Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Topics - Faber

Pagine: [1] 2 3 ... 11
1
Pensieri, riflessioni, saggi / Il valore delle immagini...
« il: Aprile 25, 2021, 15:38:56 »
Che valore diamo alle immagini, ai ricordi o alle sensazioni che, guardando, ad esempio da una finestra, possiamo provare. Ricordo molto bene che in questa occasione (era un pomeriggio avanzato di settembre) guardando fuori dalla finestra (così mi era stato suggerito dal fotografo) potei scorgere la strada sottostante, quasi vuota, un po' sonnolenta sino a pochi minuti prima. Si, perchè inaspettatamente alcuni amici e parenti si erano dati appuntamento, proprio lì sotto, per "Farci la Festa!" Le ragioni sono ben note: io e Giusy eravamo convolati a nozze pochi minuti prima. Ma, se ripenso bene a quegli istanti e, volendo, renderli ancor più unici almeno nella mia memoria, aiutata oggi dall'immagine che qui vado a proporvi, non posso fare a meno di rievocare sensazioni e fantasia che, di solito, provo quando mi approccio ad un panorama (attraverso una finestra, appunto!).
"Uno sguardo dalla finestra". Mi sporsi solo per qualche istante dalla finestra di quella stanza, oggi illuminata a festa, da dove potevo immaginare il mare palermitano, che bagna lá il suo Golfo e la Città, che al navigante appare orgogliosa e forte, lì proprio sotto il Monte Pellegrino, che la sovrasta, mentre sembra proteggerla dai marosi e dai venti di Maestrale. Ma ancora di più, facendo ricorso alle conoscenze geografiche della zona, intravedere oltre le colline che da Marineo si dilungano sino a Misilmeri e Villabate ed oltre, solcando il mare che punta a nord ovest e a nord est l'Isola di Ustica ed il gruppo delle Eolie: uno spettacolo di tanta bellezza, quasi da mozzare il fiato. Purtuttavia, ciascuno a suo modo, giocando con la fantasia, potrà vedere dalla propria finestra lo spettacolo che più lo aggrada, tra visione e realtà, quasi come quando si giocava da bambini e si immaginavano personaggi e situazioni che ci accompagnavano nel gioco di bimbi. Questo sguardo, ancora incantato, lo dono a Giusy, la Donna che poco prima, proprio in quella stanza, alla presenza del Sindaco del nostro paese, aveva scelto di condividere con me, per il resto della nostra Vita, "Realtà e Fantasia"; "Desideri e Speranze", magari aiutati da uno sguardo beneaugurante fatto, questa volta insieme, da una finestra dalla quale si poteva, solo ora, scorgere la vita futura: tra sogno e realtà.

2
Pensieri, riflessioni, saggi / Sopravvivenza
« il: Aprile 19, 2020, 19:24:39 »
Guardo distratto la pagina di Facebook, che caparbiamente chiede: A cosa stai pensando? Già, fosse facile! Pensare, riflettere, avere un'idea o, almeno, tentare di farsela, questa benedetta idea da comunicare a qualcuno o attraverso uno dei social! Comincio a scorrere (scrollare si direbbe tra i nerd o più esperti di sistemi informatici) la pagina e via: tutti sembra abbiano sempre e comunque da far vedere, leggere o ascoltare. Siamo diventati giornalisti, fotografi, opinionisti, anche di materie astruse o assai lontane dai confini dei nostri tempi scolastici...eppure esprimiamo perché ne sentiamo la voglia, il bisogno. Forse per sentirci meno isolati di questi tempi di isolamento forzato, tra le nostre mura, nei condomini, nei quartieri delle città, come anche dei paesi. I paesi: già almeno nei paesi è più facile comunicare, anche dalle finestre o dai balconi per rinnovare, magari con un canto o una suonata il nostro inno alla vita: comunque sia. Tuttavia, la mia vera riflessione è un'altra e giunge da lontano, geograficamente parlando. Giunge da quell'Oriente del mondo che così poco conosciamo e che pure avrebbe da dire ancora molto all'Occidente, sazio, ricco e prono davanti a quel Virus, che tutti oramai conosciamo, che ci ha messi letteralmente a terra, sconfitti ed impauriti. L'Oriente, oggi, potrebbe raccontarci di una ricerca biologica forse iniziata con le migliori intenzioni, ma poi finita come si sperava non dovesse accadere mai: la fuga del virus da un laboratorio di ricerche. Già, questa è la notizia che oggi imperversa sui sistemi integrati e globalizzati dell'informazione: pare, si dice che la notizia sia stata commentata da un Premio Nobel della ricerca biologica: Montagnier. Non si deve, non si può certamente scherzare con la Natura, specie quando ci si diletta a combinare il DNA di un famiglia di virus con un'altra, magari per trovare delle risposte o soluzioni per contrastare altre malattie. O, se lo si fa, si dovrebbero usare non una, non cento, non mille ma infinite forme di sicurezza, perché non accada quello che tutti stiamo vedendo da mesi a questa parte! E allora la riflessione è tutta qui, in tutta la sua tragicità, se fosse accertato che veramente è andata come ho appena descritto: non dobbiamo giocare a sostituirci alla Natura. Non ne siamo all'altezza. Questo cambierà le cose, il modo di pensare e di agire del genere umano?! Credo e spero di si, poichè le pandemie hanno mietuto nel passato milioni di morti, dimostrando tutta la fragilità dell'uomo, da domani il nostro stile di vita, gli equilibri con la natura che ci circonda ed il rispetto verso il pianeta che ci ospita dovranno necessariamente cambiare radicalmente. Il pericolo, neanche tanto irreale, potrebbe essere l'estinzione del genere umano. In fondo, questa pandemia segue altre che ci hanno già colpito ed è logico attendersene delle altre, giacché i virus fanno il loro mestiere, da milioni di anni: sopravvivere! Vuoi vedere che il genere umano dovrà imparare, questa volta, proprio dai virus la lezione della sopravvivenza?!

3
A cosa penso, mi chiede imperterrito Facebook nonostante siano passati ben due anni dal mio intervento, che vado a riproporvi, poichè la "Parola" come mezzo di comunicazione tra gli umani (e non solo) attende, oggi come allora, alle stesse esigenze: l'informazione. A cosa penso, insiste la pagina ora bianca del mio profilo. Penso (e qui lo scrivo) che siamo davanti ad una emergenza sanitaria di proporzioni certamente non comuni. Penso che il Governo stia facendo il possibile per porvi rimedio. Tuttavia, si tengano presenti alcuni punti, imprescindibili se vogliamo sconfiggere un nemico vecchio quanto il mondo, invisibile e trasformista: dobbiamo unire gli sforzi comuni; dobbiamo attenerci, con scrupolo ed intelligenza, alle prescrizioni sanitarie che sono state diramate, non dobbiamo cadere nella trappola della paura, poiché ci farebbe assumere comportamenti che vanno esattamente al contrario della direzione verso cui dovremmo, invece, andare tutti insieme. E' una lotta comune, senza quartiere, indispensabile, per noi, i nostri cari, le persone più deboli e per la società tutta.
A cosa penso: penso che l'Umanità abbia ancora davanti a sè tanta strada da fare; penso che i virus, in generale, ed il "Coronavirus", nella variante 19 in particolare, siano venuti al mondo milioni di anni prima della cd vita intelligente. I virus, prima, ed i batteri, poi, sono all'inizio dell'evoluzione degli esseri viventi sulla Terra. Hanno dovuto lottare lungamente per sopravvivere e, nel corso delle ere geologiche si sono trasformati ed evoluti, per giungere sino al presente. Chiunque, nel corso della propria vita, è entrato in contatto con virus e batteri, lo sappiamo bene, sono la nostra maledizione e la nostra sopravvivenza, al tempo stesso: ci sono quelli buoni e quelli cattivi, come in tutte le cose e le forme di vita che ci circondano. Alcuni, pertanto, li dobbiamo combattere, altri possono essere nostri alleati, altri ancora, sebbene pericolosi, li usiamo per fare da viatico nelle vaccinazioni, aiutandoci a sconfiggere il "nemico del momento": in questo modo funzionano i vaccini. Il nostro stesso intestino "vive" attraverso colonie di batteri, non tutti patogeni, anzi, sono il mezzo attraverso il quale possiamo garantirci la salute ed un'esistenza serena. A cosa penso: che non siamo immortali, semplicemente. La nostra specie, si sta ancora evolvendo. L'umanità vive in simbiosi con il pianeta Terra, e pur tuttavia, la maggior parte delle volte non ne ha rispetto! Tutto questo vi pare razionale? Le forme di vita reagiscono, si ribellano, si armano per sopravvivere...all'uomo, quando questi non rispetta la regola principale: il rispetto della vita stessa, sotto qualsivoglia forma essa si esprima. Penso che la nostra tracotanza, come specie, abbia superato ogni limite razionale ed accettabile: inquinamento, deforestazione, distruzione di molte (troppe) specie viventi, spesso per puro divertimento, depauperamento delle risorse naturali ecc. Cosa lasceremo alle future generazioni? Un mondo vivibile o cosa?! A cosa penso? Penso che oggi il nemico è un insidioso virus, più insidioso e virulento, rispetto ai precedenti (quelli che ci hanno fatto ammalare di influenza negli anni trascorsi); che occorreranno determinazione, studio e conoscenza per poterlo sconfiggere (ci vorrà necessariamente del tempo per sviluppare un vaccino, almeno 6 mesi o un anno); che ci dovremo attenere a determinate regole comportamentali, pur tuttavia non dovremo dimenticare gli "altri problemi", quelli che abbiamo concorso a creare con i nostri comportamenti irresponsabili o troppo spesso egoistici, se vorremo lasciare un pianeta, la nostra Madre Terra, alle future generazioni. Quelle stesse generazioni che, a parole, vorremmo difendere e tutelare. Si, oggi è a queste considerazioni che volgo il mio pensiero. Mentre sono seduto alla mia scrivania, a casa, scrivendo. Mentre evito di uscire, mentre mi attengo, come la maggior parte dei cittadini, alle prescrizioni che le Autorità hanno impartito: se vogliamo, tutti insieme venirne fuori dall'ennesima epidemia, oggi, pandemia, forse, domani se dovessimo raggiungere quota 6% dell'intera popolazione mondiale. Ma questi sono solo numeri, che spaventano, certamente. La storia, la madre storia, che dovrebbe insegnarci qualcosa, ci racconta di molte pandemie già avvenute e superate, talvolta a caro prezzo in vite umane. Ma ne siamo sempre venuti a capo della crisi, pur con i pochi mezzi che si avevano a disposizione: oggi è certamente diverso, poiché abbiamo le conoscenze, le strutture sanitarie e, presto, anche il vaccino per superare questa particolare influenza. A condizione che si riesca e si voglia davvero fare "squadra!", mettendo da parte atteggiamenti irresponsabili ed egoistici. A questo ho pensato, e ve l'ho partecipato in questo mio profilo social.

4
Il Mobile World Congress, in programma a Barcellona per lunedì 17 febbraio, non si farà: una notizia che dovrebbe fare riflettere, in tempi di "Corona Virus".
Ebbene si, la "Fabbrica del mondo", la Cina, insieme ai più grandi produttori di tecnologia del pianeta, che non a caso prendono piede dal "lontano?" oriente, ha deciso di non dare vita, come di consueto, al grande congresso internazionale di Barcellona, proprio in ragione del pericolo derivante dalla diffusione del virus, in questo caso sul territorio europeo. Tutto questo non fa bene nè alla salute nè, tanto-meno, all'economia, tenuto conto dei legami, sempre più stretti, tra le economie dei vari produttori, in ogni angolo del nostro pianeta. Economia globale: ecco quali potrebbero essere, ed in parte lo sono già, i lati più deboli del sistema investimenti/produzione/vendita: è sufficiente la diffusione, vera o presunta,"Globale" di una "pandemia in oriente ì, a far andare in tilt la "Fabbrica del mondo" e con esso l'intero sistema produttivo-distributivo, che ha, come immediata ripercussione, la caduta delle Borse e dell'economia mondiale. Si comincia, per esempio, dalla soppressione di alcuni eventi mediatici, per continuare con il blocco della produzione e delle vendite, per poi proseguire con il crollo del consumo sia di energia elettrica sia di petrolio ed ecco che, inaspettatamente, anche il prezzo del petrolio, e dei carburanti, subiscono un tracollo immediato! Insomma, l'economia "Globale" entra in crisi, mandando all'aria tutti i piani programmatici delle nazioni più progredite...e se tutto ciò dovesse continuare per altre settimane o mesi?! Chi si ricorda della "Grande crisi" americana del 1929? Provate solo ad immaginare oggi cosa potrebbe essere, se solo si immagina alle conseguenze, terribili, che potrebbero verificarsi in conseguenza dei licenziamenti, la mancanza di lavoro, di derrate alimentari, dei servizi ecc.Oggi, in un mondo sempre più globalizzato ed interconnesso, ma, al tempo stesso, sempre più fragile, proprio a causa della inesistenza, o annullamento, delle distanze e delle barriere fisiche! Insomma, un raffreddore in Cina può equivalere ad un disastro economico in Europa. Una pandemia in Oriente, non è contenibile, considerata la velocità ed i volumi di persone che si spostano continuamente da una parte all'altra del pianeta, ed ad una velocità, solo ieri, neanche immaginabile. La ricchezza e la povertà, insieme, dipendono dalla Status quo delle Nazioni, grandi e piccole, ricche, meno ricche o povere, poichè la globalità non consente disomogeneità: anche se questa dovesse dipendere, appunto, da una malattia di origine virale: pena il ritorno al Medioevo dell'umanità!

5
Pensieri, riflessioni, saggi / Per non dimenticare
« il: Gennaio 28, 2019, 10:04:45 »
27 gennaio 2019: 27 gennaio 1945 l'esercito russo, nella sua avanzata inarrestabile in terra polacca, vittoriosa sull'esercito del Terzo Reich, si trova davanti a sè il Campo di Concentramento di Auschwitz Birkenau. Al suo interno ancora sopravvivevano circa 7.000 ebrei, abbandonati lì dai nazisti in fuga, perchè considerati malati o troppo deboli per affrontare "La lunga marcia" verso i campi di sterminio situati più a ovest della Polonia. L'apertura di quei cancelli e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista. Milioni di uomini, donne e bambini perseguitati dalle" Leggi razziali" e poi strappati alla loro vita e portati nei lager, da dove in pochi sono tornati. Il 27 gennaio è stato scelto dall'Onu come "Il giorno della memoria" per commemorare le vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. E’ un pezzo agghiacciante della nostra storia che non può essere dimenticata. Davanti al fuoco, ora acceso e scoppiettante, stavo riflettendo su questo passo tragico e vergognoso della nostra storia più recente. Riflettendo, mi sono reso conto che, nonostante le numerose testimonianze dei sopravvissuti ai lager o campi di concentramento, la tendenza oggi è quella di dimenticare l'orrore ed il concetto stesso di genocidio, che furono l'idea e l'obiettivo principale dell'ideologia e della politica nazista, prima, e fascista a cominciare dal 1938, con le vergognose "Leggi sulla razza", che macchiarono indelebilmente la storia del nostro Paese. Dobbiamo, pertanto, continuare a rammentare alle giovani generazioni cosa furono gli stermini di massa, in nome di una ideologia. Cosa sono stati (perchè sono realmente esistiti) i Campi di sterminio, dove vi trovarono la morte decine di milioni di essere umani, e non solo gli ebrei! Da alcuni anni a questa parte, si sta facendo strada la "Teoria del negazionismo" il cui assunto è la negazione della veridicità dell'Olocausto, ossia del genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista. Questa teorizzazione, attraverso l'uso spregiudicato e ideologizzato di uno scetticismo storiografico portato all'estremo, nega una serie di eventi connessi al fascismo e al nazismo; secondo questa teoria, l'Olocausto stesso sarebbe un'enorme finzione, funzionale alla demonizzazione della Germania, alle politiche sotterraneamente perseguite dai circoli ebraici mondiali e alla creazione e difesa dello Stato d'Israele. Il 27 gennaio è stato scelto dall'Onu come "il giorno della memoria" per commemorare le vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. E’ un pezzo agghiacciante della nostra storia che non può essere dimenticata. Mentre il fuoco nel caminetto continua a scoppiettare, riscaldandomi le gambe ed il viso, in questi giorni di freddo invernale, ripenso aiutato dalla memoria delle testimonianze, dei racconti o dei numerosi film realizzati dagli anni del dopoguerra ad oggi, o dal Libro di Primo Levi, "Se questo è un Uomo", o ancora dal "Diario di Anna Frank", tutte testimonianze di atroci sofferenze perpetrate unicamente in ragione di un credo ideologico, la cui realizzazione, a cominciare dagli anni 20 della storia europea, non fu osteggiata dalle masse o dalle classi abbienti. Anzi, la stessa Chiesa romana, per puro calcolo politico, girò il proprio sguardo altrove, anche dopo le deportazioni di massa del ghetto di Varsavia o di Roma, tanto per citare quelle più ricordate (ma certamente non furono le uniche). Dallo storico "Processo di Norimberga" , che riconobbe, condannandole, le molte colpe e le atrocità sanzionate e realizzate dalla gerarchia nazista, ad oggi il processo alla storia d'Europa e dei suoi popoli non si è ancora del tutto concluso, tenuto conto di un certo ritorno culturale e politico verso una politica ideologicamente spostata a destra, che non vede di buon occhio le attuali politiche economiche e sociali della moderna Europa dei 27 Paesi (Il Regno Unito, com'è noto ha scelto di separarsi) e, soprattutto, rifiutando l'ulteriore apertura delle frontiere ai disperati, provenienti da quei Paesi flagellati da guerre o dalla miseria. La Storia, maestra di vita, foriera di esperienza, ci ricorda, semmai ve ne fosse ancora bisogno, che le guerre sono sempre state scatenate per obbedienza ad una religione, ad una ideologia ma solo come pretesto per "allargare il sacro suolo della patria" o "lo spazio vitale necessario alla crescita della nazione", tanto per citare alcuni tra i più noti discorsi fatti in epoca nazifascista, ma le cui radici affondano alle origini dell'Impero Romano e oltre. L'umanità tenga ben conto, oggi più di ieri, quanto sia facile aderire alle soluzioni più semplicistiche per superare i problemi di un Paese, in nome della difesa dello stile di vita al quale siamo abituati, non importa se a spese di altri; ma tenendo però ben presente il pericolo che si corre, quando si chiudono occhi e orecchie verso le richieste di aiuto da parte di quei popoli ridotti allo sfinimento, per una vita che non ha più sbocchi nè speranze. L'egoismo di ieri, come quello di oggi, potrebbe condurci, più o meno consapevolmente, ad una nuova guerra tra i popoli. Ad un nuovo Olocausto dell'Umanità, se si considera la potenza distruttiva degli armamenti moderni. Nel 1945, del 27 mese di gennaio, le porte del Campo di Concentramento di Auschwitz, si aprirono definitivamente per i 7.000 prigionieri, quasi tutti ebrei, che ritrovarono la libertà; tra questi anche un italiano che, dopo un lungo e rocambolesco viaggio fatto a piedi e in treno attraverso mezza europa, alcuni anni dopo, descrisse i fatti, la storia e l'inferno che furono quei campi di concentramento. Quell'uomo era Primo Levi: "Per non dimenticare".

6
Apro Facebook, la mia pagina sibillinamente mi chiede: A cosa stai pensando?
Penso alle parole che, incontrandomi quest'oggi, in questo spazio virtuale, in questo tempo mi suggeriscono di esprimere un pensiero, uno stato d'animo oppure un parere, un'idea un sentimento su qualcosa, qualcuno oppure un ricordo...
Allora mi vien fatto di pensare quanto sia importante e, alle volte, esaustiva la parola: tra gli uomini, nella storia della civiltà umana, nella cultura come nella politica, nei rapporti tra le persone, in famiglia come all'esterno di essa, al lavoro come nel tempo che dedichiamo allo svago ed al gioco. Ancora, la parola come atto di preghiera o di speranza, come sopraffazione o sottomissione, come aiuto e dono o condanna.
A cosa sto pensando, mi chiede ancora ineffabile la mia pagina Facebook all'apertura, quando ancora non ho né letto né scritto alcunché, almeno per oggi e comunque sino ad ora.
Penso, invece, questo sì alle molte ridondanti parole usate e abusate nel mondo della politica, prima e dopo la campagna elettorale, conclusasi lunedì scorso, subito dopo i risultati del voto dei molti, moltissimi italiani che, in Italia e all'estero, hanno espresso con la "parola scritta" su di due fogli (uno per la Camera dei Deputati e l'altro per il Senato della Repubblica) il loro dissenso, la loro stanchezza, la "caduta" degli ideali propri della politica (gli schieramenti a sinistra o a destra delle ideologie che sono state peculiarità dei due secoli precedenti) per manifestare con forza e decisione la volontà di un vero cambiamento di rotta, questa volta, che non ha più niente in comune con le promesse elettorali (mai mantenute, persino il giorno dopo gli ultimi referendum della nostra Repubblica) che hanno fatto da filo conduttore agli ultimi governi succedutisi negli ultimi dieci anni almeno.
A cosa penso? Penso che il Presidente Mattarella, proprio attraverso la parola (la sua) dall'alto del Colle del Quirinale, dalla sua posizione Super partes, quale garante della Costituzione, ha certamente fatto bene, assolvendo ad uno dei suoi doveri costituzionali, ad invitare i partiti tutti, i loro rappresentanti insieme ai loro segretari e presidenti, ad uno sforzo comune per il bene del Paese al fine di cercare una via per garantire la governabilità di questo Paese.
A cosa penso, continua a chiedermi imperterrito Facebook, mentre altre riflessioni scorrono nella mente. Mi chiedo cosa si aspettino gli oltre 60 milioni di italiani, gli altri 500 milioni circa di cittadini europei (compresi quelli della Gran Bretagna, ancora in fase di brexit!) dalle scelte dei nostri politici e da quelle dei componenti il governo europeo. Mi chiedo, probabilmente in un interrogativo comune che ci riunisce tutti nell'attesa, quando la politica ed i suoi primi attori smetterà di essere parolaia ed inconcludente; quando saprà essere davvero capace di guardare avanti, proponendo progettualità, crescita e democrazia tra i popoli. L'Europa, culla della cultura occidentale, negli ultimi 60 anni ha saputo e voluto garantire la pace e la crescita tra tutti le nazioni che la compongono, questo è bene non dimenticarlo, specialmente quando si pronunciano discorsi che arringano cittadini stanchi, delusi, arrabbiati, disoccupati o malpagati. Quando si cavalcano le onde della protesta, nella facile proposizione di politiche che, promettendo tutto a tutti, dimenticano poi di ricercare concretamente i modi per renderle fattive!
La parola è stata protagonista della storia dell'umanità, ne ha scritto e raccontato della sua nascita e crescita: vediamo che qualcuno non debba usarla per scriverne, in futuro, il suo epilogo.
A questo, oggi, ho pensato mentre aprivo la pagina del mio profilo Facebook.

7
Diario di una giornata particolare: a spasso per il Bel Paese in cerca di una pausa e, forse, di un benessere che altrove è negato.
Al termine di una giornata può capitare, specialmente dopo una gita c.d. "fuori porta", di tirare le somme per capire se ne è valsa la pena; se tanta fatica, ansia e denaro, hanno potuto ripagarci dandoci l'illusione di essere stati bene. Con noi stessi e con gli altri (famiglia, amici o conoscenti).
Le città, come in un copione desueto, si sono svuotate (tranne quelle dell'estremo sud, quest'anno invase da migliaia di turisti stranieri) per cedere famiglie e comitive in cerca di bellezza e buon cibo nei vari "Borghi dell'Anno", oramai ben pubblicizzati attraverso programmi televisivi costruiti "ad hoc".
L'assalto, pertanto, ha richiesto la trasmigrazione di lunghissimi serpenti gommati, su strade e autostrade, che ha preso forma e sostanza già dalle prime ore del giorno, per un "mordi e fuggi" che, oramai, caratterizza le nostre pause settimanali e, talvolta per poca disponibilità di denari, le nostre tanto agognate ferie (estive o invernali).
Il "popolo dei vacanzieri pendolari" si è potuto concedere, dopo alcune ore di viaggio (o di coda) una passeggiata nelle stradine e per i viottoli del paesino selezionato direttamente dalla rete; o visitato virtualmente con Google Earth; consumare uno spuntino veloce, magari tra un selfie a futura memoria, da annoverare tra le tante notizie ed aggiornamenti pubblicati sulla personale pagina Facebook, ed una immancabile telefonata (l'ennesima!).
Il rito è stato, anche questa volta, rispettato!
Sopratutto in una di quelle giornate che, in virtù della loro stessa storia e cultura, non poteva non essere ricordata per la classica gita da farsi fuori, con amici e parenti.
Al rientro, tuttavia, dopo aver percorso in senso inverso la strada che quella mattina ci aveva condotti verso "la meta", lontano dalla monotonia dal caos quotidiani, adesso ci ricorda che da domani tutto tornerà come prima!
Tutto questo ha un senso? Siamo sicuri che questo stile di vita ci appaga? O si fugge all'inseguimento di un'illusione?
O, forse, sarebbe bello poter decidere che si vuole cambiare, uscendo dagli schemi pre-confezionati, che ci costringono in spazi angusti e progettualità sempre uguali?!

8
Pensieri, riflessioni, saggi / E' sul far della sera che...
« il: Marzo 25, 2017, 23:20:45 »
Sovente mi succede, viaggiando in macchina, assorto nei miei pensieri, di riflettere guardando il cielo ed i suoi colori sfumati, quasi confusi tra cielo e terra, tra cielo e mare, che: "E' sul far della sera che ritrovo me stesso. E' sul far della sera che i miei pensieri, vagando, ritrovano la loro "casa" in quello spazio senza tempo. Una magia che si ripete, da sempre, all'alba e al tramonto, quando tutto cade in sospensione tra presente e futuro, un momento oppure un'eternità. Chi può dirlo con certezza? Così, come la magia delle stelle che girano intorno a noi, illuminando quel cielo che tutti noi guardiamo ammirati e un po' impauriti, poichè ci spiegano quanto siamo piccoli in questo universo fatto di energia e di tempo. Già, proprio il tempo, che nel frattempo ha ripreso a scorrere, come sabbia dentro una clessidra, rompendo l'incantesimo di quell'istante sospeso tra il mio ieri e il mio domani". Mi consolo pensando che potrò sempre ritrovare i miei pensieri e le mie riflessioni in quel non luogo della mia mente, dove scevro dalle leggi del tempo e dello spazio, posso vagare libero e sereno. Si lo farò "Sul far della sera quando..."

9
A questo punto della storia dell'umanità è solo una questione di statistica e di tempo, poichè non è più concepibile l'idea che non ci siano nella nostra galassia e nell'universo (che è formato da migliaia di galassie in continua espansione) altri sistemi planetari simili al nostro. La vita, dunque, non è un'esclusiva del nostro sistema solare, tutt'altro! L'esplorazione dello spazio, anche grazie ai nuovi telescopi orbitanti, in arrivo nei prossimi dieci anni, non potrà che confermare ciò che già oggi appare plausibile: la presenza dell'acqua, in forma liquida, una temperatura tra lo zero ed i cento gradi, sono elementi assai più diffusi nella galassia di quanto si pensava sino a ieri.
Ora, inevitabilmente, tutto questo avrà delle considerevoli ripercussioni sulla realtà quotidiana, a cominciare dalla nostra cultura, religione, filosofia, ricerca scientifica e via via elencando. Insomma, da oggi molti di noi volgeranno più spesso lo sguardo al cielo ed una maggiore attenzione, forse intrisa di speranza, alla ricerca scientifica e spaziale, in particolare. Sono sempre più convinto che quel "Piccolo passo sulla superficie lunare, fatto da un celebre astronauta americano, non solo è stato un gigantesco passo in avanti per l'intera umanità, ma una proiezione dell'uomo verso l'universo circostante nella speranza di poterlo colonizzare e, magari, condividerlo con altre entità intelligenti. Del resto, oramai è evidente che la sola Terra non potrà più assicurare all'infinito la nostra sopravvivenza, oltre che quella di tutti gli altri esseri viventi che la abitano, da ben 5 miliardi di anni., poichè le risorse non possono essere inesauribili. Il futuro dell'umanità, credo, non potrà che essere altrove, in qualche angolo della nostra o di altre galassie ed in armonia con altre forme di vita. Buon viaggio, quindi, a i figli ed ai figli dei nostri figli.

10
Pensieri, riflessioni, saggi / La questione della lingua.
« il: Febbraio 05, 2017, 21:19:55 »
La questione della lingua, ovvero la sua sopravvivenza al tempo e non solo. Persino il famoso regista Ridley Scott lo aveva prefigurato nell'ultra premiato film "Blade Runner" , nel quale immagina una società, ovviamente multietnica, che si esprime attraverso una lingua frutto della fusione di mille lingue, dialetti e idiomi parlati dalla gente comune. Una società futuristica che ha perso la memoria delle proprie radici culturali, delle quali la lingua dovrebbe rappresentare la storia e l'origine. I nostri studenti (ma non solo) non sanno esprimersi in un italiano che sia, non solo grammaticalmente corretto, ma persino capace di essere coerente ed a senso compiuto: costruzione di un pensiero ed organizzazione coerente del pensiero che si vuole esprimere. L'allarme è stato lanciato da oltre 200 docenti delle scuole superiori ed universitari, soprattutto toscani. Il problema, non è di poco conto in quanto non solo si riferisce alla qualità della preparazione degli studenti delle scuole superiori e delle università, ma in prospettiva di coloro i quali, dopo il conseguimento della laurea (triennale o magistrale) aspireranno a ricoprire incarichi di livello superiore e dirigenziale. Il futuro, lo sviluppo dell'economia e della cultura italiana, e non solo, sarà loro affidata sperando che siano in grado, a loro volta, di trasferirla alle future generazioni. Ma su quali basi? Se si assiste ad un costante impoverimento del linguaggio usato comunemente dalle giovani generazioni; se è vero, come è vero poichè dimostrabile, che i giovani sono sempre meno propensi alla lettura e, quindi, all'approfondimento delle tematiche socio-culturali oltre che tecnologiche o politico-amministrative, tanto per esemplificare, cosa dobbiamo legittimamente attenderci per il futuro? Una società che si impoverisce, non solo sotto l'aspetto economico, è altamente vulnerabile. La questione culturale, pertanto, dovrebbe essere attenzionata da chi governa. E non solo in Italia. Lo sappiamo, i giovani si esprimono per mezzo di frasi smozzicate; prive di qualsiasi analisi logica; essenzialmente veloce e per tale ragione prive di ogni capacità di approfondimento. Sopratutto, ci esprime con telefonini e pc, quasi mai attraverso la scrittura, raramente affrontando discussioni tra individui "presenti fisicamente". Una generazione, questa, che sta perdendo il piacere della lettura, dell'introspezione; capace di meditare nel silenzio e con la fantasia. Generazioni di giovani incapaci, non solo di esprimersi coerentemente e correttamente, ma capaci di chattare per ore, curvi sui loro cellulari, ed altrettanto lontani dall'idea di scambiarsi opinioni e "pettegolezzi" in presenza di altri individui! Il mondo virtuale avanza, a discapito della realtà fisica e della fisicità del vivere, come lo si è inteso sino all'avvento del web. Il futuro è foriero di novità, possibilità e risorse, ma solo se si sapranno usare con intelligenza gli strumenti che la scienza ci propone. Argomenti, questi, sui quali credo sarebbe opportuno fermarsi a ragionare: a cominciare dagli insegnanti e, a seguire, dalla classe politica. Tutti chiamati in causa, per dare quelle risposte che sino ad oggi, oggettivamente, non siamo stati in grado di dare. Forse perchè il futuro, già immaginato nella letteratura e nel cinema, ha di gran lunga sopravanzato la realtà.

11
La realtà virtuale che surroga quella fisica; l'idea (malsana) che tutto ciò che si scrive e si pubblica, anche se foriero di idee e/o atteggiamenti folli o inneggianti ad attività contro la legge, non abbia nè ripercussioni nè responsabilità morali e penali è, semplicemente, folle che ci trasloca tutti verso una società priva di limiti e regole. In pratica, anarchica ed irrispettosa della vita e degli esseri umani. Quando si scrive, quando si denuncia, quando si accusa condannando prima ancora delle sentenze in tribunale (ricordando che i gradi di giudizio sono 3) ci si deve assumere anche la responsabilità delle proprie azioni. La cosa andrebbe insegnata e ricordata sempre ai fruitori dei social e dei sistemi di comunicazione virtuale, sopratutto quando si agisce nell'anonimato. Anche le giovani generazioni devo ricordare ed avere ben presenti la valenza delle loro azioni, quando attuate attraverso la rete che, è bene ricordarlo, può avere ripercussioni nell'immediatezza e per un tempo illimitato, al di là quindi delle proprie intenzioni (pensando e sperando che quest'ultime possano e debbano essere limitate nel tempo). I giovani in particolare (in quanto maggiori fruitori del web) debbono rendersi ben conto delle potenzialità, anche negative, della rete e delle conseguenze nefaste che immagini, messaggi ed altro possono avere sulla vita del destinatario delle loro azioni "divulgatrici" via internet/social. Occorre, pertanto, che i sistemi educativi (dalle scuole, di ogni ordine e grado, all'informazione) prendendo coscienza del problema, si impegnino a divulgare un "messaggio educativo" indirizzato a tutti coloro che normalmente fruiscono della rete e dei suoi mezzi di divulgazione, ed in particolare alle giovani generazioni sempre più immerse nelle modalità di comunicazione "virtuale" che ha surrogato (purtroppo) quella fisica, sempre più spesso. In questo la società ha una ben precisa responsabilità riflessa e diretta: ogni volta che qualcuno azzera l'esistenza di qualcun'altro, o ogni qual volta che una persona decide, spinto dalla pressione mediatica, di togliersi la vita o negarlo a qualcun'altro. Si rifletta maggiormente, a livello legislativo e tra i responsabili dell'educazione e nel controllo di quanto passa attraverso i social via web!

12
Il nostro è un Paese fatto di bellezza artistica: nella poesia, nella scultura, nell'architettura, nella musica e...nella cucina. Ma in tanti altri campi ancora ci distinguiamo al punto che possiamo definirci precursori dello stile. All'avanguardia in molti aspetti del vivere quotidiano. Ma non in tutto! Il sistema-paese, ad esempio, non lo è, anzi, sembra ostacolarci, rallentarci il più delle volte. Ci fa arrendere, ci fa fuggire altrove, impoverendo la nazione, la sua economia e le prospettive per le future generazioni. La colpa? Le responsabilità? Facile prendersela con i politici e gli amministratori...facile additare gli altri! In una democrazia, ce lo hanno insegnato i greci, ben cinque secoli prima dell'era cristiana, è fatta di idee diverse che si confrontano su di un piano di parità in uno spazio condiviso (l'Agorà) ove decidere insieme ciò che è meglio per quella società. Il riferimento, ovviamente, è rivolto alla politica attuale e ai suoi principali attori (i nostri rappresentanti) quelli che ci siamo scelti ed ai quali abbiamo "delegato" il potere decisionale. Ci lamentiamo "in coro" attraverso "I social", tanto sviluppati e divenuti di moda, attraverso i media; siamo tutti informati, non possiamo certo dire di non sapere o non essere a conoscenza delle "criticità" del sistema politico e delle sue "malefatte", nell'amministrare il Paese. Eppure non cambia nulla: i personaggi, gli attori, gira e rigira, son sempre gli stessi e quand'anche se ne presenti qualcuno nuovo tra i vecchi e consunti dal tempo, pare debba essere "malato" dello stesso virus che ha già infettato i precedenti, senza lasciare scampo o speranza per il futuro. Una via senza uscita; un Paese bloccato e senza speranza, si direbbe! Ma non è e non può essere tutto limitato al dèjà vu, se la voglia di cambiare, di non arrendersi diventano un'idea, un progetto un target tra la gente comune, gli opinionisti, gli addetti alla cultura, insomma tra tutti coloro i quali possono risvegliare gli animi dei cittadini, verso un cambiamento della prospettiva nell'affrontare le problematiche quotidiane. Siamo giunti ad un bivio, tutti se ne rendono conto, lamentando l'iniquità e l'incapacità della politica, non solo nazionale, ma reagendo spesso senza costrutto. Ritengo che si debba ricominciare dalle basi culturali, dalla formazione nelle scuole, da un risveglio delle coscienze, dalla voglia di riconquistare gli spazi della politica, con le sue opportunità, volgendo lo sguardo al nuovo e superando un antico atteggiamento del tutto "italico" che ci vede sconfitti prima ancora di cominciare ad intraprendere qualunque progetto; sfiduciati come siamo dalla storia recente, fatta come dicevo di personaggi corrotti, ma anche corruttibili da quella stessa cittadinanza che "non vuole le regole e chi le dovrebbe amministrare". Si guardi in faccia la realtà e ciò che siamo veramente, ciò che vorremmo essere (a parole) e ciò che,invece, dovrebbe essere (nei fatti) per realizzare il vero cambiamento della società. Il testimone passa sempre dai padri ai figli, facciamo in modo di non perdere questa occasione; di non essere maestri negativi di vita; ma piuttosto capaci di indicare ai nostri figli, con l'esempio, che è possibile sperare ad un cambiamento, alla crescita, non solo economica, ma soprattutto culturale e delle coscienze.

13
Pensieri, riflessioni, saggi / L'Anno che verrà.
« il: Gennaio 01, 2017, 10:25:20 »
L' Anno che verrà.
In fondo si è girato la pagina del calendario, l'ultima, per affiancare ai nomi dei mesi, che non cambiano, un nuovo numero, maggiore o superiore che fa pensare a qualcosa che passa e se ne va. Ed è così, da sempre e lo sarà per sempre. A meno che il sole, il nostro sistema solare, la nostra galassia, l'universo intero non smetteranno di volteggiare a velocità pazzesca, allontanandosi sempre più dal punto in cui tutto ebbe inizio. Miliardi di anni fa. Ma, mi chiedo, misurare il tempo (terrestre) confrontandolo all'intero universo può avere senso? La Terra continua a girare, ad orbitare intorno al suo (nostro) sole da oltre quattro miliardi di anni e lo farà (ci spiegano gli astrofisici) per altrettanti 4 o 5 miliardi di anni (se tutto va secondo le previsioni). E noi (come genere umano) continueremo a stappar bottiglie e far grandi propositi per il Nuovo Anno, che ha valore solo per la Terra ed i suoi abitanti, perchè non sarà l'Anno nuovo anche per Proxima Centauri (la Stella a noi più vicina), semplicemente per le leggi dell'astrofisica che lo stesso Albert Enstein aveva postulato: quella della relatività e della velocità della luce, che tutto rende, appunto, relativo dal punto di vista del "viaggiatore" che attraversa in un dato momento lo spazio siderale che lo circonda. La vita ed i suoi accadimenti, oggi, sono i medesimi di ieri, nonostante i tanti buoni auspici del genere umano che da ieri si proponeva ed augurava un anno migliore. Tuttavia, non è così per coloro che appartengono a culture e religioni diverse: cinesi e musulmani, ad esempio poichè loro, a ben guardare, vivono in un "tempo" diverso dal nostro! Forse è proprio per questo che i nostri buoni propositi la scorsa notte di San Silvestro non si sono "sposati" con quelli degli attentatori di Instabul, i quali hanno pensato (bene dal loro punto di vista) di mietere vittime, sangue e dolore, per sostenere la loro causa (il loro buon proposito!) a scapito del nostro modo di intendere la vita e le sue regole. Loro vivono in un tempo che, secondo la loro cultura e religione, è ben 400 anni indietro al nostro! Forse è per questa ragione che i nostri propositi non trovano un punto condivisione e capacità di coesistenza con il loro. E allora eliminiamo i calendari che appartengono ad un tempo e ad una cultura che produce solamente attriti ed incomprensioni...azzeriamo tutto e ricominciamo daccapo, ma senza avere la pretesa di essere i soli detentori della sapienza e della verità in senso assoluto, poichè è proprio partendo da questi assunti storici che si sono realizzate le guerre di religione e di conquista che, sino ad oggi, hanno procurato soprattutto incomprensione e morte, tra le diverse civiltà. Buon Anno, un augurio che non sia "consunto" dal tempo e dall'abitudine...ma che sia foriero del cambiamento di rotta, da parte dell'umanità intera. Si guardi alla grandezza ed alla perfezione dell'armonia dell'universo che ci circonda e che è vita, nelle più svariate forme che ogni singolo sistema solare avrà reso possibile. Le nostre ragioni, al confronto, non sono nulla. Eleviamoci tutti insieme dai piccoli e grandi egoismi, dei singoli e culturali, e forse si potrà cominciare a realizzare un Anno migliore, una vita che finalmente trova un senso per ciascuno di noi ed in armonia con tutto ciò che ci circonda. Senza limiti territoriali e di tempo. Il tempo, quello si lo abbiamo creato noi, per convenzione, per necessità legata al lavoro agricolo o alla pesca, per dare un senso alle quattro stagioni che si ripetono da milioni di anni. Vogliamo dare un senso all'Universo, partendo da regole che valgono, per forza di cose, solo per la Terra. Un po' troppo, probabilmente. Buon Tempo agli uomini di buona volontà.

14
Non ci sono più le certezze di una volta!
C'era un tempo in cui il cittadino, militare o civile che fosse, poteva contare, sin dal primo giorno d'impiego/assunzione, su alcune certezze granitiche, scolpite nella roccia della memoria italica: avresti avuto un lavoro sicuro a fronte di uno stipendio dignitoso, certamente non ti avrebbe arricchito ma ti avrebbe accompagnato per una vita intera, consentendoti di far crescere la tua famiglia, far studiare i figlioli e, magari, acquistare la tua prima casa. Erano gli anni del boom economico (anni 60') l'Italia usciva da un pauroso periodo di povertà, riconducibile alla 2^ guerra mondiale con i suoi orrori, ma la gente era animata dalla fiducia e dalla speranza di poter progredire, potendo garantire alle future generazioni quel benessere che essi stessi (i genitori ed i nonni) di certo non avevano mai neppure immaginato che potesse esistere. Al periodo della ricostruzione(e del boom economico) seguirono gli anni delle contestazioni e delle rivoluzioni politiche: i primi movimenti terroristici inneggiavano ad una guerra totale fatta dagli appartenenti alle classi non solo operaie ma sopratutto dagli intellettuali (professori e studenti universitari) che avevano il preciso dovere di guidare tutti verso il cambiamento, anche usando le armi. Per fortuna la rivoluzione cruenta e sanguinaria non ebbe il seguito e l'appoggio che i terroristi (di destra e di sinistra) avevano sperato di ottenere. Per non farci mancare nulla, gli anni 80', seppure accusando i primi contraccolpi di una crisi strisciante, sia economica che politica, furono propedeutici ad un nuovo spirito di rinnovamento, culturale e politico, che ebbero come diretta conseguenza l'arresto di esponenti politici nazionali dando il "La" ad una nuova ed entusiasmante stagione di riforme. Da qui la Seconda Repubblica, la nascita della Comunità Europea, la nuova moneta unica, l'Euro, il mercato globale e...dulcis in fundo internet. Già, proprio quel http://www. cambiò per sempre il mondo e le sue regole. La cultura e la sua capacità potenziale di essere fruibile subito, gratis e in qualsiasi angolo del pianeta, purchè collegato al web. Ma cambiò l'economia, cambiò il modo di lavorare, si abbassarono i costi di produzione ad esempio risparmiando sulla manodopera (bastava un computer in luogo di una persona), la delocalizzazione delle merci e delle aree produttive eliminarono milioni di posti di lavoro in un batter d'occhio. Ora non era più indispensabile la presenza della manodopera umana, non nella consistenza che sarebbe stata necessaria solo qualche anno prima dell'avvento del web. L'economia, che sino a qualche decennio prima si basava sulla produzione del manufatto, ora preferiva evolversi attraverso lo spostamento di enormi capitali attraverso la carta ed il web. La ricchezza, quindi, la si produceva a mezzo di movimenti immateriali di denaro attraverso le linee telefoniche ed i satelliti collegati al web. D'improvviso, però, la bolla finanziaria dagli Stati Uniti, esplodendo, trascinò nel fango tutta quella carta, le promesse di una ricchezza basata sulla filosofia del guadagno facile e veloce (la speculazione) annullando in pochissimo tempo false speranze, banche e banchieri, i risparmi di milioni di cittadini e... le economie e gli equilibri dei bilanci statali. Anche di quelli europei. E non solo. I governi nazionali, che si erano retti sulle promesse di una maggiore ricchezza procapite futura; di una maggiore equità nella distribuzione delle risorse nazionali, sempre foriere di pace sociale e giustizia, d'incanto si volatilizzarono. Così, il nostro impiegato statale (militare o civile come accennavo all'inizio) da qualche anno non ha più certezze nè sul rinnovo dei contratti (scaduti da almeno 8 anni), nè della età in cui potrà finalmente godersi il meritato riposo dopo...quanti anni di lavoro? Neppure sulla data ci sono certezze!! Badate bene, sia che governi la destra sia che governi la sinistra o (peggio) un governo tecnico, nessuno al di là delle intenzioni (buone o meno) saprà "far di conto", com'era d'uso ai tempi delle maestrine del De Amicis. Quindi, cari colleghi non illudiamoci più di tanto: la politica appena trascorsa ha governato (davvero?) a colpi di slogan (ricordate gli 80 euro?) e quella prossima ventura, dopo le elezioni, per le quali non si sa neanche con quale legge, quasi certamente non potrà far meglio se: a.la Legge di Stabilità non può uscire dai binari imposti dagli accordi Comunitari; b. dovremo prima capire se e quanti denari rimangono nelle esauste casse della Banca d'Italia; c. l'economia nazionale non ricomincerà a marciare ben oltre quell'anemico 0,8%, mentre gli altri Paesi dell'Ue realizzano molto più dell'1,5 - 2%, per non parlare delle "Tigri asiatiche" che marciano intorno al 10%!!, rimpinguando l'erario nazionale; d. a proposito di erario: se non ci si mette in testa di combattere seriamente lo sport nazionale preferito dai più (per fortuna non da tutti!) di evadere allegramente il fisco, cari colleghi e cittadini del Bel Paese, non potremo fare nulla di più di quanto sia stato realizzato, in qualche modo, sino ad oggi. Cioè davvero poco, se si considerano altri Paesi avanzati, sul piano della produzione, della ricerca e della qualità della vita. Elementi, per finire, questi sui quali qualcuno dovrebbe cominciare a riflettere. Seriamente, però. Almeno per questa volta.

15
Stando seduto su quella bianca scogliera, dal chiarore abbacinante e avvolgente, consapevole che quella lunga linea del mare ci separa dalla vicina Tunisia, dal continente africano, così carico di storia, di drammi e di speranze: spesso disilluse a caro prezzo; qualche volta realizzate. Ma solo per pochi (troppi direbbero chi non è favorevole alle migrazioni di massa!) c'è stato un approdo, una nuova occasione di vita, al di qua di quel mare tanto amato e odiato ad un tempo. Come non ripensare alle migliaia di vite "perse" in quel mare, lunga quella linea di confine che rappresenta la vita o la morte...come non riflettere su tutto questo dolore a cui assistiamo, comodamente seduti sui nostri divani, nei confortevoli salotti di casa...io oggi ho riflettuto, invece, seduto su quella bianca scogliera, molto simile alle Bianche scogliere di Dover da dove i cittadini inglesi osservano, anche loro, una lunga striscia di mare che li separa dalla Francia, dal continente europeo, dove ammassati a migliaia altri poveri disgraziati attendono. Ma attenderanno ancora a lungo e forse invano, poichè nessuno vorrà aprire le porte, nessuno vorrà rinunciare alla propria parte di benessere e sicurezza, per dare ad altri una seppur minima speranza di vita. Seduto stavo, a lungo meditando su quella bianca scogliera, mentre alcuni turisti, felici ed appagati, mi passavano accanto e davanti al mio sguardo che ora ritorna al di qua del Mare Nostrum. Già, nostro, ma forse non proprio di tutti...!

Pagine: [1] 2 3 ... 11