Autore Topic: 04. Let it be – Lascia che sia. (Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto).  (Letto 537 volte)

victor

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Racconto. Tra sogno, realtà e molta fantasia. 4a parte.

Per alcuni giorni non affrontai l’argomento con Daniela. Ci vedevamo ogni giorno e facevamo l’amore. Non c’erano stati cambiamenti particolari nel nostro rapporto. Forse le coccole dopo l’amplesso duravano un po’ più a lungo.
Poi affrontai l’argomento. Dovevo prendere una decisione. Era domenica e avevamo molto tempo a disposizione. Eravamo a letto nudi. Avevamo fatto l’amore. Era rimasta a lungo tra le mie braccia.

Cominciò a scuotersi dal torpore post coito. La mia mano la carezzava delicatamente e lentamente sulle spalle. Di tanto in tanto posavo un casto e tenue bacio sulle sue labbra o sulle sue guance. Si scostò da me. Guardai il suo seno. Quando lo guardavo mi chiedevo sempre se mi piacesse di più ammirarlo o baciarlo. Lei si accorse che guardavo il suo seno e mi sorrise. Immagino che la mia attrazione per il suo seno la lusingasse moltissimo.

“Te la senti di parlare della casa?” Le chiesi. Mi fece cenno di sì col capo. Le spiegai che il secondo appartamento che avevamo visitato a me piaceva. Le dissi che dato che lei lo voleva utilizzare per passarci il pomeriggio a studiare lo ritenevo più adatto di questo in cui ci trovavamo. Mi piaceva perché era bello e luminoso. Poteva essere considerato un affare anche dal punto di vista economico. Se non prendevo una decisione rapida potevo perdere l’occasione. Aggiunsi tante altre cose. Lei ascoltava senza parlare. Alla fine le chiesi quale era il suo pensiero.
“Devi essere tu a decidere. Io voglio solo te …” mi disse alla fine.

Mi mossi e mi avvicinai di più a lei. Mi chinai sul suo seno nudo e mi misi a baciarlo, a succhiarlo, a farlo entrare tutto dentro la mia bocca.
L’indomani andai all’agenzia immobiliare, firmai il compromesso per l’acquisto dell’appartamento assieme ad un posto nel garage, sbrigai tutte le pratiche necessarie. La consegna sarebbe avvenuta tra un paio di settimane.

Parlai con la padrona di casa dell’appartamento affittato. Disdissi il contratto. Pagai quello che dovevo. L’avrei lasciato libero entro tre mesi. Il periodo di tre mesi era una clausola del contratto ma sarebbe anche servito per arredare il nuovo appartamento.

Quando Daniela era libera giravamo per scegliere i mobili e tutto ciò che occorreva per arredarlo. Per prima cosa pensammo alla stanza da letto poi al soggiorno e infine al suo studio. Tutto si svolse senza troppi problemi nei tempi previsti. Lasciammo libero l’appartamento vecchio e ci trasferimmo in quello nuovo.
Ci trasferimmo di sabato, sturammo una bottiglia di champagne e inaugurammo subito il letto. Trascorremmo insieme la notte tra il sabato e la domenica.

Avevamo quasi tutta la domenica a disposizione. Avevo fatto istallare un bel computer accanto alla sua scrivania. Non era stato ancora acceso. Tranne quando il tecnico l’aveva istallato e ci aveva dimostrato che funzionava correttamente.
“Proviamo il computer” Dissi. Si trovò d’accordo. Ci sedemmo uno accanto all’altro, anche se ero io che lo gestivo. Provammo i programmi di Office: funzionavano senza problemi.
“Hai mai visto un film erotico?” Le chiesi. Mi rispose di no. “Ti va di vederne uno?” chiesi. Mi rispose di si. Smanettai un poco e aprii un file che mostrava un episodio di massaggio erotico.

Il massaggiatore nelle fasi iniziali agiva normalmente, ma quando raggiunse il seno della paziente le scene cominciarono a diventare erotiche. Allungai il braccio e la feci sedere sulle mie gambe con le spalle contro il mio petto e cominciai a carezzarle le cosce. Quando il massaggiatore arrivò al pube anche le mie mani avevano raggiunto il suo e lo carezzavano. E quando due dita del massaggiatore penetrarono la paziente distesa sul lettino anche un mio dito la penetrò.

Il mio dito si muoveva e scavava con forza e in profondità e lei cominciò a dimenarsi ed a mugolare di piacere. Più forza faceva il mio dito, più lei mugolava e si agitava. Poi le dita divennero due, e continuavano a scavare con forza. Fino a quel giorno l’avevo sempre penetrata soltanto con un dito e sempre con molta delicatezza. Costatavo che il suo mugolio e le torsioni del suo corpo aumentavano con l’aumentare della forza della mia mano e della profondità che raggiungevo.
Cercai di introdurre oltre all’indice ed al medio anche l’anulare, ma era strettissima e si dimenava. La serrai con l’altro braccio per bloccare i suoi movimenti e forzando entrai con il terzo dito. La sentii irrigidirsi e poi emettere un lungo mugolio … e le mie dita e la mia mano furono bagnate da un liquido mucoso …

La presi in braccio e la portai a letto e così, semivestiti come eravamo, la possedetti. La sbattevo con forza e con violenza. Ad ogni mio colpo il suo “Ah!” risuonava sempre più forte. I suoi talloni, affondati nel materasso con le ginocchia leggermente piegate, sollevavano ritmicamente il suo bacino in sintonia con i miei movimenti. Ad un tratto il suo “Ahhh!” fu più forte e più lungo ed anche dalla mia gola uscì un suono che non saprei definire. Poi le caddi addosso stremato ed esausto “come corpo morto cade” …
Per tutta la settimana successiva i nostri rapporti tornarono normali … soft.

Il sabato mattina lo dedicai a mia moglie accompagnandola a sbrigare delle faccende. Ad un certo punto passammo con la macchina in una zona periferica completamente disabitata dove c’era un grande spiazzo. A mia moglie scappò una risata che subito tentò di controllare mettendosi una mano sulla bocca. Mi voltai e la guardai. Lei distolse lo sguardo. Tornai a guardare la strada e a concentrarmi sulla guida. Sapevo che quello era un luogo dove la notte si riunivano gli “scambisti”. Ma non immaginavo che mia moglie ne fosse a conoscenza. Ovviamente il mio cervello si chiese immediatamente come mai mia moglie ne era al corrente.

Al mezzogiorno pranzammo a casa con i ragazzi. Poi in un momento che eravamo soli le dissi che non sarei rincasato per la notte. Lei assentì e di rimando le chiesi se uscisse anche lei. Anche questa domanda ebbe risposta affermativa. Sorridemmo reciprocamente. Ci eravamo intesi.

Nel primo pomeriggio passai a prendere Daniela con la macchina e mentre andavamo al nostro appartamento allungai la mano e mi misi a carezzarle la coscia. Era un preliminare foriero di promesse. Entrati in casa ci abbracciammo e ci baciammo a lungo. Poi la presi per mano e la portai al computer. Dopo che l’accesi e la feci sedere come la volta precedente sulle mie gambe mi misi a smanettare per cercare un nuovo file erotico.

La clip iniziava subito con una scena di fellatio che una bella ragazza eseguiva con molta passione al suo partner. Nei nostri rapporti ero stato sempre io a baciare e carezzare il suo corpo. Lei mi ricambiava i baci sul viso e sul petto. Non le avevo mai chiesto di baciarmi sul sesso. Con la visione di questa clip le mostravo come lei poteva ricambiare le mie attenzioni. Mentre guardavamo la scena le mie mani la carezzavano con dolcezza. La scena durò a lungo e la ragazza si esibiva mostrandoci tutta la sua tecnica e la sua bravura nel baciare, succhiare, leccare e ingoiare nella profondità della sua gola il membro del suo partner. Il messaggio era forte e chiaro. Quando i due attori della clip passarono al coito fermai la proiezione e la portai nella camera da letto.

Fui io a cominciare, ma stavolta fu lei a continuare …
E non potei fare a meno di notare con quale impegno ella lo faceva …
Ad un certo punto fui io a decidere di passare all’amplesso finale … non ero in grado di resistere un secondo in più …

Restammo al solito a letto per riprendere le forze. Fui io ad alzarmi per primo ed andare in bagno, lei mi seguì subito dopo. Nudi come eravamo andammo a bere. La porta dello studio era aperta e si notava il computer ancora acceso. Tornammo al computer. La clip era ancora lì, ferma al punto in cui io l’avevo bloccata. Sedetti, la feci sedere sulle mie gambe, schiacciai il pulsante e la scena riprese.

Mentre guardavamo il monitor io di tanto in tanto le baciavo le spalle nude, le carezzavo le braccia, o la vita, o i fianchi. La mia in quel momento era tenerezza, non desiderio sessuale. Lei rispondeva poggiando le spalle sul mio petto nudo e carezzando e baciando la mia guancia con la testa girata verso di me. Nel frattempo continuavamo a guardare la clip. Finita quella ne proiettai altre. Alcune le guardammo per intero o quasi, altre soltanto qualche scena e poi cambiavamo. Ad un certo punto ci rendemmo conto che si era fatto tardi.

“Andiamo a mangiare?” le dissi. Mi rispose di sì. Mentre io spegnevo il computer lei si alzò e si girò per allontanarsi. Il suo meraviglioso seno nudo si presentò di colpo ai miei occhi. L’afferrai per un braccio, la tirai a me e cominciai a baciarlo. Lei, prendendo la mia testa tra le mani e baciandomi in fronte, mi disse: “Andiamo a cena che è tardi …”.
Cenammo. Tornammo a casa. Andammo a letto. Facemmo l’amore hard.

Anche nei giorni successivi il nostro rapporto a letto continuò ad essere movimentato e hard. Vedevo crescere la sua passione e la sua lussuria di giorno in giorno e la cosa mi faceva molto piacere. Ciò aveva come conseguenza che il mio impegno a letto diventava più faticoso. Anche nel lavoro si erano presentati eventi nuovi e importanti che richiedevamo la mia attenzione e la mia presenza in ufficio per cui ho dovuto diradare un poco i nostri incontri. Erano ridotti di numero, ma sempre molto hard e coinvolgenti.

La sera cenavo sempre a casa con mia moglie e i ragazzi. Una sera entrando nella nostra camera per andare a dormire, trovai mia moglie nuda e indaffarata che girava di qua e di là per la stanza tutta illuminata, pensai che il suo daffare fosse fittizio. Mi fermai in mezzo alla camera ad ammirare il suo corpo perfettamente modellato che si muoveva con un’armonia meravigliosa, osservavo la sua pelle candida come il marmo, il suo seno ancora sodo, il suo monte di venere perfettamente depilato. Avrei voluto essere un Canova e immortalarla in una statua di marmo. Resasi conto che mi ero fermato a guardarla si fermò anche lei con lo sguardo rivolto verso di me.

“Spogliami!” le dissi e lei non se lo fece ripetere.
Inutile raccontare cosa ci mettemmo a fare.

Ad un certo punto staccai la sua bocca dal mio sesso, la baciai tenendo le mie mani sulle sue guance, e le chiesi: “Perché ti sei messa a ridere quando siamo passati dal piazzale degli scambisti?”
Scoppiò in una risata. In questa maniera mi diede conferma che era a conoscenza del luogo e di cosa si svolgeva colà. Le poggiai una mano sulla spalla e sdraiandomi con la testa sul cuscino la feci sdraiare accanto a me.

“Raccontami” le dissi. Si mise a ridere nuovamente. “Ci sei andata con Michele?” Rise ancora. Rispondeva alle mie domande con sincerità, ma senza profferire verbo e contemporaneamente osservava la mia reazione. Ma il mio viso sereno non mostrava alcun segno di disappunto o di gelosia.
“Un solo problema mi preoccupa: il rischio di qualche infezione” dissi.
“No temere … Ci siamo stati, ma non abbiamo fatto alcuno scambio … una sera mi ha portata lì, ma io non mi sono sentita di partecipare e dopo un po’ siamo andati via …”
“Ma tu avevi la curiosità di sapere, di capire … Sei stata sempre molto curiosa …” e la baciai, ero assolutamente sicuro della sua sincerità. “E dimmi …” continuai “Come và con Michele?”
“Va …” rispose.
“Va così così?”
“Tu afferri tutto subito …”
“Altrimenti perché dovevate andare al piazzale degli scambisti …” Allungai una mano e le carezzai il pube.
“Ma non abbiamo fatto nulla!”
“Me lo hai detto e ti credo assolutamente! … E … avete provato qualche altro giochetto? …” Rise ancora.
“Ok … Ho capito … Non dirmi niente … vediamo se indovino …” Stavolta la mia mano scivolò dentro la sua fessura e si mise a scorrere su e giù … “Hai partecipato a qualche ammucchiata? …” Scosse la testa.
“Ho sbagliato! … Michele ha organizzato una gang bang tutta per te?” Rise nuovamente … Le mie dita penetrarono dentro … “E … ti sei divertita? … Quanti erano?”
“Tre con Michele”.
“C’era qualcuno che conoscevi?”
“C’era il fratello di Michele e un suo amico più giovane … questo non lo conoscevo …”
“Ah, ti ha portato i ragazzini …”
“Il fratello di Michele ha trent’anni!”
“Mi hai detto che il suo amico è più giovane … Va bene, mi correggo … ti ha portato i giovanotti …” Rise. Io aggiunsi: “Il fratello di Michele è uno sportivo … ha la tartaruga sulla pancia … spero che fare sesso con lui ti abbia fatto piacere …”
“Mi ha scopato tre volte!”
“Ahhh! Quindi è andata molto bene …” Fece cenno di sì con la testa. A quel punto chiesi: “Ti ha lasciato il numero del suo cellulare?” Fece ancora cenno di sì con la testa. “E vi siete anche incontrati?” Sorrise per confermare. Le mie dita frattanto erano entrate in profondità dentro di lei.

Si accostò a me e mi baciò appassionatamente e a lungo, poi disse “Perché mi piaci tanto? … mi piaci … mi piace come mi penetrano le tue mani … mi ricordo quando mi penetrarono la prima volta … tanto tempo fa … furono le prime mani che toccarono il mio sesso … non avevo ancora 14 anni …”
“Anche io ero minorenne … eravamo tutti e due timidi e imbranati … sono passati trent’anni …”
“No! Ventisette!”
“Quasi vent’otto …”.
“Perché mi ricordi che sto diventando vecchia?”
“Tu … vecchia? … Quando il mio orologio segnerà le sei e mezzo tu attirerai ancora gli uomini come il miele attira le mosche …”
“Finché staremo insieme ci penserò io a non fare suonare le sei e mezzo al tuo orologio!”
“Quindi dobbiamo continuare a stare insieme … e siamo appena giunti nel mezzo del cammin di nostra vita … devo prestare molta attenzione …” - le mie dita nel frattempo continuavano a scavare …
“Questa è una ottima maniera di prestare attenzione …” E tornammo a baciarci appassionatamente. Dopo un poco si fece seria, mi guardò negli occhi e mi chiese:
“Ma tu Daniela l’ami?”
“Se lo negassi mentirei spudoratamente … Ti sei resa conto che mi piace tantissimo …”
“Ti sono sempre piaciute le ragazzine …”
“Non è una ragazzina … è una ragazza … e poi non sono stato io il primo … non so quanti ce ne sono stati prima di me, ma sicuramente più di uno …”
“La stai educando come hai educato me?”
“Tu eri vergine in tutto e per tutto … lei è più smaliziata, ma non tanto, il che mi fa pensare che è stata solo con ragazzi coetanei e inesperti. Sono il primo uomo adulto che è entrato nella sua vita. … Tu eri ancora minorenne quando quell’adulto entrò nella tua vita … e credo che ci sia molta differenza tra me e lui …”
“Sì … e poi mi buttò via … e per me fu molto brutto … troppo brutto …”
“Ma poi son tornato io …”
“Se lasci Daniela di colpo, sarà anche per lei molto brutto, come è stato per me …” Fece una pausa. Poi riprese: “Io so … o almeno si dice … che un rapporto come quello tra te e Daniela, con quasi trent’anni di differenza, non può avere storia … non dovrebbe avere storia … e quindi dovrei stare tranquilla … ma con una persona imprevedibile come te, tutto è possibile … sì, con te è possibile tutto e il contrario di tutto …” Tacque mentre io l’ascoltavo attentamente. … Le mie mani non carezzavano più il suo sesso …

Poi aggiunse: “Vedi … averti lasciato in quel modo è il rimorso più grande della mia vita … un rimorso che ancora oggi mi perseguita …” - E io scorsi una lacrima nei suoi occhi. “Il rimorso più grande che ho … anche perché ti amavo veramente … ma nella mia ingenua stupidità mi lasciai trascinare dall’infatuazione che provavo per quella persona … aveva un aspetto gentile e dei modi di fare affascinanti … mi parlava di sesso in maniera aperta come nessuno aveva mai fatto … neanche tu fino ad allora mi avevi parlato così, forse perché eravamo ancora ragazzi inesperti tutti e due … forse anche perché i miei ormoni si erano sviluppati di colpo e andavano troppo veloci … probabilmente fu tutto questo che mi trascinò in quel turbine di passione … e ti lasciai in quella maniera assolutamente stupida e scortese … ma poi fui lasciata anch’io nella stessa maniera! …”

Io l’ascoltavo in silenzio. Conoscevo tutta la storia, ma lei non ne aveva mai parlato con tanta enfasi e così apertamente. Non si era mai espressa come questa volta. Non l’aveva mai raccontata con tale commozione.

Continuò: “Quando mi lasciò ero disperata … le mie amiche cercavano di consolarmi … non immaginavo … nessuno poteva immaginare … che tu saresti tornato a cercarmi … a consolarmi … e poi … ogni volta che io cercavo di implorare il tuo perdono tu mi tappavi la bocca con un bacio … mi impedivi di parlare … Non potrò mai dimenticare tutto quello che hai fatto per me …” A questo punto scattai. Le tappai ancora una volta la bocca con un bacio … e facemmo l’amore … come lo facevamo noi …

Lascia che sia …

(4. Continua)

Link di Musica per questo scritto:

https://www.youtube.com/watch?v=QDYfEBY9NM4


« Ultima modifica: Settembre 17, 2020, 02:57:26 da victor »
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Re:04. Let it be – Lascia che sia.
« Risposta #1 il: Settembre 14, 2020, 16:50:28 »
Molto intenso. Victor non pensi che sarebbe meglio spostare il racconto dalla sezione "Altro" a "Erotico?".

victor

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Re:04. Let it be – Lascia che sia.
« Risposta #2 il: Settembre 14, 2020, 18:38:18 »

Hai ragione mr.blue. In questa puntata ho calcato un po’ la mano, forse deliberatamente (le altre puntate si confanno di più al mio stile). Se per te va bene preferirei lasciarlo qui per tenere unita la sequenza degli episodi.

Victor
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Re:04. Let it be – Lascia che sia.
« Risposta #3 il: Settembre 15, 2020, 19:12:24 »
Va bene. Però sarebbe utile inserire nel titolo una dicitura tra parantesi, del tipo (Si consiglia la lettura a un pubblico adulto).
Cosa ne pensi?

victor

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Re:04. Let it be – Lascia che sia.
« Risposta #4 il: Settembre 17, 2020, 02:55:56 »

Ok. Faccio subito la modifica. Grazie.

Victor
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Grazie a te, Victor.