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Topics - Letizia

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Laboratorio di scrittura creativa / Novità in arrivo!
« il: Marzo 26, 2011, 15:23:41 »
Sono in arrivo per voi nuove tipologie di esercizi.  :happy:

Volevo chiedervi, però, che genere preferite? Cioè, preferite esercizi sul genere horror o fantasy, umorismo o fantascienza, romantico o...?

Grazie!
 abow

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Laboratorio di scrittura creativa / Incipit n.4
« il: Marzo 26, 2011, 15:14:20 »
Proseguite l'Incipit dato, come meglio vi suggerisce la vostra fantasia.

Le regole generali da seguire le trovate qui:
https://www.zam.it/forum/index.php?topic=168.0

Incipit n.4

Sto per aprire quella porta e credo che me ne pentirò.
O forse non me ne pentirò per niente.
Lo so, ho le idee confuse. Ma chi può affermare di averle chiare in situazioni come queste?
Però non voglio indugiare oltre. Dunque, allungo la mano verso la maniglia e, mentre imprimo quel tanto di forza sufficiente, trattengo il fiato e apro.

3
Laboratorio di scrittura creativa / I quattro elementi n.2
« il: Marzo 26, 2011, 15:10:38 »
Qui trovate le regole:
https://www.zam.it/forum/index.php?topic=168.0

Scrivete una storia che abbia al suo interno i seguenti elementi:

1. Una casa isolata
2. Un  temporale
3. Un postino
4. Una teiera rotta

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Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: Ora di educazione sessuale
« il: Marzo 19, 2011, 14:23:36 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=135.0

5
Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: L'amore ai tempi di Facebook
« il: Marzo 19, 2011, 14:23:06 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=80.0

6
Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: Ciao!
« il: Marzo 19, 2011, 14:22:35 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=156.0

7
Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: Il primo appuntamento
« il: Marzo 19, 2011, 14:21:51 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=185.0

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Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: La prima parolina
« il: Marzo 19, 2011, 14:21:12 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=224.0

9
Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: Fine di un amore
« il: Marzo 19, 2011, 14:20:39 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=301.0

10
Anch'io Scrivo narrativa! / SPOSTATO: Gigi Riva non si tocca
« il: Marzo 19, 2011, 14:19:57 »
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https://www.zam.it/forum/index.php?topic=258.0

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Umoristico / Fine di un amore
« il: Marzo 10, 2011, 15:26:49 »
Ho imparato che a volte non c’è niente di più provvisorio delle cose definitive, come quando Carla mi diceva “ti amerò per sempre!”. Io le credevo, ma domandavo “Come fai a sapere che sarà per sempre?”. Lei, sorridendo, mi guardava come si fa con le persone tarde e mi prendeva la mano. Poi, dolcemente, mi sussurrava “Lo so e basta”.
In effetti, fu proprio “basta” la parola che mi disse poco tempo dopo, quando capì che non mi amava più. Io, volendo fare la parte di chi, nonostante tutto, cade sempre in piedi, in quel doloroso frangente le chiesi ironico “ma non dovevi amarmi per sempre?”.
In quell’occasione non mi sorrise  e non mi prese la mano, ma continuò a guardarmi come si fa con le persone tarde. Sempre dolcemente, però, mi sussurrò “Non c’è niente di più provvisorio delle cose definitive”.
Non ebbi abbastanza prontezza per rispondere a tono, ma mi limitai a fare la faccia da cernia, occhio lucido e bocca socchiusa. O da persona tarda, se preferite.
 Carla di mestiere faceva (anzi fa) l’ hostess, ed è forse grazie al suo lavoro che ha affinato la capacità di rispondermi mezzo secondo dopo che io avevo finito di parlare. Sicuramente essere hostess di voli intercontinentali l’aveva messa  di fronte alle richieste più assurde. C’è chi si fa prendere dal panico e vuole scendere, così, come si fa con l’autobus. Oppure c’è chi ha pretese culinarie fuori luogo, visto che il massimo del pasto su un volo intercontinentale è un contenitore a più scomparti sottovuoti. Il suo contenuto, che più che fuoriuscito da un menù d’alta cucina sembra opera di un pittore futurista, ha sempre qualcosa di misterioso e individuarne la composizione è spesso lavoro adatto ad un medico legale.
Poi ci sono anche quelli che vorrebbero dirottare l’aereo, ma questa è tutta un’altra storia.

Il giorno in cui Carla mi disse di aver  capito che il nostro rapporto era arrivato al capolinea, indossavo un accappatoio-kimono, regalo di uno dei suoi esotici viaggi intorno al mondo. Mi sentivo sempre un po’ ridicolo quando lo portavo, perché la taglia giapponese XXL non corrisponde minimamente alla nostra. Essendo alto quasi uno e novanta e con una peluria molto poco orientale, con quella vestaglia sopra le ginocchia e le maniche troppo corte, avevo sempre l’impressione di indossare qualcosa di non mio, ma soprattutto di decisamente troppo muliebre. In aggiunta, ritengo anche di non possedere la dignità degli uomini orientali, che sanno indossare quella veste come se portassero addosso una gloriosa armatura. So per certo che il mio incedere con il kimono addosso era ridicolo abbastanza da minare la mia autostima, se non fosse  che amavo a tal punto quella donna che avrei indossato anche un tutù rosa, se me lo avesse regalato lei.
Dunque, me ne stavo in cucina, con una tazzina di caffè fumante in mano, quando la vidi entrare, vestita di tutto punto. Le sue testuali parole furono “Mi sa che siamo all’ultimo scalo, tesoro…”. Paragonare la fine del nostro amore all’ultimo aeroporto di un ipotetico volo sentimentale, fu proprio da lei. Ed io mi sentii come quando il pilota comunica che dovrà tentare un atterraggio di fortuna in mezzo all’oceano e invita i passeggeri ad allacciarsi le cinture di sicurezza.
In fondo, però, ero preparato e fu questo che mi salvò. Perché dopo tre anni trascorsi assieme, in cui lei mia aveva fatto sentire un re, fu  come se mi avessero tolto improvvisamente la corona e mandato in esilio.
Si avvicinò e mi sfiorò la guancia.
-Troverai sicuramente una ragazza che ti renderà felice e ti meriterà più di me…
-Chissà perché questa sicurezza l’ha sempre chi lascia e non chi è lasciato.
-Credimi, Lorenzo, sono sicura che sarà così!
-Come fai ad essere così sicura?
-Lo so… e basta.
A quel punto mi ricordai l’ epitaffio del suo amore per me.
-Ma non avevi detto che mi avresti amato per sempre?
E fu così che mi sentii rispondere quella frase del cavolo sulla provvisorietà delle cose definitive.
-Se è per questo, …- ribattei io, invertendo l’ordine degli addendi.-  non c’è niente di più definitivo delle cose provvisorie, come chi parcheggia l’auto in tripla fila e dice che “sta tornando” e magari lo rivedi dopo un’ora.
-Non roviniamo tutto litigando…-m’interruppe lei, intuendo forse che il mio era un infantile tentativo di ritardare la fine di un amore, probabilmente era deceduto da tempo.
-E chi litiga? Ti sembro uno che ha intenzione di farlo?- chiesi onestamente, indicando con le entrambe le mani la mia mise da Madam Butterfly.
-Vorrei ricordarmi di te con un sorriso…-insistette lei.
-Se ci tieni, puoi anche farti una risata ripensando me.
-Ciao, Lorenzo…

Poi uscì dalla cucina e io la seguii, come un animale fedele che ama nonostante tutto. Afferrò il suo inseparabile trolley che aspettava all’ingresso, aprì la porta di casa e si diresse verso l’ascensore. Da lì mi indirizzò un cenno con la mano, poi la vidi sparire,  e fui tristemente consapevole che la fine di quel rapporto avrebbe lasciato strascichi vischiosi e appiccicaticci nella mia psiche. Mi chiesi anche se l’avrei mai più rivista, ma ciò che rammentai per lungo tempo fu solo il suo dondolante fondoschiena, al quale fino a quel momento era mancata solo la parola, che -in quel drammatico addio- parve proprio averla acquista, perché mi sembrò rispondesse alla mia domanda con un “No-no!… No-no!… No-no!”. 

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Laboratorio di scrittura creativa / I quattro elementi n.1
« il: Marzo 06, 2011, 22:31:46 »
Nuovo esercizio per la settimana.
Qui trovate le regole:
https://www.zam.it/forum/index.php?topic=168.0

Scrivete una storia che abbia al suo interno i seguenti elementi:

1. Una strada di campagna
2. Una lettera
3. Uno sconosciuto
4. Un pacco misterioso

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Umoristico / Gigi Riva non si tocca
« il: Marzo 05, 2011, 14:29:01 »


Mi chiamo Marco, ho 22 anni e una fantastica Clio coi sedili reclinabili.
Mi ha aiutato Giorgio a trasformare i sedili di serie  in fantascientifiche chez longue da cucco selvaggio. Mi disse: “Fidati.”. E io mi sono fidato.
Dopo la modifica, si reclinano talmente che alle ragazze con cui sto va il sangue al cervello. Loro pensano che sia la mia vicinanza a dar loro quel senso di mancamento, invece è la pendenza.

Attaccato allo specchietto retrovisore ho un rosario in legno lavorato a mano. Me lo ha regalato mia nonna devota di Padre Pio. Nel mezzo di qualche amplesso noto spesso lo sguardo perplesso della mia lei. Il crocifisso oscilla leggermente e loro si distraggono.  Qualcuna ha cercato anche convincermi a toglierlo, ma non ci è riuscita.
Le donne tentano sempre di cambiarti. Se non ci riescono, vuol dire che non le amiamo abbastanza. Se ci riescono, alla fine dicono che siamo senza palle.
Il crocifisso non si tocca, mia nonna non si tocca. Nella vita bisogna pur avere dei punti fermi.

Sul cruscotto ho la mia collezione di calciatori. Piccoli come mignoli, perfette riproduzioni della formazione del Cagliari calcio, anno dello scudetto 1969/70. Tutti e 11 lì, che oscillano in virtù di una molla posta alla base. Domenghini, Cera, Nenè, Albertosi, Gori, Nicolai e gli altri. Ma soprattutto lui, Gigi Riva.
Per me Gigi Riva è come Padre Pio. Fa i miracoli. Tutto mi puoi toccare, ma non Gigi. Toccare Gigi equivaleva  a toccare mia nonna, non so se mi spiego.


Sempre in pineta, una tipa che mi piaceva davvero tanto, mentre ci conoscevamo biblicamente, mi disse che non ci riusciva. Non poteva.
Pensai fosse colpa del rosario, e per lei avrei anche potuto toglierlo provvisoriamente. Mi disse che il rosario non le creava nessun problema. Era tutti quegli uomini sul cruscotto che non la mettevano suo agio. Si sentiva osservata.

Anche lei tentò di cambiarmi. Più ti amano  e più voglio cambiarti. Mi si attaccò peggio di una patella, voleva convincermi a sbarazzarmi della mitica formazione. Ma Gigi non si tocca. Quando oscilla, sembra che approvi. Nessuna donna può mettersi tra me e Gigi.

“Quando metterai la testa  a posto?”, chiese mia nonna.
“Quando taglieranno la pineta”, risposi io.
Mia nonna chiese un miracolo a Padre Pio. Di lì ad un anno l’amministrazione comunale decise che era arrivato il momento di tagliare la pineta.

Mi disperai, non sapevo cosa fare. Ma a mali estremi, estremi rimedi.
Mia nonna aveva giocato sporco, così decisi che avrei usato i suoi stessi metodi.
Chiesi a Gigi il miracolo.

La giunta cadde e dopo 10 anni la pineta è ancora lì.
Mia nonna è una donna di fede profonda, ma non conosce Gigi Riva.

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Umoristico / La prima parolina
« il: Marzo 02, 2011, 13:03:14 »
Cosa c’è di più struggente della prima parolina pronunciata dal proprio figlio?
Io speravo fosse “papà”, mia moglie sperava fosse “mamma”. Mi sarei accontentato anche di “pà”, mentre mia moglie voleva la perfezione, e poiché lei ama la competizione scommettemmo su quale delle due avrebbe detto per prima.
Ad un certo punto ho temuto proprio che la prima parolina sarebbe stata “cacca”.
E, tutto sommato,  me ne sarei fatto una ragione. Pensavo, tra me e me, meglio “cacca” di “mamma”. Dopo tutto, anche “cacca” ha la sua utilità, dicevo a mia moglie. Inoltre la scommessa sarebbe stata ancora valida.
 Ma lei no, non avrebbe accettato che la prima parolina di nostro figlio fosse “cacca”, anche se (e me lo disse chiaro) meglio “cacca” di “papà”. Sebbene, sottolineò, la scommessa sarebbe stata ancora valida
Ma la sua prima parolina non fu “papà”, né “mamma” e né “cacca”.
La disse una sera, mentre guardavamo un programma alla tv. La disse chiara e fu: “cotti”. Poi, la ripeté diverse volte e non ci fu alcun dubbio: la prima parola di mio figlio era stata “cotti”.
Ma la cosa peggiore fu che, movendo i suoi primi passi, si avvicinò alla tv e guardando Jerry Scotti, disse: “Papà! Papà! Papà!”.
Ma mia moglie non me la diede buona.

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Umoristico / Il primo appuntamento
« il: Febbraio 27, 2011, 10:22:10 »
Quando invitai Carla ad uscire per la prima volta, il mio amico Mario mi consigliò un conosciuto locale della città, sostenendo che le donne vanno portate in locali in cui ci sia abbastanza movimento, affinché si distraggano mentre l’uomo cerca di individuare il loro punto debole.
-Il primo incontro deve avvenire in un locale in, frequentato possibilmente da vip, con un’atmosfera cool, in un ambiente trend dove ordinare un eccellente pre dinner.- mi illuminò.
-Mi sa che per tutta quella roba non ho abbastanza soldi.- considerai io.
-Certo che li hai. Anzi, ti consiglio un Costa Smeralda per te e un Costa Smeralda 2 per lei.- specificò Mario.
-Con quei nomi sono CERTO di non avere abbastanza soldi.
-Vedrai che mi ringrazierai! Allora, ricordati, gli argomenti da evitare sono…
-Non è mica il mio primo appuntamento in assoluto!
-Ma è assolutamente da parecchio che non esci con una donna. Allora, decisamente da evitare l’argomento “ex”, ma nel tuo caso mi sa che non corriamo rischi. Non ricordo neanche l’ultima con cui sei uscito… Ah, sì, ora rammento! Quella che lavorava per un call center. Era carina…
-Carina, sì, ma tutti i nostri incontri erano preceduti da un’oretta di shopping bestiale, alla ricerca di qualcosa da abbinare a qualcos’altro. Dopo tre settimane avevo dei polpacci da ciclista.
-Avrà avuto anche qualche pregio!
-Sì, è sparita senza una telefonata. E lo considerai piuttosto strano, visto il lavoro che faceva.
-Sparire senza avvisare talvolta può essere auspicabile. Però, una cosa è certa: le donne amano parlare di se stesse, quindi tu falle mille domande sui suoi gusti, interessi… E mentre parla prendi nota.
-Prendo nota?
-Certo. E’ quando parlano di sé che scoprono il fianco. Così saprai dove colpire quando vorrai sbarazzartene.
-Non posso andare ad un primo appuntamento col pensiero della strategia con cui mi sbarazzerò di lei.
-Cosa credi siano gli accordi prematrimoniali?
-Non ci avevo mai pensato…
-Non ci pensa mai nessuno ed è proprio questa la fortuna di quegli accordi. Non servono per mettere in chiaro due cosette sui reciproci patrimoni, ma a predisporre delle trappole degne di esperti di caccia grossa.
-Mmm… hai qualche altra perla da procacciarmi?
-Falle qualche complimento sui capelli.
-I capelli?
-Sì. Le donne ci tengono molto. Il motivo mi è ancora oscuro, ma pare che ripongano molte aspettative sulla loro chioma, e più l’hanno lunga e più aumentano le aspettative.
-Ok. Un po’ come capita a noi, ma non coi capelli.
-Se è truccata dille che sta benissimo così, se non usa trucchi informala che preferisci le donne acqua e  sapone. Ma dillo come se fosse una rivelazione che ti coglie di sorpresa. Usa frasi del tipo “Sai? Da cinque minuti mi chiedevo cosa mi attraeva nel tuo viso…”, e poi adatti a seconda della situazione.
-Mi fai paura.
-A volte me ne faccio anche io. Dunque, cos’ho dimenticato? Ah, sì, la tua faccia.
-La mia faccia? Cos’ha che non va la mia faccia?
-Hai la faccia del bravo ragazzo. Le donne al primo appuntamento non gradiscono i bravi ragazzi. Vogliono Johnny Deep. Tom Hanks lo voglio al decimo appuntamento.
-Tu non mi fai paura, mi terrorizzi.
-All’inizio vogliono l’uomo sicuro di sé, che le consideri poco, magari che bruci anche qualche appuntamento. Quando cominciano a sentirsi coinvolte vogliono uno che sia serio, che dia loro stabilità, un bravo ragazzo, appunto.   
-Non posso credere che tutte le donne pensino questo!
-No, c’è anche un’altra categoria.
-E quale?
-Quelle che all’inizio sperano in un Johnny Deep che le faccia innamorare, al decimo appuntamento vogliono un Tom Hanks che le sposi e dopo 10 anni di matrimonio si pentono e vanno a cercare nuovamente Johnny Deep.

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