Autore Topic: perchè si dice così  (Letto 17804 volte)

Birik

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Re:perchè si dice così
« Risposta #45 il: Aprile 26, 2014, 11:02:33 »
Quattro aprilante giorni quaranta, vuol dire che se piove il 4 aprile, pioverà per quaranta giorni. E il detto"Scarta fruscia e piglia priméra? Me lo sono sempre chiesta. Interessanti le parole che ci arrivano dopo lunghi giri. Gossip e bungalow due parole hindi arrivate in Europa quando gli Inglesi lasciarono l'India. La prima è in chiacchiericcio del pomeniggio, la seconda è la villa di campagna. Magnus rex è invece derivato da Maha(grande) raja(re). Sembra che la lingua madre sia stato il Sanscrito.

nihil

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Re:perchè si dice così
« Risposta #46 il: Aprile 26, 2014, 12:01:11 »
senti senti che notizie! mi ha sempre intrigato l'origine delle parole e dei detti, e molto anche i nomi geografici.

Birik

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Re:perchè si dice così
« Risposta #47 il: Aprile 26, 2014, 12:28:06 »
A me invece l'origine e l'etimologia delle parole. Ho un'amica antropologa che studia il linguaggio della pastorizia in Calabria rimasto invariato fin dai tempi della Magna Grecia.

nihil

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Re:perchè si dice così
« Risposta #48 il: Aprile 26, 2014, 12:34:00 »
sì, l'etimologia mi appassiona. ci sono paesi con ancora nomi latini, come Farafiliorumpetri. Incredibile. Mi pare sia in provincia di Chieti. Anche interessantissima è l'origine dei cognomi.
E come nota ovvia, non si può non considerare quanto ancora oggi ci sia di greco o romano nel nostro parlare. E i dialetti poi? sono una poesia della storia, con tutta la strada che hanno fatto le popolazioni.

Birik

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Re:perchè si dice così
« Risposta #49 il: Aprile 26, 2014, 12:41:40 »
Sembra che i cognomi abbiano avuto origine dai soprannomi o dai mestieri praticati. Il mio cognome è garanzia di bontà d'animo.

RAFFAELE49

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Re:perchè si dice così
« Risposta #50 il: Aprile 26, 2014, 12:48:09 »
Del mio so solo che ha probabili origini siciliane.
All'esperienza porgeremo orecchio
quando a noi pure il cuor sia fatto vecchio;
assumeremo un'aria più severa
quando ai denti subentra la dentiera.

nihil

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Re:perchè si dice così
« Risposta #51 il: Aprile 27, 2014, 08:23:03 »
il mio ha origine emiliane.  Ma è interessante anche scoprire le contaminazioni, la mia tata bergamasca aveva un cognome spagnolo! La contaminazione delle varie dominazioni è curiosissima e si trova nelle musiche folk e nei dialetti. Il milanese è farcito di francese e spagnolo, il sardo di greco e portoghese, il siciliano di arabo...Gli assorbimenti si possono vedere anche nei balli e nelle musiche regionali.

Birik

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Re:perchè si dice così
« Risposta #52 il: Aprile 27, 2014, 13:26:32 »
Molti dialetti in realtà sono lingue. Il Napoletano (ricordo il primo documento in Italiano volgare fu il Placido di Capua intorno al '900 dc) è stato riconosciuto dall'Unesco come lingua. E mi sembra anche quella Veneta.

presenza

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Re:perchè si dice così
« Risposta #53 il: Aprile 27, 2014, 19:36:44 »
I cognomi, come dicevano i latini sono anche conseguentiam rerum. Quanto all'origine, è vero, in Sicilia, in alcune zone come nell'ennese, i cognomi sono arabi: Calì è uno di questi.
Quanto alle parole, nel siciliano alcune sono anche di origine francese quali ammuari “armadio” (fr.armoire).
E quanto ai dialetti riconosciuti come lingua, non dimentichiamo il sardo.
« Ultima modifica: Aprile 27, 2014, 19:38:28 da presenza »

Doxa

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Re:perchè si dice così
« Risposta #54 il: Maggio 26, 2014, 07:05:02 »
Nella lingua greca la parola “polemòs” significa “guerra”.  Ma il termine italiano “guerra”  deriva dal franco “ẅerra” che significa mischia. Dal VI secolo la parola “guerra” cominciò ad esautorare  il  vocabolo latino “bellum”, che diventò desueto perché si confondeva con il termine bellus (bello).

Nella mitologia greca “Polemòs”  era il demone della guerra e  padre della divinità femminile Alalà:  personificazione del grido di battaglia degli Opliti: soldati della fanteria pesante nell’antica Grecia,  provvisti del caratteristico scudo chiamato oplon.

Il grido di battaglia di Alalà consisteva nel suo nome: "Alale alala". Tale grido di guerra fu usato anche nel medioevo, specie dai crociati.

"Alalà" riaffiorò nei componimenti poetici di Giosué Carducci e Giovanni Pascoli. Il termine fu  poi ripreso da Gabriele D’Annunzio per coniare il celebre incitativo "Eia! Eia! Eia! Alalà!" (o più comunemente "Eia, Eia! Alalà!") , come grido di esultanza degli aviatori italiani che parteciparono all'incursione aerea su Pola del 9 agosto 1917, durante la Prima guerra mondiale. Se "Alalà!" era l'urlo di guerra greco, "Eia!" era il grido con cui si tramanda Alessandro Magno era solito incitare Bucefalo.
In seguito, l'esclamazione fu inserita ne "La canzone del Quarnaro" che racconta l'avventura della "Beffa di Buccari"; raid dimostrativo portato a termine dagli incursori della Regia Marina l'11 febbraio 1918.
Il motto venne poi usato anche dai soldati italiani ribelli che seguirono D'Annunzio nell'Impresa di Fiume del 1919 e divenne popolare in tutta Italia quando fu adottato dal fascismo come grido collettivo di esultanza od incitamento, ma  declinò rapidamente dopo la caduta del fascismo.

La frase "Eia! Eia! Alalà!" è stata inserita nella canzone Giulio Cesare  di Antonello Venditti con la particolarità che Eia! viene ripetuto due volte  anziché tre.

Tornando al lemma polemòs: da questo deriva pure  il vocabolo greco  “polemikos”  “polemico”, che significa “arte della guerra”.

Il filosofo Eraclito di Efeso (544 circa a.C. – 483 circa a.C.) considerava la guerra elemento necessario per la pace.  Egli era convinto che l'armonia, l'ordine e la stabilità del mondo si basino sull'equilibrio degli opposti senza i quali neppure esisterebbero gli esseri. È pura illusione pensare ad una condizione umana vissuta in un'eterna pace, questa c'è perché c’è anche la guerra che simboleggia nel suo pensiero la fonte di ogni realtà.

Da polemos arriva anche “polemizein” (= combattere) e da questo il termine “polemizzare”: essere in polemica con qualcuno, opponendo attraverso scritti o discorsi le proprie idee a quelle dell’avversario.

Dalla stessa radice discendono politica e politèia.

Politica: dal greco “politiké”. Indica l’organizzazione e l’amministrazione della vita pubblica, il governo della polis (= città).

Da polis proviene polites (= cittadino), nel pieno dei suoi diritti e dei suoi doveri, contrapposto allo schiavo e allo straniero.

Per governare la polis è necessaria la politeia (la comunità politica):  termine proveniente dal greco antico che generalmente viene tradotto in italiano con riferimento alla  ”Costituzione”, invece ha un significato più ampio e complesso.

Doxa

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Re:perchè si dice così
« Risposta #55 il: Maggio 27, 2014, 00:07:08 »

“Cos’è tutto questo ‘ambaradan’ ?”  Disordine ? Confusione ? E’ un toponimo,  ma pronunciato in modo sbagliato. Il nome esatto del luogo geografico è “Amba Aradam”, con la m finale,  e non ambaradan.

Amba Aradam è il nome dell’altopiano etiopico sul quale i soldati italiani comandati da Filiberto di Savoia-Genova, duca di Pistoia,  sconfissero l’esercito abissino il 15 febbraio 1936.  La propaganda fascista esaltò la cruenta battaglia e l’eroismo dei nostri militari.

Nella lingua etiopica  “amba” indica l’altura, il rilievo montuoso, seguito dal nome proprio della montagna, ne sono esempi  “amba Alagi”,  “amba Aradam”, ecc..
 
In Italia questo toponimo venne utilizzato per significare “confusione”, “baraonda”, forse perché  nella battaglia dell'Amba Aradam gli italiani si allearono con tribù locali, a loro volta alleate con il nemico, e nello scontro si creò una tale confusione per cui fu difficile capire contro chi combattevano.

In diverse città italiane vi sono vie che portano il nome "Amba Aradam".


Sullo sfondo l’Amba Aradam, in Etiopia.

nihil

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Re:perchè si dice così
« Risposta #56 il: Maggio 30, 2014, 07:34:25 »
bravo dott. mi ero sempre chiesta cosa significasse questa battuta.

Doxa

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Re:perchè si dice così
« Risposta #57 il: Luglio 30, 2014, 11:27:31 »
"Gentrificata"

Il 2014 è l'anno della "gentrificazione". Neologismo che deriva dall'inglese "gentrification",  a sua volta derivato da "gentry"(= piccola nobiltà, poi borghesia e ceto medio).

 Il sostantivo "gentrification" indica la riqualificazione di zone o quartieri di solito periferici. La riqualificazione viene realizzata con nuove costruzioni e dinamiche sociali. l'arrivo di nuovi abitanti più dotati economicamente  Come conseguenza aumenta il costo delle locazioni e degli immobili ed avviene la migrazione degli abitanti originari  economicamente disagiati verso altre aree  urbane meno costose.

A Roma si dice che il "Pigneto" è "er quartiere più gentrificato d'à capitale". 


Orizzonti Esagonali

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Re:perchè si dice così
« Risposta #58 il: Luglio 30, 2014, 17:58:18 »
"Gentrificata"

Il 2014 è l'anno della "gentrificazione". Neologismo che deriva dall'inglese "gentrification",  a sua volta derivato da "gentry"(= piccola nobiltà, poi borghesia e ceto medio).

 Il sostantivo "gentrification" indica la riqualificazione di zone o quartieri di solito periferici. La riqualificazione viene realizzata con nuove costruzioni e dinamiche sociali. l'arrivo di nuovi abitanti più dotati economicamente  Come conseguenza aumenta il costo delle locazioni e degli immobili ed avviene la migrazione degli abitanti originari  economicamente disagiati verso altre aree  urbane meno costose.

A Roma si dice che il "Pigneto" è "er quartiere più gentrificato d'à capitale".

Mai sentita nominare questa parola finora; e meno male!
E basta, combattiamo contro il diffondersi di neologismi sciocchi che rovinano la nostra lingua.
“gentrificata”,“gentrificazione”, orridi termini, sia come pronuncia piuttosto difficile e sia perché possono essere accostati a significati volgari; inoltre si confonde con ”centrifugazione” che ha tutt'altro significato.

A dottò, ma nun c'hai proprio niente da fa' a Roma?

Doxa

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Re:perchè si dice così
« Risposta #59 il: Agosto 04, 2014, 09:17:46 »
Milano: via  Paolo Sarpi, la "Chinatown" del capoluogo lombardo si sta "gentrificando".  La zona storica dei cinesi sta attirando giovani coppie e professionisti.

Alla fine della prima guerra mondiale i primi immigrati cinesi si trasferirono nella zona di via Sarpi perché era una zona "borghese" in decadenza, come la zona di piazza Vittorio a Roma. I negozi chiudevano e le case costavano poco. Quindi c'era il potenziale per "buoni affari", spiega Angelica de Vito nel blog "Cina-Milano".

Quei cinesi arrivarono dalla Francia, dove erano stati mandati a sostituire gli uomini al fronte, e si spostarono in Italia. Si innescò così l'effetto calamita, e al primo nucleo seguirono altri flussi, prima dalla Francia e dall'Olanda e poi dalla Cina. Così nacque la Chinatown di Milano, zona di manifatture, in particolare abbigliamento.

Negli anni '80 del secolo scorso  i milanesi andavano in via Sarpi e nelle strade adiacenti per acquistare i regali di natale. Negli anni '90 e 2000 questo quartiere era diventato una zona di commercio all'ingrosso, alla ribalta della cronaca a causa dei tafferugli tra commercianti e vigili urbani nell'aprile 2007.

Poi l'arteria principale, via Sarpi,  fu pedonalizzata ed i negozi  commercialmente diversificati. Le trasformazioni stanno cambiando la natura del quartiere, spiega Claudio Bianchi, autore del libro "Il drago e il biscione, cent'anni di convivenza: i cinesi a Milano". Sta mutando anche la stratificazione sociale. Secondo l'anagrafe sono 25 mila i cinesi  residenti in città, ma sono numerosi quelli che lasciano il quartiere Sarpi per andare ad abitare dove le case costano meno, come Bicocca, piazzale Loreto o via Padova. Al loro posto stanno giungendo giovani professionisti che desiderano abitare vicino al centro storico, al quartiere Isola, alla stazione Garibaldi e ai nuovi grattacieli, simbolo del rinnovamento urbanistico di Milano.

Nella zona di via Sarpi man mano che si liberano gli appartamenti arrivano giovani coppie o single. Qui i negozi sono quasi tutti gestiti da asiatici, ma molti di questi abitano in altri quartieri. Inoltre, accanto ai venditori all'ingrosso ci sono anche negozi gestiti da italiani, studi di architetti, designer o videomaker.

Sta avvenendo la "gentrificazione", il processo in cui persone creative o professionisti "colonizzano" quartieri etnici e popolari.           
« Ultima modifica: Agosto 04, 2014, 10:06:20 da dottorstranamore »