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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:GLI ARABI IN SICILIA: TRA VERITA' E MITO
« il: Aprile 29, 2017, 23:31:28 »
Non sono sbagliate le date, né confondo gli ottomani con gli arabi. Faccio un riassunto, in quanto le vicende storiche e significative sono tante e a volte pratico dei tagli necessari per non appesantire con post troppo lunghi. Dopotutto credo che chi legge già sappia piú o meno qualcosa di storia. Però riconosco che è sempre meglio fare un lavoro piú sistematico e che risulti chiaro anche per un bambino delle elementari. Occorre molto tempo per fare un lavoro di fino come quelli del Dottorstranamore, ma ora mi sto dedicando con maggiore impegno altrove. Io scrivo, cerco, leggo e copioincollo tutto direttamente e il piú velocemente possibile perché incombono altri impegni.
Ciò che racconti tu è la distorta e sdolcinata storia che si racconta nei libri di scuola.
La Sicilia piú che terra di tolleranza è terra di gente abituata ad abbassare la testa, dalla falsa diplomazia politica; per una percentuale piú bassa è terra di persone semplici, la restante piccolissima parte è fatta di persone per bene, di veri uomini e donne, onesti, intelligenti e coraggiosi che la testa non la abbassano facilmente, come i grandi Falcone e Borsellino. E lo dico da meridionale. Purtroppo non si tratta di pregiudizi ma di realtà.
Dice Birik: “E' ovvio che la conquista fu cruenta ma quale conquista non lo fu? Ricordiamoci che eravamo nel Medioevo.”
Ah, beh, ammettere che fu cruenta è già qualcosa! No perché molti sinistri negano pure questo. Quindi indirettamente ammetti anche che le Crociate furono guerre difensive.
Ricordiamoci che per l'islam è sempre Medioevo, ma anche no, oggi è diventato ancora peggio, è tornato ai tempi del suo fondatore sanguinario.
Se dei barbari sanguinari e stupratoti invadono e dominano una regione è ovvio che ad un certo punto buona parte degli autoctoni faranno buon viso a cattiva sorte (non siamo tutti eroi) e sembrerà che ci sia stato un'accettazione reciproca. Guarda le guerre per l'indipendenza dei paesi dell'Europa orientale dopo il crollo dell' Unione Sovietica..
In realtà tu affermi solo sciocchezze, nel senso che parli per partito preso come molti sinistroidi... purtroppo.
Se la nostra società occidentale avesse mantenuto la propria identità non avrebbe avuto nessuna difficoltà a confrontarsi con l'islam. Il problema è che loro sono orgogliosi della loro "barbarie" mentre noi ci vergogniamo della nostra millenaria civiltà.
In una società sana non ci sarebbe stato neanche bisogno di dover formare oggi associazioni, gruppi e pagine facebook anti-islamiche (e prevedo che in futuro necessariamente nasceranno partiti politici con questa finalità tra i propri progetti).
Se solo fossimo consapevoli della superiorità della nostra cultura (senza temere chissà quali disastri)... ma al giorno d'oggi se dici questo ti becchi minimo del razzista da Chiesa, Stato, Boldrini e tutto il carrozzone di sinistra, centrosinistra e centrodestra.
La nostra società non solo è stata scristianizzata ma vi è stato creato un vuoto abissale e pericoloso, pericoloso perchè qualunque mala erba allogena ha la piena libertà di radicarvi e dare i propri frutti (oggi è “solo” il terrorismo islamico, ma domani?).
L'Islam è aberrante ma di certo ha una cifra identitaria molto più forte del cattolicesimo di un occidente ormai rincoglionito da troppa correttezza politica e dall'ideologia sinistroide che è diventata tutt'uno con il neo-capitalismo.
Dalla sinistra arrivano per esempio i gruppi LGBT che propongono di insegnare riguardo alle relazioni omoerotiche addirittura ai bambini di 2 anni.
Allora ecco che i più fondamentalisti, anche tra i convertiti occidentali (ma anche non pochi cattolici anime belle) trovano nell'islam un contenitore di regole per una società allo sbando.
Ho sentito discorsi del tipo : " Italia fa schifo, ti entrano i ladri in casa e se ti difendi mettono te in galera, ma con l'islam che prevede la legge del taglione cambierà tutto".
Oppure (dal documentario NapolIslam) : "l'Islam è l'unica cosa che può combattere la camorra, ecco perché a Napoli ci sono tanti convertiti".
Se tu, come tanti altri sinistri, aprissi gli occhi invece di odiare la Destra perché ti ricorda la guerra e il fascismo che... non esiste più, allora forse la coscienza ti parlerebbe diversamente.
Birik dice: "Quando affermo che gli Arabi rivitalizzarono la Sicilia è perchè l'isola all'epoca non era altro che una lontana provincia bizantina, povera e abbandonata alla monocultura, grano specialmente. La conquista araba introdusse molti vantaggi all'agricoltura: le pesche, arance, zafferano, riso, pistacchi e mandorle. Arricchì la cucina locale e la commistione fra le due tradizioni diedero vita alla più variegata delle tradizioni culinarie. Si pensi alla granita, alla cassata, alle panelle che non sono altro che falafel. La pasta con le sarde, il cous cous i canditi, la martorana, il pane col sesamo e via discorrendo. Gli Arabi crearono sistemi di irrigazione prima sconosciuti e introdussero la coltura della canna da zucchero e dello zibibbo."
Ed io ho già spiegato prima, nel mio primo post di cui riporto ancora qualche stralcio, che sono baggianate:
Quante volte avete sentito dire che gli Arabi hanno apportato grandiose novità ai popoli conquistati, a partire dal 622 d.C.?
Spesso, immaginiamo.
Alcune visioni romanticistiche ottocentesche ci narrano, ad esempio, di una Sicilia completamente rinnovata dai conquistatori arabo/berberi, di campi che producevano "oro verde che sgorgava dalla terra", di tolleranza, di rispetto per le tradizioni degli autoctoni sottomessi, di integrazione...
Ma è davvero così?
No.
La storia va giudicata dalle fonti primarie o comunque per mano di autori vissuti nello stesso contesto storico/geografico. Non ci si può basare su fantasiose interpretazioni volte a denigrare avversari politico/religiosi come quelle di qualche autore ottocentesco....
Inoltre gli arabo/berberi disboscarono molte foreste della Sicilia per ottenere il legno per le loro navi, dato che in Nordafrica ve ne erano ben pochi, e disincentivarono la coltivazione dell'ulivo.
In questo clima, vessati com'erano, è logico supporre che gli autoctoni avessero dato un grande apporto alla liberazione della Sicilia quando arrivarono i Normanni. Essi erano un gruppo poco numeroso, un ristretto ceppo di guerrieri mercenari con al seguito le loro famiglie.
Il dominio arabo-islamico dell'Iberia e della Sicilia (con Malta e le isole minori) fu breve per la Sicilia, più lungo per la penisola Iberica con strascichi di quasi otto secoli nell'attuale regione dell'Andalusia.
Fu fondamentale l'arrivo dei normanni, per alcuni punti specifici: il ritorno della Sicilia nell'alveo europeo, la formazione di un regno medievale di grande prestigio, la nascita della nazione siciliana, la progressiva eliminazione dell'elemento allogeno, ed infine, di non minore importanza, il riavvicinamento repentino col mondo latino pur non trascurando affatto l'altra base fondamentale della nostra cultura e del nostro sangue cioè la millenaria esperienza col mondo greco.
Ciò che racconti tu è la distorta e sdolcinata storia che si racconta nei libri di scuola.
La Sicilia piú che terra di tolleranza è terra di gente abituata ad abbassare la testa, dalla falsa diplomazia politica; per una percentuale piú bassa è terra di persone semplici, la restante piccolissima parte è fatta di persone per bene, di veri uomini e donne, onesti, intelligenti e coraggiosi che la testa non la abbassano facilmente, come i grandi Falcone e Borsellino. E lo dico da meridionale. Purtroppo non si tratta di pregiudizi ma di realtà.
Dice Birik: “E' ovvio che la conquista fu cruenta ma quale conquista non lo fu? Ricordiamoci che eravamo nel Medioevo.”
Ah, beh, ammettere che fu cruenta è già qualcosa! No perché molti sinistri negano pure questo. Quindi indirettamente ammetti anche che le Crociate furono guerre difensive.
Ricordiamoci che per l'islam è sempre Medioevo, ma anche no, oggi è diventato ancora peggio, è tornato ai tempi del suo fondatore sanguinario.
Se dei barbari sanguinari e stupratoti invadono e dominano una regione è ovvio che ad un certo punto buona parte degli autoctoni faranno buon viso a cattiva sorte (non siamo tutti eroi) e sembrerà che ci sia stato un'accettazione reciproca. Guarda le guerre per l'indipendenza dei paesi dell'Europa orientale dopo il crollo dell' Unione Sovietica..
In realtà tu affermi solo sciocchezze, nel senso che parli per partito preso come molti sinistroidi... purtroppo.
Se la nostra società occidentale avesse mantenuto la propria identità non avrebbe avuto nessuna difficoltà a confrontarsi con l'islam. Il problema è che loro sono orgogliosi della loro "barbarie" mentre noi ci vergogniamo della nostra millenaria civiltà.
In una società sana non ci sarebbe stato neanche bisogno di dover formare oggi associazioni, gruppi e pagine facebook anti-islamiche (e prevedo che in futuro necessariamente nasceranno partiti politici con questa finalità tra i propri progetti).
Se solo fossimo consapevoli della superiorità della nostra cultura (senza temere chissà quali disastri)... ma al giorno d'oggi se dici questo ti becchi minimo del razzista da Chiesa, Stato, Boldrini e tutto il carrozzone di sinistra, centrosinistra e centrodestra.
La nostra società non solo è stata scristianizzata ma vi è stato creato un vuoto abissale e pericoloso, pericoloso perchè qualunque mala erba allogena ha la piena libertà di radicarvi e dare i propri frutti (oggi è “solo” il terrorismo islamico, ma domani?).
L'Islam è aberrante ma di certo ha una cifra identitaria molto più forte del cattolicesimo di un occidente ormai rincoglionito da troppa correttezza politica e dall'ideologia sinistroide che è diventata tutt'uno con il neo-capitalismo.
Dalla sinistra arrivano per esempio i gruppi LGBT che propongono di insegnare riguardo alle relazioni omoerotiche addirittura ai bambini di 2 anni.
Allora ecco che i più fondamentalisti, anche tra i convertiti occidentali (ma anche non pochi cattolici anime belle) trovano nell'islam un contenitore di regole per una società allo sbando.
Ho sentito discorsi del tipo : " Italia fa schifo, ti entrano i ladri in casa e se ti difendi mettono te in galera, ma con l'islam che prevede la legge del taglione cambierà tutto".
Oppure (dal documentario NapolIslam) : "l'Islam è l'unica cosa che può combattere la camorra, ecco perché a Napoli ci sono tanti convertiti".
Se tu, come tanti altri sinistri, aprissi gli occhi invece di odiare la Destra perché ti ricorda la guerra e il fascismo che... non esiste più, allora forse la coscienza ti parlerebbe diversamente.
Birik dice: "Quando affermo che gli Arabi rivitalizzarono la Sicilia è perchè l'isola all'epoca non era altro che una lontana provincia bizantina, povera e abbandonata alla monocultura, grano specialmente. La conquista araba introdusse molti vantaggi all'agricoltura: le pesche, arance, zafferano, riso, pistacchi e mandorle. Arricchì la cucina locale e la commistione fra le due tradizioni diedero vita alla più variegata delle tradizioni culinarie. Si pensi alla granita, alla cassata, alle panelle che non sono altro che falafel. La pasta con le sarde, il cous cous i canditi, la martorana, il pane col sesamo e via discorrendo. Gli Arabi crearono sistemi di irrigazione prima sconosciuti e introdussero la coltura della canna da zucchero e dello zibibbo."
Ed io ho già spiegato prima, nel mio primo post di cui riporto ancora qualche stralcio, che sono baggianate:
Quante volte avete sentito dire che gli Arabi hanno apportato grandiose novità ai popoli conquistati, a partire dal 622 d.C.?
Spesso, immaginiamo.
Alcune visioni romanticistiche ottocentesche ci narrano, ad esempio, di una Sicilia completamente rinnovata dai conquistatori arabo/berberi, di campi che producevano "oro verde che sgorgava dalla terra", di tolleranza, di rispetto per le tradizioni degli autoctoni sottomessi, di integrazione...
Ma è davvero così?
No.
La storia va giudicata dalle fonti primarie o comunque per mano di autori vissuti nello stesso contesto storico/geografico. Non ci si può basare su fantasiose interpretazioni volte a denigrare avversari politico/religiosi come quelle di qualche autore ottocentesco....
Inoltre gli arabo/berberi disboscarono molte foreste della Sicilia per ottenere il legno per le loro navi, dato che in Nordafrica ve ne erano ben pochi, e disincentivarono la coltivazione dell'ulivo.
In questo clima, vessati com'erano, è logico supporre che gli autoctoni avessero dato un grande apporto alla liberazione della Sicilia quando arrivarono i Normanni. Essi erano un gruppo poco numeroso, un ristretto ceppo di guerrieri mercenari con al seguito le loro famiglie.
Il dominio arabo-islamico dell'Iberia e della Sicilia (con Malta e le isole minori) fu breve per la Sicilia, più lungo per la penisola Iberica con strascichi di quasi otto secoli nell'attuale regione dell'Andalusia.
Fu fondamentale l'arrivo dei normanni, per alcuni punti specifici: il ritorno della Sicilia nell'alveo europeo, la formazione di un regno medievale di grande prestigio, la nascita della nazione siciliana, la progressiva eliminazione dell'elemento allogeno, ed infine, di non minore importanza, il riavvicinamento repentino col mondo latino pur non trascurando affatto l'altra base fondamentale della nostra cultura e del nostro sangue cioè la millenaria esperienza col mondo greco.