modo di relazionarsi.

Quando una donna ha un problema o vuole sfogare la frustrazione di una giornata negativa desidera parlare per "sfogarsi", comunicare  con altri capaci di ascoltarla, non pretende da loro la soluzione del dilemma.  Invece l'uomo quando ha un problema o è frustrato  tendenzialmente si chiude "a riccio",  si isola, legge il giornale o finge di guardare la televisione. Pensa come risolvere la questione, da solo o con l'aiuto di un'altra persona. Cerca il confronto di opinioni,  un consiglio, una soluzione.


Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 27, 2013, 15:58:03
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Nell’ambito delle relazioni di coppia ci sono persone che si amano ma non convivono nella stessa abitazione. Vengono definite con l’acronimo L.A.T.: “living apart together” . Stanno insieme ma in case separate. E’ un fenomeno in crescita nel nord Europa e negli Stati Uniti.

Tale alternativa limita la noia della routine ed è un’opzione in attesa di maturare delle decisioni. Questa scelta permette di avere il tempo necessario per comprendere la natura del rapporto con il compagno o la compagna, se l’innamoramento si è trasformato in amore.

Il living apart together viene scelto, in particolare, da quei giovani che non hanno un lavoro a tempo indeterminato o guadagnano poco e sono costretti ad abitare nella casa dei genitori, godendo degli agi forniti dalla famiglia. Con il/la partner trascorrono le serate, i week-end, ma senza convivere. Questo permette di non affrontare subito con le famiglie, magari di mentalità tradizionalista, il problema di una eventuale vita insieme. In altri casi si tratta solo di una fase, in cui una coppia verifica i propri sentimenti prima di prendere una decisione definitiva, ma alla fine scelgono la convivenza o il matrimonio.

Tra i single di ceto medio-alto, che non hanno costrizioni economiche a spingerli verso la condivisione dell’abitazione, la tentazione di poter vivere un amore senza gli oneri della quotidianità esiste. Qualcuno prova a proporre questa possibilità al/la partner, altri ne fanno una scelta esistenziale, specie se separati o divorziati, non vogliono riprovare a convivere col nuovo partner.

Ci sono pure coppie che vivono in città diverse per necessità di lavoro, e la donna (o l'uomo) non ritiene di dover rinunciare alla propria carriera e all’autorealizzazione per stare nella stessa località dove vive la persona che ama.

Fra le donne sostenitrici dell’ognuno a casa sua c’è il timore di avere un uomo in casa che dimentica la parità nel menage. A volte la rinuncia a vivere insieme è dovuta anche alla paura di non poter raggiungere compromessi equilibrati.

Scegliere di non convivere può anche significare che non c'è un vero attaccamento verso il/la partner, o puo essere un modo per proteggersi psicologicamente da possibili delusioni o abbandoni.

Attualmente si cerca di amare senza la costrizione della tradizione. Si sceglie la forma di unione che più si adatta alla propria esigenza di libertà/dipendenza.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 28, 2013, 21:24:00
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Modi di dire: la mia donna, il mio uomo, il mio ragazzo, la mia ragazza...

Quel mio indica possesso, si pensa per sempre invece spesso capita che sia temporaneo, perché i rapporti amorosi non sempre durano. Nonostante ciò, l’uso di tale aggettivo possessivo  forse è necessario per sviluppare psicologicamente il reciproco attaccamento, il rapporto affettivo.

Quando una persona dice ad un’altra: “tu sei il mio amore”, non intende dire che gli/le appartiene, ma che è in relazione affettiva con lui/ lei.  Le parole condizionano socialmente il pensiero ed il contesto permette di comprendere che quel vocabolo non significa essere proprietario di un individuo ma indica la ricettività, la capacità di accogliere l’amore e di amare il/la partner.

La "grammatica amorosa" a volte si discosta dalla grammatica italiana, comunque credo che sia meglio dire: “la donna/l’uomo che amo” anziché "la mia donna/il mio uomo". Dire "la donna che amo" esprime meglio  il proprio sentimento d'amore altruistico e può durare per sempre oppure una stagione.

La coppia è una struttura dinamica, si ridefinisce continuamente, si adatta alle reciproche esigenze, cerca la sintonia, che agisce da collante nella relazione amorosa.

Stabilizzarsi con un partner dà tranquillità, serenità.  Però ci sono persone che non vogliono la stabilità tipica della coppia consolidata,  per timore della noia, della ripetitività quotidiana,  e tendono a cambiare il/la partner. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 28, 2013, 22:19:53
Le crisi nella coppia

(http://www1.lastampa.it/redazione/cmssezioni/societa/200806images/film01g.jpg)
Una scena del film "ti odio, ti lascio, ti..." con Jennifer Aniston e Vincent Vaughn

Nel momento in cui ti domandi se  ancorami l’ami forse non l’ami più.

Il matrimonio, la convivenza, il tempo che passa,  la solita vita quotidiana a volte inducono a riflettere sul proprio  rapporto di coppia, creano turbamenti, voglia di cambiamento, motivano a delle scelte, ad evolvere  verso ciò che si vuol essere: l’autorealizzazione. E’ la crisi, che può coinvolgere uno od entrambi i partner e viene considerata con sospetto.

La  parola “crisi deriva  dal greco “krìsis” e significa “scelta”.  In psicologia tale vocabolo viene usato per indicare nel rapporto di coppia il divario tra ciò che si vorrebbe e la realtà.

Dire che la “coppia è in crisi” significa che tra i partner ci sono problemi relazionali rispetto alle condizioni iniziali. Le modalità non sono più adeguate o non sono più accettate da uno o da entrambi.

La crisi comporta la rottura temporanea dell’equilibrio in cui vive la coppia, per giungere poi ad una diversa organizzazione o ad un nuovo adattamento del ménage, oppure alla separazione ed al divorzio se il cambiamento non basta o non è desiderato.

La crisi si conclude quando si prende la decisione.

Si sceglie per autorealizzarsi o per restare dove si è, insieme ai rimorsi ed ai rimpianti.

Per la relazione duratura è determinante  l’impegno di entrambi per vitalizzare il rapporto.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 29, 2013, 06:56:57
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(http://www.mymovies.it/filmclub/2005/12/010/cover.jpg)

Le crisi nella coppia nascono anche per le opinioni divergenti che allontanano psicologicamente i partner.

Con il dialogo si possono chiarire le rispettive opinioni e giungere ad un accordo che soddisfi entrambi tramite il confronto  costruttivo, la ricerca della  possibile soluzione, la contrattazione e la pacificazione.
 
Se invece ognuno dei due rimane nelle rispettive posizioni antagoniste subentra la delusione,  il rancore,  e col tempo la voglia di separarsi, specie se la donna lavora ed ha un reddito sufficiente per vivere in modo autonomo.

A volte si sceglie il distacco temporaneo per una “pausa di riflessione”. L’allontanamento dovrebbe servire per esaminare i pro ed i contro nel rimanere insieme, ma di solito induce all’abbandono se dura settimane o mesi. In tal caso è un agire “lieve” per dire "tra noi è finita".

La relazione di coppia  fa anche soffrire!
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Giugno 30, 2013, 14:35:18
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Nel  passato  era inimmaginabile vivere in coppia senza il vincolo del matrimonio e  per l’unione era necessaria la contrattazione finanziaria da parte dei genitori dei nubendi.

La funzione della  donna era quella di governare la casa ed assicurare la discendenza, quella dell’uomo il mantenimento della famiglia. L’amore era un optional e non un requisito necessario per vivere insieme, anche perché la convivenza non durava molti anni.

Nel medioevo l’alta incidenza della mortalità permetteva  alle persone  circa 13 anni di vita in comune; nel XX secolo 20 anni; oggi  la durata media della vita è di 75 anni per gli uomini ed 82 per le donne, e si può arrivare  a 60 anni di vita insieme.  In così lungo tempo la possibilità della separazione è staticamente alta.

Per capire quanto è importante l’amore nel rapporto di coppia bisogna attendere il XIX secolo e l’affermazione della cultura del Romanticismo. La letteratura cosiddetta “romantica” evidenzia che per amore si sospira, si anela, ci si strugge e si può anche morire;  ci sono storie di coppie infelici, tragici destini, come quello di Emma Bovary, nel romanzo di Gustave Flaubert.

Nella seconda metà del XX secolo la rivendicazione femminile dell’uguaglianza nella coppia e gli anticoncezionali permisero alla donna di dissociare, per la prima volta, sessualità e procreazione, di liberarla dal timore di una gravidanza non voluta, dalla paura di diventare madri senza un marito,  e di provare l’orgasmo nell’attività sessuale.
Le radici di questo cambiamento sociale  sono nel decennio del 1970, quando s’iniziò a parlare di “morte della famiglia”,  la sua trasformazione da istituzione socialmente regolata a privato connubio,  fondato sul reciproco amore, l’armonia, la comprensione, la solidarietà.

La coppia come legame stabile nella buona e nella cattiva sorte rimane  ancora oggi un punto di riferimento, ma si fa più fatica ad accettare la cattiva sorte e a rinunciare al piacere immediato. L’impazienza e l’incapacità di sopportare le frustrazioni rendono i partner psicologicamente “fragili”,  per conseguenza diminuiscono i matrimoni sia religiosi sia civili perché i giovani sembrano aver paura del “si” definitivo, nel contempo aumentano le separazioni ed i divorzi.


Nel libro “L’amour fissionel” il sociologo Serge Chaumier ipotizza per il futuro un nuovo modello di coppia, nella quale ognuno dei due avrà autonomia negoziabile, alternanza di vita in comune e periodi da soli, senza le costrizioni del vivere per forza insieme. I momenti di solitudine ma non solitari serviranno per sperimentare la libertà e permetterano di accettare meglio la vita in coppia.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 03, 2013, 07:08:23
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"Nec sine te nec tecum vivere possum"  (= Non posso vivere né senza te né con te), [Ovidio: “Amores”, III XIb 39]

Sono tante le relazioni insoddisfacenti, che tuttavia per vari motivi tengono agganciati i partner nel “matrimonio constrictor” che li avvolge come un serpente boa.

Ci sono individui che iniziano un rapporto amoroso come antidoto alla solitudine, oppure confondono la parola amore con l’erotismo. In breve tempo giungono ai rapporti sessuali, ma spesso inficiano la durata della relazione.

Altre persone confessano di non avere più l’attrazione fisica per il/la partner pur continuando l’affettività. Come conseguenza  latita il desiderio, però la libido può indurre uno dei due od entrambi a cercare altrove il piacere.

Ci sono problemi con l’attività sessuale anche quando nella coppia comincia una crisi, che viene espressa con l’astinenza dal coito.

Il sociologo Francesco Alberoni  dice che la maggior parte delle coppie entrano in crisi nel primo o nel secondo anno di matrimonio e di convivenza se il processo amoroso si ferma alle prime fasi, non evolve, oppure perché uno dei due  non è veramente innamorato.

Gli psicologi dicono che per poter offrire l’amore-dono alla persona amata è prima necessario che l’individuo sappia amare se stesso, altrimenti non apprezza pienamente l’amore che riceve. Ma io penso che gli individui “normali” di solito sanno volersi bene, perché  in modo istintivo sono indotti a soddisfare le loro necessità primarie e secondarie,  a gratificarsi nel miglior modo possibile.

Gli psicoterapeuti della coppia fanno presente che chi non è stato amato a sufficienza  dai genitori durante l’infanzia poi, da adulto, teme di non essere amato come desidera ed ha bisogno di continue prove d’amore da parte del compagno o della compagna, però rischia  di logorare il rapporto. Il/la partner che soffre comincia a gridare: “Non ne posso più”, “non ti sopporto più”…, urla, liti, recriminazioni, assenza di dialogo.

Quando si profila una crisi nella coppia, in qualsiasi modo la si esprima, si ha solo voglia di separarsi.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: nihil - Luglio 03, 2013, 07:30:12
sei un pochino pessimista, ci sono matrimoni burrascosi che tengono benissimo il tempo. ;)
Il fatto è che , non se se era così anche una volta, spesso le coppie si sposano dopo avere già vissuto una parte di emotività e di sessso, le novità della vita di coppia quindi si accorciano, le rose e fiori terminano e rimane la quotidianità, che spesso è vita da combattimento ( per quanto riguarda il lavoro eccetra). Di conseguenza la coppia non è allenata ad affrontare i problemi, incolpa l'altro, e va in crisi. Temo che spesso si rimanga individuo, che si pretenda che il partner si adegui, il che non avviene. E' probabile che la mentalità di coppia non ci fosse nemmeno prima della crisi. :-\
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 05, 2013, 11:12:36
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Nella coppia il perdurare della crisi può aprire nella relazione un varco emotivo che permette ad un’altra persona di insinuarsi tra i due e profittare della situazione per indurre al tradimento lui/lei. 

Hanno percorsi facili i seduttori seriali od i cosiddetti  "amici" che cercano esclusivamente coppie in crisi per avere relazioni a breve termine.

Quando una coppia è in crisi diventa instabile, incerta, ed uno dei due od entrambi possono  “cadere in tentazione”, specie se si dubita del proprio amore e quello che si riceve dal compagno/a. Si diventa più vulnerabili alle lusinghe di chi si avvicina e comprende, chi fa sentire “speciale”. Può succedere di accettare una nuova laison anche senza premeditazione.

E’  immorale  approfittare della crisi di una coppia ?  Ma la colpa è di chi s’insinua o di chi lascia aperta la metaforica porta ?  Quando una persona ama non tradisce. Anche chi  spera di poter continuare a vivere amorevolmente insieme dopo la crisi di solito non si  “apre” a nuove possibilità. Infatti il termine crisi non implica la fine di un amore,  se però  finisce è meglio lasciare il partner prima d’iniziare un altro rapporto, anche occasionale, per correttezza verso il/la partner inconsapevole.

Molte persone anziché separarsi preferiscono avere due relazioni:  quella “ufficiale” e quella “clandestina” (più facile nell’ambito lavorativo perché ci si conosce, si fanno scelte per affinità, feeling);  altri individui, invece,  più decisi, comunicano la propria intenzione di separarsi.

Nell’amore è compreso il timore di perderlo. Per evitare la perdita entrambi debbono tentare di superare le crisi, di risolvere i problemi. Non si deve dare tutto per acquisito una volta per sempre, non ci si deve illudere con le frasi:  “è la mia donna, è il mio uomo”….Il  “possesso”, inorgoglisce, non fa temere di perdere la persona amata, nell'errata convinzione di averla conquistata.

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman  nel suo libro titolato “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”,  dice che “l'amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto ed imperscrutabile.” Però quando ci innamoriamo abbiamo l’illusione che sia “eterno amore”, che supera la contingenza e l’indeterminatezza della vita. Invece si può presentare l'occasione per l'infedeltà, che nella coppia rappresenta la precarietà del rapporto e dei sentimenti.

Un rapporto di coppia duraturo può essere brioso se ci sono i presupposti affettivi, economici e sociali che permettono di distaccarsi dalla quotidianità e di non considerare “ abitudini” le persone che amiamo. Ma quante sono queste coppie privilegiate ? Poche !

Di solito nel lungo periodo non si riesce a tollerare un rapporto per così dire normale o il grigiore e si fantasticano o si attuano trasgressioni, anche perché la fagocitante e faticosa routine quotidiana spesso s’interseca nella coppia col calo del desiderio sessuale, con cefalee evitanti il coito, con la sosta davanti alla televisione o al computer, che si protrae fino all’avvenuto sonno del/la partner partner. Sognano la “pace” ma sono tentati dall’altro e dall’altrove.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 07, 2013, 16:00:07
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Nel precedente post ho scritto che nella coppia il perdurare della crisi può indurre in tentazione uno dei due od entrambi, specie se si dubita del proprio amore e quello che si riceve dal compagno/a. Si diventa più vulnerabili alle lusinghe di chi si avvicina e comprende, chi fa sentire “speciale”.

Francesco Alberoni nel suo libro “Innamoramento e amore” ha scritto che “Noi ci innamoriamo quando cominciamo a sentirci prigionieri dei nostri vecchi affetti e siamo animati da una grande spinta vitale che ci porta a cercare il nuovo. Questa ricerca avviene attraverso esplorazioni. L’innamoramento è preceduto da una fase di irrequieta insoddisfazione. L’individuo desidera qualcosa di nuovo, si guarda attorno come se cercasse qualcuno.. Ripensa al suo passato, desidera rivedere le persone che ha amato o che lo hanno amato. Ha come l’impressione di aver perso qualcosa. Ha cotte improvvise. Quando gli affetti si trasformano in vincoli che lo legano, una spinta interiore lo porta ad esplorare il mondo. Ma i vecchi legami lo tengono ancora avvinto. Per molto tempo lotta contro i suoi desideri, che si fanno strada in modo improvviso. La voglia di vivere, di amare, l’eros, traboccano e invadono territori proibiti. C’è la rivolta contro la precedente relazione e la sconvolge. Lo stato nascente è una rinascita e una rivolta. E’ un’esperienza di liberazione, di pienezza di vita. E’ la liberazione da una prigione.”

Allora può succedere  di accettare una nuova laison anche tramite chat, forum od altri social network. On-line nascono idealizzazioni ed  infatuazioni.   

Ma  la virtuale infedeltà emotiva-sentimentale si può considerare tradimento ? In caso affermativo ha la stessa gravità del  tradimento reale con il coinvolgimento sessuale ?

Il fenomeno dei tradimenti on line dilaga perché sembra poco compromettente.

Negli Stati Uniti Nora Ephron fece del tradimento on line il soggetto del film “C’è post@ per te”, interpretato dagli attori Meg Ryan e Tom Hanks che flirtano con la chat all’insaputa dei loro partners.

In Italia il fenomeno sociale degli amori virtuali è oggetto di indagini psico-sociologiche. Lo psichiatra Tonino Cantelmi e la psicologa Valeria Carpino, insieme hanno scritto un libro titolato “Tradimento on line. Limite reale e virtuale dell’amore”.

Secondo i due autori ad amare virtualmente sarebbero soprattutto le donne, in particolare quelle sposate.

In Italia oltre un milione di donne coniugate avrebbe una relazione in rete, tradendo il proprio partner.

Chattano per curiosità, per bisogno di evadere dalla noiosa routine quotidiana, per conoscersi, incontrarsi, amarsi. C’è in loro insoddisfazione, solitudine, pur essendo in coppia, perciò desiderano relazioni piu' profonde rispetto a quelle che hanno con il partner''.

La relazione amorosa virtuale è considerata molto emozionante, più controllabile e gestibile rispetto ad una relazione reale.

Per quanto riguarda i maschi 7 su 10 di loro frequentano le chat alla ricerca di relazioni sessuali o per conoscere la probabile partner con la quale avviare e mantenere un rapporto affettivo o d'amore.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 08, 2013, 11:12:16
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(http://www.psicozoo.it/wp-content/uploads/2010/12/crisi_coppia.jpg)

Quando amiamo siamo convinti che il sentimento d’amore sia duraturo. Ma un giorno, dopo l’ennesima lite, ci si accorge  che il/la partner sta cambiando, evolve in modo non confacente con il proprio e si pensa di aver sbagliato l’unione, perché le modalità relazionali su cui era fondato il legame non sono più adeguate o non sono più accettate. Allora ogni occasione diventa pretesto per esprimere fisicamente e verbalmente il proprio bisogno di lontananza dal compagno o dalla compagna.

La distanza corporea, l’astinenza dall’attività sessuale, il negativo modo di comportarsi e gli atteggiamenti di rifiuto rompono l’armonia, l’equilibrio nella coppia; questi si possono recuperare se nonostante tutto c’è il reciproco amore e  la voglia di rimanere insieme. Se invece c’è la necessità d’interrompere temporaneamente la convivenza, il distacco può servire per meditare, per capire di cosa si ha bisogno nella relazione, per  decidere se continuare il rapporto oppure separarsi.
 
La crisi comporta una rottura temporanea dell’equilibrio in cui vive la coppia per giungere, oppure no, ad una nuova organizzazione con un nuovo reciproco adattamento basato su nuove regole di funzionamento.

La comprensione, il, rispetto, l’attenzione sono determinanti per proseguire insieme sulla strada della vita. Ma se  al bivio prevale l’insoddisfazione nello stare insieme i due decidono percorsi diversi.   

La coppia è un incastro tra due persone che si sono cercate e trovate per soddisfare la propria  esistenza. E la vita di coppia è come una piccola barca che naviga assieme ad altre nello stesso mare. Ogni tanto è importante fare il “punto nave” per sapere dove si è e verso quale direzione si deve andare, altrimenti può capitare di sentirsi estranei nel tèmenos familiare.



Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 09, 2013, 10:24:39
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La coppia evolve nel tempo: nei partner cambiano le aspettative, i desideri, e costringono al continuo adattamento. La necessità della rinegoziazione del rapporto può provocare una crisi nella relazione.

Nelle situazioni di crisi ognuno dei due considera il/la  partner responsabile della situazione di tensione, ciascuno pensa di avere ragione e si  può diventare aggressivi, litigiosi, oppure si sceglie l’incomunicabilità.

Ci sono partner che pur continuando a comunicare informano sempre meno il compagno o la compagna  sul loro vissuto in rapporto con l’altro/a, sui loro stati d’animo, e s’avviano verso una silente crisi. Aumenta in ognuno dei due la solitudine interiore, diminuisce la voglia di continuare insieme il percorso della vita, di fare progetti comuni.  E si può giungere alla depressione, la quale potrebbe essere la spia della propria insoddisfazione esistenziale che preme per essere ascoltata. In tale condizione psicologica se s’incontra un altro/a che ci fa tornare la voglia di vivere, ridere, è facile illudersi, farsi coinvolgere dall’infatuazione, che diventa l’antidepressivo. Ma se si è sposati con figli non è semplice, c’è il pericolo di distruggere la famiglia.

A volte è necessario l’aiuto di uno psicoterapeuta  per  rendersi conto delle proprie responsabilità nell’aver contribuito ad instaurare una relazione insoddisfacente e per  migliorare il rapporto di coppia.

Il primo obiettivo del terapeuta è capire i problemi  che determinano la crisi e dare consigli se non si riesce più a stare bene insieme ma neppure a lasciarsi.

Spesso erroneamente  si pensa che la psicoterapia  risolva  sempre i problemi  relazionali nella coppia e permetta la pacificazione. Invece il terapeuta aiuta soltanto a far capire che funzione ha il sintomo del malessere all’interno della relazione, il perché si è attivato in un momento particolare della vita di coppia e quali sono le dinamiche che incastrano entrambi senza permetterne lo sblocco e l’evoluzione.  Imparare a riconoscere e a sciogliere questi nodi permette la sperimentazione di nuovi comportamenti ed atteggiamenti.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 10, 2013, 14:34:56
Fine di un amore/1

Le storie d’amore possono finire…bene… se entrambi i partner prendono atto della conclusione e giungono alla decisione di comune accordo. Se invece uno dei due interrompe la relazione ed il partner è ancora innamorato, allora sono dolori… che non sempre il tempo riesce a lenire, anzi suscita diversi sentimenti, come la  nostalgia,  il rimpianto,  e il rimorso.


(http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQL4zMoEt0BVOjbWq2bAv4-dkaX9b_Cg5CR1IlRoFhDrjdIOVRA)

La nostalgia aiuta a mantenere il legame col passato che si vorrebbe rivivere, fa sognare ad occhi aperti, idealizza la persona amata, provoca malìa ma anche malinconia. Spesso la nostalgia modifica i ricordi d’amore, li “abbellisce”, ed accresce l’insoddisfazione per la separazione.

La voglia di tornare indietro nel tempo può provocare anche il rimpianto, che logora se manca la rassegnazione al perduto amore, per non essere stata/o capace di mantenere viva la relazione, e si pensa continuamente a come sarebbe stato piacevole vivere con quella persona amata.
Il rimpianto dà sconforto, dispiacere, afflizione per non aver compiuto una determinata azione o scelta.

Il rimorso, invece, suscita senso di colpa, pentimento, disistima per aver compiuto un’azione sbagliata o contraria ai propri valori.

Perdere l'amore, la persona amata, provoca  dolore,  solitudine, si cerca una spiegazione alla fine della relazione. Il trascorrere del tempo di solito aiuta a superare l’infelicità, la frustrazione. La vita continua !
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 11, 2013, 09:13:51
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Nel tempo le esperienze possono cambiare comportamenti ed atteggiamenti.  E può accadere di non credere più in una storia d'amore e rinunciarci perché uno dei partner od entrambi hanno esigenze diverse .
 
“Colpa mia o colpa sua ?”  Si tende ad attribuire la colpa all’altro/a. Ma non serve a nulla chiedersi chi è il colpevole.   
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet nel suo breve saggio titolato “Dirsi addio” evidenzia che sono in aumento le coppie che "scoppiano", ma sono numerose anche quelle che "implodono".

Quelle che esplodono sono le coppie più giovani, che si mettono assieme per amore o per convenienza, ma che non si conoscono davvero. Così di fronte alla prima crisi seria il rapporto si frantuma. Grandi litigi, lacrime, a volte la violenza fisica, battaglie tramite avvocati e tribunali.

Se invece i problemi diventano insostenibili più in là negli anni la separazione viene solitamente chiesta dall’elemento più forte della coppia, quello che “non ne può più” e decide di concludere la convivenza assumendosene tutta la responsabilità. La fine dell’amore è comunque dilaniante,  anche perché per far finire l’attaccamento ci vuole tempo, specie se si viene lasciati.
 
Nelle coppie che implodono finisce l’amore ed il rapporto coniugale; l’attività sessuale è diradata od eliminata. Spesso  rimangono assieme per vari motivi: convenienza, perché su lui/lei si può fare affidamento, per timore della solitudine, la pigrizia, i figli. Sono le coppie meno giovani in tale questa situazione. Trovano l'equilibrio dei "separati in casa". Continuano a vivere insieme con rassegnazione, perchè non hanno più la voglia di rimettersi in gioco, perché stanno insieme da tanti anni…

Fino a pochi anni fa un matrimonio doveva per forza durare tutta la vita, anche se nella coppia non c’era amore ma sopportazione reciproca. Nel nostro tempo, invece, quando è possibile si cerca di non farsi condizionare dal valore durata della relazione ma dalla qualità del rapporto.

Alcune ricerche sociologiche evidenziano che si sta passando da una visione totalizzante dell’amore ad una più distaccata. Le donne che la pensano così hanno forte autostima, lavorano, hanno interessi culturali. Vivono il presente, senza illudersi. Certamente l’indipendenza economica permette di avere il coraggio e la libertà di interrompere una relazione insoddisfacente e di cercarne un’altra adatta alle proprie esigenze.

L’evenienza della fine di un amore può essere drammatica per gli individui con problemi affettivi che si trascinano dall’infanzia. Possono collegarla ad altri abbandoni, a precedenti situazioni frustranti.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 12, 2013, 09:24:56
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La sociologa Laura Kipnis nel suo saggio titolato "Contro l'amore" analizza la moderna concezione dell'amore di coppia a lungo termine e sostiene che alcuni problemi sono causati dal credere che l'amore sia come l’innamoramento e duraturo;  che il/la partner sia l'unica persona che possa soddisfare i nostri bisogni affettivi e di sicurezza; che per decine di anni si possa fare sesso con un solo individuo tenendo viva la passione. Quando queste convinzioni si scontrano con la realtà si preferisce credere di aver sbagliato partner e a volte si ricomincia a cercare quello "giusto".

Per iniziare una nuova storia d’amore bisogna chiudere definitivamente quella precedente. E’ necessaria la determinazione, la forza di volontà. E’ sbagliato cedere alla tentazione di rivedere o di riparlare con il/la partner anche se per “l’ultima volta”.

Il distacco totale  è la migliore strategia da  adottare anche se dolorosa.

La persona abbandonata dapprima è incredula, afflitta,  tende ad analizzare le cause e le colpe. Poi, col tempo, subentra la rassegnazione, l’accettazione del distacco emotivo, della perdita della persona amata. Nella terminologia psicoanalitica questo iter temporale è denominato “elaborazione del lutto” perché psicologicamente la fine traumatica della relazione amorosa viene paragonata alla morte.

La durata dell'elaborazione psicologica è variabile perché soggettiva, dipende dall'intensità del legame affettivo interrotto.

Ci sono due termini che vengono usati per illustrare le reazioni che accompagnano l'esperienza di un distacco: cordoglio e lutto.

Il cordoglio, dal latino "cor-dolium" (=cuore che duole), si riferisce al travaglio interiore da chi subisce una perdita affettiva, coinvolge l'emotività e gli aspetti cognitivo-comportamentali.

Il lutto, dal latino lugere (= piangere), è considerato un sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita di una persona cara. Provoca  reazioni psicologiche, studiate per primo dal psicanalista britannico John Bowlby (1907 – 1990), il quale elaborò la teoria dell’attaccamento, definita come un sistema dinamico di comportamenti che contribuiscono alla formazione del legame affettivo fra due persone.

La perdita della persona amata provoca in chi è lasciato la protesta, poi la disperazione ed infine il distacco emotivo.

La prima fase, quella della protesta, è caratterizzata da reazioni di pianto ed agitazione.

Nella seconda fase, quella della disperazione, generata dalla consapevolezza della fine della storia d’amore,  subentra la depressione, disturbi del sonno, problemi con l’alimentazione. 
 
La terza fase riguarda il distacco affettivo. La persona abbandonata dopo un periodo di tempo più o meno lungo, elabora mentalmente il lutto e si distacca emotivamente da chi ha amato e ricomincia a vivere normalmente. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: nihil - Luglio 13, 2013, 06:45:35
questa sociologa ha ragione, ma relativamente: temo che ci sia un consumismo anche dell'amore e delle emozioni. Al primo intoppo, ci si libera del partner come fosse un vestito fuori moda e se ne cerca un altro. Alla fine si rimane nudi e soli. Amore a lungo termine è previsto sempre meno, basti considerare quegli orribili contratti prematrimoniali in voga in America, che poi diventeranno di moda anche in Europa. Come si fa a sposarsi promettendo amore e facendo i calcoli già per la separazione?
Bisogna inoltre considerare che gli studi si basano sulla statistica che ha tempi oggettivamente lunghi, e nel frattempo la società cambia rapidissimamente e i risultati delle analisi diventano parzialmente precisi.
Credo vada anche considerata la questione etnia, non so se la sociolaga l'abbia considerata: l'atteggiamento sentimentale non è lo stesso per la Svezia che per l'Italia, come non lo è tra l'America e l'Europa.
Insomma...fortunato chi ci indovina!    :beer:
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 13, 2013, 18:47:47
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Nihil condivido le tue osservazioni. C'è di peggio.
 
Se il/la partner non soddisfa più le nostre aspettative c’è l’allontanamento, la rottura del rapporto amoroso. Ma non è facile dire a lui/lei tra noi è finita la storia d’amore,  anche per timore delle reazioni.

(http://www.amoremio.org/img/cuore_spez.jpg)

C’è chi continuamente rimanda il fatidico momento, e  chi, incapace di abbandonare, fa esasperare il compagno o la compagna con comportamenti ed atteggiamenti odiosi e riesce a farsi lasciare.

I romantici ed i timidi preferiscono comunicare la propria decisione donando  il fiore dell’Iris, che nel linguaggio floreale significa  “non t’amo più”.  Questa attribuzione simbolica è collegata alla dea greca Iris o Iride, considerata messaggera dell’Olimpo e personificazione dell’arcobaleno, che unisce il Cielo alla Terra. Secondo il mito ellenico questa dea dalle grandi ali d’oro e la tunica iridescente come gocce di rugiada,  annunciava messaggi funesti.
E’citata da Omero nell’ Iliade (“Zeus padre dall'Ida... incitò... Iris dall'ali d'oro a portare in fretta un messaggio”,VIII, vv 397 e segg.),  mentre  Virgilio nell’Eneide narra che fu la dea Iris a prendere l’anima della regina Didone di Cartagine, suicida per amore di Enea che l’aveva abbandonata ((versi 688-705 del quarto libro). 

Nel nostro tempo quasi tutti hanno il coraggio di dire vis a vis al/la partner di considerare conclusa la storia d’amore. Chi non ci riesce preferisce porre fine al rapporto di coppia inviando un sms o  scrivendo una e-mail. Altri delegano un amico, un parente, un mediatore, tipo  Bernd  Dressler, che a Berlino ha un ufficio dove  svolge per conto terzi l’attività  di “liquidatore degli amori finiti”.  Vanno da lui persone che hanno deciso di chiudere una “storia”, in maggioranza ragazze che vogliono interrompere il rapporto senza scenate,  senza soffrire né commuoversi o ripensarci.

Dressler prima di accettare l’incarico  chiede  al committente perché conclude il rapporto di coppia, com’è il/la partner da abbandonare.   Vuol anche sapere se  è  irascibile e violento/a, in tal caso rinuncia. Se invece accoglie la commissione offre al cliente tre alternative:  comunicazione alla persona da lasciare  tramite telefonata, lettera o visita a domicilio. Poi scrive il contratto e lo fa firmare. Il pagamento è anticipato, il costo conveniente.  Il prezzo è variabile. E’ meno oneroso se la “ferale” notizia viene comunicata tramite telefono. 

Molte volte i malcapitati  pensano che sia uno scherzo; per convincerli Dressler  mostra loro il contratto firmato dall’ex.  Se reagiscono con lacrime ed urli il “liquidatore” di amori finiti ascolta impassibile. 

Questo "sterminatore di storie amorose" a Berlino viene scherzosamente denominato “Terminator”,  ma lui si definisce “Schlussmacher”, quello che chiude le storie amorose che non sono più tali. La sua attività ha ispirato anche la sceneggiatura del film: “Der Schlussmacher”, accolto bene dal pubblico. L'attore protagonista, Matthias Schweighöfer, è un idolo delle teenager.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 16, 2013, 06:58:59
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Se l’amore finisce cos’è che lo spegne ? L’abitudine, la monotonia, la ripetizione ? No, afferma  Francesco Alberoni,  perche ci sono degli amori tenaci,  c’e gente che si uccide e che uccide per amore, altri che soffrono perche non sono amati da chi amano.
 
Questo sociologo in un suo articolo titolato: “L'importanza dell'amore per la solidità della coppia e della famiglia” ha fra l’altro scritto: “C’è tanta gente che si preoccupa della crisi della famiglia, della crisi del matrimonio, delle conseguenze che esse hanno sui figli, ma ho l’impressione che ci si dimentichi che oggi la famiglia e fondata e tenuta insieme da un solo fattore: l’amore, di chi ha liberamente deciso di sposarsi o di convivere. Un tempo no,  un tempo ci si doveva sposare, la ragazza che non lo faceva diventava una zitella, il matrimonio era un sacramento inviolabile, sostenuto dalle famiglie, l’adulterio punito dalla legge . I due sposi erano tenuti insieme da questi vincoli istituzionali, da queste ferree proibizioni. Oggi i giovani che decidono di sposarsi o di andare a convivere lo fanno solo perché si amano e pensano che il loro amore durerà anche in seguito . Ma se un giorno si accorgono di non amarsi più , di non capirsi, di sopportarsi a fatica e di essere invece attratti da qualcun altro, il matrimonio va in crisi, quello più insofferente o malcontento chiede la separazione o il divorzio. Che poi è una macchina infernale soprattutto quando ci sono i figli e incominciano le vendette e le rappresaglie . E c’è tutto un fiorire di iniziative giuridiche economiche, terapeutiche per sostenere, tenere unita, conservare in vita la famiglia sofferente.”

Il filosofo e maestro spirituale indiano che si faceva chiamare Osho (1931 – 1990) in un suo aforisma ha scritto:  “Se ami saprai che tutto inizia e tutto finisce e che c'è un momento per l'inizio e un momento per la fine e questo non crea una ferita. Non rimani ferito, sai che quella stagione è finita. Non ti disperi, riesci a comprendere e ringrazi l'altro: "Mi hai dato tanti bei doni, mi hai donato nuove visioni della vita, hai aperto finestre nuove che non avrei mai scoperto da solo. Adesso è arrivato il momento di separarci, le nostre strade si dividono". Non con rabbia, non con risentimento, senza lamentele e con infinita gratitudine, con grande amore, con il cuore colmo di riconoscenza. Se sai come amare, saprai come separarti."

Condivido l’affermazione di Osho, è  importante dirsi addio con gratitudine, per tutto ciò che c’è stato di piacevole nel rapporto di coppia, ma purtroppo è raramente possibile.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 17, 2013, 09:26:46
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Perché  l’amore finisce ? Questa domanda è anche il titolo del libro scritto dalla psicoterapeuta
Daphne Rose Kingma, la quale dice che “ L'amore è cieco e così deve essere, perché se potessimo conoscere a priori le dolorose delusioni e le vane aspettative dei nostri amori gioiosamente creati, ben pochi di noi avrebbero il coraggio o la sconsideratezza di cominciare rapporti di coppia a lungo termine.”

Di solito la relazione d’amore non finisce ad entrambi in modo contemporaneo. Spesso l’amore si eclissa in uno dei due ma rimane vivo nell’altro. E chi viene lasciato dispera, rimane deluso, si pone interrogativi che sembrano non trovare risposta. 

“Uncoupling” è il vocabolo inglese che indica il “disaccoppiamento” ed è stato usato come titolo per il suo libro dalla sociologa statunitense Diana Vaughan, che analizza i rapporti coniugali e le situazioni che provocano la fine dei matrimoni o delle convivenze.

La Vaughan dice che l’insoddisfazione del menage induce nel tempo alla separazione e spesso ad una nuova relazione amorosa con un altro partner.

Psicologicamente l’iter lo comincia il coniuge che per primo si sente stanco del rapporto. All’inizio nasconde la sua delusione verso il compagno o la compagna, poi nel tempo l’insoddisfazione cresce e tenta di farla capire al/la partner. Se la lamentela viene ignorata o sminuita, il coniuge scontento comincia a “guardarsi intorno” ed a cercare un interesse fuori dalla coppia, anche un hobby, specie se questo permette nuove amicizie. In questa fase, secondo la Vaughan, ancora non si pensa ad avere l’amante, che si cerca successivamente, quando il rapporto coniugale o di convivenza è nella fase conclusiva.

In molti casi il partner insoddisfatto cerca di convincere il coniuge a partecipare al suo nuovo interesse, ma se non è gradito dall’altro/a, egli (o ella) continua ad andare per la propria strada in modo autonomo. Allora cominciano le lamentele, le discussioni. Se falliscono i tentativi di pacificazione, il coniuge deluso è pronto a rompere il rapporto di coppia. Possono anche essere entrambi i coniugi o conviventi gli “iniziatori” della separazione, se non sono più uniti emotivamente.

I figli ed i problemi economici sono elementi che possono indurre le coppie psicologicamente separate a stare ancora insieme, pur frequentando strade diverse.

Ci sono  anche individui che  preferiscono continuare stancamente la relazione per dovere, per abitudine, per paura del cambiamento, per timore della solitudine,  per conformismo,  altrimenti  “chissà cosa diranno gli altri”.

Quali sono i segnali e i sintomi di una relazione che sta per finire ? Ci sono degli indicatori che permettono di capire quando l’altro/a  non prova più lo stesso affetto od amore: cambiamenti di atteggiamenti e comportamenti, calo o assenza del desiderio sessuale, frequenti critiche o liti; non c’è la comune progettualità per il futuro, fosse anche una vacanza insieme.  Non  dice  ti amo o ti voglio bene;  non bacia e non carezza spontaneamente; scompare l’entusiasmo per i week end o di uscire insieme;  sovente torna a casa tardi; risponde ai messaggi con ritardo; non telefona o non scrive durante una lunga assenza.
L’incomunicabilità ed i lunghi silenzi sovrastano la coppia che non ha più niente da dirsi. La mancanza di argomenti viene colmata guardando la televisione.

Quando una donna non è più interessata al rapporto di coppia, comincia ad inviare dei “segnali” che servono per preparare psicologicamente il partner  e rendere la conclusione della relazione meno dolorosa per entrambi.  Comincia col rifiutare i  suoi regali , non  risponde al telefono e quando risponde dice  che è molto impegnata, non ha tempo disponibile per l’incontro; cerca pretesti per discutere e per litigare.

Uomini e donne nel momento dell’addio dicono all’altro/a usuali proposizioni per nascondere la verita:
“mi sento confuso/a;  non sono più sicuro/a del mio amore per te; non so più cosa voglio; non c’è più compatibilità tra noi due; ho bisogno di stare un po’ da solo/a; ho bisogno di distaccarmi da te perché sono in crisi; devo stare lontano da te per riflettere sul nostro rapporto, perciò ho bisogno di una pausa di riflessione; non so più quello che provo per te;  provo solo affetto e non amore verso di te.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 18, 2013, 00:11:26
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Stalking e la fine di un amore. Ci sono individui che non accettano la fine della relazione, non si arrendono all’evidenza e cominciano a perseguitare e tormentare il/la partner. Hanno la sequenza comportamentale ossessiva: cercano il contatto con lui/lei, sorvegliano l’altro/a fanno agguati in strada, telefonate notturne, scenate ed altre reazioni aggressive. Possono arrivare addirittura all’omicidio. Si tratta di un comportamento maniacale, che nasce dall’incapacità di accettare il distacco.

Nella maggioranza dei casi i molestatori sono uomini.

Questo fenomeno sociale è comunemente definito col termine inglese “stalking”: deriva dal verbo “to stalk” e significa “cacciare”, “appostarsi”.  E’ un vocabolo del linguaggio venatorio (nella lingua latina il lemma venàtor indica il  cacciatore).

La parola “stalking”  ha avuto un ampliamento di significato ed è usata per indicare i persistenti comportamenti intenzionali  di molestare od opprimere una persona, detta “stalking victim”, che li percepisce come invadenti, sgraditi ed ansiogeni, li considera minacciosi. 

Il persecutore (stalker nella lingua inglese) con le sue azioni pensa di poter recuperare la relazione o di vendicarsi delle frustrazioni subite da lui/lei. Come vessatore ossessivo fa numerose telefonate, invia sms, pedina, manda lettere e fiori,  si "apposta" vicino la casa o il luogo di lavoro della “preda”; non teme il reato di violazione di domicilio e di minacce, nei casi estremi può giungere alla violenza fisica e sessuale  o all’omicidio.

Numerosi psichiatri e psicologi quando è possibile cercano di studiare la relazione di coppia per capire l’agire del molestatore, che ha punti in comune con i soggetti coinvolti nella dipendenza affettiva. Spesso è un individuo che teme di essere abbandonato; il suo intenso bisogno di affetto deriva da traumatiche esperienze infantili e non può fare a meno del/la partner.   

Non solo l’ex può rivelarsi uno stalker ma anche un collega di lavoro od un vicino di casa. Con i loro comportamenti inducono la limitazione della libertà personale, talvolta indirettamente inducono la "preda" a tentare il suicidio.

Il colloquio con le vittime evidenzia spesso dei cambiamenti comportamentali. Quando le difese psicologiche sono insufficienti  avvengono alterazioni delle abitudini di vita, strategie di evitamento, riduzione  delle proprie attività sociali e lavorative.

Gli studiosi dello  stalking consigliano sempre di non avere dubbi e parlarne subito con le autorità di polizia o con gli operatori dei centri anti violenza.

Non si debbono giustificare le motivazioni del molestatore e di  considerare le sue "attenzioni” come forme di corteggiamento.

Va evitata ogni forma di contatto. Anche la restituzione di un dono o una telefonata aggressiva  al persecutore diventano per lui  una forma di attenzione nei suoi riguardi.

Nel caso di molestie telefoniche è preferibile evitare di cambiare numero, perché la conseguente frustrazione che deriva allo stalker aumenta la sua ossessione. Meglio usare un altro telefono o  una nuova linea telefonica, lasciando squillare quella vecchia, raccogliere le prove delle molestie per poter poi agire a livello legale.

Se si ha il timore di essere seguita dallo stalker si deve andare subito nel posto di polizia o dei carabinieri più vicini per denunciare il molestatore.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: nihil - Luglio 18, 2013, 15:38:12
e sempre più spesso questi persecutori concludono i loro amori con odio assassino, che ultimamebnte comprendono anche i figli. C'è da domandarsi come mai questi drammi siano sempre più frequenti: sono forse un'evoluzione della nostra società che mette in mano ai persecutori sempre maggiori strumenti? una volta si usavanio le lettere, difficile diventare un persecutore letterario, cosa alquanto noiosa da attuarsi. La tecnologia ha quindi dato il suo contributo?
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 18, 2013, 22:37:07
Nel passato  per la coppia sposata era quasi impossibile separarsi. Si continuava a vivere insieme soffrendo molto. La coabitazione attenuava la psicopatologia dello stalker ma non gli impediva la violenza fisica sulla donna o l’omicidio.

Nel nostro tempo la possibilità di separarsi dà adito al fenomeno dello stalking nella persona abbandonata che teme la solitudine ed ha problemi psicologici che gli derivano dall’infanzia.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 19, 2013, 00:21:03
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Gli studi nell’ambito della psicologia dell’evoluzione  evidenziano che geneticamente l’uomo e la donna tendono al reciproco innamoramento e all’amore anche per la tutela della prole, ma non sono necessariamente destinati a restare uniti finché morte non li separi.

L’amore può finire ! Si perde la voglia di stare insieme a lui/lei, cambiano gli atteggiamenti ed i comportamenti Come già detto in altri post,  le ricerche psicosociali rilevano che col tempo nella coppia tendono a diminuire la capacità di comunicare e di ascolto, si affievolisce  l’attrazione fisica. E’ dunque importante sapere cosa aspettarsi da una relazione amorosa ed avere prospettive realistiche.

Se si decide di interrompere la relazione, dopo l’abbandono cominciano le domande da parte di chi viene lasciato: si colpevolizza, non si rassegna, cerca risposte che spieghino la fine del rapporto di coppia. Teme l’inevitabile sofferenza per il perduto amore. Poi inizia la nostalgia, ma è sbagliato darle spazio perché prolunga il periodo del dolore e ritarda l’accettazione della perdita.

Il trascorrere del tempo conduce al distacco affettivo e comincia la predisposizione al cambiamento. Quando si raggiunge questa fase lei/lui non appartiene più al presente ma al passato, da ricordare senza rancore.

L’amore si esaurisce quando non può esplicarsi e rinasce quando scorge nuovi orizzonti. Per esempio non può esplicarsi con partner ambivalenti o ambigui, descritti dagli psichiatri e psicoterapeuti Riccardo Dalle Luche e Simone Bertacca nel loro libro titolato “L’ambivalenza e l’ambiguità nelle rotture affettive”.

Per ambivalenza intendono la compresenza nello stesso soggetto di sentimenti positivi e negativi verso una persona. Nella relazione amorosa l’ambivalenza spinge ad un legame che oscilla tra l’attaccamento e il distacco, la costruzione e la distruzione del legame, si manifesta con l’alternanza di tenerezza ed ostilità, idealizzazione o disprezzo verso l’altro/a.

Invece l’individuo ambiguo è incapace di amare in modo costante e profondo, non ha progetti di coppia a lungo termine, temporeggia, e se finisce la relazione, non sa distaccarsi definitivamente dal/la partner, perciò tenta di trasformare il rapporto amoroso in amicizia, ma di solito è impossibile. 

L’ambiguo cerca di mascherare la sua incapacità affettiva e si colloca nella dimensione intermedia tra la fiducia nell’apparenza e la certezza dell’illusione e dell’inganno. Egli non è ciò che sembra ed il suo comportamento dà adito a diverse interpretazioni. E’ vincolato a ruoli fittizi perché non ne ha alcuno autentico. La sua personalità all’inizio può sembrare seducente, accoglie le confidenze, sembra leale ma è inaffidabile e cinico, abbandona senza scrupoli il compagno o la compagna.

Il/la partner di una persona ambigua deve saper distinguere in lui/lei l’apparenza dalla realtà,  deve percepirne le contraddizioni nel comportamento e le difficoltà nelle decisioni, poi deve concludere la relazione. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 23, 2013, 13:11:42
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Dopo l’ennesima litigata con il/la partner molti pensano di aver sbagliato la scelta  e meditano un temporaneo distacco per la cosiddetta “pausa di riflessione” oppure immaginano la possibile separazione.

A volte si sceglie “male” perchè si è giovani e con scarse esperienze precedenti, oppure perché influenzati da fattori esteriori come la bellezza, i soldi, il successo, i condizionamenti familiari.

Gli psicoterapeuti della famiglia dicono che l’altro/a non si deve scegliere solo per uno suo particolare aspetto ma si deve tener conto della sua personalità, dell’ambiente socioculturale in cui vive.

Se la crisi di coppia è grave svanisce l’amore e subentra pian piano la reciproca indifferenza.

Inizialmente è difficile ammettere che sia finita, specie se sussiste una parvenza di affetto, perciò si tende a minimizzare le conseguenze. Ma quando si comprende che la relazione è implosa od esplosa si reagisce, di solito in tre fasi: la protesta, la disperazione, il distacco.

Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet  nel suo breve saggio titolato: “Dirsi addio” evidenzia che nel  tempo  presente sono in aumento le coppie che "scoppiano", ma sono numerose anche quelle che "implodono".

Quelle che esplodono sono le coppie più giovani, che si mettono assieme per amore o per convenienza, ma che non si conoscono davvero. Così di fronte alla prima crisi seria il rapporto si frantuma. Grandi litigi, lacrime, a volte la violenza fisica, battaglie tramite avvocati e tribunali.

Se invece i problemi diventano insostenibili dopo alcuni anni di matrimonio o convivenza la separazione viene solitamente chiesta dall’elemento più forte della coppia, quello che “non ne può più” e decide di concludere la relazione.

Nelle coppie che implodono il rapporto coniugale è finito, non ci si ama più, ma spesso si rimane assieme per vari motivi: la convenienza, il timore della solitudine, la pigrizia, i figli. Sono le coppie meno giovani a vivere questa situazione. Trovano l'equilibrio dei "separati in casa".
Sono tante le coppie implose, che continuano a vivere insieme con rassegnazione, perchè non hanno più la voglia di rimettersi in gioco, perché stanno insieme da tanti anni…
Le personalità che non amano i cambiamenti sono più facilmente destinate a questo tipo di rottura o di convivenza.

Ovviamente anche i rapporti sessuali vengono diradati o eliminati.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 24, 2013, 17:02:51

/10

“La fine di un amore”

…La gioventù passa presto, i giorni di primavera
trascorrono rapidi, i fragili fiori muoiono in un soffio,
e il saggio mi avverte che la vita non è
che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo ricordando
solo quella che m'ha abbandonato?
sarebbe assurdo e inutile perchè il tempo fugge….
 
(Rabridanath Tagore)


Dopo aver letto questi versi poetici di Tagore un'amica virtuale mi ha scritto per informarmi della conclusione della sua relazione: “Non riesco a viverci insieme avendo il dubbio o il sospetto che lui pensi ad un’altra ..soprattutto nei momenti di intimità. Non posso nemmeno costringerlo a stare con me... Potrei lottare per farmi preferire...ma vedendolo ogni tanto assorto nei pensieri… non riesco a resistere, perciò è meglio che ognuno vada per la propria strada...

Con nostalgia ripenso al giorno che ci siamo sposati…w gli sposi!!, manciate di riso, sorrisi, applausi, qualche lacrima rigava le gote di genitori e amiche.

Come altri giovani che si giurano fedeltà, era lontano da me il pensiero della possibile fine del matrimonio e dell’amore. Invece ora sono stravolta da tale realtà.

Nella nostra relazione prima di giungere al “the end” ci sono stati da parte sua i messaggi di “alert”: litigate non costruttive, obiettivi non condivisi, stanchezza/routine, forse infedeltà....Poi è arrivata la fatidica frase: è meglio finire qui"....


Quando una relazione d’amore finisce spesso non si va insieme verso il capolinea amoroso: uno dei due vuole concludere il rapporto di coppia, mentre l’altro/a ancora ama o prova affetto e tenta di non perdere il/la partner, perché ne ha bisogno. Chi invece tronca ha avuto modo di riflettere e maturare la scelta.

Bisogna avere il coraggio di accettare l’addio e la capacità di racchiuderlo in una ideale cornice, come si fa con le foto.

Si deve ricominciare. Serve del tempo, poco o tanto dipende dalla propria personalità. Il trascorrere del tempo di solito aiuta a superare l’infelicità, la frustrazione. E si passa dalla nostalgia alla rassegnazione e poi all’indifferenza.

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 26, 2013, 08:41:00
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Il filosofo e scrittore francese Michel De Montaigne (1533-1592) cinicamente consigliava di amare con sobrietà, in modo non passionale, perchè le relazioni amorose possono finire. Amando poco si soffre meno quando si viene lasciati o si deve abbandonare.

Sarebbe meglio giungere insieme alla fine dell'amore e “recitarne insieme l’elogio funebre” , così nessuno dei due soffre. Però, di solito, è soltanto uno che subisce la dolorosa esperienza della conclusione del matrimonio o della convivenza.

La chiusura della relazione prevede il distacco dal/la partner, che può essere parziale o totale.

Il distacco parziale viene scelto da chi è lasciato per soffrire meno, nell’illusione del “ravvedimento” del compagno o della compagna, ma in tal modo prolunga l’”agonia”, senza profitto,  allontana nel tempo l’inizio dell’elaborazione del “lutto” psicologico e prolunga l'afflizione.

Il distacco totale è la migliore strategia da adottare, anche se rappresenta l'approccio più doloroso, perché pretende il “no contact”, utile se attuato da entrambi i componenti della coppia.

Spesso quando si è giovani il periodo di “lutto” dura meno tempo  aiuta l’individuo ad evolvere nella propria affettività. L’esperienza negativa fa affrontare meglio la successiva relazione amorosa. Ma non sempre avviene il cambiamento positivo. Dipende dai tratti caratteriali, dalla personalità. Se questo processo lo si vive passivamente si può rimanere condizionati e ripetere nelle future relazioni gli stessi errori, come nella coazione.

Con l’aumento dell’età anagrafica  tende a durare più a lungo l’afflizione per la fine della relazione, si attenua la speranza per un’altra storia d’amore,  si teme la solitudine. Perciò molte persone sposate o conviventi preferiscono restare insieme,  si accontentano dell’affetto e non dell’amore. Sono rassegnate, insoddisfatte.

Uno dei due smette di amare l’altro/a ma non glielo dice. Finge che tutto vada bene per non “ferire” il/la partner.  Si rende conto che lei/lui non è tutto quello che avrebbe voluto. Al distacco affettivo si aggiunge la latitanza sessuale e sovente il “rifugio” in un hobby.

Numerosi  mariti  o conviventi stanchi della relazione fantasticano pensando al piacere della libertà,  di avere l’amante. Altri, invece, immaginano che la compagna se ne vada di casa perché non sopportabile.

Nel versante femminile ci sono mogli che si accorgono di amare il marito soltanto quando lui le dice di essersi innamorato di un’altra. In tal caso il partner torna ad essere per lei la persona più importante e cerca di non perderlo.

Quando un rapporto d’amore finisce è difficile rimettersi insieme, perché uno dei due si orienta verso un’altra relazione. Però ci sono casi in cui entrambi dopo un diverso percorso si “reincontrano”, forse perché la loro storia non è conclusa oppure non è stata vissuta o risolta completamente. Un esempio lo offre il film “Proposta indecente” del 1993, interpretato dagli attori Robert Redford, Demi Moore e Woody Harrelson.

Spesso si cerca l’ex se non si ha un altro compagno o compagna e si soffre la solitudine, allora la mente ricorda con affetto e nostalgia i momenti con lui/lei, ed accantona le cose che non andavano.

Molti individui non riescono ad usare le deludenti esperienze amorose per evolvere e rimangono attaccati all’ex partner come ad un cordone ombelicale, perchè non sono sicuri di ciò che vogliono, non comprendono le ragioni della fine della loro storia.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 27, 2013, 07:12:55
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Le favole d’amore prevedono il lieto fine, un happy ending immutabile. Ma la realtà è diversa.

La fine di una storia d’amore può dipendere da varie cause. Per esempio dall’inadeguatezza o l’immaturità del/la partner, che intende l’amore in funzione simbiotica e in modo “asfissiante”, oppure concepisce l’amore di coppia in senso filiale od egocentrico. Chi è insicuro e possessivo, controlla continuamente il compagno o la compagna e non comprende che l’amore maturo è caratterizzato dall’autonomia e dalla reciproca fiducia; ci sono individui che considerano il rapporto di coppia come una gara tra i due per l’autoaffermazione, senza pensare che l’amore è caratterizzato dalla compartecipazione, dalla solidarietà.

Il disamore è anche causato dall’infedeltà di lui/lei. Ma se in una coppia si “affaccia” l’amante significa che per uno dei due partner l’amore è al tramonto oppure è finito. Nelle fasi dell’innamoramento e dell’amore le coppie sono stabili e di solito non c’è spazio per l’intromissione di un amante. Però ci sono individui che pur volendo bene al compagno o alla compagna hanno voglia di vedere altre nudità e di provare il piacere sessuale con altre persone. Nel contempo soffrono se pensano di poter essere traditi.

Se l'amore è forte, determinato, l'unica persona che conta è quella che si ama. Non si cade  in tentazione né in curiosità di alcun tipo.

Quando si comincia una relazione extramatrimoniale non si sa se e come cambia la propria vita. Non ci si può permettere l’autoinganno o l’assoluzione circa le possibili conseguenze.

Ci sono coppie che dopo il tradimento preferiscono non separarsi, per vari motivi. Il loro rapporto coniugale o di convivenza continua ma con modalità diverse. Spesso però è il risentimento che vince e se il rapporto di coppia non è più recuperabile si ricorre alla separazione ed al divorzio. S'interrompe  in modo definitivo la relazione di coppia  per riprendere il proprio  cammino della vita con la speranza di un'altra storia d’amore gratificante.

La fine di un amore e' come un temporale ma poi torna il sereno. Bisogna dare al tempo la possibilità di guarire il dolore e trasformarlo in oblio, anche se il vero amore non si dimentica. Superare il dolore non significa non aver amato.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 28, 2013, 18:01:24
Infedeltà/1

Infedele, sleale, adultero, traditore: sinonimi che indicano la relazione sentimentale e/o sessuale con una persona diversa dal/la partner nelle coppie in cui il rapporto è caratterizzato dall’aspettativa di esclusività.

Si dice che il vero amore è impermeabile alla tentazione extraconiugale. Se si cerca altro significa che c’è qualcosa che non va, che la relazione non è soddisfacente. In tal caso bisogna domandarsi il perché si pensa ad un altro/a ?  Occorre chiedersi perchè lui/lei non basta più ? E se non basta  è necessaria la repressione per farsi bastare ciò che non è più sufficiente ?

Sovente il/la partner non ha l'aspetto fisico rispondente al proprio gusto estetico, però è simpatica, affine o complementare nei tratti caratteriali. L'unione può durare, ma non sempre con convinzione. Spesso subentra la voglia di amare o soltanto copulare una persona più bella. Allora nasce l'infedeltà. Sono molti gli sposati che tradiscono occasionalmente : maschi che vanno con prostitute, uomini e donne che cercano brevi relazioni tramite chat o forum, altri hanno  l'amante nell'ambito lavorativo. L’infedeltà può derivare anche dalla ricerca della soluzione ai propri problemi esistenziali e di autostima.

Nella relazione extraconiugale di solito le donne associano  l’infedeltà ad un coinvolgimento emotivo ed amoroso, la collegano all’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverla clandestinamente; gli uomini,  al contrario, l’associano più al piacere sessuale e non cominciano una relazione adulterina solo perché insoddisfatti della moglie o della compagna. 

Scoprire che il proprio partner è stato od è infedele costituisce un  intenso dolore psicologico. Il sessuologo e psicoterapeuta francese.  Gérard Leleu: nel suo libro “Fedeltà e infedeltà in amore”  dice che le conseguenze sono spesso gravi, anche drammatiche. Perciò consiglia di imparare a gestire le proprie emozioni ed i conflitti per non farli diventare distruttivi.

Rimanere nella posizione di “vittima” non fa evolvere la situazione. Dopo il dolore per il tradimento subito si deve tendere ad essere artefice della propria vita.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Luglio 31, 2013, 00:24:43
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Lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini nel suo libro “Amori infedeli. Psicologia del tradimento” ha fra l’altro scritto: …”in questo momento, in ogni parte del mondo, milioni di persone, uomini e donne, tradiscono il partner. E altrettante vengono tradite.”

A volte il segreto viene rivelato oppure scoperto per caso. Ma non tutti i tradimenti vengono alla luce e gli adultèri   fugaci rimangono segreti, diventano  piacevoli ricordi.

Nel nostro tempo si vive di più rispetto al passato e si ha più possibilità di tradire.  Ma tradiamo di più o se ne parla di più ?

Molti diventano infedeli  per evadere dalla routine quotidiana, dalle frustrazioni e dalla delusione causata dall’eccessiva idealizzazione della coppia. L’Io prevale sul Tu e sul Noi.  Si cerca di soddisfare l’Io  a scapito della coppia.

Le donne occidentali ormai tradiscono tanto quanto gli uomini. La contraccezione le aiuta quasi sempre a non rischiare una gravidanza fuori dal matrimonio, e l’adulterio non è più punito dalla legge.

I tradimenti effimeri  offrono emozioni  ma impediscono la costruzione del sentimento d’amore.

In un articolo sul “New York Magazine”   si sostiene che oggi è diffusa una forma particolare d’infedeltà, quella “omeopatica”,  che aiuta la tenuta della coppia.  Io non ci credo !

Ricerche sociologiche effettuate in Europa e negli Stati Uniti evidenziano che oltre il 50% degli uomini e delle donne ha tradito almeno una volta. Da un’inchiesta di Suzan Shapiro Barash emerge che il 60% delle donne statunitensi ha tradito il marito almeno una volta. E 9 su 10 non si sentono colpevoli. 

Sono molti i casi di tradimenti “per rappresaglia”, quando chi è tradito si sente ferito nel proprio “narcisismo” e compie una vendetta dello stesso tipo.

A volte capita che  delle femmine tradiscano solo per voglia di coccole e tenerezza. Altre persone sposate, maschi e femmine,  portano avanti una storia parallela al matrimonio. Nel  passato erano soprattutto gli uomini ad avere una doppia vita: quella con la moglie (l’affetto e la stabilità) e quella con l’amante (l’erotismo e la novità).

Si tradisce non solo per motivi psicologici ma anche sessuali.  Ci sono donne che per vari motivi  con il marito od il fidanzato non riescono a raggiungere l’orgasmo  e cercano di superare la delusione e la frustrazione con il tradimento.

L’attività sessuale monogamica finalizzata alla procreazione, come  stabilito dalla Chiesa cattolica, non è più seguito come nel passato

La sociologa Gabriella Turnaturi nel suo libro titolato “Tradimenti” evidenzia che l’adulterio è stato derubricato da peccato gravissimo a fatto ordinario e privato. Ed oggi “Madame Bovary” non scandalizzerebbe. Ella era una donna che non sopportava il noioso matrimonio tradizionale e cercava altrove la possibilità di sentirsi viva ed innamorata. In effetti spesso si tradisce per noia, nonostante l’adulterio non sia  semplice né banale: in genere viene commesso con leggerezza, senza pensare alle possibili conseguenze affettive. 

Le statistiche ci informano che il 72% delle avventure nasce nell’ambito lavorativo. In genere la donna predilige relazioni clandestine lunghe, mentre l’uomo preferisce le cosiddette "scappatelle".
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 01, 2013, 00:10:01
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Ci sono i cosiddetti “tradimenti infami”, che avvengono nell’ambito familiare (cognato/a, suocero/a) e sono terribili per chi li subisce; oppure quelli che riguardano gli amici: si tradisce il/la partner con un amico o amica comune. Un’altra tipologia di “tradimenti infami” è quella in cui si mescolano sentimenti e ruolo sociale: per esempio lo psicoterapeuta che ha rapporti intimi con la paziente; il datore di lavoro con un’impiegata, ecc..Tipico è anche il tradimento con la baby-sitter  o la colf.

Molti adultèri iniziano tramite chat,  forum o social network, dove  non ci sono ruoli sociali né gerarchie culturali.

Lo scambio di parole digitate sulla tastiera e la web cam creano i presupposti per incontri reali, accelerano i tempi per l’eventuale reciproca conoscenza.

All’inizio sono solo chiacchiere poi si passa ai discorsi più impegnati: si argomenta su libri, film, il senso della vita, i problemi quotidiani e, se capita, anche del proprio matrimonio che non funziona più. Comincia la fascinazione ed il dialogo via web diventa un appuntamento quotidiano indispensabile.

C’è chi dall’infatuazione virtuale passa alla realtà e s’incontra.

Quante persone tradiscono via Internet ? I dati mostrano una crescita costante.

In Italia il nuovo fenomeno sociale degli amori virtuali è oggetto di indagini psico-sociologiche da parte di alcuni studiosi, come lo psichiatra Tonino Cantelmi e la psicologa Valeria Carpino, che insieme hanno scritto un libro titolato “Tradimento on line. Limite reale e virtuale dell’amore”.

Secondo i due autori ad amare virtualmente sarebbero soprattutto le donne, in particolare quelle sposate.

In Italia oltre un milione di donne coniugate avrebbe una relazione in rete, tradendo il proprio partner.

La relazione amorosa virtuale è considerata molto emozionante, più controllabile e gestibile rispetto ad una relazione reale.

Nelle chat - ha rilevato Cantelmi - le donne sono la maggioranza, con un rapporto di 6-7 per 3-4 uomini; hanno in genere tra i 20 e i 45 anni, sono spesso donne in carriera, con una buona posizione socio-economica e, in ben il 60% dei casi, si tratta di donne che hanno gia' una relazione stabile.

Chattano per curiosità, per bisogno di evadere dalla noiosa routine quotidiana, per conoscersi, incontrarsi, amarsi. C’è in loro insoddisfazione, solitudine, pur essendo in coppia, perciò desiderano relazioni piu' profonde rispetto a quelle che hanno con il partner''.

Quello che vogliono non e' il contatto fisico e lo dimostra il fatto che ben il 70% delle donne che cercano relazioni nelle chat afferma di non voler conoscere personalmente il compagno virtuale.

Lo “scenario”, commenta Cantelmi, probabilmente indica l’incapacita' degli uomini a comprendere i reali bisogni delle proprie mogli o compagne.

Per quanto riguarda i maschi 7 su 10 di loro frequentano le chat alla ricerca di relazioni sessuali o per conoscere la probabile partner con la quale avviare e mantenere un rapporto affettivo o d'amore.

Questo modo d’incontrarsi cambia la socialità delle persone che ne sono coinvolte e possono nascere nuove  attrazioni ed innamoramenti che travolgono la vita della coppia. Il tradimento virtuale  viene considerato da molti con la stessa valenza del tradimento reale, specie se si pratica il cyber sex.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: nihil - Agosto 02, 2013, 14:53:31
secondo me si tradice anche senza tradire, basta lasciare la porta aperta agli spifferi, ossia rendersi diponibili e se poi il tradimento non si consuma è solo per fatalità, e non certo pr virtù! Sarebbe inteesante studiare l tipologia delle persone che si mtono in rete e poi "casualmente" fanno amiczia. Chi è pago del proprio stato, di regola non ha motivo di cercare altrove, o no?
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 05, 2013, 16:29:23
secondo me si tradisce anche senza tradire, basta lasciare la porta aperta agli spifferi, ossia rendersi diponibili e se poi il tradimento non si consuma è solo per fatalità, e non certo per virtù! Sarebbe interessante studiare la tipologia delle persone che si mettono in rete e poi "casualmente" fanno amicizia. Chi è pago del proprio stato, di regola non ha motivo di cercare altrove, o no?

Si Nihil,“Chi è pago del proprio stato, di regola non ha motivo di cercare altrove”, ma le   relazioni d'amore sono complesse: come trovare un compromesso tra la voglia di guardare altrove senza mettere in pericolo la coppia?

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I motivi per cui le persone tradiscono sono numerosi. Spesso non dipende dall’amore verso il/la partner ma dalla personalità di chi tradisce.

Lo psicoterapeuta e sessuologo  francese. Gérard Leleu dice  che  gli individui poco amati o “feriti” psicologicamente da bambini,  poi da adulti sono in genere degli insoddisfatti e l’insoddisfazione li può condurre tra le braccia di altri/e partner. Chi di loro  riesce a comprendere le motivazioni che lo spingono  a tradire può far finire il suo bisogno di essere consolato o di sedurre. Non avverte più l'esigenza di moltiplicare le relazioni sentimentali ma cerca  di fortificare la coppia originaria con le attenzioni necessarie.   

Altre persone col trascorrere degli anni non sono più contente dell’aspetto fisico del/la partner e nonostante l’affetto e la stima, decidono il tradimento come forma di compensazione estetica. 

Ma cos’è l’infedeltà ? La risposta non è univoca, dipende dalla diade, dalla cultura sociale e religiosa di appartenenza, dal tipo di legame.

Lo statunitense Frank Pittman, psichiatra e psicoterapeuta della famiglia, nel suo libro “Bugie private: l’infedeltà e il tradimento dell’intimità” dice che l’infedeltà è molto più dell'adulterio: è il tradimento di un accordo, implicito o esplicito nello statuto fondamentale della coppia. E le bugie su cui si fonda servono a far credere al partner una cosa, mentre se ne persegue un'altra. Servono, cioè, a confonderlo. È allora quanto meno ingenuo supporre che esistano infedeltà innocue sulla relazione di coppia: nei fatti, anche se non nelle intenzioni coscienti, si tratta sempre di un attentato al suo fondamento. Minata è soprattutto l'intimità. Perché rischiare tanto per così poco ?

Secondo Pittman, quando si parla d'infedeltà, uno dei problemi è  comprendere cosa s'intenda con questa parola. Nel suo libro spiega che la maggior parte delle coppie concorda sulla rigida esclusività sessuale all'interno del matrimonio o più in generale della coppia, ma esistono coppie che hanno ideato una gamma di regole tutta loro, per stabilire cos'è e cosa non è un'infedeltà.

Non esistono regole giuste o sbagliate regole migliori o peggiori per la riuscita ed il benessere di una coppia, qualunque sia l'accordo, si tratta della situazione ideale, a condizione però, che si tratti di un vero accordo e non dell'imposizione da parte di uno dei due membri della coppia.

Pittman fa una precisa distinzione tra due termini che normalmente vengono usati come sinonimi: adulterio ed infedeltà.
Secondo la sua definizione l'adulterio, oppure un rapporto sessuale compiuto al di fuori del matrimonio o di un rapporto equivalente, consiste in una serie di azioni che, "secondo le norme religiose e legali, sono peccaminosi in sé, a prescindere dalla relazione tra i coniugi."
L'infedeltà, invece, la definisce violazione dell'accordo matrimoniale, col quale la coppia si impegna a mantenere la propria attività sessuale all'interno della relazione, concordata tra i due coniugi.

L'adulterio, o meglio il sesso extraconiugale, comunque, non sarebbe in sé un problema per la coppia, ma lo diventa se è coperto da menzogne, viene tenuto segreto o compiuto nonostante l'opposizione del partner, quando cioè ci troviamo di fronte ad un infedeltà.

Il pericolo non è costituito dal sesso extraconiugale ma dalla violazione, segreta o confessata, dell'accordo coniugale o di coppia: di quel particolare patto che i due hanno deciso di rispettare.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 07, 2013, 17:26:37
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Ci sono persone che vivono due amori paralleli per un periodo più o meno lungo quando il matrimonio o la convivenza non offrono risposte alle proprie esigenze.

Chiara Simonelli, docente di psicologia e di psicopatologia del comportamento sessuale sostiene che le donne sono più brave a nascondere la doppia relazione. A differenza di Emma Bovary, figura mitica dell’infedeltà, oggi  le femmine sono più razionali, riescono a dividere la loro vita: “Con uno sono una brava moglie, con l’altro sono eroticamente trasgressiva.”

 La relazione esterna apporta all’infedele ciò che gli/le manca: l’affettività, l’erotismo, ecc.. La tenerezza dentro la coppia, la libido con l’altro/a è una diffusa soluzione esistenziale.

Per giustificare l’infedeltà  l’individuo  può arrivare a convincersi  che “nulla toglie al/la partner se instaura un rapporto satellite”.  In psicologia tale convinzione viene considerata un meccanismo di difesa, denominato  “scissione”, perché scinde, separa le contraddizioni, i sentimenti “buoni” da quelli “cattivi”.

Ma è  possibile amare due partner contemporaneamente ed essere sereni ?  Spesso sopraggiungono la tristezza e la frustrazione per la lontananza dall’amante, aggravate dalle difficoltà nel contattarla/o o vederla/o: l’ansia legata alla situazione scomoda ed instabile; la stanchezza dovuta allo stress ed al dispendio di energie provocati dalla doppia vita.

Ci sono infedeli che dopo la cosiddetta “scappatella”  tornano alla fedeltà coniugale senza essere stati scoperti, altri, invece, vengono “presi con le mani nella marmellata” e sono guai.

La “scappatella” è il diminutivo del verbo scappare, sminuito in un piccola fuga, un’evasione di corto raggio dell’individuo che ritorna subito dopo a casa dal/la partner.

Poche ore furtive  o una relazione a breve termine e patetiche bugie da dire in caso di bisogno.

Purché l’attrazione non diventi fatale ed il sentimento d’amore non abbia il tempo di mettere radici.

Anche la cosiddetta scappatella infrange il patto di fedeltà e di fiducia. E se il/la partner scopre la scappatella il pugnale nel suo cuore resta conficcato per anni o per il resto della vita.

C’è chi considera il tradimento vero non quello “mordi e fuggi” ma quello che si sedimenta e si consolida fino a prefigurarsi come un rapporto parallelo, che si stabilizza nella nuova coppia solidale la cui vita si svolge in modo insidioso parallela alla prima.

Ci sono persone che considerano il vero tradimento quello che umilia ed offende il/la partner, che implica un progetto alternativo di vita.

L’infedeltà  del coniuge viene vissuta come un’azione che mette in discussione il proprio valore, l’autostima.  Fa domandare: “Che cos’ha l’altro/a più di me ? Che confronto fa tra lui/lei e me ?” Dietro questi interrogativi c’è il timore di non poter  essere più amati, di non essere più piacevoli o desiderabili, si teme la solitudine. 

Molte persone, inconsciamente, collegano il tradimento ricevuto a quello sopportato in una precedente storia d’amore finita male oppure al presunto amore non avuto dai propri genitori durante l’infanzia. In tale  dolorosa situazione  è importante la consapevolezza  di essere in una situazione di confusione, di sovrapposizione di situazioni non collegabili l’un l’altra.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 10, 2013, 17:56:34
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Sulle tavole della “legge” date da Dio a Mosé sul monte Sinai ci sono i dieci comandamenti. Nella suddivisione secondo la tradizione cattolica, il VI vieta l’adulterio  (poi trasformato in "non commettere atti impuri"), il IX dice di “ Non desiderare la moglie del tuo prossimo”.

Nel Vangelo di Matteo è scritto: “Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore." (Mt 5,27-28).  Questo enunciato di Cristo è  nel “Discorso della montagna”. Si è spesso ironizzato su questa proposizione che riguarda gli uomini, ma ovviamente coinvolge anche le donne nella recidiva “peccaminosa”, indotta dalla nostra natura.

Il verbo  “desiderare”, in greco “epithyméin”,  rimanda al nono e decimo comandamento del Decalogo ebraico: “Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo” (Esodo 20,17); nel Decalogo parallelo di Deuteronomio  si anticipa la donna rispetto alla casa, ma non indica la fugace emozione, la transitoria attrazione fisica che si prova davanti ad una persona, fa invece riferimento alla volontà, al progetto di “conquistare”  per concupire, per soddisfare il proprio desiderio sessuale. 
 
Le pulsioni sessuali tendono a far uscire dal rapporto di coppia, invece l’amore tende all’esclusività del/la partner.

Si commette adulterio (dal latino “ad-alterum” = “andare verso un altro”) quando si viola la fedeltà coniugale con un’altra relazione sentimentale o soltanto sessuale.

Spesso il tradimento suscita stress, senso di colpa e problemi…anche drammatici, come quelli nel noto film “Attrazione fatale”, oppure “ansia da prestazione” se si pretendono performance inadeguate al proprio “standard”.

La dottoressa Alessandra Fisher, del dipartimento di Medicina della Sessualità e Andrologia dell’Università di Firenze, ha diretto uno studio con altri ricercatori  ed è giunta alla conclusione che le relazioni extraconiugali possono causare negli uomini l’improvvisa “morte coitale”, causata da un attacco cardiaco durante l’attività sessuale con l’amante. 
E’ noto il collegamento  tra attività sessuale e malattie cardiovascolari.  La pressione sistolica e diastolica aumentano sensibilmente incrementando il rischio di ischemia e infarto del miocardio. L’angina coitale, che i francesi chiamano angina d’amour, di solito colpisce nei minuti seguenti il rapporto sessuale.

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 15, 2013, 22:05:17
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Quando due si innamorano e si sposano intorno ai 20 anni è remota la probabilità che conservino per tutta la vita la freschezza del rapporto amoroso, comunque possono rimanere reciprocamente fedeli.

Anche se la scelta del/la partner è stata giusta, il normale processo di cambiamento, di evoluzione, potrebbe suscitare desideri e bisogni diversi nel corso degli anni.

Ci sono persone che affermano di amare il/la partner ma considerano poco desiderabile sessualmente il compagno o la compagna, perciò cercano altrove il coito, mentre con l’amante c’è l’erotismo ma senza amore.

Altri tradiscono per curiosità, per mancanza di esperienze con altre/i partner prima del matrimonio. L'inesperienza  lascia in molti delle voglie sentimentali e sessuali insoddisfatte ed il desiderio di provarle e confrontarle con un altro/a, se si è delusi del proprio rapporto di coppia.

Alcuni studiosi ritengono che il patto di fedeltà e l’esclusività sessuale siano più facili da rispettare quando due persone si innamorano dopo i 40 anni ed in precedenza hanno avuto altre storie d’amore.

Le esperienze più o meno soddisfacenti c’insegnano a conoscerci meglio ed infine a volare su un solo fiore…se possibile, perchè i tradimenti non sono una vacanza per l’eros, ma sintomo abbastanza infallibile di una crisi di coppia.

Numerosi individui durante l’adulterio continuano a voler bene al proprio compagno o alla propria compagna ma in modo non esclusivo, e questo il/la partner non può accettarlo ed impone a chi tradisce di scegliere. E l’amore, che chiede di essere solo felicità, si trasforma in uno straziante dilemma: scegliere fra due persone che si vorrebbe continuare ad amare entrambe ma in modo diverso.

La vita è fatta di scelte che determinano le nostre azioni.  Possiamo  anche non scegliere. Ma evitare la scelta significa accettare che siano gli eventi o gli altri a scegliere per noi.

La tirannia della scelta a volte ci dà la sensazione di inadeguatezza, insicurezza. Si teme di sbagliare con la conseguente sofferenza per uno dei due o per entrambi. Ma gli sbagli fanno parte della vita.
 
Le scelte si basano sulle proprie esperienze,  le necessità, lo stato emotivo, sulle informazioni che abbiamo riguardo le alternative, sulla comprensione delle conseguenze.

Gli insicuri tendono a farsi strattonare. Rimangono nel guado senza decidere  se farsi trascinare dall'amante o tornare nel talamo coniugale.  Vince chi sa usare le lusinghe, la seduzione, sa coccolare la persona incerta. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 16, 2013, 15:04:35
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Le infedeltà estive a volte sono  come il “Sogno di una notte di mezza estate”, che è il titolo di una commedia scritta da William Shakespeare nel 1595 circa.

Anche la cosiddetta “scappatella”, maschile o femminile, non dipende dalla “libidine violenta”, dal caldo,  ma evidenzia un malessere nella coppia, il desiderio di un’altra storia, di una fugace “digressione” sessuale o sentimentale, anche se per breve tempo, per non pensare all’insoddisfacente quotidianità o per cercare in altre/i le doti o le caratteristiche carenti nel compagno o nella compagna.

Quando il tradimento viene scoperto rende evidente la precarietà della relazione di coppia. 

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman dice che “l'amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto ed imperscrutabile.” Però quando ci innamoriamo abbiamo l’illusione che sia “eterno amore”, che supera la contingenza e l’indeterminatezza della vita. Invece si può presentare l'occasione per l'infedeltà, che nella coppia rappresenta la precarietà del rapporto e dei sentimenti.

Il verbo tradire deriva dal latino tradere,  che equivale nella lingua italiana al verbo consegnare:  chi tradisce consegna ad un’altra persona la parte del Noi come coppia, che si divide per tornare  all’originario Io e Tu.

Jean-Paul Sartre e Simone De Beauvoir si amavano, a modo loro…avevano pochi scrupoli nei reciproci e frequenti tradimenti, ma continuavano a vivere insieme. 

Il tradimento evolve per fasi. Di solito si comincia con i problemi non discussi o non risolti che causano la collera, le delusioni e la crisi di coppia, che può condurre alla fine del matrimonio o della convivenza.

La crisi è possibile superarla se entrambi si convincono della corresponsabilità, seppure di diverso "peso", se invece uno dei due pensa che il torto sia solo del/la partner, allora la possibilità di recupero è minimo.

Il coniuge insoddisfatto trova pretesti o valide motivazioni per giustificare la relazione extraconiugale e la rottura dell’implicito patto di fedeltà.

A volte il tradimento può svolgere un ruolo “catartico” ed aiutare una coppia in crisi a tornare insieme, seppure in modo doloroso e traumatico. Può far tornare la voglia di dialogo con il/la partner e ritrovare le emozioni dei baci, delle carezze, degli abbracci, perché rappresentano un modo importante per entrare in contatto con il corpo del compagno o della compagna.
Ma si può perdonare l’infedeltà ? Si ! E’ difficile, non impossibile. Il periodo di separazione può servire ad entrambi per riflettere e decidere di ricominciare il menage interrotto. E’ determinante provare la sofferenza per l’assenza dell’altra/o e la voglia di tornarci insieme; occorre la disponibilità a modificare il proprio comportamento se necessario e l’impegno di essere fedele. Se invece da parte della persona tradita persistono le recriminazioni ed il rancore, questo lo usa come se fosse un killer per colpire verbalmente  e non solo l’infedele.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 17, 2013, 08:53:49
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Computer portatile e telefono cellulare  stanno cambiando le modalità del tradimento. Infatti  le nuove tecnologie  facilitano l’infedeltà,  permettono di sedurre e dialogare con l’altro/a  rimanendo nella propria abitazione  o in ufficio  senza destare sospetti. Invece nel passato  l’infedele spesso era costretto ad uscire di casa per frequentare i luoghi d’incontro e la sua assenza insospettiva il/la partner.

Comunque è altrettanto facile essere scoperti. Sms, e-mail e messaggi  nella segreteria telefonica equivalgono ad “essere colti sul fatto” anzi del misfatto.  La scoperta di una traccia scritta tra l’infedele e l’amante indica l’esistenza di una relazione, e chi tradisce ha difficoltà a negare l’evidenza.

L’infedeltà colpisce l’intera famiglia. Nessuno riesce a sfuggire alle conseguenze psicologiche, fisiche ed anche finanziarie del tradimento. E' accaduto anche ad un mio conoscente. Mi ha inviato una mail per raccontarmi la sua esperienza adulterina cominciata in Internet e mi ha autorizzato a pubblicarla.

“Ero tediato dalla monotonia della vita matrimoniale quando virtualmente incontrai lei in un forum. Ci percepimmo caratterialmente affini, sinceri, e dai post passammo agli “mp”, i messaggi privati, alle e-mail ed agli msn con videocamera per conoscerci e guardarci quando dialogavamo. Le proiezioni e la reciproca idealizzazione ci fecero poi sconfinare dal virtuale al reale, e pur essendo entrambi sposati continuammo frequentarci.

Pensavo che sarebbe stata un’avventura senza conseguenze, invece…. Mia moglie scoprì la tresca, lottò per trattenermi, poi si arrese, e per la mia temporanea felicità mi lasciò alla cosiddetta amante come atto di generosità, come se le avesse prestato una cosa che le era molto cara, però dopo chiese la separazione.

Quella storia sentimentale mi fece usufruire della gratificante esperienza di amore e sesso che non ebbi in gioventù prima di sposarmi.

La nostra era una relazione senza futuro, ma temevo un’interruzione precoce. In quel periodo della mia vita avevo il desiderio d’intimità, il bisogno di sentirmi senza età, di essere sereno.

Pensavo alla temporaneità della nostra presenza sulla terra, perciò non potevo e non volevo evitare un nuovo innamoramento.

Siamo solitudini, possiamo unirci ad altre solitudini senza possederle, ma soltanto per farci compagnia. Stare l’uno accanto all’altro per consapevole scelta in ogni forma di relazione, dall’amicizia all’amore per il coniuge o l’amante.

Tutto è transitorio: i nostri punti di vista, i nostri amori. Siamo in transito. Accetto ciò che il fato mi ha assegnato, posso solo tentare di integrare la dote.

Non sono più un adolescente e non posso trascorrere il tempo che mi rimane a contabilizzare gli errori o le cose giuste. Quello di cui ormai ho bisogno è di convivere bene con la mia incostanza.

Ho scoperto in me un lato del carattere che non conoscevo e l’ho lasciato evolvere, concedendomi la libertà di fare cose che non avevo mai fatto prima per recuperare in parte il tempo perduto.”
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 18, 2013, 07:47:16
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Oltre all’infedeltà favorita dalle chat e dai forum,  sono frequenti le relazioni amorose nell’ambito lavorativo, in particolare nelle aziende medio-grandi.

Lavorare insieme facilita l'amicizia con persone caratterialmente affini, ma anche il corteggiamento e l’innamoramento. La relazione amorosa può durare anni, all’insaputa dell’ignaro coniuge tradito, che spesso conosce l’insospettato/a collega del marito o della moglie. In tal modo l’infedele riesce  ad avere due paralleli rapporti di coppia, col pericolo di avere figli concepiti fuori dal matrimonio.

Quando  nel luogo di lavoro la “tresca amorosa” viene notata dai colleghi la notizia viene diffusa velocemente ed i pettegolezzi sarcastici abbondano.  Pochi sanno affrontare il gossip  con indifferenza.

La laison può far perdere la credibilità professionale; e non basta, se uno dei due decide d’interrompere il rapporto amoroso ma rimane la costrizione d'incontrarsi nel  comune luogo di lavoro, nascono problemi psicologici che inducono a chiedere il trasferimento, non sempre possibile da esaudire.

C’è chi preferisce interrompere la relazione extramatrimoniale per rimanere con il coniuge, pur vivendo col rimpianto per il/la collega-amante, e chi invece si domanda se sia giusto tutelare il matrimonio, basato soltanto su affetto e quotidianità ma senza più la complicità ed il piacere di stare insieme.

In Norvegia, una ricerca sociologica riguardante il flirt nell’ambiente lavorativo ha evidenziato che le  donne che hanno una relazione con un uomo in posizione gerarchica superiore sono il 65%;  nel 20% dei casi la relazione è con un pari grado; soltanto il restante 15% del campione ha una love story con un uomo in una posizione inferiore. Quelle donne che hanno una liaison con un superiore sono anche disposte ad ammettere (una su tre) che tra i loro obiettivi c'è anche la possibilità di un avanzamento di carriera. Tuttavia appena il 15 per cento delle donne definisce la propria relazione lavorativa "strumentale" alla promozione.

Significativo infine il numero di donne che non giudicano negativamente quelle che ricorrono a una relazione per migliorare la posizione sociale. Ben il 24% ammette di capirle, mentre un tollerante 12% non le condanna. Tuttavia rimane un corposo 43% che le definisce "poco serie".
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 20, 2013, 08:59:38
L’ infedeltà induce all’inganno, che è come un velo che nasconde la verità. 
Inganno e disinganno: contrasto tra mistificazione e realtà. 

(http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSJAEmcOVRpNpxjou3OT5P39TiyN6kaf9I4gNdVfVNHr1SHDYCZ)

(http://dariodeserri.files.wordpress.com/2011/09/onore_vince_inganno.jpg?w=319&h=346)
 
Vincenzo Danti: “L’Onore che vince l’Inganno”, Firenze 1561. (Il  gruppo marmoreo è conservato a Firenze nel Museo del Bargello)
Il perugino Vincenzo Danti fu un seguace di Michelangelo Buonarroti e lavorò per circa 15 anni per la famiglia Medici.
La scultura raffigura due individui: il giovane in posizione stante, simboleggia l'onore, che in segno di vittoria costringe l'inganno a terra, mentre il ginocchio sinistro ed il braccio sinistro del giovane riccioluto premono sul volto barbuto.

Dal rinascimento fiorentino al barocco napoletano.

(http://angeloxg1.files.wordpress.com/2010/10/35783_1big2.jpg?w=431&h=608)

Disinganno” (Napoli, museo Cappella San Severo) Gruppo scultoreo realizzato tra il 1753 ed il 1754 da Francesco Queirolo  (Genova, 1704 – Napoli, 1762)
Raffigura un uomo che cerca di districarsi dalla rete, simbolo dell’inganno. Davanti  a lui c’è un genietto alato con sul capo la corona che sorregge sulla fronte una piccola fiamma, segno dell’umano intelletto. Il genio aiuta l’uomo a divincolarsi dalla rete, mentre con il dito indice della mano destra indica il globo terrestre sul quale poggia il suo piede destro e la rappresentazione di un libro della Bibbia, sulla quale si legge “Io infrangerò i tuoi legami, i legami delle tenebre della lunga notte cui sei vincolato”.
Sul basamento c’è un bassorilievo che rafforza il significato dell’allegoria: descrive  l’episodio di Gesù che dona la vista al cieco.
Questo capolavoro del barocco napoletano fu dedicato dal principe Raimondo di Sangro al padre Antonio di Sangro, che si convertì alla religione cattolica dopo una vita di eccessi. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 28, 2013, 11:34:35
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L’amore rende vulnerabili, sensibili, fragili. “Amor amara dat” , l'amore dà amarezze, scrisse il commediografo  Plauto, (circa 255 - 184 a.C.).

Il timore del tradimento  può suscitare una benefica ansia creativa che induce a non scivolare nella noia e nell’indifferenza. Ma perché si teme ? A volte la paura è causata dalla personalità del/la partner.
 
Ci sono donne ed uomini seduttori seriali che fanno della seduzione la loro filosofia di vita e non riescono ad essere fedeli.

Altri che hanno già tradito in passato senza essere scoperti ed  hanno voglia di ripetere la trasgressione per  provare intense emozioni. Sono infedeltà transitorie, di breve durata, causate dall’attrazione fisica e come soluzione alla noia sessuale matrimoniale. 

A volte il tradimento può servire per riattivare la libido routinaria e stanca, ma può anche avere effetti devastanti sull’erotismo e sulla coppia. Sono molte le persone che quando sanno o scoprono un tradimento ne rimangono devastate, non hanno più fiducia nel/la partner, in un futuro insieme, non riescono a ritrovare l’intimità perduta. Non hanno più voglia dell’attività sessuale.

Raramente le donne accettano il partner infedele e recidivo o che continua una relazione clandestina per molto tempo.

Sopporta con rassegnazione la donna che ha paura dell’abbandono e ama talmente suo marito da tollerare un compromesso, pur di non perderlo completamente. Di solito chi si comporta così ha sperimentato in precedenza con altri partner la forte delusione per essere stata lasciata, la desolazione della separazione. 

Ma esiste anche la donna generosa che sa che le unioni non sono eterne, e tollera quindi questa situazione alternativa per amore del partner.

Però l’infedeltà stressa. Avere due legami e tenerne uno nascosto diventa complicato. Rende felici i due partner “clandestini”, ma costringe ad  inventare continuamente scuse. Le bugie, la tensione emotiva, l’ansia, possono causare cambiamenti comportamentali.

In Italia, nel passato, se la donna tradiva creava scandalo. Il tradimento femminile poteva rendere legittimo il delitto d’onore, poteva consentire al marito di uccidere la consorte o l’amante di lei. Invece se era l’uomo a tradire, per lui vigeva la doppia morale sia sociale sia familiare, per cui non era importante essere fedele ma “sembrarlo”, garantendo un buon tenore di vita e l’affetto al nucleo familiare “ufficiale”. 

Ma si può amare una persona e desiderarne un'altra? Si ! Nei maschi il desiderio sessuale è più distaccato dal coinvolgimento amoroso. Si pensi ai clienti delle prostitute. Molti di loro sono sposati e vogliono bene alla moglie. E’ l’innamoramento che non si può condividere. La persona amata corrisponde a ciò che voglio, perciò non posso innamorarmi contemporaneamente di un’altra. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 29, 2013, 09:05:59
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Chi ama rischia di essere tradito o di tradire.

Nessuno merita di essere tradito, ma se accade significa che qualcosa non va o manca nel rapporto di coppia.

Le conseguenze dell’adulterio dipendono dal tipo di tradimento e dalla personalità di chi l’ha subìto.

Di solito l’infedeltà infligge  all’uomo tradito una ferita al suo narcisismo, si sente colpito nella sua virilità, non accetta il possesso fisico della propria donna da parte di un altro.

Invece alla donna che subisce l’adulterio provoca dubbi alla propria autostima; potrebbe perdonare  al partner la fugace infedeltà sessuale ma non quella affettiva, che coinvolge l’amore.

Le “scappatelle”, soprattutto sessuali, che nel passato erano prerogativa dell’uomo, oggi lo sono anche per la donna.

La psicologa francese Alexandra Choukroun, specializzata nelle problematiche di coppia, nel suo libro dal titolo volutamente provocatorio “Se mi ami, tradiscimi ! Perché siamo infedeli ?”, analizza le cause ed invita a considerare il tradimento come un fattore di crescita della coppia  e non sempre, o non necessariamente, un evento che determina la fine della relazione. Infatti molte coppie si rimettono insieme, con un nuovo patto di alleanza, però a volte  rinunciano all’attività sessuale. Altre, malgrado il tradimento, decidono di rimanere insieme per convinzioni e motivazioni diverse: la fede religiosa, lo status sociale ed economico, i figli. Oppure per ragioni meno sociali e più psicologiche: disistima, paura della solitudine o dipendenza affettiva dal coniuge. Altre ancora si rimettono insieme perché il matrimonio rimane sempre e comunque  più importante. 

Se in alcune situazioni perdonare è un sintomo di debolezza, in altre è la formula giusta per continuare la vita di coppia.

Ma perché la persona tradita dovrebbe favorire il ritorno a casa del/la partner ? Di solito non riesce a dimenticare e nemmeno a perdonare. Ferita nell’orgoglio e senza più fiducia  respinge il riavvicinamento del compagno o della compagna, specie se la tresca del/la partner dura anni. Il problema è che il sospetto e la gelosia  rimangono dentro, diventano un malessere, anche quando il tradimento è ormai archiviato. 

Non è  facile superare un tradimento e non è facile riavere fiducia nel/la partner infedele. Può  essere possibile soltanto dopo aver compreso e accettato il suo comportamento come espressione di un disagio temporaneo. 

Per un grande amore bisogna “combattere” e se si ama si deve anche saper perdonare.

Il  perdono di un tradimento necessita di tempo ed elaborazione mentale, come un lutto.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 30, 2013, 08:24:56
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In questo post approfondisco il problema del tradimento collegato alla mancanza di esperienze con altri partner prima del matrimonio, già accennato nel post numero 7 riguardante l’infedeltà.

Ci sono coppie che si sono formate in giovane età, hanno vissuto e vivono l’esperienza affettiva e sessuale solo tra loro due, perciò non hanno capacità di confronto con precedenti partner.

Un uomo che ha avuto la sola esperienza con  la moglie, o viceversa, può col tempo  avere la tentazione,  la "curiosità" di sperimentare altro ?

C’è un collegamento   tra la mancanza di esperienze con diversi partner prima del matrimonio e la necessità di tradire ?
C’’è la tentazione al tradimento se nella coppia il desiderio sessuale è affievolito, se c’è carenza di coccole e carezze, se la coppia è in crisi.  L’attenzione si sposta altrove quando si cerca quel che non si ha, quando non si ha più voglia di dialogare con il/la partner per trovare insieme una possibile soluzione, quando la passione svanisce ed i rapporti sessuali diventano ripetitivi nelle modalità.

Un’ amica virtuale in un forum ha scritto: “Non pensavo che avere avuto solo mio marito sarebbe stato un problema....invece, ad un certo punto della mia vita, ovviamente nel momento in cui senti la "giovinezza" sfuggire via ed inizia la crisi dei quaranta anni, mi sono ritrovata a fantasticare sempre di più spesso su come sarebbe stato con un altro....poi l'altro è arrivato, ho tradito mio marito e ora sono in un mare di guai....ma questa è un'altra storia!
Comunque non penso sia giusto avere un unico amante nella vita, prima o poi la curiosità viene...Tornassi indietro, al periodo precedente l'incontro con mio marito, mi farei meno problemi....affrontare queste cose a venti anni è un conto, a quaranta può diventare dolorosissimo.”


Non credo che a 40 anni si tradisca solo perché non ci sono state esperienze con altri partner prima del matrimonio. Si decide l’adulterio   perchè il rapporto di coppia è in crisi per vari motivi. Comunque penso che sia meglio  per maschi e femmine avere delle esperienze con alcuni/e partner prima di fare la scelta definitiva e di sposarsi. E’ importante la consapevolezza. E se si sta bene con  il proprio compagno o la  propria compagna  l’adulterio non viene assecondato, specie se si crede nella fedeltà come valore in cui credere e rispettare. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Agosto 31, 2013, 10:47:27
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Nessuno può affermare che non gli capiterà mai l’infedeltà, sia che la subisca sia che ne sia responsabile.

In questi anni l’aspettativa di vita si è allungata e sposarsi o convivere significa ipotecare molto tempo. E’ possibile dedicarsi a lungo ad un amore esclusivo ? Certamente si ! Ma l’infedeltà è spesso non la causa bensì l’esito di una crisi nella coppia, perciò occorre capire perché si tradisce.

Nella persona tradita l’adulterio infrange il sogno di essere amata  in modo esclusivo fino alla morte. E scoprire che il/la partner  è infedele  dà molto dolore; spesso le conseguenze sono gravi: malattie psicosomatiche, depressione, ed anche violenza.

Cosa rimane del grido degli amanti: “Ti amerò per sempre, amerò soltanto te” ?

Col tempo il sentimento d’amore può affievolirsi, come il colore sui muri perimetrali esterni di una casa. Può rimanere l’affetto, ma non è sempre sufficiente per rimanere fedeli.

Per ravvivare la relazione, se se ne ha voglia e la capacità, si deve migliorare la comunicazione ed il piacere di stare insieme. Bisogna agire come quando si alimenta il fuoco nel caminetto, altrimenti si rischia l’apatica convivenza o l’adulterio.

Nelle coppie sposate da molti anni le fantasie di tradimento sono spesso una reazione all'abitudinario rapporto di coppia, con scarsi rapporti sessuali perché considerati ripetitivi.

Immaginare un' avventura extramatrimoniale indica la voglia di recuperare la propria individualità, il desiderio di nuove emozioni legate all' amore. Un esempio è Nora, la protagonista del testo teatrale “Casa di bambole”, scritto nel 1879  dal poeta e drammaturgo norvegese Henrik  Ibsen per criticare i tradizionali ruoli dell’uomo e della donna nell’ambito del matrimonio nella cosiddetta epoca vittoriana, in cui il legame era considerato sacro e l'abbandono del marito da parte della moglie era inconcepibile ed inaccettabile.

La vicenda drammatica di Nora non è soltanto una polemica sulla condizione femminile del 19/esimo secolo, ma rappresenta anche la testimonianza del suo anelito alla libertà, della sua aspirazione a voler diventare una donna autonoma, perciò dice al marito: "Credo di essere prima di tutto una creatura umana, come te...o meglio, voglio tentare di divenirlo.”

Sono naturali le "pulsioni adulterine” quando s’incontra lo sguardo di una persona attraente o che ci considera attraente, ma l’incontro finisce con lo sguardo. Se invece quell’immagine persevera nella mente cosa fare ? Convivere è una scelta consapevole.

Perché l’individuo in nome del principio della fedeltà dovrebbe costringersi a restare insoddisfatto ? Se è troppo frustrato e la relazione coniugale non lo soddisfa più, nulla lo obbliga a proseguirla.

Molti pensano che la sola fedeltà che si è tenuti a riconoscere è quella verso se stessi e che si possono amare due partner, anche se in modi diversi.  Essi dicono che quando uno ha un nuovo amico o una nuova amica, non smette di voler bene agli altri amici. Si, è vero,  però bisogna mettersi d’accordo sul significato della parola amore.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 01, 2013, 16:44:30
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Col tempo possono cambiare le nostre opinioni, i nostri sentimenti.
 
La persona che siamo a 60 anni non è uguale a quella che eravamo a 50, a 30 o a 20. Ne deriva che ciò che ci aveva avvicinato  e legato al/la partner è cambiato.

Evolviamo senza accorgercene e può anche succedere che, ad un certo punto, non si stia più bene insieme con la persona scelta tanto tempo fa.

La vita quotidiana può affievolire i sentimenti, smitizzare il compagno, la compagna. L’ordinario subentra allo straordinario, la routine all’imprevedibile, la monotonia al dinamismo. L’amore languisce, la relazione vacilla, la felicità si dilegua, e se i partner non cercano di conservare e ravvivare l’amore si può giungere all’infedeltà per reazione contro la monotonia, contro la routine sessuale ed il logoramento del desiderio.

Avere l’amante non è una fatalità ma una scelta.

“Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
” (=”viviamo, mia Lesbia, e amiamoci”) è il primo verso del quinto dei carmina di Catullo. Il poeta invita a godere i piaceri e l’amore che la vita concede.

Ogni individuo ha una propria opinione dell’amore, perciò c’è chi crede di riuscire ad “amare” coniuge ed amante, specie se ognuno dei due completa le carenze dell’altro.

“Soles duabus sellis sedere” dicevano i Latini per indicare chi tendeva a voler star seduto su due scranni o sedili. Equivale al nostro detto “Tenere un piede in due scarpe”, oppure in due staffe. Un’altra versione dice: “Tenere due piedi in una scarpa”. Il significato può sembrare uguale, però dire “tenere un piede in due scarpe” è diverso dall’affermare “tenere due piedi in una scarpa”.

Nel primo caso il piede, in senso metaforico, potrebbe essere della persona che per indecisione si libra in modo altalenante tra due diverse relazioni sentimentali; nel secondo caso, la scarpa rappresenta l’incertezza dell’individuo che vive le due storie parallele e tenta di far stare i piedi (metafora delle due alternative) nello stesso spazio. E ciò è impossibile.
Spesso si rimane sul bilico perché non si è contenti né del coniuge né dell’amante. Ma più si sta sul bilico più non si sa chi scegliere.

Sono frequenti i casi di titubanza. Non si vuol lasciare il coniuge e neanche l’amante. Si vuol bene ad entrambi, ed essere costretti ad una scelta crea lacerazioni sentimentali. Non riuscire a decidersi chi scegliere, non avere il coraggio di rinunciare né all’una né all’altra conduce ad una sgradevole fase di stallo, causata anche dall’insoddisfazione verso il coniuge e la non completa soddisfazione delle caratteristiche dell’amante.

Un mio amico desidera tornare a vivere con la moglie ma gli dispiace lasciare la cosiddetta “amante”. Questa è separata ed ha percepito il suo desiderio di voler tornare dalla consorte. Anche lui è “forzatamente separato”, perché la separazione l’ha voluta la moglie, dopo aver scoperto il tradimento.

L'amante cerca di farlo desistere, vuole che  lui viva con lei e non con la moglie. Lui tentenna. Vorrebbe che la moglie lo incoraggiasse a tornare a casa, vorrebbe che un intermediario dicesse all’amante che è finita, di non cercarlo più. Lui non ha il coraggio di dirle tali parole. E’ un buono e gli dispiace molto farla soffrire. Eppure ha già fatto disperare la moglie quando lei ha scoperto la tresca. Perché ora questa indecisione nello scegliere ? Da cosa dipende ? Purtroppo per lui le due donne vivono in due diverse città e molto distanti, inoltre, la cultura corrente e la mentalità femminile non gli consentono  il "triangolo", perciò prima o poi dovrà scegliere. Una delle due donne dovrà piangere. O forse piangerà lui, rimanendo senza moglie ed amante.

Anche se non è facile si deve trovare la forza per uscire dall’ambiguità. Lasciandosi guidare dall’amore si può riuscire a concludere una delle due storie parallele, accettando ciò che verrà, nel bene e nel male.

Gli ho consigliato l’introspezione, la meditazione,  il cosiddetto “esame di coscienza”, l’isolamento per un periodo di tempo per capire, se ci riesce,  chi delle due donne è fondamentale  per lui, con quale delle due vuol vivere per il resto della sua vita. Ma forse gli è rimasta una sola opzione: la moglie non vuole più vederlo.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 02, 2013, 17:32:52
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L’adulterio causa conseguenze all’infedele, alla persona tradita, all’amante, ai conoscenti.

Fra gli effetti negativi c’è l’intensa sofferenza della persona tradita, che domanda all’adultero: “Com’è possibile che tu, che mi amavi così tanto, che mi hai scelto, mi hai fatto giuramenti e ti sei dato a me completamente, puoi avermi abbandonato ? Avrei preferito non conoscerti. Avrei preferito morire.”

Essere traditi è un po’ morire. Si ha la sensazione che il/la rivale ci escluda dall’amore portandoci via la persona amata.
“Se il/la partner si rivolge ad un’altra persona per soddisfare i suoi bisogni affettivi, sessuali od intellettuali, significa che io sono inferiore a questa persona.” Così l’infedeltà del/la coniuge viene vissuta come un’azione che mette in discussione il proprio valore, il proprio narcisismo.

La persona tradita si domanda: “Che cos’ha  quello/a meglio di me ?  Che confronto fa tra lui/lei e me ?” Cadono in questa trappola quelli che non si amano abbastanza, che hanno scarsa autostima.

La portata delle conseguenze dipende dall’atteggiamento del coniuge infedele: se è in grado di comunicare con il suo coniuge, di manifestargli/le tenerezza e desiderio, le conseguenze negative possono essere attenuate. Invece se non è capace di dialogare, si mantiene distante e respinge l’altro/a, le conseguenze sono pesanti. Questo atteggiamento dipende da ciò che resta dei suoi sentimenti per il coniuge: se continua ad amarlo è positivo, ma se è preso da una passione esclusiva per l’amante, smette di amare il coniuge e lo abbandona; tale comportamento frustrante ed offensivo provoca notevole sofferenza. 

L’incontro con un nuovo partner può indurre l’innamoramento,  la riattivazione dello slancio vitale, ma anche un ritorno d’amore per il coniuge, se l’infedele si rende conto che sta meglio con la moglie/marito. Il conseguente comportamento del/della coniuge  è decisivo: se supera il proprio dolore, se riesce a far tacere il proprio orgoglio ferito, se si dimostra tollerante. Può scegliere per tattica, per generosità, perché ancora ama il proprio compagno/ la propria compagna. Allora l’infedele per gratitudine, per ammirazione torna nella casa coniugale.
 
L’infedeltà è un incidente, grave, ma non necessariamente comporta la conclusione del matrimonio. Tra due persone che si sono amate veramente l’amore non dovrebbe mai finire.

La decisione di restare con il/la partner o di lasciarlo/a deve essere meditata, non va presa durante la forte delusione e la collera. Bisogna darsi il tempo di capire bene, di spiegarvi col partner; è necessario del tempo per comprendere a che cosa conduce l’infedeltà, la ceisi…. Se la convivenza è dolorosa, drammatica, è meglio scegliere la temporanea separazione di alcuni mesi, nel corso dei quali le emozioni troppo intense si attenueranno e ciascuno farà il suo lavoro su se stesso: alla fine del periodo di comune accordo si decide sul futuro della coppia.

La collera è la peggiore consigliera. E’ fondamentale che si plachi  prima di decidere. Spesso è generata dall’orgoglio, che cnduce a reazioni eccessive. Oppure può essere conseguente al grande dolore, che deve essere superato.

Quando le emozioni più intense si mitigano, quando c’è la possibilità per ognuno dei due di spiegare con calma il proprio punto di vista, allora si può prendere una decisione. Bisogna chiedere al coniuge di dire le sue intenzioni, se vuol proseguire la relazione oppure no.   

Lasciare un coniuge non è sempre la migliore soluzione. Potrebbe essere meglio approfittare della crisi per rimettere in sesto la coppia.

Ci sono donne che decidono di restare nella casa coniugale perché ancòra amano il partner, oppure per rimanere con i figli piccoli, o per motivi economici. Capiscono che un altro uomo non sarebbe migliore e potrebbero avere gli stessi problemi.

Nel passato gli uomini ripudiavano od uccidevano le donne infedeli. Ai giorni nostri le decisioni che possono prendere sono le stesse che possono prendere anche le donne: separarsi o restare insieme.  Quando scelgono di rimanere con la moglie è più o meno per le medesime motivazioni delle donne.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 04, 2013, 12:02:27
/17

L’infedeltà rivela l’esistenza di un problema nella coppia ed in ciascuno dei partner. Non c’è mai un unico responsabile.

Nel periodo di turbamenti e di scelte che segue l’infedeltà, conoscere se stessi è importante per poter gestire le proprie reazioni ed orientare le decisioni. Bisogna essere fedeli verso se stessi ed affermare la propria personalità, 
Il detto socratico  “Conosci te stesso” è un imperativo per ogni individuo, perché consente di scegliere ciò che è bene ed evitare ciò che è male.

Il nostro grande bisogno è quello di amarsi, amare,  essere amati ed apprezzati.

Il non amore di sé ha gravi conseguenze per la relazione amorosa. Chi non si ama chiede al/la partner l’amore che non è in grado di provare verso se stesso. Ha bisogno di continue conferme e rassicurazioni. Ha paura di perdere la persona che ama.

Non si può arrivare all’amore-dono se non si passa attraverso l’amore di sé.

Lo stato amoroso è poetico, metafisico, fa accettare l’altro/a senza condizioni e trasforma  i due “Io” in un “Noi”.
 
Il  reciproco sentimento d’amore ed il desiderio sessuale caratterizzano i primi anni di  matrimonio o di convivenza, poi la routine conduce all’usura della coppia. L’euforia si dissipa ed ognuno dei due, in modo progressivo, torna ad essere sempre più se stesso, con i propri gusti e desideri, più autentico nel suo modo di essere e di agire. Ciascuno tende a riaffermare la propria vera personalità. Cambia anche il modo in cui si percepisce il/la partner . Allora le cose in comune diminuiscono ed anche la tenerezza e le carezze sono meno ferventi.

Se la coppia perde il significato del loro stare insieme l’amore diventa affetto e si dirada l’attività sessuale, specie se il coito diventa ripetitivo nelle posizioni e nelle parole di apprezzamento verso l’altro/a durante l'amplesso.

Le coppie che vivono insieme da tanti anni e trascurano l’immaginario erotico fanno diventare  la loro sessualità  abitudinaria, poco eccitante, frettolosa o minata dall’ansia di prestazione.

Nella coppia il rapporto sessuale viene considerato soddisfacente se c’è amore e desiderio del corpo del/la partner. Se invece l’attività sessuale diventa una mansione “obbligatoria” o viene svilita con l’uso sessuale dell’altra/o, si provocano fratture psicologiche insanabili.

Comunque c’è da dire che nell’ambito sessuale la “normalità” intesa come comportamento giusto o auspicabile ha una valenza relativa: ciò che può essere “normale” per una persona non è detto che sia adatto o adeguato per un’altra. Ed anche le fantasie erotiche sono soggettive. Ciò che è importante è l'accordo nella coppia nel desiderare le stesse cose...., altrimenti la relazione extraconiugale può compensare quella coniugale divenuta insoddisfacente.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 06, 2013, 06:03:16
/18

(http://www.agenziaitalianainvestigazioni.it/lp-investigazioni/images/investigazioni-coniugali.jpg)

Fa molto male sapere che il/la partner ha rapporti sessuali con un’altra persona; se c’è anche il coinvolgimento sentimentale significa che offre non solo la sua fisicità ma ha l'affettività. 

Fra gli psicoterapeuti prevale la tesi che nelle donne prevalga la gelosia sentimentale mentre negli uomini quella sessuale. Tale teoria, però, non è confermata dalle ricerche psicosociali, come quella pubblicata sulla rivista “Psychological Science”, la quale evidenzia che le due forme di gelosia non dipendono dal genere maschio o femmina ma dalla propria personalità , dal tipo di rapporto di coppia, dall’influenza di fattori socio-culturali.

Si dice che la donna non sopporta l’infedeltà sessuale del partner, ma teme di più  il suo coinvolgimento amoroso con un’altra, perché può indurlo ad abbandonare  la famiglia. All’uomo, invece,  crea maggiormente sofferenza il tradimento sessuale della compagna, per l’atavica ed inconfessata paura di figli non  generati da lui.   

Comunque ci sono adulteri che tradiscono "a fin di bene"...,  per rinvigorire il menage contro la noia o l'abitudine.  Altri tradiscono perchè hanno bisogno di conferme: di essere attraenti ed essere amati o desiderati anche da altre persone oltre al coniuge.  Altri ancòra desiderano una relazione adulterina per avere sessualmente ciò che non si ha dal compagno o dalla compagna abituale.

Numerose ricerche psico-sociologiche (come il rapporto Pfizer sulla sessualità) evidenziano che gli amplessi al’interno della coppia sono in media 2 o 3 a settimana nel primo anno di matrimonio o convivenza, poi diminuiscono ad 1 o 2 a settimana entro i primi 20 anni di vita in comune, ed in seguito ci si limita ad un unico coito settimanale od anche meno. C’è la caduta della tensione libidica. Molte coppie diventano sessualmente “anestetizzate”, afferma Chiara Simonelli, docente di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale.

Dall’indagine Pfizer si rileva che soltanto il 44 per cento degli uomini ed il 32 per cento delle donne sono soddisfatti sessualmente.

Lo scrittore svizzero Alain de Botton ha pubblicato un altro libro dal titolo ammiccante: “Come pensare (di più) al sesso”.
Questo scrittore dice che staremmo molto meglio se non provassimo impulsi sessuali; per gran parte della nostra vita ci provocano soltanto problemi e tensioni. …
Egli afferma che dall’attività sessuale abbiamo aspettative troppo alte per essere soddisfatte, perciò spesso conseguono disagio e malinconia.

Per evitare delusioni o frustrazioni molte persone pur avendo la voglia di tradire non passano alla fase esecutiva del progetto, si “rifugiano” nell’immaginario, pensano ad avventure erotiche e non considerano grave l’infedeltà virtuale. L’importante per loro è non far seguire l’azione al pensiero, anche se mentre si sta con il/la partner si pensa…ad un’altro/a.

Ma se il/la partner vola con la fantasia significa che ci sono problemi nella realtà di coppia ed usa il “fantasma” per compensare il “noioso” e deludente menage.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 07, 2013, 06:34:00
/19

Questo è l’ultimo post che dedico all’infedeltà,  nel prossimo post discetterò sulla gelosia.

Oggi voglio brevemente  argomentare sull’uomo sposato adultero che cerca una fugace avventura erotica od un rapporto a breve termine;  si accontenta dell’attività sessuale, senza coinvolgimento amoroso.  Se necessario promette alla ragazza di voler lasciare la moglie (ma poi si rivela bugiardo, non disponibile a mettere in discussione i propri equilibri familiari), oppure fin dall’inizio della relazione clandestina  dice all’amante che non lascerà la moglie; non illude per evitare afflizioni alla fine della laison. Se è fortunato può incontrare la donna che gradisce il rapporto a breve termine.

Questi modi d’agire  mi fanno pensare alla mitologia greca ed  alle divinità dell’Olimpo, in particolare a Zeus, il “padre degli dei”, che era  un seduttore seriale di dee, ninfe e donne mortali, dalle quali ebbe numerosi figli.  Per conquistarle cambiava pure la fisionomia.

Secondo il mito la prima amante e forse la prima moglie di Zeus fu Meti , o Metide, una delle Oceanine, figlia del titano Oceano e della titanide Teti. Il nome Meti significa "prudenza" ma anche "perfidia". Prima di cedere alle lusinghe di Zeus (Giove per gli antichi Romani) usò numerose mimetizzazioni  per sfuggirgli. 

Dopo la morte di Meti, Zeus notò la bellezza di sua sorella Hera  (Giunone) e la considerò degna di diventare la regina degli dèi. Hera viveva appartata nell'isola di Eubea, insieme alla sua nutrice Macris, nella casa della nereide Teti. Era molto difficile avvicinarla perché su di lei vegliava assiduamente la sua nutrice a causa della sua giovane età. Ma Zeus non si scoraggiò. Un giorno d’inverno mentre Hera percorreva una strada di campagna le si posò su una spalla un cuculo intorpidito dal freddo.Tentò di scaldarlo coprendolo con la sua veste e cominciò ad accarezzarlo. Ma il cuculo improvvisamente si tramutò in Zeus nelle sembianze di in un bel giovane , il quale le dichiarò il suo amore e le chiese di diventare sua moglie. Hera accettò e le nozze vennero celebrate sull'Olimpo alla presenza di tutti gli dèi.

Giunone era considerata la sovrana dell’Olimpo e patrona del matrimonio, della fedeltà coniugale  e del parto.  Uno dei suoi appellativi fu quello di Giunone “prònuba” (in epoca romana la pronuba era la matrona maritata una sola volta, la quale aiutava la sposa nel giorno delle nozze, presenziava alla cerimonia del matrimonio e poi l’accompagnava la ragazza fino alla casa maritale.
Il patronato di Hera sul matrimonio non servì a tutelare se stessa, perché il  suo connubio con Zeus fu infelice. Lui la tradiva continuamente.

Fra le amanti di Zeus le più note sono:

Demetra (da questa ebbe la figlia Persefone);

Latona (= Leto, da cui ebbe due figli: Apollo e di Artemide; Leto possedeva i poteri del progresso tecnologico ed era patrona dei fabbri);

Dione (Omero racconta che Zeus l'aveva sposata e da lei aveva avuto una figlia: Afrodite);

Maia (era una delle Pleiadi; dea della fecondità e tutrice del risveglio della natura in primavera);

Temi (o Themis.  Secondo Esiodo Temi era una titanide, figlia di Urano e Gea, e fu una delle spose di Zeus).

Semele (figlia di Cadmo e di Armonia; fu amante di Zeus e con lui concepì  Dioniso);

Io (una sacerdotessa di Hera. Zeus temeva la gelosia di Hera, perciò quando andava da Io la nascondeva in una nuvola dorata);

Europa (figlia di Agenore, re di Tiro, città fenicia. Zeus s’innamorò di Europa, La vide insieme ad altre coetanee raccogliere dei fiori nei pressi della spiaggia e le si avvicinò usando un travestimento. Le apparve nelle sembianze di un toro bianco; si stese davanti la ragazza ed Europa  gli salì sul dorso, ma il toro spiccò il volo e la condusse fino all'isola di Creta. Qui Zeus le rivelò  la sua vera identità e tentò di usarle violenza, ma Europa resistette.  Allora il padre degli dei si trasformò  in aquila e riuscì a sopraffare Europa);

Leda (la leggenda narra che Zeus vide Leda mentre si faceva il bagno in un fiume, per sedurla si trasformò in un cigno. Leda generò due uova. Da un uovo sarebbero usciti i Dioscuri, Castore e Polluce, mentre dall'altro Elena e Clitennestra);

Egina (era una delle dodici figlie di Asopo e della ninfa Metope. Egina nel mito viene descritta  come una donna bellissima, concupita da Zeus;

Antiope (figlia di Nitteo, re di Tebe, fu sedotta da Zeus che le si presentò con le sembianze di satiro. Da lui ebbe due gemelli);

Alcmena (moglie di Anfitrione. Mentre questo era assente da casa  per vendicare l'assassinio del fratello di Alcmena, Zeus assunse le sembianze di Anfitrione e copulò con Alcmena, la quale generò due gemelli: Eracle, figlio di Zeus,  e Ificlo, figlio di Anfitrione);

Danae (da Zeus ebbe un figlio: Perseo. Per conquistare Danae Zeus andò da lei in forma di pioggia d'oro);
 
Callisto (una ninfa che faceva parte del seguito di Artemide, fece voto di restare vergine, ma Zeus si innamorò di lei e assunse l'aspetto di Apollo per adescarla e sedurla. Hera allora, per vendicarsi del tradimento, diede a Callisto le sembianze di un'orsa);

Lamia, una regina della Libia, della quale Zeus si era innamorato. Hera per vendicarsi trasformò la donna in un mostro, ed uccise i figli che aveva avuto da Zeus).

Il mito descrive Hera gelosa di Zeus, nemica delle amanti del marito e dei figli da loro generati.

Ma la tradita Hera fu sempre fedele a Zeus o anche lei ebbe voglia di rivalsa ? In  merito le leggende sono discordanti. Se fu infedele seppe mantenere il segreto. Comunque  si narra che la dea ebbe altre relazioni con divinità e con i mortali ed ebbe figli da loro. 

Il modello mitologico femminile di seduttrice seriale fu Afrodite, la dea greca della bellezza, della sessualità, dell’amore. Nella mitologia romana è denominata Venere e rappresenta la leggiadria del desiderio.
Ebbe numerosi  amanti, dei ed uomini.  Il primo fu Adone,  simbolo della giovanile bellezza maschile, ma il grande amore  di Afrodite fu Ares (Marte), col quale concepì alcuni figli.  Dopo sposò Anchise, principe troiano dalla cui unione con Afrodite nacque Enea, perciò gli antichi Romani la venerarono come loro protettrice, considerandola una loro progenitrice.

Successivamente Zeus obbligò Afrodite a sposare Efesto, il dio del fuoco, ma nel contempo ella  ebbe come amanti anche il dio Ermes (Mercurio), messaggero degli dei e psicopompo,  ed il dio Dioniso (Bacco).
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 08, 2013, 00:42:02
Gelosia  /1

Il sostantivo femminile “gelosia” deriva dall’aggettivo “geloso” e questo da “zeloso”, il quale rimanda al lemma latino medievale “zelosus”: parola  che veniva utilizzata per indicare la persona  zelante, dedita con impegno ad un lavoro od altro.

Nel tempo e nello spazio il vocabolo “zelosus” ha subìto un cambiamento fonetico e l’ampliamento di significato: nel nostro tempo la gelosia indica il timore dell’individuo di essere tradito dalla persona amata, di non ottenere più il suo affetto o l’amore, ed anche la paura di perdere  chi ama. 

La gelosia ha le sue radici nell’infanzia, nasce da bisogni e desideri insoddisfatti, da frustrazioni. Comincia quando il piccolo vede la madre che si dedica al nuovo nato in famiglia e lui si sente trascurato. Il dolore è forte e la ferita profonda.

Un particolare tipo di “gelosia” (nome sbagliato dato ad una grata in legno, con trama più o meno fitta,  applicata  come persiana alle finestre o sui balconi) permette a chi è in casa di guardare al di fuori  dell’abitazione senza esser visti dall’esterno. Veniva costruita nel lontano passato con listelli di legno di gelso, perciò chiamata “gelsaria, poi “gesolia” ed infine “gelosia”, non collegabile  con l’attuale significato di questa parola.  Tali grate le ho viste diffuse in  alcune nazioni del Nord Africa e del Medio Oriente come elemento comune dell’architettura islamica tradizionale.  In lingua araba sono denominate  "mashrabiya" oppure “shanasheel”.  Scherzosamente (?) quegli abitanti dicono che usano le grate per motivi di gelosia, per “nascondere” le "loro" donne. In realtà la mashrabiya”consente all'aria e alla luce di penetrare tra gli spazi e nel contempo serve per mantenere  il benessere termoigrometrico nelle abitazioni in zone calde. Due esempi potete vederli in queste foto:

(http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSmKUHWpC3QHnQhQxGNGHLjSYUgj9NaQa1laC9elTd76kAhSxzP)

(http://ad009cdnb.archdaily.net/wp-content/uploads/2009/03/172419123_6-islamic-mashrabiya.jpg)
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 09, 2013, 15:57:21
Forse io sono più unica che rara, ma non credo che, se un mio compagno mi tradisse, sarei gelosa solo o prevalentemente dal lato affettivo, ma anche da quello fisico. Immaginare che l'uomo che amo abbia provato piacere anche solo di tipo fisico... con un'altra donna..., mi farebbe imbestialire. Questo è poco ma sicuro! Poi, per gli uomini c'è sicuramente anche la fregatura che la moglie adultera vi porti in casa, come vostro figlio, il frutto del suo tradimento. :)

Condivido!
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 10, 2013, 00:31:00
Forse io sono più unica che rara, ma non credo che, se un mio compagno mi tradisse, sarei gelosa solo o prevalentemente dal lato affettivo, ma anche da quello fisico. Immaginare che l'uomo che amo abbia provato piacere anche solo di tipo fisico... con un'altra donna..., mi farebbe imbestialire.[/[/color]

Perché ?

Può dipendere dall'autostima ?

Dal timore del confronto ?

Nel prossimo post descriverò anche la gelosia retroattiva, forse t'interessa  :rose:
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 10, 2013, 00:42:46
/2

La gelosia può essere emozione o sentimento.

Viene considerata un’emozione quando si presenta occasionalmente; induce l’alterazione psicofisica e la reazione emotiva di breve durata verso episodi reali o immaginari. Se invece la gelosia permane, si stabilizza e diventa sentimento pervasivo che provoca insicurezza  e stati ansiosi.

Si può essere gelosi di un oggetto o della persona che si ama. Nel primo caso c’è l’affermazione di esclusività per una cosa che ci appartiene e non vogliamo dare ad altri, nel secondo caso c’è il timore di perdere l’affetto e la vicinanza del/la partner.

La gelosia a piccole dosi fa bene alla relazione, invece se è eccessiva diventa intollerabile,  non è un indice di grande amore ma di fragilità del rapporto di coppia,  oppure  di problemi psicologici dell’individuo che ne soffre.

Se nella coppia manca la gelosia può indicare mancanza d’interesse verso il/la partner.

La gelosia "normale": è inseparabile dall'amore. Lo “protegge” da intrusi. Permette di captare “segnali”  di attrazione del/la partner nei confronti di un’altra persona.

Lo psicologo Peter Van Sommers nel suo libro “La gelosia” ne distingue alcuni tipi.

La gelosia gratuita: è quella di chi non ama il compagno  o la compagna ma pretende da lui/lei l’assoluta fedeltà.   Questo tipo di gelosia è spesso provocata da un bisogno narcisistico o dalla bassa autostima:  il/la partner serve  per  avere conferma di esser degno di amore ed apprezzamento.
La gelosia retrospettiva o retroattiva  è collegata al passato della persona amata ed è un sintomo di immaturità affettiva,  di insicurezza, di scarsa autostima.
Essere gelosi del passato dell'altro significa incatenarlo metaforicamente ad una dimensione che non gli appartiene più. Oppure gli appartiene ancora? Questo è il dubbio insopportabile che tormenta il geloso retrospettivo, perché, anche se il passato è trascorso,  teme che lui/lei abbia nostalgia dell’ex partner  se la precedente relazione è stata molto coinvolgente e magari con una soddisfacente intesa sessuale. 
Si rende conto di non poter lottare contro un fantasma e vive il rapporto di coppia con sfiducia, teme Il “confronto” con gli ex di lui/lei, considerati più sexi, più sicuri , etc.. Non gli bastano le rassicurazioni della partner, le sue tangibili prove d’amore, attenzioni e fedeltà.

La gelosia retroattiva è invasiva; se lasciata libera di agire può minare la relazione di coppia. Perciò occorre prudenza nel raccontare il proprio passato amoroso, specie se è stato vivace. In tal caso meglio evitare la sincerità, perché il geloso retroattivo è capace di sottoporre la partner ad estenuanti interrogatori su cosa faceva con l’ex o gli ex e chiedere paragoni con lui. Tale comportamento fa male al geloso e crea disagio ed irritazione al/la partner.
Ma tacere o negare completamente il proprio passato sentimentale a volte può essere controproducente, perché si rischia di far nascere nell'altro/a dubbi e incertezze sfavorevoli. E’ meglio integrare e armonizzare le esperienze precedenti con quella in corso.

L’esistenza degli ex fidanzati turba più i maschi che le femmine. La donna quando chiude una storia di solito la chiude davvero, invece l’uomo giura di tagliare i ponti ma dentro di sé non recide il filo sentimentale che lo unisce alla ex, perciò pensa che anche la sua compagna possa fare altrettanto con il suo ex.

La gelosia preventiva: deriva dalla bassa autostima; provoca il timore di un ipotetico coinvolgimento amoroso (o sessuale) del proprio compagno o compagna con un’altra persona; induce all’isolamento sociale del/la partner:  “Ho paura di perderti, perciò non devo darti l’occasione di tradirmi.”  E’ difficile vivere con una persona possessiva e gelosa, perchè può diventare irrazionale ed incontrollabile.
La gelosia preventiva  è diffusa fra gli/le adolescenti. Un esempio: se nel gruppo amicale si aggrega una ragazza di bell’aspetto, questa può suscitare insicurezza e gelosia preventiva in un’altra fanciulla che fa parte della stessa comitiva ed è innamorata di un giovane dello stesso “clan”. Ella teme che egli possa “perdere la testa” per la nuova arrivata.

Ragazze e ragazzi molto gelosi durante l’adolescenza, da adulti diventano tranquilli se riescono ad acquisire maggiore sicurezza ed autostima.

Lo psichiatra e psicoterapeuta statunitense Frank Pittman nel suo libro “Bugie private. L’infedeltà e il tradimento dell’intimità”,  dice che la  gelosia preventiva in parte può essere spiegata dal fatto che solitamente le persone, mentre tendono a vedere se stesse come degli individui controllati ed affidabili, temono che il proprio partner possa perdere il controllo.

La gelosia reattiva: si manifesta come conseguenza  del  tradimento, presunto o reale,  del/la partner. 
Spesso la  reazione è eccessiva, ma dipende dalle circostanze e dal carattere della persona gelosa. Se si tratta di un “equivoco” i rapporti nella coppia riprendono con normalità, se invece l’adulterio è reale  lo shock è brutale.

(http://www.riconquistare-ex-ragazza.it/wp-content/uploads/2012/06/5.gelosia-reattiva-150x150.jpg)
La gelosia reattiva
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 10, 2013, 12:57:32
Non vedo cosa c'entri l'autostima, a meno che la gelosia diventi davvero immotivata ed ossessiva. Lo stesso dicasi sul confronto: perché timore del confronto? Confronto con chi? Con l'eventuale amante del compagno? Se c'è amore: affetto + attrazione sessuale, c'è anche un desiderio sano di appartenenza  (non di possessività) e una richiesta di esclusività che protegge l'integrità dei sentimenti e dell'intimità della coppia. La gelosia è funzionale per proteggere la coppia. Non ho mai sofferto di gelosia retroattiva. Ma perché non ci chiediamo se la "gelosia  preventiva" non sia causata anche dall'ambiguità e scarsa chiarezza del partner? È sempre frutto dell'insicurezza del geloso? Se si ha il subdolo sentimento o sentore della "paura di perdere" la persona amata, non può essere perché sia proprio la persona amata a mandare segnali non rassicuranti coi suoi comportamenti, modi di fare, o nel dire cose e farne invece altre? Magari in un sottile reciproco "gioco" psicologico più o meno inconscio?

Una persona che ispira poca fiducia, sicurezza e chiarezza a chi dovrebbe amare, non ne vale minimamente la pena frequentare, se non c'è affinità e sopratutto complicità, un rapporto secondo me non può funzionare.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 10, 2013, 17:13:40
Sono d'accordo, ma in questo caso se la cosa si protrae l'errore è in chi Ama che per bene suo dovrebbe metterlo spalle al muro e parlare chiaramente, senza accettare mezze risposte, o incerte.
Io dopo un mese in una situazione simile l'avrei già rimandato indietro, sopratutto se a parlare ed essere chiaro non ne è capace, non ne vale la pena.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 11, 2013, 00:29:43
/3

Alcuni studi di psicologia sociale hanno cercato di definire dei parametri soglia per definire il confine tra gelosia normale e patologica. È” normale” se è occasionale e transitoria, se invece è quotidiana ed infondata, viene considerata  patologica. Coinvolge la personalità dell'individuo geloso e la sua relazione affettiva. Lo induce a  perdere il contatto con la realtà, a scambiare i sospetti per certezze; crea ansia, insicurezza, depressione, notevole disagio e difficoltà interpersonali.

Nel  “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, noto anche con la sigla DSM (che deriva dal titolo dell'edizione statunitense “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”), il più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca, la gelosia patologica è classificata tra i deliri (DSM IV).   

La gelosia patologica può assumere varie forme, di solito comprese in tre gruppi, distinti in base alle caratteristiche espressive della gelosia.

Gelosia possessiva:  l’amore non può prescindere dalla gelosia “normale” e dalla reciproca possessività, ma l’ideologia del possesso (tu sei mia/mio) e la gelosia non debbono diventare dominanti in uno dei partner, né diventare elementi che inducono a  controllare l'altro, che finisce per sentirsi intrappolato, assediato e preferisce la fuga ad una situazione invivibile.

Gelosia Ossessiva: si manifesta con disturbi ossessivi-compulsivi.
Nella gelosia ossessiva i pensieri d’infedeltà del/la partner sono incoercibili; inducono a cercare  “segnali” o indizi del tradimento o della fedeltà  del compagno o della compagna. L’individuo ossessionato dalla gelosia   sottopone la moglie od il marito a continui interrogatori, guarda l’abbigliamento che lui/lei indossa, ecc..Il geloso ossessivo è consapevole delle sue esagerazioni ma non riesce a controllarle.   
 
Gelosia Delirante o paranoica: induce il soggetto  geloso alla convinzione dell’infedeltà del/la partner, anche se non è vero, perciò  tenta di far confessare l’adulterio al compagno o alla compagna ricorrendo , se necessario, alla coercizione ed alla violenza fisica. Talvolta il partner accusato, nella speranza di porre fine ad una situazione insostenibile, ammette anche l’inesistente tradimento, ma il/la delirante,  avuto/a la conferma delle sue certezze, intensifica la sua aggressività.

Il geloso  o la gelosa delirante immagina il suo rapporto di coppia in una situazione triangolare con l’altro/a.  Assilla con domande, allusioni, cerca prove d’accusa, si sofferma sugli sguardi, le coincidenze, e può diventare violento.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 11, 2013, 07:58:29
Dite che io potrei diventare violenta?  ;D
(http://www.riconquistare-ex-ragazza.it/wp-content/uploads/2012/06/5.gelosia-reattiva-150x150.jpg)


Siiiii, “ce poi mette la mano sur foco”, dicheno a Roma.

La tua domanda ironica merita una risposta ironica.

Violenza deriva dal latino “violentia” (= forza eccessiva), ma tu sei così fragile, mansueta, mite, remissiva, docile, accondiscendente.

La tua “forza eccessiva” è forse  nel “bon ton”, eccelli nella comunicazione interpersonale.

L’ironia psicologica fu oggetto di studio dello psicoanalista Sigmund Freud: esaminò i modi e le circostanze in cui un soggetto diventa comico o può essere considerato tale. 
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 11, 2013, 22:08:27
Dici bene, "dovremmo commentarli" perché non basterebbe una sezione per intervenire e mettere a dura prova le tesi del dottore, anche perché in proposito (o quasi) vorrei capire meglio una cosetta, perché è alquanto bizzarra, come altre che ho letto (quali di un giapponese che si è sposato con una ragazza virtuale) comunque :

9 Gennaio 2011
Quando si dice “amore per gli animali”, c’è sempre qualcuno che esagera.

L’australiano Joe Guisio, 20 anni, ha sposato il suo cane, una femmina di labrador di nome Honey. La cerimonia (piuttosto elaborata e con diversi invitati) si è tenuta in un parco di Toowoomba, nella regione del Queensland, nella quale la cagna era agghindata con un mantello bianco.

uomo-cane

Guisio ha spiegato che è molto affezionato all’animale (ma il suo amore è “puramente platonico”, tiene a precisare), e l’idea gli è venuta perché – dato che alcuni amici stavano iniziando a sposarsi – voleva anche lui essere protagonista di una cerimonia. “Non è un matrimonio vero e valido”, mette le mani avanti il giovane, che sembra stia già affrontando le prime difficoltà di coppia, dato che Honey non gli abbaierebbe più come prima…

The Telegraph



http://notizie.delmondo.info/2011/01/09/uomo-sposa-il-suo-cane/#ixzz2ecHwCroF (http://notizie.delmondo.info/2011/01/09/uomo-sposa-il-suo-cane/#ixzz2ecHwCroF)


Domanda : è Amore o soltanto zoofilia con una cagna?  ???
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 11, 2013, 22:37:35
Hai frainteso: la mia battuta precedente era auto-ironica. Sì, abbiamo un pò guastato il tuo thread dove con impegno e diligenza  discetti su questi argomenti, tuttavia a volte suscitano il desiderio di estendere l'argomento evidenziando altri punti di vista e di riflessioni, espresse anche con fervore. Micio ha accolto le mie riflessioni e mi ha saputo dare le risposte adatte. Non  volevamo rovinare di proposito il topic.  Sei  più propenso al monologo che al dialogo, alla comprensione e spiegazione accademica, razionale e asettica. Poi, certo, si spezza la continuità dei tuoi post; dovremmo  commentarli intervenendo in un'altra sezione.

Macché frainteso. Lo so che era scherzosa, perciò  nel precedente post ti ho risposto in dialetto romanesco e con ironia. Ho anche citato Sigmund Freud perché pensavo al suo saggio “Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio”, pubblicato nel 1905.

Per quanto riguarda la tua obiezione c’è da dire che molti psicoterapeuti hanno l’esperienza statistica di uomini che non tollerano l’infedeltà sessuale della partner, come nei rapporti occasionali; invece le donne temono di più il coinvolgimento amoroso dei compagni, perché possono essere indotti ad abbandonare la famiglia ed i figli.
Comunque per farti contenta ho corretto il post ed ho aggiunto  che tale teoria non è confermata dalle ricerche psicosociali, come quella pubblicata sulla rivista “Psychological Science”, la quale evidenzia che le due forme di gelosia non dipendono dal genere maschio o femmina ma dalla propria personalità , dal tipo di rapporto di coppia, dall’influenza di fattori socio-culturali.

Ho già detto nel passato che non considero “guastato”  il mio topic con interventi pertinenti. Perciò ben vengano le osservazioni, da parte di tutti.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 11, 2013, 22:43:05
Micio, la "fauna" umana è complessa. E' difficile star dietro alle sue azioni.

Lo stravagante australiano ha cercato un modo per far parlare di sé. ::)
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 12, 2013, 00:13:28
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Nel 1922 Sigmund Freud fece pubblicare il suo saggio titolato: “Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità”, in cui descrive tre forme di gelosia: gelosia competitiva o normale, gelosia proiettata, gelosia delirante.  Sebbene abbiano alcuni aspetti in comune si differenziano nella  modalità relazionale.

La gelosia competitiva, definita “normale”, è inseparabile dall’amore di coppia. Suscita frustrazione se la persona amata preferisce un altro partner;  induce  stati d’ansia,  afflizione.  Il soggetto si autocritica, si sente colpevole della possibile perdita del proprio compagno o compagna ed odia il presunto rivale, col quale si considera in competizione.   

La gelosia proiettata:  consiste nella proiezione sul/la partner del proprio desiderio  inconscio di infedeltà, e deriva dalle proprie esperienze concrete di adulterio, oppure da pulsioni che lo inducono al tradimento. 

La gelosia delirante: l’ho descritta in un precedente post, ma qui mi soffermo brevemente sulla teoria di Freud: l’individuo proietta la sua gelosia sul/la partner  per nascondere il suo desiderio omosessuale verso l’ipotetico/a rivale.  Questa  sua teoria è oggi  considerata incompleta od errata perché non esamina alcuni problemi  psicologici creati dal narcisismo.
Attualmente la gelosia delirante è denominata “delirio di gelosia”, presente in alcuni disturbi psicotici. L’individuo immagina e crede  vera l’infedeltà del/la partner, perciò può decidere di  perseguitare o aggredire  sia il compagno o la compagna sia il presunto/la presunta amante. 

Un altro tipo di gelosia è quella “utilitaristica”: riguarda individui che amano poco o  nulla il/la partner  e diventano gelosi solo  se c'è il pericolo di perderlo/a, perché  considerano il compagno o la compagna  un proprio possesso e non un individuo libero, capace di decidere e scegliere.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 13, 2013, 06:41:57
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Il semiologo francese Roland Barthes (1915 – 1980) nel suo saggio “Frammenti di un discorso amoroso” ha fra l’altro scritto: “Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.”Infatti la gelosia è complessa perché in essa interagiscono numerosi fattori.

Lo psichiatra Paolo Crepet nel suo libro “La gelosia” dice che quella immaginaria può essere pericolosa perché non conosce limiti. Chi ne soffre è dominato dal sospetto: fruga nelle tasche o nella borsa del/la partner, ne controlla gli sms, spia la sua conversazione da dietro la porta, ecc.

Il geloso immaginario sa che i suoi controlli possono distruggere il rapporto di coppia e vive male: rimugina dubbi, presentimenti, sospetti.

Per vincere la gelosia irreale è fondamentale capirne le cause: può dipendere da un basso livello di autostima, dall’insicurezza, dalla paura di perdere l'altro/a,  dalla frustrazione di non sentirsi unici e indispensabili per lui/lei.

Un amico virtuale mi ha scritto per dirmi: “Ero geloso, insicuro. Ho conosciuto la ragazza  che poi ho sposato e mi ha fatto capire che quando una donna ama con convinzione non tradisce il partner. Ne ho avuto le prove ed ho superato quel problema. So che la donna (normale) prima di tradire invia segnali al partner e questo deve saperli comprendere se  ama la compagna.”

La gelosia è insita nella natura umana, a prescindere dalla latitudine, dalla cultura e dall’appartenenza sociale.

Dall’infanzia alla vecchiaia si può soffrire di gelosia, in modo lieve o intenso, oppure in forma patologica.

Fra gli uomini e le donne si rilevano diversità nei comportamenti collegati alla gelosia. Nel tradimento i maschi cercano di discutere il problema, di affrontare il rivale o aggredire la compagna. Le femmine, invece, tendenzialmente manifestano con meno intensità la gelosia ed i comportamenti connessi, però soffrono maggiormente di sentimenti negativi,   come la disperazione,  la depressione e le malattie psicosomatiche. La reazione comune ad uomini e donne è quella di meditare spesso sull'accaduto.

La neuropsichiatra Donatella Marazziti ha coordinato una ricerca sulla gelosia ed ha rilevato che è un sintomo, la punta di un iceberg, l'espressione della vulnerabilità sottostante.

Per fronteggiare la gelosia, ridurre l’ansia e l’aggressività occorre rafforzare l’autostima, la fiducia in se stessi,  migliorare l’immagine di sé.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 14, 2013, 06:32:18
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La gelosia è innata ed è una strategia di difesa per non perdere il/la partner, per dare stabilità alla relazione di coppia. Si attiva come risposta ad una minaccia e può essere manifestata con diverse modalità.
 
La gelosia è connessa al bisogno di possesso:  “sei mio/a, mi appartieni. Ho bisogno di te, devi consolarmi, proteggermi.”

Lo psicoanalista Peter Schellenbaum nel suo libro titolato “La ferita dei non amati” afferma che il bisogno di affetto inappagato spesso ha origine nell’infanzia o in una deludente esperienza amorosa che influisce sulle successive relazioni affettive. Egli si dice convinto che l’introspezione può aiutare a riportare nella coscienza l’esperienza negativa per poi recuperare la capacità di amare ed essere amati.

Lo psicoterapeuta statunitense John Welwood nel suo libro “Amore perfetto, relazioni imperfette” afferma che i problemi di relazione riguardanti l’amore influiscono sulla qualità della vita. Sentirsi non amato, di non essere degno d’amore per ciò che si è, soffoca la capacità di aver fiducia negli altri e nel/la partner, rende incapace di aprirsi all’amore. Welwood dice che non bisogna soffermarsi sull’amore che non c’è ma su quello che ci viene offerto: l’amore è un dono reciproco tra partner che si amano e come tale non può essere preteso né ottenuto.

La persona amata è un valore e non un nostro possesso, anche se vogliamo che ci appartenga. Ella appartiene a se stessa anche nel momento in cui dice "ti amo, sono tuo/a".

Questa distinzione fra valore e possesso è una non facile conquista, capace però di dare significato positivo al rapporto di coppia, che deve essere basato sulla qualità e non sulla durata. E’ molto triste vivere per tanti anni con una persona che non si ama, non si stima. Però per rispettare il “valore famiglia” e per altri motivi, in particolare economici, si continua a stare insieme.

Una mia amica mi ha detto: "...io voglio che il mio uomo stia con me non perchè gli impedisco di guardare, conoscere, frequentare altre donne, ma perchè desidera stare con me".

Le persone gelose sono in ogni strato della società, senza distinzione di livello culturale.

La persona che soffre di gelosia ha di solito un basso livello di autostima, scarsa fiducia in se stessa, un'immagine di sé poco adeguata, insicurezza. E la gelosia è  l'espressione del timore di non essere in grado di mantenere saldo e vivace il legame affettivo con il/la partner.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 15, 2013, 08:00:50
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Le esperienze affettive nell’ambito familiare influenzano  successivamente sia la capacità di amare il/la partner  sia le modalità espressive della propria gelosia. Quello che accade fra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, incide nella memoria, condiziona la percezione, che diventa minuziosa nei riguardi della persona amata e del/la rivale reale, potenziale o immaginario/a. La gelosia fa diventare selettiva anche l’attenzione:  mira su eventi in precedenza trascurati, come l’orario di una telefonata, un’insolita cura nell’abbigliamento,ecc..

Se il geloso è con la persona amata ed è costretto dalle circostanze  a conversare con un potenziale rivale, di questo esamina l’aspetto fisico, se è da considerare intelligente, istruito, se ha successo professionale, ecc.. Controlla  gli sguardi del possibile rivale e quelli del/la partner, il loro tono di voce e gli atteggiamenti.  E’ sospettoso, non ha fiducia nella compagna o compagno.

Il giornalista e scrittore Roberto Gervaso in un suo aforisma ha scritto: “Spesso, la gelosia non è che un presentimento.” 

Nel libro "Il primo amore" il sociologo Francesco Alberoni, evidenzia che la gelosia è il sentimento che ci sconvolge quando la persona che amiamo preferisce un altro o quando temiamo che possa preferirlo. E siamo tanto più gelosi quanto più ci sentiamo impotenti, deboli verso il rivale, quanto più lo consideriamo superiore a noi.

La struttura della gelosia è sempre triangolare. C’è chi ama, c'è la persona amata e c'è il/la rivale che “ruba” (?) la persona amata. Ma per suscitare la gelosia non basta il rivale. E' necessario che la persona amata si metta dalla sua parte, se ne lasci affascinare, lo confronti con il proprio partner.

Si è gelosi dell'individuo che ci deruba la persona amata ma anche del/la partner che ci tradisce. E la nostra aggressività può rivolgersi verso entrambi, perché il tradimento fa molto male.  E’ devastante per chi lo subisce.   Suscita delusione, collera, indignazione: “Vattene, non ti voglio più vedere, non mi toccare.”  Anziché  urlare è meglio il silenzio, l’interruzione della comunicazione. 

L’unica strategia vincente contro la gelosia sembra essere il “principio di minore interesse”, attribuito, forse erroneamente,  al sociologo statunitense Walter Waller Willard: “In una relazione amorosa chi prova minore interesse ha più potere di colui il cui interesse è maggiore”.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 16, 2013, 05:52:10
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In un rapporto amoroso un po’ di gelosia è inevitabile ed anche desiderabile, ma entro limiti accettabili (ognuno ha un proprio livello di tolleranza) altrimenti i dubbi, i sospetti e la sfiducia possono rendere difficile il rapporto, fino a soffocarlo.

L’ amore si basa sulla reciproca fiducia non sulla paura del tradimento. Il vero amore dà tranquillità al compagno o alla compagna. Invece la gelosia alimenta il sospetto, induce la coppia a limitare i rapporti interpersonali,  e la libertà individuale viene condizionata da timori eccessivi di chi vive con un partner geloso in modo patologico.

La psicologa Donatella Marazziti nel suo libro "E vissero per sempre gelosi e contenti” sostiene che la gelosia può diventare un sentimento positivo se rinvigorisce l'amore, se può servire a far recedere dal possibile adulterio, se disinnesca il rischio della fine del rapporto di coppia.

La Marazziti espone 7 regole per trasformare la gelosia in un sentimento positivo.

1) Accettare l'evidenza della propria gelosia, considerandola come segno d'amore verso la persona amata.

2) La gelosia segnala un pericolo, presunto o vero, nel rapporto di coppia. Nel caso presunto bisogna far finta di ignorare; nel caso del tradimento reale è necessario affrontare l'argomento con il/la partner...cercando di mantenere la calma.

3) Prima di iniziare una scenata di gelosia bisogna chiedersi se questa dipende dalla propria insicurezza o dal comportamento del partner.

4) Nella coppia la persona gelosa deve comunicare al partner i propri timori, le ansie suscitate da tale sentimento.

5) Se il partner geloso comincia a sbraitare, ma la sua gelosia è infondata, bisogna ribadirgli il proprio amore.

6) Il colloquio chiarificatore rende entrambi consapevoli della situazione del rapporto di coppia. Il timore di perdere il compagno o la compagna fa riflettere.

7) Le occasioni per tradire sono numerose ed è impossibile controllare continuamente il/la partner. L'unica strategia valida per evitare tradimenti e gelosia è impedire, secondo la psicologa, che la persona amata si stanchi. Nel rapporto di coppia deve prevalere l'immaginazione e non la routine.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 18, 2013, 13:49:22
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Una vita apparentemente tranquilla spesso nasconde inquietudini mai comunicate alla partner, che le apprende  casualmente mentre cerca un oggetto in un cassetto, dove vede una lettera piegata in quattro  ma senza la busta per la spedizione. Sui fogli c'è la scrittura di suo marito con la data della compilazione, ma forse  questa è falsa. La donna non crede  che possa essere stata redatta alcuni anni prima.

La lettera è indirizzata ad una donna, ma non c’è il suo nome.  Ci sono frasi che esprimono emozioni, sentimenti, passione. Le proposizioni narrano intimi pensieri e desideri che suo marito non le ha mai svelato e si sente offesa, esclusa dalla vita del suo compagno dopo tanti anni di vita in comune.

Comprende che egli si sente intrappolato nella monotonia della loro quotidianità matrimoniale, ed ha bisogno di anteporre il suo io al noi, il piacere individuale alla coppia.

La moglie dopo aver letto la lettera si sente male, è sgomenta. Non riesce a capire se è il tradimento a devastarla psicologicamente o la scoperta di aver vissuto con un uomo-iceberg  del quale è difficile immaginare i suoi tanti pensieri nascosti.

(http://static.guide.supereva.it/guide/sogni/iceberg.jpg)
(la quasi totalità dell'iceberg è subacquea rispetto a quella emersa in superficie)

La rilegge e piange. Sono lacrime di disperazione, ira e gelosia. Forse esagera, perché la lettera non è stata spedita. Per non tradire davvero ? Per timore ? Ma perché la lettera in quel cassetto se suo marito è prudente ed ordinato ?

La moglie cerca di ricordare i giorni vissuti con lui nella data scritta sulla lettera…che periodo era ? Aveva notato qualcosa di inusuale ? Nulla che avrebbe dovuto allarmarla. Lei era certa di amarlo, e glielo faceva comprendere con le parole, gli sguardi, le carezze, il corpo, dicendogli la sua ammirazione per la sua intelligenza, l’ironia, la tenerezza, la generosità. Eppure…

Non era riuscita a comprenderlo ? Non l’aveva ascoltato abbastanza ? Credeva di aver capito le sue speranze, le sue meditazioni, invece… E mentre rifletteva pensava che forse non era stata una buona compagna. Si colpevolizzava. Forse era stata distratta, superficiale, assente. Qualcosa del loro rapporto di coppia le era sfuggito, non lo aveva compreso o che lui le aveva celato.

Poi le venne un dubbio. Forse la  lettera è dedicata a lei ed il marito l'ha scritta per farle una sorpresa, per dirle quanto l'ama e non  per svelare la sua infedeltà.


Lascio ai lettori la scelta della "verità". Questo mio racconto è volutamente inconcluso per offrire ad altri la possibilità di esternare in esso il proprio immaginario, condizionato sempre dalla propria personalità.

Il poeta e filosofo libanese Kahlil Gibran (1883 – 1931) direbbe che "La realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice." (dalla raccolta di aforismi “Sabbia e schiuma”)

Questo post conclude il mio viaggio dentro la gelosia, che nella coppia crea  ansia, tormento, delusione, aggressione.

E’ necessario distinguere tra il tradimento reale ed il sospetto di adulterio.  Nel primo caso spetta ai partner  trarre le conseguenze, nel secondo si può cercare di soffrire meno non usando i propri dubbi come alibi per mimetizzare la scarsa fiducia nel/la partner.   
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 20, 2013, 10:41:10
Doppio legame: i pendolari dell’amore

Nel nostro tempo la bigamia coinvolge uomini e donne.

Una mia amica virtuale da alcuni mesi ha la relazione “passionale” con un suo collega di lavoro  ma rimane affettivamente legata al marito.  L’amante è creativo, effervescente, divertente, mentre il marito è metodico, equilibrato, rassicurante,  noioso, anche negli amplessi,  che lei considera monotoni, ripetitivi, insoddisfacenti.
 
Lei aveva voglia di amare ed essere amata, di comunicare, di raccontare, di essere ascoltata. Si sentiva in credito verso la vita, si guardava intorno alla ricerca di un altro partner simpatico, accogliente, disponibile ad un rapporto di coppia rasserenante, gratificante. Un collega le faceva la corte. Per un po’ di tempo desiderò che lui l’abbracciasse e la baciasse, ma psicologicamente non riusciva a mettere insieme il desiderio e la persona. Poi ebbe  la forza di “abbassare le difese”, iniziò la relazione clandestina ed il “doppio legame”: il marito come  complemento, l’amante desiderio, come amore.

Per lei scegliere uno dei due è impossibile, ha bisogno di due partner per soddisfare più parti di sé e si divide tra amante e marito.

Nelle relazioni simultanee il/la protagonista ha una dose di opportunismo: prende quanto di meglio i due partner possono dare.

Amare, o credere di amare due persone contemporaneamente corrisponde ad amarne una soltanto. Esse  corrispondono a due componenti della personalità: l’uno appaga un bisogno erotico-passionale; l’altro, invece, un bisogno di sicurezza e conformismo. L’amore e la sessualità da una parte;  l'affetto,  la sicurezza, la solidarietà dall’altra.

Il coinvolgimento nel doppio legame dà ansia, stress, ricorso a continue bugie.  Ma non è facile uscire da tale situazione,  perché l’interruzione di una delle due relazioni provoca sofferenza.   
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 23, 2013, 07:43:17
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Secondo un'indagine pubblicata di recente, in Italia  sarebbero circa 2 milioni e mezzo i pendolari dell'amore. Sono persone che hanno il/la partner in altre città, anche distanti tra loro, e debbono compiere viaggi di ore per poter stare insieme.

Gran parte di questi amanti perennemente on the road sono teenager: ragazzi colpiti dalla freccia di Cupido durante le vacanze estive, ancora in attesa di smaltire l'infatuazione, cosa che avviene entro l’autunno. Una raffica di telefonate, qualche mail, la promessa di vedersi, poi più niente. La lontananza spezza ogni residua velleità e 50 chilometri da  percorrere con la moto, l’automobile o con un treno sono come un oceano da attraversare. Tutto finisce.

Ma ci sono anche pendolari  d’età “matura” rimasti impantanati in qualche affaire interregionale o addirittura internazionale. Per loro prendere un aereo, un intercity o farsi qualche ora di autostrada non è un problema; anzi, la prospettiva di farsi un week end "lussurioso"  val bene il sacrificio dei viaggi.

Gli incontri extraconiugali sono favoriti anche dalle chat, i forum ed i social network.  Questi permettono attrazioni ed innamoramenti che travolgono la vita coniugale ed inducono alla separazione.

Ci sono coppie che si trascinano per anni in questa condizione di pendolarismo senza badare a spese in biglietti, benzina, telefono e a tutto quello che serve per mantenere questo mènage. Si trascinano stancamente. Non hanno il coraggio d'interrompere la relazione con l'amante. Temono scenate, aggressioni.

Nel doppio legame chi tradisce mantiene spesso una doppia fedeltà, al vecchio e al nuovo amore. Naturalmente le due situazioni sono diverse, almeno all'inizio: la relazione consolidata promette serenità, un punto di riferimento preciso, un porto a cui approdare, bene o male,  quando si torna a casa dopo aver fatto vela verso isole sconosciute. Invece il nuovo rapporto ha dalla sua il "colore intenso", aurorale, rigenerante. Però col passar del tempo anche la  nuova e parallela relazione perde la sua novità, si normalizza. Diventa un po' noiosa come l'altra.

Nello scorso secolo la cosiddetta "liberazione sessuale" degli anni Sessanta ci ha insegnato due cose apparentemente in contraddizione: che si può cercare la massima intensità di emozioni rompendo i legami con partner fissi, esplorando per cercare il piacere e l'avventura; al tempo stesso, che si può, forse si deve, pretendere la felicità dall'amore.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 24, 2013, 00:15:26
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Nel “doppio legame” ci sono casi in cui l’individuo è incapace di scegliere tra moglie ed amante e va in “stallo”, in senso figurato. Non vuol perdere la moglie, non vuol privarsi dell’amante, preferisce non decidere e continuare la triangolazione affettiva, finché dura.

"La strategia del doppio legame" è il titolo di un articolo elaborato alcuni anni fa dallo scrittore Raul Montanari  per il settimanale“D”, allegato al quotidiano  “la Repubblica”  del 25 giugno 2005. Egli dice che se l'adulterio è un episodio occasionale forse è esagerato considerarlo tradimento. E’ meglio definirlo con un sinonimo:  scappatella, divagazione, esperienza extraconiugale, avventura.

E se un legame dura nel tempo ? Montanari afferma che “Paradossalmente, parlare di tradimento sembra ancora più fuori luogo. Se tua moglie ha un altro uomo da tre anni, come fai a dire che ti tradisce? Sta con lui, basta. Sta anche con lui. Tradisce lui con te e te con lui; quindi non tradisce, ha semplicemente un doppio legame amoroso. Così il tradimento galleggia a metà strada fra il troppo e il troppo poco, e viene sostituito da espressioni che, a guardarle bene, sono tutte perfette per descrivere la situazione dell'altro (lui sta con una, lui ha avuto un'avventura) ma non la mia (sono stato tradito!). È come se ci difendessimo dal trauma di dover definire ciò che sta avvenendo, e credo che questo disagio nell'usare certe parole descriva una vera e propria evoluzione genetica del tradimento, e di conseguenza della vita di coppia. Intanto, chi tradisce mantiene spesso una doppia fedeltà, al vecchio e al nuovo amore. Naturalmente il sapore delle due situazioni è diverso, almeno all'inizio…”

Ma come considerare l’infedele ? Un egoista che non sa rinunciare e non vuol  scegliere per non soffrire ? Per non dare sofferenza a chi lo ama ?

Le scelte possono avere un costo che si deve pagare, ma anche le non scelte hanno un costo: la perdita del coniuge e/o dell’amante.  Allora è necessario trovare il coraggio di affrontare la realta' e  rinunciare a chi dà meno afflizione.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 24, 2013, 14:48:47
Se in un rapporto esiste la gelosia, il rapporto non può sussistere in modo equilibrato, non può essere vero, la gelosia deriva da una insicurezza di se stessi, ed anche da una insicurezza che trasmette il compagna/o, quindi che rapporto è? Un rapporto falso, perché  in questo caso la complicità non nasce, non esiste, dimostrazione di due persone insicure che non si conoscono, lo stesso classificare la gelosia come hai scritto tu è un modo per fuggire dalla propria di gelosia, sennò che mondo sarebbe senza nutella? o kinder buoenoooooooo?  ;D
Lo ammetto, ultimamente sto tradendo in maniera eccessiva, l'adorata nutella, ma il kinder buoeno, è troppo buono? eppure sono geloso se lei se ne va con qualcun'altro.. uhm.. di che gelosia si tratta?  ???
Su, la gelosia esiste solo per i gelosi, per i troppo insicuri, e per chi non conosce il proprio partner, che sia insita nell'uomo è una bippata  ;D Una coppia non può essere gelosa se si scambiano attenzioni.

Citazione
"Nel libro "Il primo amore" il sociologo Francesco Alberoni, evidenzia che la gelosia è il sentimento che ci sconvolge quando la persona che amiamo preferisce un altro o quando temiamo che possa preferirlo. E siamo tanto più gelosi quanto più ci sentiamo impotenti, deboli verso il rivale, quanto più lo consideriamo superiore a noi. "

Questa si chiama stupidità, egoismo di desiderio verso qualcuno che non ci vuole perché desidera qualcun'altro.  ;D

Citazione
"L’unica strategia vincente contro la gelosia sembra essere il “principio di minore interesse”, attribuito, forse erroneamente,  al sociologo statunitense Walter Waller Willard: “In una relazione amorosa chi prova minore interesse ha più potere di colui il cui interesse è maggiore”"

Addirittura le strategie per vincere in un rapporto, ma un rapporto non è fatto da due persone?  ???

Citazione
"Doppio legame: i pendolari dell’amore
La bigamia non è più un fenomeno tipicamente maschile, interessa anche le donne, le quali però raramente si “costruiscono” una seconda famiglia. Anch’esse possono vivere due relazioni fisse, una ufficiale ed una clandestina,  entrambe importanti, capaci di durare per anni o per tutta la vita. Ecc.. "

Ehm.. citare la fonte? Dottore, copiare da un libro, oltretutto di Willy Pasini è reato ;D tra l'altro anche vecchiotto  ;D

Scherzi a parte o no, di libri ne ho letti, Willy Pasini come Francesco Alberoni, eppure ritengo che tutte queste cose non servano, non a me magari perché le ho lette, ma a prescindere non servono se non rendono migliori la persone, se non le portano ad esporre la propria emotività, non insegnano niente, piccole regole di per se inutili, perché delle cause, delle vere cause di tutto ciò non ne parlano, vedono un lato ma non vedono l'altro, in parole povere non servono a una mazza  ;D
Si legga Figli di Mamma e Pelle e Cuore di Anna Del Bo Boffino, poi ne riparliamo  ;D
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 24, 2013, 19:21:36
Sono d'accordo con Micio, anche perché non si prende mai in considerazione l'altro termine della gelosia, cioè la persone verso cui è diretta. A volte è quasi volutamente provocata e da persone che vogliono o sanno trarre vantaggio da un certo modo di fare che suscita gelosia, e possono essere sia uomini che donne. Queste persone sono  attenti manipolatori in perenne ricerca di una/un partner (infatti sono spesso single), egoisti, infantili, si preoccupano soltanto di ricevere conferme per sentirsi accettati. Desiderosi di essere lisciati, coccolati e  rassicurati, diventano "amici" solo di chi gli offre tanto. Incapaci di donarsi gratuitamente si interessano soltanto di chi cattura il loro interesse, sono totalmente incapaci di amare.  Siffatti uomini o donne quando si innamorano non sono  capaci di essere critici nei confronti della persona amata poiché il loro innamoramento è fortemente idealizzato, di conseguenza concentrano su di esso tutte le loro risorse affettive (come il comportamento borderline), ma nel frattempo, prima di incontrare la persona che lo abbindoli, si tengono aperte tante altre possibilità suscitando così gelosie. Meglio evitare di stare al loro gioco, a meno che non si voglia catturare la loro attenzione per un proprio interesse.

Pienamente d'accordo, e si potrebbe aggiungere e non poco, come per esempio che sono insicuri, incerti, non sanno esattamente cosa vogliono se non spassarsela, e direi anche egoisti nel donarsi, perché hanno paura di rischiare; non dovrebbe andare così, non dovrebbe andare affatto così, perché tutte queste scappatoie, tutte queste scuse, non fanno altro che ferire, non esiste giustificazione per un tradimento, e la presunta gelosia è solo una causa di propria insicurezza, insicurezza che trasmette al compagna/o, bisogna essere forti, molto forti, troppo per delle persone che desiderano qualcosa di Vero e sincero.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 24, 2013, 22:17:44
Micio e Rossy mi sembrate il gatto e la volpe, ma io non sono Pinocchio.

Micio debbo dirti la verità: non credo che tu abbia i 20 anni che dici di avere, come non credo che Rossy abbia meno di 40 anni.  :-* 

Invece di criticare  continuamente vi consiglio di iniziare un vostro topic e dite tutto quello che sapete sui rapporti di coppia.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 25, 2013, 07:37:27
Come definire le persone sposate che  nel contempo hanno un’altra relazione clandestina di lunga durata ? Va bene  la frase “doppio legame” !  Se il fedifrago non contrae il matrimonio anche con l'amante non è appropriato il termine “bigamia”, che è un reato previsto dal Codice penale.

Oggi consideriamo immorale il doppio legame, ma nel passato era tollerato. Nell’antica Grecia ed in epoca romana il concubinaggio era diffuso nelle classi economicamente agiate. 

Nel diritto romano il concubinato ebbe rilevanza giuridica con la “Lex Iulia de adulteriis”.  La donna non legata dal vincolo coniugale conviveva ed era economicamente mantenuta da un amante, un uomo coniugato.

Il concubinato consensuale era frequente  tra un “padrone” ed una schiava che vivevano nella stessa domus.

La donna coinvolta nel concubinato viene detta concubina. Il termine deriva dalla parola latina “concùmbere”,  composta da “con” (cum,=  insieme) e “cùmbere” (= soggiacere… a letto).

Il lemma maschile “concubino” non è diffuso perché di solito per la donna sposata era difficile convivere e mantenere economicamente un amante, ma ci sono casi di mogli di alcuni imperatori romani che avevano il “concubino”.

Oggi tale relazione viene comunemente indicata dall'espressione "convivenza more uxorio", o semplicemente “ convivenza".

In epoca feudale e nei secoli successivi  per i cosiddetti “nobili” i matrimoni  venivano  “combinati”  dai familiari. Gli insoddisfatti poi cominciavano  una relazione parallela  con una cortigiana, la “favorita”, che era una concubina.
 
Nell’ambito giudaico-cristiano c’è da dire che nell’Antico Testamento sono citati personaggi bigami e poligami. “Lamec prese due mogli” (Genesi 4, 19). Anche Abramo, Giacobbe, Davide, Salomone e molti altri avevano tutti più di una moglie.

L’apostolo Paolo dice che “Abramo ebbe due figli: uno da una schiava e uno da una donna libera.” (Gal. 4, 22 -24)
In Samuele Dio parla attraverso il profeta Natan e dice che se Davide non avesse avuto moglie e concubine sufficienti, Dio gliene avrebbe dato ancora altre.

Perché “Dio” permise la poligamia ?  Per proteggere e provvedere ai bisogni delle donne  senza marito. Infatti nelle società patriarcali, era quasi impossibile che una donna non sposata potesse provvedere a sé stessa da sola, a volte era costretta a prostituirsi o a diventare schiava.  Le donne erano spesso senza istruzione, dipendevano dai loro padri, fratelli e mariti per il loro sostentamento e la loro protezione. Inoltre, la poligamia permetteva di procreare di più, adempiendo  in tal modo al comandamento di Dio: “Voi dunque crescete e moltiplicate; spandetevi sulla terra, e moltiplicate in essa” (Genesi 9:7).

Anche se nell’Antico Testamento sono citati casi di poligamia, la monogamia è presentata come la scelta che si conforma all’ideale di Dio per il matrimonio: l'uomo sposato con una sola donna.  “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie (singolare) e i due saranno una carne sola (non plurale)” (Genesi 2:24). Questo testo  descrive la natura del matrimonio ma non il numero delle persone coinvolte.  In Deuteronomio (17:14-20) Dio dice che i re non dovevano moltiplicare le mogli. Anche se ciò non equivale ad un divieto di avere più mogli, si capisce che è problematico avere più di una moglie. L’esempio di questa situazione è visibile nella vita di Salomone (1 Re 11:3-4).

Nella maggior parte delle società contemporanee non c’è bisogno della poligamia. Le donne se possono lavorano  per essere autonome e sono libere di scegliere il partner.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 25, 2013, 07:56:24
Micio e Rossy mi sembrate il gatto e la volpe, ma io non sono Pinocchio.

Micio debbo dirti la verità: non credo che tu abbia i 20 anni che dici di avere, come non credo che Rossy abbia meno di 40 anni.  :-* 

Invece di criticare  continuamente vi consiglio di iniziare un vostro topic e dite tutto quello che sapete sui rapporti di coppia.

Criticare? E da quando esporre il proprio pensiero corrisponde a criticare? Scusami tanto se sto mettendo alla prova quanto scrivi confutandolo con i miei pensieri ;D
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 25, 2013, 18:12:58
Dottore, mi sembra che voi fatte copia e incolla da testi non poco rilevanti, ma di suo cosa c'è? ne condivide le idee chiaro, però prende da altri testi argomenti a favore della sue tesi, le sue discussioni, mi sembrano un copia e incolla di citazioni e stralci di libri, ohibò manca del suo secondo me  :rb:
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 26, 2013, 18:07:45
Micio, ancora attendo di leggere il tuo topic sui rapporti di coppia. Spero che contenga molti post e tutti farina del tuo sacco, come si suol dire. Idem per Rossy, Nuvola e Grillo parlante.

Non sono un ricercatore stipendiato dall'università o da un altro ente. Da solo non sono in condizioni di fare ricerche.
Io voglio soltanto dire ciò che si dice su un tema.

Comunque è mia intenzione non rispondervi, se possibile.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 26, 2013, 20:07:01

Comunque è mia intenzione non rispondervi, se possibile.

Anche per me allora vale la stessa cosa.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 27, 2013, 07:49:27
Esagerata  ;D
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 27, 2013, 18:53:07
Se i miei post tematici basati su studi e ricerche scientifiche creano dissonanze cognitive e  sono meno interessanti e dignitosi di chi scrive poesie, racconti od altro basati sulla fantasia, allora prego chi di dovere (moderatore o amministratore) di eliminare i miei topic. 

Un forum letterario offre spazio  al monologo, all'espressione del singolo che scrive la poesia od il racconto, non prevede il dialogo.

Uno dei due individui che criticano i miei post li scambia per una tesi di laurea e vorrebbe per ogni proposizione  che scrivo i dati bibliografici.  A chi sale con superbia sulla virtuale cattedra per insegnarmi dico che so bene come si elabora una tesi di laurea. Ne ho compilata più di una.  I miei post li scrivo  come se fossero brevi articoli  giornalistici non pretenziosi. 

Voglio concludere con un detto popolare: "Se vuoi conoscere una persona ci devi mangiare insieme sette chili di sale". Io, invece,  purtroppo, per faciloneria,  tendo ad aprirmi con fiducia verso persone senza averci mangiato insieme un chicco di sale, poi rimango fortemente deluso perché esse si rivelano diverse da quel che sembrano. 

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Micio93 - Settembre 27, 2013, 21:09:37
Che siano basati su studi scientifici quelli di Alberoni e di Pasini sono un po' dubbioso, dato che non conosco il parametro per dimostrare scientificamente studi psicologici, e nel caso di Pasini visto il suo ambito, riguardanti il sesso, comunque ho letto molti loro testi, e li considero per una certa parte, quello che alla fin fine speravo, e che da questi commenti, probabilmente un tantino esagerati, e che tu scrivessi qualcosa di più, qualcosa di tuo sull'argomento che tu hai portato su zam, dato che nessuno trattava questi argomenti con tali fonti, nulla in contrario sui ciò che hai fatto fino ad ora, figuriamoci, la battuta sulle citazioni bibliografiche era uno scherzo, meno sul consiglio di leggerti i saggi di Anna Del Bo Boffino  ;D dato che penso possano interessarti visto che analizza in modo diverso i testi di Alberoni e di Pasini, riportandoli su un'altro piano.
L'errore allora è mio che non so accontentarmi dei brevità di articoli di giornale, che poi figuriamoci volerle come se fossero tesi di laurea, perché in quel caso ci sarebbe più di un libro a nome tuo ;D
Condivido ancora una volta quanto scritto da Rossy, invitandoti a continuare a scrivere come hai fatto fino ad ora, magari aggiungendo più di un pensiero tuo in merito, perché i miei alla fine come quelli di Rossy erano pensieri e non critiche, dato che conosco alcune opere da te citate.

Non posso dire di esserti amico, perché quella strada è davvero lunga, magari solo esporti un po' di più su ciò che sono i tuoi pensieri in merito a ciò che pubblichi, sennò che forum è dove si pubblicano parole altrui lasciando perse le proprie?
:gatt:
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Settembre 28, 2013, 06:48:43
Separazione

(http://static.piusanipiubelli.it/articoliGallery/4915/240/img1.jpg)

Oltre ai rapporti d’amore duraturi sono molti gli amori intensi ma brevi.

Lo psichiatra e psicoterapeuta Giacomo Dacquino nel suo libro “Paura di amare. Come evitare e superare i fallimenti affettivi”, dice che c’è notevole differenza tra un amore che finisce ed uno che fallisce. Il primo si trasforma in reciproca amicizia o indifferenza e quindi è poco traumatico, mentre il secondo provoca la frustrazione narcisistica e  calo dell'autostima. 

"Gli amori finiti non sempre hanno bisogno dell’aiuto degli amici o del psicoterapeuta. Quelli falliti invece necessitano di riflessione, per capire le motivazioni consce ed inconsce che ne hanno determinato la crisi, al fine di non ripetere gli stessi errori o le medesime omissioni in una successiva relazione oppure per riuscire a superare quella indispensabile, anche se transitoria, fase di “esaurimento amoroso”.
 
Lo psicologo Vittorio Cigoli nel suo libro  “Psicologia della separazione e del divorzio” afferma che per la coppia è importante  non far coincidere la separazione con la fine del legame,  “perché non è possibile uscire da un vincolo affettivo annullandolo. E’ invece possibile separarsene, nel senso di riconoscerlo per quello che è stato, sapendo al contempo riproporre il valore e la speranza del legame in altri contesti”.

Di solito la separazione costringe ad uno dei due a cambiare abitazione, ma a volte, per motivi economici o per non turbare i figli se sono piccoli, la coppia “scoppiata”  preferisce convivere temporaneamente ma “separati in casa”, come nell’omonimo film sceneggiato e diretto nel 1986 da Riccardo Pazzaglia. I due protagonisti, Riccardo e Carolina, sposati da vent’anni,  costretti alla forzata convivenza, decidono una paradossale soluzione: tracciano in casa una linea divisoria fra i rispettivi spazi di competenza, linea che passa anche nel letto matrimoniale.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 02, 2013, 07:33:45
/2

Le parole  “compatibilità” ed “incompatibilità” vengono spesso utilizzate  negli atti legali dalle coppie che si separano per nascondere i motivi dell’interruzione della relazione.

Nella rottura del rapporto è notevole la tentazione di attribuire la colpa esclusivamente all’altro/a. E’ un modo per  non mettersi in discussione, cosa inevitabile se invece si ammette la propria  parte di responsabilità nel fallimento.

Un frequente motivo per la separazione è l’innamoramento per un’altra persona.

Lo psichiatra Claudio Mencacci in un suo articolo pubblicato il 12 maggio 2012 sul “Corriere della Sera” ha scritto:

“Figli grandi già usciti di casa da tempo, nipoti cresciuti e…ancora tanta voglia di vivere il tempo che resta.

Fino ad alcuni anni fa erano più frequenti le nuove unioni tra anziani uomini e giovani donne, per il desiderio maschile di non voler invecchiare, di avere nuovi orizzonti. Oggi invece sono tante le donne che in età anche avanzata prendono in mano la loro vita e con coraggio e determinazione interrompono la relazione matrimoniale, anche senza un’alternativa affettiva, per  seguire il desiderio di vivere in libertà, senza troppi condizionamenti e senza dover sopportare una relazione esaurita da tempo e tenuta insieme spesso per abitudine, conformismo e timore di cambiamenti.  Non sono più disposte a far finta che tutto vada bene. Egoismo o riscatto ?

Le donne in questa fase della loro vita, sono ancora protagoniste, lo sono  molto più di prima perché favorite dall’allungamento della vita, dalle buone condizioni di salute e la capacità tutta femminile sia di sopportare la solitudine (dedicandosi ai propri interessi culturali od artistici), sia di aggregarsi, condividendo con le amiche pensieri e progetti futuri. 

I divorzi tardivi sono quelli a cui stiamo assistendo ora, dove una volta conclusi i cicli del matrimonio (coppia, figli, genitori, nipoti) le donne cercano sempre più gli spazi propri anche per vivere nuovi affetti. I figli non capiscono, ma i figli sono spesso egoisti, che oggi le loro mamme non sono “vecchie” come l’iconografia le giudicherebbe e che in questo nuovo status rimangono vicine e solidali, forse più di prima perché sono più serene. Queste donne che hanno il coraggio di fare delle scelte, hanno recuperato la stima di sé e delle loro capacità per poter affrontare la propria indipendenza ed autonomia.”
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 03, 2013, 06:52:10
/3

In questo forum una gentile interlocutrice mi ha chiesto tempo fa perché degli  individui  improvvisamente interrompono la relazione (in particolare quella a breve termine)  e “scompaiono” senza dare spiegazioni, non rispondono ai messaggi né al telefono.  Eppure sembra che il rapporto di coppia sia piacevole….

Chi abbandona senza spiegazioni si comporta in modo scorretto, ovviamente.  “Fugge” per insicurezza ? Senso di colpa ?  Può darsi che chi fugge veda in lui/lei aspetti sgradevoli, mancanza di sintonia, d’interesse. 
 
Sovente capita quando on line s’incontra un/a possibile partner, ma poi  si decide di non approfondire la conoscenza. Si preferisce non dire la verità per non ferire. Invece l'inspiegabile fuga  provoca l’afflizione, suscita domande, perplessità. 

Chi vuol interrompere la dualità dovrebbe avere il coraggio ed il bon ton di farlo sapere a lui/lei, ma non è sempre facile. Per rispetto e correttezza si dovrebbe scrivere un ultimo messaggio per esprimere la propria volontà di non proseguire la relazione e ringraziare per quel che c’è stato. E’ importante far sapere il proprio punto di vista, senza accusare, giudicare, insegnare.
 
Chi subisce l’abbandono, chi riceve  la spiegazione dell’addio non dovrebbe considerarlo un affronto, una sconfitta. Può rispondere dicendo: “grazie per avermelo detto, in bocca al lupo per tutto anche a te.”  Oppure può scegliere il silenzio. Ciò che è importante è il reciproco rispetto ed avere la capacità di analizzare i fatti accaduti per imparare ed evitare di ripetere eventuali errori col successivo partner.   

Concludo questo post con una attinente poesia dello spagnolo Pedro  Salinas (1891 – 1951):

E sto abbracciato a te

Il modo tuo d'amare è lasciare che io ti ami.

Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio.

I tuoi baci sono offrirmi le labbra perché io le baci.

Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi e mi hai amato: mai.

Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.

E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.

E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.

Non debba mai scoprire con domande, con carezze,
quella solitudine immensa d'amarti solo io.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 04, 2013, 06:09:01
/4

Lo psicologo David Buss nel suo libro “L’evoluzione del desiderio. Comportamenti sessuali e strategie di coppia” dice che  nel tempo  gli umani hanno elaborato strategie per scegliere e conservare i l/la partner,  ma  anche strategie  per la  separazione, come l'elusione dei rapporti sessuali.   

Le donne, in particolare, per giungere alla rottura della relazione usano come tattica il rifiuto del contatto fisico col partner,  evitano il rapporto sessuale.

Finisce la complicità, la solidarietà. C’è la perdita del Noi, del rapporto d’amore e della vita coniugale, con le inevitabili frustrazioni.

Ma nel distacco la separazione psicologica e quella  legale spesso non coincidono.

La separazione psicologica di solito precede e prosegue quella legale o di fatto. Ha dei tempi più lunghi perché mentalmente l’individuo deve metabolizzare il distacco dal/la partner.

Il periodo temporale è diverso se si decide la fine del rapporto di coppia o si subisce la conclusione.

Chi recede dalla relazione considera la separazione come liberazione  o come risposta all’infedeltà,
invece chi viene lasciato subisce la rottura in un modo simile al lutto per la morte di una persona cara e mentalmente deve elaborare il distacco, deve separarsi anche psicologicamente dalla persona amata attraverso delle fasi, che comprendono la delusione, poi l’ira, segue l’accettazione della situazione e si pensa al proprio futuro in modo diverso da quello progettato con l’’ex partner.

Nella prima fase,  definita della “negazione”,  il partner  che viene lasciato rifiuta tale soluzione unilaterale e  tenta la pacificazione.

Nella seconda,  la persona abbandonata diventa consapevole della conclusione della relazione ma tenta in modo conflittuale di rifiutare la separazione.

Poi si rassegna all’inevitabilità della conclusione del rapporto di coppia, accompagnata da delusione, frustrazione, depressione.   

Col trascorrere del tempo il dolore si attenua e si comincia a pensare al proprio futuro senza il/la ex partner.  Si riflette sugli errori commessi e sulle aspettative da un nuovo rapporto di coppia, unite alla speranza di poter amare ed essere amati  nel modo più corrispondente alle proprie aspettative.

Se invece la  separazione psicologica non viene elaborata compiutamente  o non avviene in modo adeguato, se si pensa spesso all’ex, se ci si ostina a non voler rinunciare al compagno o alla compagna che ha detto addio, possono nascere  nocive dinamiche conflittuali con il/la partner e l’intervento di avvocati e tribunali.

E’ necessario il distacco totale. Molte persone, però, non riescono ad accettare il “no contact”, temono la solitudine, l’incognita del futuro e preferiscono la convivenza conflittuale ed aggressiva. Ma la sofferenza fa morire l’amore.

Si deve avere il coraggio di rinunciare al/la partner se non c’è più il collante dell’affettività, della fiducia, della stima e dell’attrazione fisica.

Se l’amore finisce in entrambi nello stesso periodo la separazione diventa liberazione. Se non ci sono liti e prevale il bon ton al momento del distacco è probabile che tra i due rimanga la cordialità e non l’amicizia, che comunque non è a tempo indeterminato. Appena uno dei due inizia l’iter amoroso con un’altra persona subentrano situazioni che consigliano l’interruzione definitiva con l’ex partner.

Rimangono i ricordi, Le piacevoli giornate trascorse insieme.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 05, 2013, 08:10:40
/5

“Ti amerò tutta la vita finché morte non ci separi”....

Invece può accadere che l’amore finisca per vari motivi, anche nella tarda età.

Nella società contemporanea, la stabilità della coppia dipende dalla qualità delle relazioni tra i coniugi, dall’intensità dei sentimenti e molto meno, come avveniva un tempo, dall’interdipendenza economica e domestica di ciascuno dei suoi membri.

Un più elevato livello d’istruzione femminile rispetto al passato e la più diffusa partecipazione delle donne al mercato del lavoro affrancano le ragazze dalla necessità di avere un coniuge che garantisca loro un reddito ed una posizione sociale.

I rapporti di coppia sono stati caricati di forti aspettative affettive, se vengono disattese, le unioni diventano più fragili, fino ad implicare l’eventuale cambiamento del partner.

Prevale la cultura dell’amore fragile o flessibile. E le donne sono le protagoniste nelle modalità di fare e vivere la famiglia; sperimentano la convivenza più spesso dei loro coetanei; rimettono in discussione scelte che implicano perfino la rottura dell’unione coniugale, se necessaria.

Il rapporto annuale dell’Istat informa che sono in aumento anche le separazioni di coppie con più di 25 anni di matrimonio. I partner preferiscono interrompere l’insoddisfacente vita coniugale per far prevalere i cosiddetti “diritti individuali”, la ricerca della felicità, il bisogno di cambiare, la voglia di ricominciare.

L’esperienza della convivenza more uxorio,per lo più vissuta proprio come periodo di prova dell’unione in vista del matrimonio, si sta facendo più frequente rispetto ad un recente passato.

L’unione libera, senza vincoli matrimoniali, è maggiormente diffusa tra le giovani generazioni di donne che permangono più a lungo nella casa dei genitori. Esse mostrano, rispetto agli uomini, una maggiore propensione ad unirsi con individui che hanno sperimentato il fallimento di un’unione coniugale.

L’età media alla separazione è di 41 anni per gli uomini e 38 per le donne; l’età media al divorzio è invece, rispettivamente, di 43 e 40 anni.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 07, 2013, 07:37:39
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Nelle motivazioni spesso inconsapevoli che conducono al matrimonio o alla convivenza possono esserci insite le cause che poi determinano l’insoddisfacente vita familiare.

L’inesperienza dovuta alla giovinezza o all’immaturità psicologica può indurre a scegliere un/a partner che col passar del tempo dimostra di non essere come ci si aspettava che fosse, per conseguenza cominciano i conflitti,  il distacco e la sfiducia.
La crisi silenziosa ma inesorabile conduce alla perdita di significato dello stare insieme: non c’è più la reciproca passione, la voglia di progettare insieme, la complicità, il desiderio sessuale.

Prendere atto della fine di un legame coniugale comporta dolorosi stati d’animo. La separazione è più onerosa per chi la subisce, specialmente se il tipo di legame precedente era vissuto come armonioso.

A volte è straziante cambiare casa a seguito della separazione, quando si chiude la porta dell’abitazione dove sono passati i dolori e le gioie, gli amori e le disgrazie, i figli e le tenerezze.

Ci sono persone che per soffrire meno negli abbandoni pensano di lasciare per prime. Altre, per timore della solitudine, preferiscono non separarsi ed accettare dal/la partner anche le angherie.

Le conseguenze psicologiche della separazione sono influenzate dalla propria personalità. Un soggetto insicuro e con scarsa stima di sé teme di non saper affrontare le inevitabili difficoltà, di saper superare il senso di solitudine, di riavere le motivazioni per nuove situazioni affettive.

La solitudine temporanea deve essere invece  considerata un'opportunità per capire i propri errori nel menage, ricordare i segnali d’avvertimento della conclusione del rapporto, ma anche per pensare a se stessi.
 
Per soffrire meno bisogna allontanare i “segni” lasciati da chi se ne andato: foto, biglietti, regali ed altro vanno conservati in una valigia in soffitta. Forse verrà il momento in cui si avrà la forza e la voglia di riaprirla, oppure di gettarla senza riaprirla e senza rimpianti.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 09, 2013, 05:26:30
/7

Tante persone scelgono il/la partner facendosi trascinare  dall’immaturità giovanile e  dalla libido che coinvolge i sensi e questi le emozioni. La mente collabora suscitando fantasie. Col tempo, però, l’attività sessuale può rivelarsi ripetitiva, noiosa, e si preferisce l’astinenza. Ma il rifiuto del rapporto sessuale può provocare la separazione.

La Corte Cassazione con una sentenza del 2005 considerò violazione del dovere coniugale il ripetuto rifiuto del coitus da parte di uno dei coniugi, precisando che l'evitamento degli amplessi deve essere la causa e non la conseguenza della crisi coniugale.

Un’altra sentenza del 2007 della Corte di Cassazione è in contrasto con la precedente, perché afferma che il "diritto all'amplesso" non esiste né nel matrimonio né nella convivenza. Quindi imporre o esigere l’attività sessuale dal/la proprio partner, specie se con forme di prepotenza fisica o psicologica, significa commettere uno stupro.

In Francia, invece, un marito riluttante al sesso è stato condannato a pagare un indennizzo alla moglie.

Un articolo sul settimanale “Sette” (inserto del Corriere della Sera del 15 dicembre 2011, pag. 18) informa che l’uomo ha domandato al giudice se dopo due figli e 21 anni di matrimonio ha diritto alla castità affettuosa o se deve continuare a fingere di appassionarsi alla più noiosa delle convenzioni coniugali e simulare eccitazioni.

Secondo la Corte d’Appello di Aix-en-Provence i mariti sessualmente riluttanti sono condannabili al risarcimento per danni biologici. In questo caso la pena pecuniaria è stata stabilità in 10 mila euro.

Le cose sono andate così: la moglie voleva il coniuge eccitato ed eccitante, nonostante gli anni di “servizio” effettuato; lui, invece, era sempre stanco a causa del lavoro. Allora lei si è rivolta alla magistratura ed il giudice ha stabilito che il sesso mancato andava risarcito. In pratica il magistrato ha considerato l’attività sessuale alla stregua di un diritto sindacale e ne ha sancito l’obbligatorietà.

Si, certo, il matrimonio prevede l’amore, la condivisione, l’alleanza, ma dopo alcuni anni di convivenza c’è il calo fisiologico della libido, pur continuando i coniugi a dormire abbracciati.

Negli anni il sesso coniugale serve anche a rassicurare il/la partner.

Nel caso della rivendicativa moglie francese la realtà forse era diversa. Forse quella donna si era annoiata del coniuge ed ha ideato l’escamotage del danno da astinenza sessuale.

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 10, 2013, 05:45:12
/8

Nel passato  le persone sposate che si azzardavano ad abbandonare il/la partner venivano  accusate di "mandare in frantumi la propria famiglia” ! Era un sacrilegio per la morale  religiosa e sociale. Il senso del dovere era la ragione superiore per mantenere in vita il matrimonio. Le nostre nonne insegnavano: Quello ti sei presa e quello ti tieni, anche se ti mena”.

Le separazioni costituivano l’estrema soluzione se la vita familiare era insostenibile. Alle difficoltà psicologiche legate a fallimento del matrimonio, se ne aggiungevano altre sul lavoro e nella carriera: le persone separate venivano guardate con diffidenza o considerate  emotivamente instabili e poco affidabili.

Specialmente per le donne, considerate solo nel loro ruolo di mogli e madri, il fallimento del matrimonio equivaleva al fallimento della propria vita. Il trasgredire alla regola dell’indissolubilità del legame matrimoniale era quasi una colpa da espiare.

I figli non erano indenni da questo stato di cose e spesso avevano occasione nella loro vita quotidiana di sentirsi emarginati in quanto “diversi” come i genitori.

Prima della legge per il divorzio, nel 1970, non era possibile ricostituire una nuova relazione di coppia legalmente riconosciuta.

Oggi  il giudizio od il pregiudizio sociale è meno rigido, alla condanna morale per la separazione  è subentrata la tolleranza o l’indifferenza e la comprensione.

Comunque quando due persone decidono di separarsi c’è sempre qualcuno nell'ambito familiare o amicale che li invita a riflettere per evitare il distacco.

Il sociologo Francesco Alberoni nel suo saggio titolato “Appunti sull’amore”  evidenzia che “È la donna che lascia bruscamente e per sempre. L’uomo lascia, ma può riprendere, per amicizia, oppure per desiderio sessuale. La donna rompe in modo brusco perché vuole un amore vero e, quando è delusa, prova collera, odio.”

Lo psicologo e psicanalista britannico John Bowlby (1907 – 1990) con alcuni suoi collaboratori studiò gli
aspetti relativi alle esperienze di separazione ed elaborò un pattern articolato in tre fasi che si susseguono:

La prima fase è caratterizzata dalla protesta, da vivaci reazioni da parte del partner abbandonato.

Nella seconda subentra la consapevolezza dell’impossibile ritorno della persona amata. Delusione, astenia e depressione coinvolgono l’individuo che viene lasciato.

Nell’ultima fase c’è il distacco psicologico da parte della persona “dismessa” , che si rassegna e si allontana dall’ex partner. Nel contempo, cerca di organizzarsi per ricominciare a vivere con una nuova visione del proprio futuro.

Se nella coppia che si separa ci sono dei figli, il percorso di separazione può essere più difficile e doloroso, perché il
ruolo di genitori li costringe ad incontrarsi anche se non vorrebbero.

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 11, 2013, 09:05:54
/9

La separazione può essere temporanea o definitiva.

La separazione temporanea, intesa come allontanamento del coniuge  dal cosiddetto “tetto coniugale”, spesso può essere utile per salvare il matrimonio.

L'eventualità che la separazione temporanea funzioni dipende dal modo in cui la si affronta.

Molte coppie si separano a causa di frustrazioni e conflitti. Sono stanchi di vivere insieme ed hanno bisogno di stare un po' da soli, anche per riflettere e decidere se tornare a vivere insieme oppure lasciarsi definitivamente.

Quando due coniugi in disaccordo si allontanano, una fra le prime sensazioni che provano  è la serenità, ma questa può indurre a decidere per la separazione definitiva e poi il divorzio.

La separazione temporanea potrebbe essere utile  per capire cosa può essere modificato nel proprio matrimonio o la convivenza per continuare a rimanere insieme.  Ma la soluzione per riconciliarsi con il/la partner necessita di buona volontà ed impegno da parte di entrambi. Ovviamente è indispensabile abbandonare altre laison d’amore, se ci sono, ed il controllo dei propri atteggiamenti e comportamenti. 

La Chiesa cattolica consente la separazione temporanea dei coniugi, se ci sono  gravi rischi  per l'altro coniuge o per i figli. Ma il vincolo matrimoniale rimane, insieme ai diritti ed agli obblighi,  come quello della fedeltà.

Nel canone 1153 del Codice di diritto canonico c'è scritto:

- §1 “Se uno dei coniugi compromette gravemente il bene sia spirituale sia corporale dell'altro o della prole, oppure rende altrimenti troppo dura la vita comune, dà all'altro una causa legittima per separarsi, per decreto dell'Ordinario del luogo e anche per decisione propria, se vi è pericolo nell'attesa.

§2. In tutti i casi, cessata la causa della separazione, si deve ricostituire la convivenza coniugale, a meno che non sia stabilito diversamente dall'autorità ecclesiastica."


La separazione definitiva può essere “di fatto”  o  “legale”.

La separazione “di fatto” è un agevole e rapido modo per manifestare la crisi di coppia con l’abbandono del cosiddetto “tetto coniugale” da parte di uno dei due e l’eventuale accordo circa un sostegno economico alla parte meno agiata. Questa forma di separazione non è prevista dal codice civile perciò non produce effetti giuridici, non costituisce valido presupposto per il conteggio dei tre anni di separazione per ottenere l’eventuale divorzio.

Pur non essendo vietata dall’ordinamento,la separazione di fatto potrebbe essere addotta quale elemento di addebito ai danni del coniuge che abbia palesemente violato gli obblighi di assistenza morale e materiale e/o di fedeltà. La separazione “di fatto”, inoltre, è presa in considerazione da alcune normative settoriali, come quella in tema di successione nel contratto di locazione o quella che la indica come una delle cause ostative all’adozione.

La separazione legale  può essere  consensuale e giudiziale.

La separazione consensuale consente ai coniugi di concordare gli aspetti patrimoniali, l’affidamento e la gestione degli eventuali figli, l’assegnazione della casa coniugale; i due con l’aiuto di un avvocato stilano un accordo che poi sarà omologato dal giudice in un'udienza.
Tale tipologia di separazione è preferibile per la minore conflittualità fra le parti, con riflessi positivi verso gli eventuali figli.

Si ricorre, invece, alla separazione giudiziale se i coniugi non riescono ad accordarsi sulle condizioni per la separazione. Gli avvocati delle due parti spostano in tribunale la disputa per far decidere al giudice le modalità per la separazione. Il magistrato dopo aver ascoltato le parti stabilisce con sentenza le condizioni da imporre ai coniugi.

Gli effetti delle diverse forme di separazione possono cessare se avviene la riconciliazione tra i coniugi. Nel caso della separazione legale l’ordinamento prevede due modalità alternative per rendere formale la riconciliazione:l’accertamento da parte del giudice oppure una dichiarazione congiunta da parte dei coniugi presso il Comune di appartenenza.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 13, 2013, 11:18:55
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Lo scioglimento del vincolo matrimoniale era previsto anche nell’antichità.

Per limitarmi cito solo due esempi, riferiti all’ambiente ellenico e a quello romano.

Nella Grecia dei secoli VI – IV a.C. era previsto il divorzio per uomini e donne. Lo sappiamo anche dalle norme incise su una marmorea epigrafe rinvenuta a Gortyna, nell’isola di Creta,

Le cosiddette “leggi di Gortyna” sono del periodo tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C. ed hanno analogie con il diritto di altre città-Stato greche. La struttura familiare delineata nell'epigrafe non è più quella patriarcale delle epoche precedenti, nelle quali i diritti delle donne erano quasi inesistenti. A Gortyna le donne potevano ereditare il patrimonio familiare e in parte amministrarlo autonomamente.

Il diritto familiare attico prevedeva il ripudio, l’abbandono del tetto coniugale da parte della moglie, lo scioglimento del vincolo matrimoniale  da parte del padre della sposa. Se il ripudio lo chiedeva il marito, questo era obbligato a restituire alla moglie la dote, con gli interessi maturati nel periodo del connubio.

Invece per il diritto romano il matrimonio era essenzialmente una situazione di fatto da cui l'ordinamento faceva discendere gli effetti civili. La forma non era disciplinata. I suoi presupposti erano la convivenza dell'uomo e della donna e la capacità di agire degli sposi, il “conubium”.

Nel periodo imperiale alcune precedenti e desuete modalità per unirsi in matrimonio furono sostituite da una forma rituale diffusa nei diversi strati sociali.  Come nel nostro tempo era previsto prima un periodo più o meno lungo di fidanzamento e dopo si svolgeva la cerimonia dello sposalizio, preceduta da un complesso rituale.

I due partner potevano divorziare in modo consensuale o per volontà di uno dei due coniugi. Il ripudio era la procedura più usata ed era riservata al marito se lei lo tradiva od era sterile. Negli altri casi il marito poteva chiedere il divorzio (termine che deriva dal latino “divertere” e significa dividere), ma doveva lasciare alla moglie metà del suo patrimonio.

Di solito tutto si risolveva in una questione legata alla proprietà o ai beni economici, Con la legislazione augustea la moglie ottenne il diritto di riavere la dote in caso di separazione, però se la donna era adultera in modo palese, il marito poteva tenere per sé tutti o parte dei beni dotali della consorte. Se l’adultero era l’uomo non subiva alcun danno economico.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 14, 2013, 09:14:58
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In epoca paleocristiana il matrimonio non era considerato un sacramento dalla Chiesa ed i suoi fedeli  celebravano le nozze secondo il diritto romano e col rituale usato dai cosiddetti “pagani”, anche perché l’organizzazione ecclesiale ancora non aveva un proprio rito canonico per l'unione della coppia.

Poi nei secoli successivi vennero fissati i criteri fondamentali dell’istituto matrimoniale cristiano. Dal rituale delle nozze fu eliminato sia il sacrificio di un animale in onore degli dei sia la presenza dell’haruspex, che non era un sacerdote ma un indovino esperto del rituale. Egli esaminava le viscere degli animali sacrificati, in particolare fegato ed intestino, per trarne presagi, auspici, responsi da parte delle divinità invocate.   

L’haruspex fu sostituito con un presbitero quando questo ruolo cominciò a delinearsi, però questo si limitava a benedire gli sposi, che esprimevano la loro volontà di essere marito e moglie. Il cristiano poteva sposare una pagana e viceversa. Successivamente, però, la Chiesa proibì i matrimoni misti.

Fu Agostino (354 – 430), vescovo d’Ippona, il primo teologo a considerare il matrimonio un sacramento istituito da Cristo. Nel  “De nuptiis” (11) e nel “De bono coniugali”(24, 32) scrisse che lo sposalizio è giustificato da tre funzioni: proles (procreare i figli), fides (essere fedeli per evitare l’adulterio) e sacramentum: l'indissolubilità del matrimonio come unione divina voluta da Dio fin dall’inizio del creato. Infatti nel libro della Genesi (1, 27 e 2, 24) ci sono alcuni elementi riguardanti la complementarietà dell’uomo con la donna e l’indissolubilità del vincolo coniugale.

Pure nei Vangeli di Matteo (19, 1-11), di Marco (10, 1-12) e nella Lettera dell’apostolo Paolo agli Efesini (5, 22-32), c’è il fondamento della sacralità e dell’indissolubilità del matrimonio cristiano, che nel 1215 fu regolamentato nella parte liturgica dal Concilio Lateranense IV, e nel 1439 per gli aspetti giuridici nel Concilio di Firenze.

La Riforma protestante contestò la natura sacrale del matrimonio. E Martin Lutero considerò ammissibile il dìvorzio nei casi di infedeltà, impotenza, rifiuto di rapporti sessuali, ed abbandono. Egli difese la possibilità di nuove nozze per il partner offeso.

Filippo Melantone, discepolo di Lutero, limitò il divorzio all'infedeltà ed all'abbandono. Anche i riformatori Calvino e Beza permisero il divorzio dopo l'adulterio del partner.

Per reazione alla liberalità protestante, nel 16/esimo secolo la Chiesa cattolica nel Concilio di Trento fece elevare a legge canonica l'indissolubilità del matrimonio cristiano. Divorzio e nuove nozze furono ufficialmente banditi anche nei casi di adulterio.

I documenti del magistero della Chiesa, la teologia e il Codice di diritto canonico descrivono il matrimonio come un patto coniugale con cui un uomo e una donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinato al bene dei coniugi e alla procreazione ed educazione della prole. Le sue proprietà essenziali sono l’unità e l’indissolubilità.  E tra due battezzati il patto coniugale, espresso con un valido consenso, è indissolubile ed è sacramento.

La Chiesa cattolica è contraria allo scioglimento del vincolo matrimoniale ma non alla nullità del matrimonio, che può essere decisa dal secolare “Tribunale della Rota Romana”, nota come ex “Sacra Rota”, se ci sono i presupposti previsti dal Codice di diritto canonico.

La dichiarazione di nullità è diversa per l'ordinamento canonico e per quello civile. Quindi una coppia può ottenere il divorzio dallo Stato italiano, ma non avere la dichiarazione di nullità dalla Chiesa cattolica. Potrebbe avvenire anche il contrario: la Chiesa riconosce la nullità di un matrimonio, ma la legge dello Stato italiano non accetta tale sentenza. Quindi  molti cattolici  per potersi risposare intentano i due procedimenti in modo separato, per ottenere sia la dichiarazione di nullità dalla Chiesa, sia il divorzio, introdotto nella legislazione italiana l'1 dicembre 1970.

Contro questa legge il Vaticano tramite il partito politico “Democrazia Cristiana” impose un referendum abrogativo, convinto di vincerlo. Il 12 e 13 maggio del 1974 gli italiani si recarono alle urne ed il 60% votò contro l’abrogazione della legge. La Chiesa  capì che anche in Italia non aveva più il predominio delle coscienze. Per dominare quelle dei fedeli continua a vietare l’eucarestia ai divorziati risposati. Deroga dalla sanzione solo se la persona divorziata s’impegna a “vivere in piena continenza, astenendosi dagli atti propri dei coniugi” …

Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 16, 2013, 15:52:36
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Il sociologo Francesco Alberoni nel suo noto saggio “Innamoramento e amore” afferma che sono rare e fortunate coppie che si amano sempre. Con diverse modalità fanno fluire l’amore dentro ciascuno di loro e nella coppia, che si racchiude nel proprio amore come la perla nella conchiglia.

Invece non sono rare le coppie che “scoppiano”: nel nostro tempo una su tre.  Finisce l’amore, il reciproco attaccamento e decidono di separarsi per poi eventualmente divorziare.

(http://www.cslogos.it/sito/images/ADULTI/COPPIE/12018353-litigare-coppia.jpg)

Se la coppia che si separa o divorzia ha figli minorenni tutto si complica. Il genitore affidatario o comunque il genitore con il quale  stanno i bambini durante la settimana, che è in genere la madre, ha difficoltà ad assumere contemporaneamente il ruolo  materno e paterno, maschile e femminile. A sua volta il padre, che vede i figli solo durante i fine settimana, non riesce ad avere con loro un ruolo autorevole.

Le conseguenze psicologiche sul minore causate dalla famiglia disgregata dipendono dall’età e dai tratti caratteriali  del bambino: sono più gravi quando è piccolo. Può subire disturbi affettivi, perdita della sicurezza, con conseguenti stati ansiosi irreali sensi di colpa, depressione.

Per evitare  il più possibile ai figli i traumi psicologici derivanti dalla separazione dei genitori, nel 2006 fu approvata la legge n. 54, che  pone come principio l’affidamento condiviso della prole ad entrambi i genitori separati. Per conseguenza, le decisioni che riguardano il mantenimento e l'educazione dei figli devono essere raggiunte di comune accordo, tenendo conto delle esigenze e le aspirazioni dei fanciulli. In caso di disaccordo è necessario rivolgersi al giudice.

Prima del 2006 la logica alla base delle norme giuridiche sulla separazione era quella che i bambini fossero di regola affidati al genitore con il quale coabitavano: tale genitore (spesso la madre) poteva autonomamente prendere tutte le decisioni. Doveva consultarsi con l’altro coniuge solo per decisioni determinanti nella vita dei figli minori. L’affidamento congiunto era comunque previsto, ma era una soluzione per coppie che si lasciavano di comune accordo e in armonia. Nella maggior parte dei casi,  le separazioni provocano ira, frustrazione, voglia di vendetta.  A volte i figli diventano un mezzo per colpire e punire l’ex coniuge.
Titolo: Re:Relazioni di coppia
Inserito da: Doxa - Ottobre 17, 2013, 10:07:16
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In Italia la legge sul divorzio ha “laicizzato” il matrimonio ed ha  evidenziato la  natura contrattuale delle nozze.

L’indebolimento della sacralità  ha affievolito il concetto di indissolubilità, ma la famiglia continua ad essere percepita dalla maggioranza delle persone come la condizione normale, mentre la separazione viene considerata l’eccezione deviante al modello culturale egemone basato sul matrimonio, che nel breve o lungo periodo può rivelarsi infelice. Infatti i dati statistici  evidenziano l’aumento delle disgregazioni nelle coppie, specie nella fascia di età tra i 48 e i 66 anni.  A questo nuovo fenomeno  sociale  è stato dato un nome: “grey divorce” (divorzio grigio), con riferimento agli individui con i capelli ormai ingrigiti dall’età che chiedono la separazione o il divorzio per ricostruire il menage, con un/a nuova partner, anche più giovane.   

Esemplificativo è il film “Lezioni d’amore” (anno 2009). L’interprete principale è il carismatico professor David Kepesh  (interpretato dall’attore Ben Kingsley): un  sessantenne, insegnante universitario, critico teatrale e conduttore di un programma radiofonico dedicato alla letteratura. E’ separato dalla moglie ed il figlio non lo perdona per aver lasciato la madre. David ha relazioni di breve durata con le studentesse alle quali insegna.  Una di loro, Consuela Castillo (l’attrice Penelope Cruz) lo seduce. La  giovane donna dai capelli corvini lo fa innamorare e lo ingelosisce. Poi, per futili motivi, il loro rapporto subisce un’interruzione. Sembra finito, invece dopo due anni,  alla vigilia di Capodanno, Consuela telefona a David per incontrarlo, e dirgli che presto la opereranno per un tumore al seno....
 
La sceneggiatura del film è tratta dal breve racconto dello scrittore Philip Roth, "L'animale morente", i cui protagonisti sono un uomo e una donna con più di trent'anni di differenza. E’ una storia d’amore e di morte, uno spaccato di vita di uomini che non si rassegnano ad invecchiare e di donne caratterizzate da una forte sensualità. Un antico gioco fra i sessi composto da sguardi,  emozioni e sentimenti contrastanti.

Amare una persona più giovane significa un forte investimento libidico,  rimette in moto interessi, curiosità, speranze che sembravano perdute, stimola verso nuove mete, in quanto queste rappresentano un modo per tenere vivo il legame e l’interesse dell’altro/a. C’è anche un processo di identificazione con la giovinezza perduta, che non si potrà mai più riconquistare. Infine, c’è la sensazione dell’irripetibilità dell’evento.

Un altro  film, del 2008, riguarda le relazioni amorose nella terza età. E’ titolato “Settimo cielo”. Narra la storia d’amore tra due anziani: Inge (Ursula Werner) è una donna che ha superato sessant’anni, tranquillamente sposata da trenta con Werner (Horst Rehberg).  Ma la sua vita cambia improvvisamente quando incontra il settantaseienne Karl (Horst Westphal). Inge tradisce il marito ed instaura una relazione extraconiugale passionale. Ritrova gli sguardi d’intesa, l’attrazione fisica, una vita sessuale ormai dimenticata. Improvvisamente si sente di nuovo giovane...Decide di separarsi e di andare a vivere con Karl. Per il dolore Werner si uccide.

Alcune sequenze del film possono disturbare alcuni perché siamo abituati a vedere scene di amplessi tra giovani. Chi rimane scandalizzato ha pregiudizi sugli anziani, pensa che nella cosiddetta “terza età” non ci sia attività sessuale. 

Questo post conclude il topic. Spero che abbia suscitato interesse e qualcuno ne abbia tratto qualche insegnamento.  Comunque grazie per avuto la pazienza di leggermi.